Libreria
Italiano
CapitolI
Impostazioni

Capitolo 2 Samuel

Entro nell'ufficio di mio padre senza bussare. Appena mi vede, alza gli occhi al cielo. Non so quante volte mi ha detto di bussare prima di entrare. Mi siedo sulla sedia e aspetto che inizi a parlare.

"Allora, con le lotte abbiamo chiuso, visto che Ethan ora ha una bambina. Non voglio che rischi," dice mio padre. Annuisco in segno di accordo, ma so che c'è dell'altro. "Abbiamo ricevuto un'offerta per prendere in mano il giro delle corse clandestine, e voglio che tu ogni tanto partecipi."

È ufficiale, mio padre a forza di fare il nonno si è rincoglionito. "Ci può anche stare, se non fosse che io non so guidare in quel modo."

"Imparerai. Ora puoi andare," dice lui, con una nonchalance che mi fa rabbia. Certo, lui la fa semplice. Mi alzo ed esco. Ora dove trovo qualcuno che mi insegni a guidare così? Che idee di merda.

Parcheggio la moto fuori dal mio appartamento, inserisco la chiave ed entro. Il mio è un appartamento da scapolo. Nonostante tutto, non ci porto mai le donne. Mi piace avere la mia intimità e, soprattutto, non voglio che sappiano dove trovarmi. Datemi pure del paranoico, ma le donne con un bel ragazzo come me diventano pazze, soprattutto se sanno come soddisfarle. Sempre io. Per la mia sanità mentale, le tengo lontane da casa mia.

Vado in camera e lancio gli indumenti sporchi in un angolo della stanza. Dovrei davvero prendere una donna delle pulizie, poi vado in bagno e mi butto sotto la doccia.

Arrivo davanti casa di Ethan e tiro un sospiro di sollievo. Appena entro, trovo Allyson in salotto che gioca con la bambina. Alza lo sguardo su di me e mi sorride. Cazzo, è bellissima.

Ah sì, mi sono dimenticato di dirvi che potrei avere una piccola cotta per la donna di mio fratello. Ovviamente non ci proverei mai con lei; non potrei mai fare una cosa del genere a mio fratello.

"Samuel!" Alzo lo sguardo verso le scale e vedo Ethan che mi fa cenno di salire. Salgo le scale e mi porta nella loro stanza. "Mi devi fare un favore."

Annuisco e lo lascio continuare. "Devo fare una sorpresa ad Ally. Mi puoi tenere la bambina stasera?"

"Certo, non c'è problema." Mi sarebbe piaciuto passare del tempo con la sua mamma, ma evito di tirare la mia solita battuta.

Siamo in giardino alle prese con il barbecue quando esce mia sorella e ci viene a salutare. "È appena arrivata Amber. Samuel, mi raccomando, non è come le puttane che ti porti a letto." A volte è più sboccata di me. Alzo gli occhi al cielo. Non mi interessano le ragazzine.

"Jenna, ho trentacinque anni, non venti. Non ti preoccupare."

Lei alza un sopracciglio e mi fissa. "Sarà meglio per te, altrimenti farò in modo che non dovrai più usare un preservativo." Gira i tacchi e se ne va. Quasi mi fa paura. Ho detto quasi.

Esco dal bagno per tornare in giardino e mi imbatto in delle gambe da paura. No, non può essere. Alzo gli occhi sul suo sedere e cazzo, è perfetto, proprio come piace a me: alto e sodo. Vengo interrotto da Sophia che si aggrappa ai miei pantaloni.

Dopo aver detto la mia solita battuta, che mi ha fatto ricevere la solita fulminata con gli occhi di Ethan, lei si gira nella mia direzione e inizia a fissarmi. Lo stesso faccio io con lei. Ha delle belle labbra a cuore di un rosa scuro e degli occhi che fanno quasi paura a guardarli: un grigio misto all'azzurro. Non la ricordavo così bella e sexy. Mi sta letteralmente mangiando con gli occhi. Così decido di metterla in difficoltà.

"Vedi qualcosa che ti piace?"

Lei mi guarda ancora. "Sì."

Cazzo, è pure schietta. Gira i tacchi e se ne va, ma prima di allontanarsi troppo, si volta di nuovo nella mia direzione. "La bambina è bellissima."

Abbiamo appena finito di cenare e Ally ha appena comunicato a tutta la famiglia che è di nuovo incinta. Dopo averle fatto le congratulazioni, voglio andare a sedermi su una delle sdraio comodissime, ma una è occupata da Amber che si sta fumando una sigaretta. Decido comunque di andare a sedermi su quella accanto.

Mi siedo senza neanche rivolgerle la parola e fisso lo sguardo verso Ally, che è impegnata ad abbracciare tutti. "Ti piace tanto?"

Giro la testa di scatto verso di lei. "Non ho idea di cosa stai parlando."

Lei emette un risolino sarcastico. "Dai, è palese. Si vede lontano un miglio. Strano che nessuno della tua famiglia se ne sia accorto."

In realtà, non stavo nemmeno guardando lei, ma guardavo mio fratello e come è felice. "Guardavo Ethan. Non riesco a concepire come si faccia a guardare una persona così."

Lei mi guarda mentre spegne il mozzicone nel posacenere. "Con amore? Beh, tu non lo concepisci, ma ti posso garantire che chiunque vorrebbe essere guardato proprio come tuo fratello fa con Allyson."

"Per me, l'amore è un sentimento che non conosco e che non voglio provare. Sto bene da solo."

Vedo che accavalla le gambe, mostrandomi ancora di più le sue gambe, e mi imbambolo a guardargliele come un ragazzino di quindici anni. Mi sto rendendo ridicolo da solo. "Solo perché non sai cosa significa non essere amati. Tu hai una famiglia che ti ama."

Sì, ha ragione. Siamo molto uniti come famiglia, ma il suo sguardo si spegne e capisco che per lei potrebbe essere un argomento delicato. "Come mai sei venuta qui?"

"Sono qui per studiare e divertirmi. Domani devo cercare lavoro."

Ci penso e la guardo. Mi sembra una ragazza in gamba. "Perché non vieni a lavorare nel mio locale?"

Lei torna a fare quella sua risata. "Non voglio fare la spogliarellista."

"Difatti, non ti ho chiesto di farlo. Mi serve solo una cameriera."

Mi sorride. "Ci penso." Si alza.

"Anche se con quel culo potresti farlo."

"Lo hai guardato bene, eh?"

Non ha peli sulla lingua e mi piace. "Samuel, non verrò a letto con te."

"Non te l'ho chiesto."

"Ma me lo chiederai lo stesso e la proposta varrà solo una volta. Dopo di che sarà un NO."

Arrogante quasi quanto me. Mi alzo e le vado vicino. "Sarai tu a chiederlo a me."

Lei sorride e poi mi mette una mano sul petto. Lentamente, seguo la sua mano che si fa strada sempre più vicina alla cintura, facendomi eccitare con quel movimento lento che trasuda sensualità. Si avvicina al mio orecchio. "Sì, hai ragione. Sarò io a chiedertelo e so anche che mi dirai di no. Ma io sono brava a far impazzire i ragazzi."

Si stacca da me e mi fa un occhiolino, sculettando mentre se ne va. L'ultima cosa che dico è: "Vedremo."

Scarica subito l'app per ricevere il premio
Scansiona il codice QR per scaricare l'app Hinovel.