Capitolo 1 Amber
Sono seduta sull'aereo e, dal finestrino, posso ammirare lo skyline di Las Vegas, la città da cui sto scappando. Mi ha regalato tanto, ma mi ha anche portato via tutto.
Guardo distrattamente l'hostess che gesticola, ma in realtà non la sto ascoltando. Appena finisce di parlare, infilo le cuffiette nelle orecchie e sparo a tutto volume le mie solite canzoni rock.
Dopo circa un'ora, atterriamo in California. Aspetto che la calca si dissolva, poi prendo le mie valigie piene di speranza e scendo dall'aereo. È inutile dire che qui è molto meno caotico rispetto a Las Vegas; un po' di tranquillità è proprio quello che mi serve. Ho intenzione di impegnarmi al massimo nello studio: voglio laurearmi in ingegneria meccanica. Amo le macchine, e soprattutto le moto. Sì, lo so, sono una donna, ma sono pur sempre una donna con le palle. Qui, di certo, non mi farò mettere i piedi in testa da nessuno.
Appena supero i vari controlli, vedo Jenna sbracciarsi. Le vado incontro e la abbraccio. "Quanto mi sei mancata!"
Jenna è come una sorella per me; c'è sempre stata, anche quando inventavo di aver dimenticato le chiavi pur di non tornare a casa. Lei mi ha sempre ospitata. "Mi sei mancata anche tu!"
"Allora, sei pronta per iniziare il college? Vedrai, ci divertiremo!" Jenna mi prende sottobraccio e mi accompagna verso questa nuova avventura, e chissà, forse anche verso una nuova vita.
Arriviamo davanti a casa dei suoi genitori, che non ha nulla a che vedere con la catapecchia dove vivevo io, con i muri pieni di muffa. La loro è una villa enorme e ben curata.
Appena apre la porta, Letizia praticamente ci corre incontro. "Amber, che bello averti qui! Puoi stare tutto il tempo che vuoi."
Sorrido a sua mamma, che è di una gentilezza assurda. Si incammina e io la seguo.
"Ti abbiamo sistemato nella camera di Samuel, perché lui non c'è mai. Ti avrei dato la camera di Ethan, ma abbiamo fatto una cameretta per la bambina quando si ferma a dormire qui." Oltre ad essere una madre amorevole, Letizia stravede per la sua nipotina Sophia.
"Giusto, come sta? L'ho potuta vedere solo in foto, perché quando sono venuta qui la prima volta, lei vi aveva appena comunicato che era incinta."
Letizia annuisce, sorridendo al ricordo di quel giorno. "È una peste ed è la fotocopia di mio figlio." I suoi occhi si illuminano quando parla di loro. "Tornando a noi, spero non sia un problema?" Dice salendo le scale.
"Affatto, va benissimo. Mi sarei accontentata anche di un divano."
Lei sbuffa. "Non dire sciocchezze." Arriva davanti alla porta e la apre.
La stanza è enorme, un po' spettrale visto che è tutta in tonalità di nero. Ha un grande letto matrimoniale e, davanti ad esso, una grande scrivania. Sarà perfetta per studiare. Ho persino il bagno in camera mia. Mi sembra di stare in una reggia e gli occhi mi si riempiono di lacrime.
"Grazie mille davvero per l'ospitalità."
Letizia mi sorride. "Di fronte c'è la stanza di Jenna," dice indicando la porta di fronte a noi. "Ora ti lascio preparare. Stasera siamo invitati a casa di Ethan."
Se ne va, chiudendo la porta e lasciandomi da sola con Jenna. "Aiutami a prepararmi. Stasera ci sarà anche Thomas e voglio essere super sexy." Jenna ha una cotta per un amico dei suoi fratelli.
"Sono appena arrivata e già mi sfrutti," le dico, mentre lei mi fa la linguaccia.
"No, è solo che tu hai buon gusto." Sì, lo so, sono patita per la moda.
"Eh, va bene, fammi vedere il tuo armadio." Jenna sale sul letto e inizia a saltarci sopra. Rido di gusto divertita e, neanche cinque secondi dopo, salgo sul letto e la imito.
Sono riuscita a farmi una bella doccia calda e a prepararmi. Ho indossato una gonna di jeans con una canotta nera e un paio di sandali abbinati. Apro l'anta dell'armadio per specchiarmi e devo ammettere che non sono niente male.
Siamo in macchina con Jenna, che guida in modo veramente spericolato. Abbiamo appena parcheggiato davanti a un'altra mega villa. Ma è possibile che siano tutti ricchi?
Lei si avvicina alla porta e, senza nemmeno bussare, entra. Il salotto è enorme e le donne sono sedute a chiacchierare tra loro. Dalla grande vetrata in fondo al salotto si vede chiaramente che gli uomini sono fuori.
Alzo gli occhi e vedo scendere Allyson con in braccio la bambina. È bellissima. "Ciao, tu devi essere Amber."
Anche Allyson ha una voce dolcissima. "Sophia, saluta." La bambina mi fa ciao con la mano, poi nasconde la testa nel collo della mamma. "Benvenuta, fai come se fossi a casa tua."
Mi sento quasi a disagio; sono tutti così gentili con me. Non ci sono abituata.
Rimango lì a chiacchierare con loro e, nel frattempo, ho anche conosciuto la mamma di Allyson.
Una mezz'oretta dopo, ci fanno accomodare tutti in giardino. Mi salutano calorosamente. Da dietro le spalle, sento una voce maschile molto forte. "Sophia, vieni qui dal papà."
Mi volto e sono certa che lui non sia Ethan. Infatti, tutti scoppiano a ridere e il diretto interessato lancia sguardi omicidi a lui. Prende in braccio la bambina e, appena si solleva, mi sovrasta.
Cazzo, non lo ricordavo per niente così, forse perché non avevo prestato molta attenzione. Ha i capelli neri corvini, tutti in disordine, proprio come i miei. I suoi occhi sono di un ghiaccio glaciale e io amo i ragazzi con gli occhi chiari. Scendo sul suo collo, tutto tatuato, e lo stesso vale per le braccia. Questo ragazzo emana sesso violento da tutti i pori.
Alzo gli occhi nei suoi per cercare di calmare i bollenti spiriti e vedo che fa un sorrisetto maligno. "Ti piace quello che vedi?"
Brutto stronzo arrogante. "Sì!" Rispondo, allontanandomi per poi voltarmi di nuovo verso di lui. "La bambina è bellissima."
Vedo Sophie sorridere e accettare il complimento. A lui, invece, il sorriso si smorza. Mi volto e torno sui miei passi verso Jenna, ma continuo a sentire i suoi occhi puntati addosso.