LIBRO 1 Dallas - Capitolo 5
DALLAS
…Senza indugi gli diedi una pacca sulla spalla. "Ehi! Ciao, sono Dals, il fratello di London."
"Salve, io sono..."
"Yannis giusto?" Chiesi. "Lon, ha accennato alla vostra amicizia."
Se non si chiamava così avrei fatto una gaffe e basta.
"Si sono io, ero venuto a prendere London per la prova vestiti." Rispose il greco.
"Prova vestiti?" Chiesi.
"Sì. Fra tre giorni si sposano i migliori amici di Giannis e siamo stati invitati anche io e Diamond."
"Ma Diamond non c'è! Scusa Giannis, ma stiamo andando da lei." Dissi. "In nord Europa, giusto?" Mi chiese.
London annuì rivolgendosi a Giannis. "Mi dispiace davvero. Ma non posso venire al matrimonio, non senza Diamond." Affermò.
Cos'era quel continuo Diamond? Non era da London.
Giannis sereno sorrise a mio fratello. "Lo capisco. Anche io non riuscirei a muovermi senza Aly."
Aly! Collegai il sogno all'uomo di fronte a me. Avevo condiviso un ricordo con Alaska, ecco perché il suo volto mi era famigliare.
"Oh che bella cosa l'amore." Intervenni per avere più notizie. "Sarete tutte coppie al matrimonio?"
"La fidanzata di Giannis è una skipper. Tra un po' partono per delle regate in Francia."
"Una skipper!" Chiesi sorpreso iniziando a collegare quel posto al sogno segreto della mia gemella, lei aveva sempre desiderato navigare. "Ma certo... fantastico. La tua ragazza è una skipper." Dissi entusiasta.
Giannis annuì. "E sicuramente in questo momento sta solcando il mare tra il golfo e l'isola Andro." Disse orgoglioso Giannis.
"Vabbè in bocca al lupo allora. Hai ragione London, meglio partire adesso. Con tutte le coppie che ti circondano potresti sentirti solo. Andiamo?" Chiesi veloce, se il caso non aveva voluto farli incontrare chi ero io per non impedirlo? La mia gemellina stava per realizzare il suo sogno e io l'avrei sostenuta.
"Vai, parlo io con Eleni e Krios. Poi noi ci vedremo... a fine maggio spero." Disse Yannis.
"Quindi andate." Disse London.
"Si! Io ed Aly partiamo subito dopo il matrimonio.” Rispose il greco e io pensai che dovevo dare uno sguardo alle prossime regate. In quale avrebbe partecipato Alaska?
"È stato un piacere Giannis, buona fortuna." Lo salutai curioso. Cosa sapeva London che a me sfuggiva?
Andammo via e lo seguii verso il porto dove mi mostrò la barca progettata da Chester col supporto della sua 2 L. Ammisi che era uno spettacolo per gli occhi e per chi come noi era nato con la passione del mare nel sangue
"Ma la fidanzata di Giannis perché cerca la sua famiglia? Perché partono?" Chiesi buttando lì la domanda.
"La fidanzata di Giannis ha perso la memoria durante le selezioni della regata di Rodi. Stanno prendendo ogni spunto da cose che lei dice inconsciamente per ritrovare le sue origini. Non so come faccia a partecipare alla regata, non può richiedere un passaporto. Ma dopo la regata in Normandia andranno in Gran Bretagna via mare." Spiegai.
"Adesso capisco." Sussurrai, il naufragio aveva avuto delle conseguenze sulla mia gemella. Per questo non mi aveva mai cercato. Alaska si era dimenticata di me, possibile che inconsciamente era perché preoccupata del mio lavoro? "Ecco cosa non mi spiegavo. Sicuramente via mare non avranno i controlli che ci sono a terra."
"Gli ho dato io la dritta. Mi dispiace solo non essere ancora riuscito a conoscere Ali, Giannis ci teneva a presentarcela. Non vivono qui in Euboea, poi Diamond è partita e ancora abbiamo dovuto rimandare." Disse London salendo sulla barca.
"Diamond! Diamond! Diamond. Fate le cose insieme o ti piace?" Indagai. "Io la adoro, anche Alaska la adorava."
Lui scrollò le spalle ignorando la domanda e chiedendomi di organizzare il viaggio mentre preparava le valigie sparendo nelle stanze.
Feci come mi aveva chiesto intanto che mi guardavo intorno.
Quella barca era spettacolare!
Quando mio fratello maggiore tornò era scuro in volto.
Gli avevo urlato più volte che l'aereo c'era e dovevamo muoverci.
"Andiamo! Tra un po' arriva il taxi." Dissi frenetico.
Era strano, mi dava delle incombenze eppure io non sapevo chi fosse Paolo. "Chiama Paolo, digli che stiamo lasciando il Persefone incustodito e dovrebbe stare lui qui fino al mio ritorno."
"Eh Lon! Tutto bene?" Chiesi preoccupato.
"Si... passerà è solo un giramento di testa." Mi rassicurò anche se non pensavo stesse realmente bene. Gli presi il cellulare per chiamare questo Paolo e poi lo trascinai io nel taxi. Cosa cazzo era successo?
"Hai una brutta cera Lon." Affermai. .
"Ho... ho scoperto che Diamond mi ha nascosto una cosa importante." Mi rivelò.
"Le donne nascondono sempre cose." Affermai, ma anche lui. Stava nascondendo i suoi sentimenti per lei.
Scosse la testa. "Non Diamond. Lei è un libro aperto, preferisce dirti una cosa anche offensiva piuttosto che mentire." Spiegò.
"Allora avrà avuto i suoi motivi."
"Ma poteva dirmelo." Affermò.
"Non ti ho mai visto così per una cosa che non ti viene detta. Ovvio noi non siamo Diamond, ma proprio perché non è la tua famiglia fa strano." Dissi convinto.
"Cosa vuol dire non è la mia famiglia. Lei è... lei è comunque... una parte della mia vita." Sorrisi! Era in palla così continuai a stuzzicarlo.
"Ah... oohh.... Aspetta Lon! Ti sei innamorato. Oh cazzo ecco il problema, la ami per questo ci stai di merda."
"Aspetta... no! Hai capito male, io e lei siamo solo..." mi disse.
"Cosa, cosa! Ho capito male?" Chiesi divertito.
Lui si adombrò. "Non sono affari che ti riguardano." Rispose.
"Ok! Se non sei innamorato di lei potrei provarci io." Lo provocai ancora.
Mi diede una gomitata senza fermi del male. Ormai erano solletico per me. "Provaci e ti faccio il culo." .
Lo sapevo. Risi divertito. "Siamo gelosi eh... scusa. Non posso provarci con lei, siamo amici." Affermai divertito. "Ma volevo capire, guarda che non è un male innamorarsi."
"L'amore è sopravvalutato." Mi disse chiudendo l'argomento.
Arrivammo all'aeroporto e decisi di lasciare London con i suoi pensieri. Era bello tornare alla vita reale e divertirsi.
Durante il viaggio scrissi a Edward che stavo andando nel Kleinsten e che sarei stato lì qualche giorno.
Più tardi quando arrivammo a Monaco vidi la sua risposta.
«Raggiungimi a Durham. Un paio di giorni di vacanza non mi faranno male.»
Si era decisamente bello tornare alla mia realtà.