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Capitolo 5.

Capitolo 5.

-Min-jae-

Premette sul pulsante del campanello lanciando uno sguardo preoccupato al suo fratellino che gli fece l’occhiolino ammiccante sollevando un pollice in aria in segno di incoraggiamento.

Dopo non molto la porta d’ingresso si aprì.

«Cosa ci fate qui a quest'ora?» disse Yoona non appena li vide, lanciando ad entrambi uno sguardo carico di riprovazione.

Yeongi sollevò le spalle sorridendo con fare furbo e accattivante e lei sbuffando si fece da parte per farli entrare nell’appartamento.

Sapeva che non sarebbe stata una buona idea, andare a casa di Yoona quella mattina, dopo che lei gli aveva detto che si sarebbero visti in agenzia e che lo avrebbe tenuto informato via messaggi, ma Yeongi era riuscito a convincerlo ad andare da lei, assicurandogli che ci avrebbe pensato poi lui a rabbonire la loro manager. Infatti, come promesso, non appena la porta d'ingresso si richiuse alle loro spalle, Yeongi sfoggiò il sorriso più adorabile che lui gli avesse mai visto stampato in faccia a favore di Yoona, ammiccandole in modo tenero.

«Noona non essere arrabbiata» disse poi il suo fratellino, congiungendo le mani a preghiera, mentre lanciava alla loro manager uno sguardo talmente ruffiano e cuccioloso da fargli venire la nausea. «Siamo venuti solo perché per Min-young-ie non sarà facile svegliarsi senza mamma questa mattina. Lasciaci essere presenti quando si sveglierà. Guarda…» Yeongi strappò dalle sue mani la busta della spesa che stava portando, sollevandola verso Yoona. «Abbiamo comprato dei fiocchi per capelli, due bambole, alcuni dolcetti e un peluche a forma di orsetto» continuò questi aprendo la busta e mostrandone il contenuto alla loro manager. «Chi non ama i peluche a forma di orsetto, vero noona?» domandò poi con fare smielato.

Yoona socchiuse gli occhi quasi seccata, poi spostò lo sguardo su di lui, che si limitò a fare spallucce con fare dispiaciuto e colpevole. Erano appena le otto e trenta del mattino e loro avevano lasciato il suo appartamento attorno alle quattro.

«Ma avete dormito un paio d'ore almeno?» domandò Yoona sfidandoli con lo sguardo a mentirle.

Lui scosse il capo diniegando e Yeongi sorrise malizioso. Il suo fratellino sapeva di essere colpevole, ma non gli importava.

Una volta arrivati in dormitorio la sera prima e rimasti soli, dopo che Shinji si era ritirato in camera sua, Yeongi era letteralmente impazzito e in cerca di informazioni su Hana e Min-young, lo aveva tempestato di domande fino alle cinque e mezza del mattino. Dopodiché, questi aveva cominciato a fargli pressione dicendogli che non poteva lasciare la piccola da sola al risveglio, visto che non conosceva né il luogo dove si sarebbe svegliata, né la manager Yoona. Lui aveva cercato di spiegargli che Min-young non conosceva nemmeno lui in fondo, ma Yeongi non aveva voluto sentire ragioni e facendo leva sui suoi già deboli sentimenti al riguardo, lo aveva convinto ad andare all’appartamento di Yoona, trascinandolo letteralmente al primo segno di cedimento, fuori dal dormitorio, dopo una doccia veloce e un cambio d'abito.

«Non è stata una buona idea» continuò severa Yoona davanti al loro silenzio, senza lasciarsi intenerire dai modi di Yeongi, poi si avviò alla cucina precedendoli.

Qualcosa gli diceva che nemmeno la loro manager era riuscita a chiudere occhio quella notte e ora era seriamente dispiaciuto di averle disubbidito. Trascinando i piedi, la seguì mettendo il broncio, mentre Yeongi, per nulla scoraggiato invece, le trotterellava dietro canticchiando, ancora sorridente.

Era evidente che l'amore per i bambini e per tutto ciò che apparisse romantico e drammatico, avessero preso il sopravvento sul lato catastrofico della vicenda in Yeongi, isolandolo nel suo personale mondo di fantasticherie, e lui lo aveva ancora una volta assecondato come uno sciocco. Mentre gli altri membri avevano reagito in modo più o meno teso a ciò che stava accadendo e un silenzio imbarazzante aveva accompagnato il loro rientro ai dormitori la notte precedente, Yeongi pareva elettrizzato ed euforico come se fosse appena venuto a conoscenza di qualcosa di meraviglioso.

Persino in quel momento, il suo amico si comportava con spensieratezza, parlottando a raffica con Yoona che nemmeno gli rispondeva. Sembrava un grillo fastidioso quando faceva così, avrebbe dovuto resistere alle sue insistenze e tenerlo lontano dalla loro manager, che doveva essere alquanto preoccupata e indaffarata quella mattina e molto probabilmente non aveva voglia di dover badare anche a loro due, soprattutto a Yeongi.

Era davvero uno stupido a volte, si sentiva amareggiato.

«A che ora conti di svegliare Min-young-ie, noona? Possiamo svegliarla noi? Non vedo l'ora di vederla e conoscerla. Chissà come sta Hana-ssi. Chissà se a Min-young-ie piaceranno le bambole che le ho comprato. Credi che Hana-ssi si arrabbierebbe se facessi mangiare a Min-young-ie del gelato per colazione? Pensavo di ordinarne un po'.» Le domande e le elucubrazioni ad alta voce di Yeongi si riversarono a raffica nella cucina, mentre Yoona prendeva a preparare la colazione e il suo amico si sedeva a tavola noncurante.

Al sentir nominare Hana, lui sentì il peso che si era posato sulle sue spalle il giorno prima farsi più gravoso.

«Prendetevi il caffè dalla brocca» si limitò a rispondere Yoona.

Yeongi scattò in piedi solerte e si affrettò a eseguire, portando due tazze di caffè al tavolo mentre lui si sedeva.

«Dovremo trovare un modo per consolarla nel caso si mettesse a piangere non appena si sveglia» continuò poi a dire Yeongi, guardando a Yoona che ora stava versando del succo di frutta in tre bicchieri. «Quanto ne sai di bambini noona?» le domandò dopo di che, sedendosi e poggiando il viso alla mano del braccio che aveva puntellato sul tavolo.

Lui vide la loro manager sorridere sarcastica mentre prendeva un sacchetto di biscotti dal pensile sui fornelli. «Abbastanza Yeongi, sono abbastanza esperta nel trattare con i bambini» rispose Yoona con pazienza, e lui non riuscì a far a meno di sorridere di rimando. Era chiaro dal tono con cui lei aveva risposto che le sue parole fossero riferite ai membri del loro gruppo e nello specifico in quel momento proprio a Yeongi, che incurante annuì soddisfatto ribattendo: «Molto bene».

Dopo aver riposto sul vassoio che stava riempiendo anche i biscotti, Yoona li raggiunse con lo stesso al tavolo.

Quando lo guardò negli occhi lui le chiese scusa con lo sguardo e lei sorrise più rilassata, rispondendo silenziosamente nello stesso modo, che lo scusava. Entrambi sapevano bene che era difficile, quasi impossibile fermare o dissuadere Yeongi quando si metteva in testa di fare qualcosa. Quando il suo fratellino si appassionava, o buttava a capofitto in qualche progetto o situazione, era intenibile e ingestibile.

Finalmente il silenzio calò per qualche minuto mentre tutti e tre facevano colazione.

Fu proprio Yoona la prima a parlare. «Come ti senti?» gli chiese guardandolo con affetto dopo aver bevuto un sorso di caffè.

Sospirando lui si strinse nelle spalle mentre sbocconcellava un biscotto e Yeongi sollevava lo sguardo ora preoccupato sul suo viso. Sapeva che infondo il modo di reagire del suo amico era in parte atto ad aiutarlo ad affrontare quella difficile situazione e lui lo ringraziava per questo. Senza la spensierata allegria e intraprendenza di Yeongi, ora si sarebbe trovato molto probabilmente seduto nella sua camera a fissare il vuoto con angoscia.

«Scombussolato e un po' perso» ammise.

Yeongi allungò allora una mano e strinse la sua poggiata accanto alla tazza del caffè.

«Lo capisco» rispose Yoona annuendo. «Ma non appesantirti troppo rimuginando su ciò che è successo nel passato, su come sono andate le cose o cosa accadrà da oggi in poi, o ne risentirà la tua salute sia fisica che mentale. Quando la dottoressa Woo verrà a parlarmi oggi le farò un po' di domande e cercheremo il modo di rintracciare conoscenti e amici di Hana, in modo da trovare validi aiuti. Il cellulare che lei aveva non ha ancora ricevuto chiamate, ma sono sicura che non appena non si presenterà al lavoro, qualcuno la cercherà e chiederemo informazioni anche a chi chiamerà. Risolveremo presto questa situazione e ci concentreremo ad aiutare Hana per far sì che si riprenda presto e che torni dalla sua bambina di cui intanto ci prenderemo cura.»

«Uhmm…» Lui si limitò ad annuire. Faticava ancora a dare un senso e ad accettare tutto ciò che era successo.

«Mamma?»

Una vocina infantile li fece sobbalzare tutti e tre e lui si voltò di scatto.

Con i capelli scompigliati, una manina che si sfregava sugli occhi, i piedini nudi e le labbra imbronciate, Min-young era sull'uscio che li fissava.

«Sei sveglia!» Yeongi fu il primo a reagire. Saltò giù dalla sedia e con passo leggero raggiunse Min-young, mentre Yoona lo imitava e lui si alzava dalla sedia più lentamente.

«Buongiorno Min-young-a, io sono Yeongi un amico di p…» Yeongi si interruppe di colpo mentre si inginocchiava davanti alla bimba e lui si irrigidì davanti a quella pericolosa svista. «… della mamma.» Si corresse il suo amico con tono dolce e gentile in un lampo. «Un amico della mamma.»

Min-young guardò Yeongi con curiosità, non sembrava particolarmente turbata. «Non ti conosco» rispose poi con sicurezza, facendo sorridere tutti.

Lui la guardò con tenerezza, assomigliava davvero molto ad Hana nei modi di fare. Lo aveva notato anche il giorno prima, ma era stato troppo sconvolto per prestarci troppa attenzione.

«Ricordi che siamo stati in ospedale ieri e che la dottoressa Woo ha detto che la mamma deve riposare per un po'?» domandò Yoona a Min-young, accovacciandosi accanto a Yeongi.

La bambina annuì.

«Per qualche giorno io e la dottoressa ci occuperemo di te. Non devi aver paura, presto tornerai con la tua mamma» proseguì la sua manager.

Min-young parve ragionare su quelle parole, poi sollevò il capo e lo sguardo, e i suoi occhi lo cercarono. Come il giorno prima il suo cuore fece una capriola quando lei catturò il suo sguardo. Il cuore prese a battergli istantaneamente all’impazzata. Si era innamorato a prima vista di sua figlia! Non aveva la più pallida idea di quello che potesse davvero accadere tra un figlio e un genitore, quale legame si instaurasse nei primi anni di vita di un essere umano con madre e padre, di certo lui non lo ricordava, ma sentiva che fin dal primo momento in cui aveva preso in braccio sua figlia, fra loro si era creato un sentimento, un legame. In qualche modo, anche Min-young forse lo sentiva, oppure la piccola doveva aver provato per lui la stessa affinità che Hana aveva sentito nei suoi confronti al loro solo guardarsi, perché il modo in cui lo guardava era pieno di fiducia e affetto.

Mentre pensava a quelle cose, come aveva fatto la sera prima, Min-young si mosse raggiungendolo e sollevò le braccia per farsi sollevare, facendogli scoppiare seriamente il cuore in petto dall’emozione.

«Ho fame» disse mentre lui la prendeva in braccio. «Zio, mangiamo!»

Con la coda dell'occhio lui vide Yeongi risollevarsi e spalancare la bocca sorpreso e commosso.

Lui lo guardò e il suo fratellino si mise le mani davanti alle labbra in un gesto emozionato, mentre i suoi occhi brillavano, come se avesse appena visto un'apparizione mistica.

Fu in quel preciso momento che il peso che sentiva sulle sue spalle dal giorno prima parve diventare più leggero. Tutto ciò che stava accadendo era davvero un casino, un casino assurdo e complicato, ma quell'amore di creatura che teneva tra le braccia era senza dubbio sua figlia e lui voleva amarla con tutto sé stesso. Non gli importava di quello che avrebbe dovuto sacrificare e quanto avrebbe sofferto e perso. Min-young era appena diventata il centro del suo mondo e lui voleva essere forte e crescere in fretta per lei, per poterla proteggere e amare come meritava. La dottoressa Woo aveva detto che Hana e la piccola non avevano vissuto una vita facile. Beh, il suo obbiettivo da quel momento in poi sarebbe diventato proprio quello di capovolgere quella situazione. Sua figlia e Hana non dovevano più avere problemi, ora che c’era lui con loro.

«Certo. Cosa vuoi mangiare?» rispose a Min-young con un sorriso, tornando a sedersi con lei in braccio.

«Budino alla fragola» rispose Min-young annuendo con solennità.

«Budino?» risposero quasi in coro straniti Yeongi e Yoona, ma lui non si stranì, anzi, si ritrovò a sorridere ancora di più e un ricordo riaffiorò vivido nella sua mente.

… «Colore preferito?» chiese lei.

«Verde» rispose Min-jae senza esitare dando una nuova spinta all'altalena.

«Bianco» ribatté Hana mentre l'altalena l'allontanava da lui.

«Il bianco non è un colore» la contraddì lui.

«Corretto sapientone» disse Hana ridendo mentre gli dava ragione, poi tornò a chiedere. «Animale preferito?»

Lui scosse il capo. «Nessuno, non amo gli animali.»

«Cosa?» Hana voltò il capo mentre lui tornava a spingerla, la sua espressione era quasi scioccata e lo fece sogghignare.

«Non guardarmi come se fossi un mostro, non è che li odio, semplicemente non li amo, quindi non ne ho uno preferito, ma se davvero vuoi una risposta ti dirò capibara» le disse per accontentarla.

«Coniglio» rispose lei con una smorfia.

«Fiore preferito?» continuò il gioco lui.

«Fresia gialla» rispose senza esitazione Hana.

Annuì ribattendo: «Ibisco.»

Hana rise di nuovo. «Non hai un animale preferito, ma un fiore sì? Sei davvero una persona atipica Yook Min-jae.»

Il modo in cui lo disse fu piacevolmente compiaciuto e curioso e d'istinto lui afferrò le catene dell'altalena quando questa tornò nella sua direzione, fermandola.

Sorpresa Hana allora portò il capo all'indietro per guardarlo.

Lo aveva stregato fin dal primo momento in cui l'aveva vista, impazziva dal desiderio per lei. Immerse gli occhi in quelli brillanti di Hana e trattenne il respiro. Anche nel semi buio del parco lei pareva illuminata come da un faro, era raggiante, era meravigliosa e lo guardava come se fosse il ragazzo più bello che avesse mai visto, facendolo sentire su di giri. Non era la prima volta che veniva guardato a quel modo, ma era la prima volta che si sentiva lui, a quel modo, emozionato, letteralmente rapito. Sapeva che era pericoloso stare lì con lei, sapeva che avrebbe dovuto salutarla e andarsene, stavano assieme soli da ore, avevano perso la cognizione del tempo, non sapeva nemmeno che ore fossero e dove fossero, si erano messi a vagare per la città senza una meta.

La testa di Hana si appoggiò contro il suo stomaco e lei sospirò. «Abbiamo finito il gioco delle domande?» chiese poi con fare diretto e sfrontato. Lo fissava direttamente negli occhi con espressione incantata, e lui sapeva di avere lo stesso sguardo in quel momento. Erano ore che si stava trattenendo, stava impazzendo, voleva baciarla, ma sapeva che sarebbe stata una follia. Non poteva proprio permettersi di avere una ragazza in quel momento. Perché aveva dovuto incontrarla proprio ora?

Deglutì quando si ritrovò il viso di lei più vicino di quanto sarebbe dovuto essere. Si era chinato e nemmeno se n'era accorto. I loro visi erano talmente vicini che poteva avvertire il suo respiro sulle labbra, ma Hana non aveva chiuso gli occhi o distolto lo sguardo, continuava a guardarlo con quel fare trasognato.

«Dolce preferito?» le domandò sussurrando e la sua voce roca parve irriconoscibile anche a sé stesso.

«Budino alla fragola» rispose lei in un sussurro che pareva quasi un sospiro di attesa.

Voleva baciarla!

Eppure non poteva! Si risollevò, poggiandole le mani sulle spalle, poi la spinse leggermente lontano da sé.

«E budino sia allora. Ho fame. Andiamo a comprarne almeno una dozzina» le disse mentre lei risolleva il capo.

Hana saltò giù dall'altalena ridacchiando, non sembrava delusa o offesa e lo sguardo che gli lanciò era sereno. «E dove li troviamo qui in zona dei budini a quest'ora?» domandò poi con fare leggero.

I momenti passati nel parco con Hana, continuarono ad assillarlo per ore dopo che gli erano tornati alla mente. Aveva vissuto anni senza quei ricordi, ma quel giorno parevano ripetersi nella sua mente come una nuova canzone preferita messa in loop nell'iPad. Non lo lasciarono mentre guardava Yoona entrare in confidenza con Min-young, e Yeongi conquistare facilmente la bambina con regali e tenerezze. I ricordi di Hana e delle sue trenta domande, si ripeterono ancora quando si recò in agenzia, quando presenziò alla riunione con il direttivo, senza capirne una sola parola; quando il gruppo si incontrò con il nuovo coreografo che avrebbe contribuito alle coreografie del nuovo album, quando pranzò con i suoi amici e quando registrarono uno sketch per una nota app uscita da poco. Insomma lo seguirono, tormentandolo, per tutta la mattina e per metà del pomeriggio.

Con un grosso sospiro penoso, quando riuscì a prendersi qualche attimo di solitudine, si lasciò cadere su una delle poltroncine bianche della sala ristoro della Alpha² e per l'ennesima volta cercò un messaggio della manager Yoona sul cellulare che non trovò. Yoona non si era presentata al lavoro quel giorno chiedendo un permesso per questioni personali, ma prima di salutarlo quella mattina, gli aveva assicurato che lo avrebbe tenuto informato sugli sviluppi, eppure non gli aveva ancora scritto nulla. Moriva dalla voglia di sapere come stava Min-young e se avesse avuto notizie di Hana.

Una bustina di caramelle gommose colorate cadde dall'alto arrivando direttamente sul suo grembo sorprendendolo e lui sollevando di scatto lo sguardo, si ritrovò davanti Lee Seung-min.

«Dovevi essere molto assorto per non avermi visto arrivare» lo apostrofò il ragazzo con una smorfia sarcastica.

«Sunbae.» Con il cuore accelerato e i nervi tesi, sollevò schiena e spalle e fece un lieve inchino con il busto mentre Seung-min si sedeva nella poltroncina accanto a lui.

«Scusa sunbae, non ho dormito molto stanotte» disse lui agitato.

Seung-min annuì in risposta, lanciandogli uno sguardo ovvio, mentre prendeva una lunga sorsata dalla cannuccia immersa nella bibita che teneva tra le mani e lui capì che questi sapeva tutto ciò che era successo.

Un’imprecazione si palesò nella sua mente.

La dottoressa Woo pareva una persona seria, perché lo aveva tradito così?

«Non fare quella faccia, non è colpa di Jung-ah, quanto di Hyo-rin. Chiederle di mantenere un segreto è come chiedere a Park Jion di essere umile, in pratica una cosa impossibile. Sua sorella ha provato a dirle di non dirmi nulla fino a che tu non lo avessi voluto, ma Hyo-rin non riesce a tenere segreti con me» disse con una espressione divertita il suo sunbae. Hyo-rin doveva essere la sua ragazza, la sorella della dottoressa Woo, mentre Park Jion era il visual degli OTA ed effettivamente questi era tutt’altro che una persona umile.

Cercò di non mostrarsi troppo preoccupato e infastidito per quell’invasione della sua privacy, ma era talmente nervoso che Seung-min capì che era contrariato.

«Non intendo crearti problemi Min-jae-a, ma offrirti il mio aiuto.» Cercò di tranquillizzarlo quindi il suo sunbae facendoglisi più vicino. «Hyo-rin ha tentato di non vedermi oggi, per non farmi capire che sapeva una cosa che non avrei dovuto sapere, ma stamattina le ho portato la colazione a sorpresa e ho intuito subito che qualcosa non andava» continuò Seung-min con un fare a metà tra il divertito e il tenero. Era chiaro dal modo in cui parlava della sua ragazza che ne fosse davvero molto innamorato. Lui nemmeno sapeva che era fidanzato, doveva aver mantenuto segreta la relazione ai media e ai fan.

«Ha anche seriamente provato a resistere, quando le ho domandato se ci fosse qualcosa che doveva dirmi, ma non è in grado di mentire, perciò dopo un po' di insistenza ha gettato la spugna. Certo, non mi aspettavo che il suo segreto fosse quello che mi ha rivelato» proseguì rilassato Seung-min mentre lui lo osservava.

Lee Seung-min terza voce e ballerino principale degli Off The Air, non particolarmente alto, ma prestante, con un bel viso dai lineamenti quasi perfetti, che teneva per lo più pulito e con poco trucco. Ciò che sapeva del suo sunbae era su per giù quello che avrebbero potuto sapere anche gli Waves, i fan del gruppo. Seung-min come tutti gli OTA era gentile e alla mano e non si atteggiava mai da super star. All’interno dell'Alpha² gli Off The Air erano i sunbae più rispettati e amati e di contro il gruppo, ricambiava quei sentimenti nei loro confronti dando sempre il massimo per tenere alto il livello dell’agenzia nel panorama musicale e rendersi disponibili per le iniziative più disparate. A volte lui invidiava gli OTA per la loro fama, ma spesso si chiedeva come facessero a mantenere i ritmi serrati di lavoro a cui si sottoponevano, aggiunto agli allenamenti che seguivano e alle imprese di beneficenza su cui si adoperavano, e in quei momenti non li invidiava per nulla.

«Voi Timelers siete molto bravi, vi trovo davvero promettenti e credo che non siate ancora apprezzati come dovreste, forse non ve lo abbiamo detto abbastanza, o non abbiamo collaborato troppo con voi, ma ci tengo a dirti che gli OTA vi supportano e seguono con entusiasmo. Essendo già passato attraverso il vostro stesso percorso, so che non è facile i primi anni di formazione resistere allo stress e alle delusioni e so che non è facile rinunciare ad avere una vita privata, quindi comprendo ciò che ti è accaduto e non ti giudico affatto. In ogni modo Min-jae sappi che in realtà ci è permesso di fare molto più di quello che credi e che credono molti, solo che il nostro privato deve rimanere nascosto se vogliamo proseguire con le nostre carriere. Immagino che tu lo sappia bene e che lo abbia accettato quando sei diventato un idol.» Seung-min gli parlava con confidenza come se si conoscessero strettamente da anni.

Davanti alle ultime parole del suo sunbae, lui sollevò leggermente un sopracciglio dubbioso.

Era vero che era permesso loro avere delle relazioni segrete, ma a quale costo? Con quali sacrifici? Conosceva più di un artista che era stato cacciato dal suo gruppo e dall’agenzia di cui faceva parte, perché era stato scoperto in una relazione. Certo, le cose negli ultimi tempi si erano fatte più elastiche, ma ciò non significava che gli idol fossero liberi di avere legami romantici come le persone non dello spettacolo, figuriamoci avere una figlia come nel suo caso. Se Seung-min cercava di consolarlo con le sue parole, non ci stava propriamente riuscendo.

«Immagino che Jung-ah ti abbia detto che io e Hyo-rin stiamo assieme» proseguì divertito il suo sunbae. «Fino a poco fa sarebbe rabbrividita al pensiero che un cantante facesse parte della sua famiglia, ma ora lo racconta come se ne fosse fiera. I tempi cambiano Min-jae, come le opinioni della gente e le mode, non sempre le cose sono così catastrofiche come appaiono in un primo momento. Gli OTA hanno passato diversi anni turbolenti ultimamente, a causa di diverse problematiche interne che abbiamo avuto e vorrei che passasse ancora un po' di tempo prima di comunicare ai fan di Hyo-rin, ma l'agenzia ne è al corrente e ci permette delle libertà coprendoci le spalle. Capisci cosa intendo dire? So che pensi ora di essere davanti ad un bivio e che potresti mettere il tuo gruppo nei guai, ma non perderti d’animo facilmente.»

Quando Seung-min si zittì in attesa di una sua risposta lui annuì. «Lo capisco sunbae, ma credo che la mia situazione sia un tantino più complicata della tua. Non voglio abbattermi, ma non mi sento propriamente sereno al momento e ho un po' paura di ciò che succederà.»

Seung-min sorrise con condiscendenza prima di rispondere: «Non credere che la mia storia con Hyo-rin sia più semplice della tua, ma comprendo il tuo punto di vista.»

Le sue sopracciglia si aggrottarono incuriosite. Poteva davvero esserci qualcosa di peggio di scoprire di avere una figlia la cui madre si trovava in coma? Lui non credeva, ma per non contraddire il suo sunbae si limitò a rispondere con un suono di gola affermativo.

«Comunque quello che volevo farti capire è che ora ti sembrerà tutto terribile e spaventoso, ma le soluzioni ai problemi a questo mondo possono arrivare in modi che nemmeno tu immagini. Quindi resisti e non fare passi affrettati e incoscienti, lascia che le cose si muovano alla giusta velocità e permetti a chi può e sa come muoversi, di aiutarti. Non voglio che i Timelers finiscano in difficoltà, vi darò tutto l’aiuto che posso se me lo permetterai.» Seung-min gli sorrise rassicurandolo e lui deglutì nuovamente agitato.

«Sunbae, davvero non so cosa dire, grazie» gli rispose grato.

Sollevando le spalle con fare noncurante Seung-min allontanò la sua gratitudine con fare leggero. «Se sei disponibile domani mattina vorrei vederti con un paio di amici affidabili per fare un po' il punto della situazione e progetti su come muoverci con Hana, la piccola Min-young e l’agenzia. Gli amici di cui parlo sono persone che sanno il fatto loro e possono esporti soluzioni e alternative valide. Non mi piace ripetermi Min-jae-a, ma torno ad assicurarti che non trapelerà nulla da me o da chiunque altro mi sia vicino. Puoi stare sicuro che se ti affiderai agli OTA, gli OTA ti copriranno le spalle senza mai tradirti.»

Seung-min sembrava avere davvero a cuore il suo problema e Eun-ho gli aveva detto che si poteva fidare di lui, perciò decise di accettare. «D'accordo, mi farò accompagnare dal mio manager e dal mio leader attuale però, per avere più consigli e opinioni possibili. Sono entrambi al corrente della situazione.»

Il suo sunbae annuì poi si alzò. «Cerca di riposare stasera, devi mantenerti in forze e mangia qualcosa, sono sicuro che non hai ingerito nulla di solido oggi» si raccomandò poi questi solerte.

Seung-min stava per andarsene, ma lui aveva una domanda impellente da fargli e non voleva lasciarlo andare, quindi ne afferrò la mano di scattò sorprendendolo.

«Sunbae…» lo chiamò guardandolo in volto con fare apprensivo. «Min-young è ancora con la dottoressa Woo? Tu lo sai?»

Seung-min corrugò la fronte perplesso. «Non ti ha avvisato nessuno? Non sai dov’è?»

Alla contro domanda ricevuta lui si irrigidì. «No, non ho sentito la manager Yoona, perché? Tu sai dov’è Min-young?»

Notando il suo ritrovato stato ansioso Seung-min si affrettò ad assicurarlo con un sorriso. «Tranquillo Min-young sta bene, solo che Jung-ah doveva andare al lavoro, Hyo-rin non poteva tenerla e la manager Lee è dovuta assentarsi per risolvere una questione personale, quindi Min-young è stata affidata a Se-Won, la moglie di Choi Jae-seop, il figlio del ceo della DSJ.»

«Choi Jae-seop?» ripeté lui barcollando. Choi Jae-seop era uno degli attori più pagati e famosi del momento, nonché uno dei chaebol più ricchi di Seoul. Cosa ci faceva sua figlia con quegli estranei facoltosi e famosi? Come era arrivata a loro?

«Non preoccuparti Min-jae, Se-won è amica di Hyo-rin e adora i bambini, è stata felice di poter dare una mano» lo rassicurò Seung-min, ma lui non era per nulla rassicurato e questi se ne accorse nuovamente.

«Hai degli impegni ora?» gli domandò il suo sunbae mentre lui non trovava parole da dire.

«Sì, abbiamo le registrazioni di un programma» riuscì prendendo un bel respiro a rispondere, con fare piatto e leggermente seccato.

«D'accordo allora» la mano di Seung-min si allungò verso di lui. «Dammi il tuo telefono, ti lascio il mio numero.»

Come un automa lui gli porse il cellullare.

«Quando hai finito le riprese chiamami e ti accompagno da lei» disse poi Seung-min digitando il numero velocemente.

Nuovamente confuso lui tornò a guardarlo mentre questi gli riconsegnava il telefono.

«Salvati il numero e avvisami quando sei libero così possiamo andare a trovarla, d'accordo? Non preoccuparti dei manager, troverò io una scusa per portarti via, tu fingiti sorpreso quando mi vedrai arrivare.»

Era davvero confuso e nuovamente in stato emotivo altalenante in quel momento. Da un lato era grato di avere attorno tutte quelle persone disposte ad aiutarlo, ma dall’altro si sentiva sballottato, inerme, come un naufrago su un pezzo di legno in un mare in tempesta.

«Grazie sunbae» biascicò non molto convinto abbozzando un lieve sorriso.

Seung-min allungò una mano nella sua direzione di nuovo e gliela batté su di una spalla con decisione.

«Fatti coraggio d'accordo? Torniamo al lavoro ora. A più tardi.»

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