Capitolo 9 Domanda di traduttore
"Come vuoi che risponda?" domandò Alisia.
«Cos’altro potevo dire. Avrei dovuto rispondere: Scusatemi, non avrei dovuto sposare Sebastiano e ostacolare il vostro amore? Sarei ipocrita. E poi, il matrimonio era stato deciso dalle nostre madri, che ci posso fare?».
Sebastiano strizzò gli occhi, la guardò, sollevò i piedi e si avvicinò a rilento. La stanza si riempì di un'atmosfera opprimente. Alisia non poté fare altro che un passo indietro "Non credo di averti provocato o sbaglio?"
Desiree si avvicinò a lui e si strinse al suo braccio: "Sebastiano, non ti arrabbiare, è tutta colpa mia. Non avrei dovuto dire nulla, vi siete appena sposati, non sarei dovuta venire, riposati, vado a casa". "Non sei tu la persona che dovrebbe andarsene di qui" disse Sebastiano che le prese dal polso e la portò al piano di sopra. Anche se Sebastiano aveva detto chiaramente che si sarebbe fidanzato con lei, non aveva mai avuto alcun pensiero su di lei in quel senso. E questo gesto inaspettato di Sebastiano la rese gioiosa. Dopotutto, non era lei la donna di quella notte, e solo andandoci a letto poteva trattenere il cuore di quest'uomo.
Alisia ignorando tutto si girò in silenzio e si diresse verso la propria stanza. Desiree si voltò appena in tempo per vedere Alisia di spalle mentre entrava nella stanza, snella e fragile, improvvisamente si accorse che assomigliava alla figura della ragazza di quella notte.
«Quella notte, avevo dovuto mettere da parte la mia invidia e il mio odio e trovare una vergine per Sebastiano. Non potevo vedere che genere di ragazza era a letto con lui. Solo quando la ragazza se ne andò frettolosamente ero riuscita ad intravederla di spalle, hanno quasi la stessa statura. Ecco perché ho avuto un senso di familiarità quando l’ho vista… Bene, questa familiarità non era venuta fuori dal nulla.» Al pensiero che la donna di quella notte potesse essere Alisia, si irrigidì istantaneamente. «Non posso assolutamente farla rimanere qui nei dintorni, perché continuando a stare assieme e rimanere in contatto si sospetterà. È pur sempre la donna con cui ha avuto dei rapporti sessuali.»
Entrando nella stanza, Desiree tralasciò la sua riservatezza, si avvinghiò alla vita possente di Sebastiano e appoggiò la testa sul suo petto, rivolgendogli un dolce invito: "Sebastiano, lasciami essere la tua donna ancora una volta". Mentre diceva questo, avvicinò le sue labbra, ma davanti all’intento provocante di Desiree, Sebastiano si irrigidì e non ebbe l'impulso che un uomo normale avrebbe dovuto avere. «A parte quella notte, non ho un solo desiderio di lei! »
Proprio quando le labbra di Desiree stavano per toccare quelle di Sebastiano, lui spostò la testa di lato e il bacio svanì a mezz'aria. "È tardi, vai a letto" le disse allentando la cravatta che non era neanche tanto stretta. Si irritò, non era sicuro neanche lui di cosa lo infastidisse, forse il fatto che non aveva sentito gli impulsi che un uomo avrebbe dovuto avere per lei e questo lo faceva sentire anormale.
Desiree con le mani strette e un volto sconsolato domandò: "Sebastiano, non ti piaccio...?" "Non dire sciocchezze" Sebastiano negò con voce bassa e la strinse dalle spalle: "Dormi qui stanotte". Desiree era una donna, sapeva fin troppo bene cosa significava quando un uomo non poteva eccitarsi per lei. Si coricò sul letto con uno sguardo addolorato, con gli occhi rossi e le lacrime che si stavano accumulando negli occhi ma non cedevano, e cercò di non cedere al dolore.
Vedendola demoralizzata ma che allo stesso tempo cercava di resistere, proprio come in quella notte in cui qualsiasi cose le faceva si tratteneva per non emettere suoni. Il cuore di Sebastiano scosse lievemente e si addolcì un po', le mise la coperta e si sedette sul bordo del letto consolandola: "Non pensare a queste sciocchezze, quando avrai un titolo ufficiale, io...ti prenderò sicuramente". Desiree annuì, conosceva bene Sebastiano e sapeva che tipo di uomo era: anche se non l’amava, ma costretto dal dovere, lui la sposerà.
Sebastiano si tolse la giacca e uscì dalla stanza, scese al piano di sotto e gettò la giacca che aveva in mano sul divano e si sprofondò nel divano, con le gambe incrociate appoggiate sul tavolino e la testa posata all’indietro che gli diedero un aspetto stanco.
La mattina presto dell’indomani, quando Alisia finì di prepararsi e uscì dalla stanza, Sebastiano era già a tavolo a leggere il giornale della finanza, Desiree che sembrava conoscerlo abbastanza bene da avergli già preparato una tazza di caffè espresso ancora caldo e la signora Azzurra che aveva già preparato la colazione. Alisia per non farsi notare da nessuno non fece nessun rumore e si sedette in fondo al tavolo, allontanandosi da loro e mangiando il suo porridge con la testa abbassata.
La signora Azzurra mentre serviva le uova fritte, notò il comportamento di Alisia e si corrugò la fronte, era Alisia la moglie ufficiale non capiva perché si faceva “sottomettere” da un’amante. E allora pronunciò appositamente ad alta voce: "Signorina Alisia, dovrebbe sedersi accanto al signor Sebastiano". «Che cosa?» Alisia alzò lo sguardo e anche Sebastiano posò giù il giornale. All’annuncio di Azzurra, i due furono colti di sorpresa, guardandosi dritto in faccia. Quest’incontro di sguardi fece subito ricordare ad Alisia il modo in cui quest’uomo ieri sera le puntò gli occhi, e rabbrividì.
La madre di Sebastiano era morta quando lui era ancora molto piccolo e fu Azzurra che si prese cura di lui, quindi lui la rispettava molto, e ciò comportava che Azzurra non faceva caso a cosa diceva e come parlava.
In questo matrimonio ognuno aveva i propri interessi ed Alisia non voleva intromettersi nella sua vita, così finì la sua colazione e disse ridendo: "Ho finito di mangiare, voi fate con comodo". Dopo la scorsa notte, Alisia ha percepito che Sebastiano ci teneva molto a Desiree, quindi era meglio per lei stare al suo posto.
Alisia se ne andò rapidamente come se ci fosse una bestia dietro di lei che la inseguiva. Sebastiano strizzò leggermente gli occhi osservando la sua camminata frettolosa. Desiree riordinò i suoi pensieri e sussurrò: "Forse è perché ci sono io qui e non si sente a suo agio, d’ora in poi…". Sebastiano appoggiò un bicchiere di latte davanti a lei e disse: "Tra un mese se ne andrà". Desiree abbassò gli occhi ma per lei questo mese sarà troppo lungo.
Alisia tornò nella sua stanza, accese il suo telefono e ricevette una risposta all’annuncio che aveva lasciato sul sito Subito.it: le hanno invitato a partecipare ad un colloquio. Solo quando Sebastiano e Desiree se ne andarono, uscì dalla villa e prese un taxi per andare al colloquio.
Il Gruppo Superiore era un edificio imponente, era magnifico! Alisia si fermò di fronte all'edificio e fece un respiro profondo prima di entrare. Non si era laureata quindi non era facile trovare un lavoro adatto, perciò era desiderosa di ottenere questo posto di lavoro.
La sala d’attesa era piena di persone, erano vestititi tutti in modo formale, con i loro curriculum in mano, apparentemente ben preparati per questo colloquio, mentre Alisia Canova con una camicia bianca e un paio di jeans sembrava un po' fuori luogo. Non sembrava neanche che fosse venuta per un colloquio di lavoro. Ignorò gli sguardi strani altrui addosso e rimase in silenzio ad aspettare.
Passò quasi un'ora prima che Alisia fosse chiamata, non aveva avuto nessuna esperienza lavorativa e neanche una laurea, non aveva preparato un curriculum. L'esaminatore aggrottò leggermente le sopracciglia e con un tono incredulo, le domandò: "Come fa a conoscere la lingua del paese A?". Non era una lingua né popolare e neanche molto parlata dopo tutto. Era da molto tempo che cercavano un competente in questa lingua ma nessun candidato si era mai presentato. Ad Alisia vennero in mente tutti i ricordi passati e strinse fortemente la mano e rispose: "Ho vissuto lì per qualche anno e per poter comunicare meglio con la gente locale ho dovuto imparare la lingua, la scrittura..."
«Questa voce» passando per quelle zone Desiree con dei documenti in mano, sentì questa voce familiare tentò di trovare la provenienza della voce e vide Alisia.