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Capitolo 8 Cosa dovrei risponderle

Alisia sollevò lentamente la testa, vedendo perfettamente la faccia dell’uomo, esclamò: "Dottor Martino". Dietro di lui c'era un gruppo di persone, Alisia Canova rimase ancora più sorpresa: "Ma come mai sei qui?

Il fratello di Alisia soffriva di autismo e i due si conobbero perché Martino era il suo medico.

Egli sorrise dolcemente e prima che potesse aprir bocca, il dirigente dell’ospedale rispose alla sua domanda: "Il Dottore Martino è qui per tenere una conferenza nel nostro ospedale". Martino era uno psicologo molto famoso, soprattutto nel campo dell'autismo. "E tu perché sei qui, non ti senti bene?" chiese Martino.

Ricordando l'atteggiamento determinato di sua madre, Alisia tremò. Giovanna con i risultati delle analisi in mano, al ritorno, sbigottita nel sentire l'infermiera dire che era scappata, corse in fretta dall'altro lato del corridoio verso la sua direzione, e vedendola gridò "Alisia!" Alisia socchiuse le labbra, sentiva le narici indolenzite: "Mamma...".

Martino disse al dirigente accanto a lui: "Voi ragazzi andate pure, io ho ancora altro da fare". "Se il Dottore Martino ha altri impegni, togliamo il disturbo. Comunque dottore io la sto invitando sinceramente a lavorare nel nostro ospedale. Qualunque cosa le serva sono a vostra disposizione, farò del mio meglio". E Martino rispose gentilmente: "Lo prenderò in considerazione".

E dopo si rivolse a Giovanna: "Signora Giovanna, se ha qualcosa da dire parliamone fuori, qui non è un luogo adatto per parlare". L'ospedale era pieno di gente che andava e veniva, un luogo non adattato per intraprendere una conversazione. Anche Giovanna l’aveva conosciuto, quando curava suo figlio, a volte non riuscendo a procurarsi i soldi era lui che li anticipava per loro. Infatti lei lo rispettava molto. Così strinse forte il polso di Alisia e la portò con sé, temendo che potesse scappare di nuovo. Subito dopo aver lasciato l'ospedale, Alisia si inginocchiò davanti a sua madre supplicandola: "Mamma, Ruben già se n'è andato, per favore lasciamelo tenere, ti prego." Martino si accigliò «cosa intende dire?», capì subito e il suo sguardo si posò sul suo addome. Vedendo bene le analisi nelle mani di Giovanna, era quasi chiaro che era incinta. Egli rimase scioccato ed incredulo, voleva tanto sapere cos’era successo ma era consapevole che non era quello il momento giusto per chiederglielo.

Alisia raramente piangeva davanti a Giovanna, anche quando suo fratello morì pianse in segreto e non versò mai una lacrima davanti a lei. Giovanna non la stava forzando, ma se decidesse di dare alla luce questo bambino, avrebbe un futuro? Diventata una madre era decisamente più forte e determinata, osservandola sapeva che era difficile farla desistere. A tal punto sospirò a lungo e si lasciò convincere: "Fai come vuoi". Dopo aver detto questo, si voltò e si allontanò, non sapendo come affrontare sua figlia.

Alisia si accovacciò lentamente, stava cercando di resistere, ma le sue lacrime si stavano arrendendo, lei non voleva piangere, ma non poteva farne a meno, le ferite e il dolore compressi per troppo tempo dentro di lei, erodevano il suo cuore ed i polmoni.

Martino prima di tornare li aveva cercati e aveva saputo del loro ritorno e della morte di suo fratello a causa di un incidente. Ma cosa fosse successo nel frattempo, non lo sapeva. Egli si inginocchiò e le accarezzò la schiena. Era ancora un’adolescente quando la conobbe, eppure già badava a suo fratello e a sua madre. Una volta vide con i suoi occhi che aveva i soldi per comprare solo due pasti che li diete a sua madre e a suo fratello, giustificandosi con la sua solita bugia, cioè che aveva già mangiato. Era così matura che lui voleva prendersi cura di lei.

Martino allungò il braccio per accarezzarle la testa e consolarla, ma prima che la sua mano potesse sfiorarla, Alisia levò improvvisamente la testa e lo fissò dicendo: "Grazie per l’aiuto che mi hai dato in passato, ti ripagherò quando avrò soldi in futuro". Sentendo le sue parole la mano di Martino si bloccò sopra i suoi capelli, strinse lentamente il palmo e lo ritirò, infine disse con un sorriso: "Sciocchina, vi ho aiutato perché mi fa piacere aiutarvi, non mi devi nulla". Ma lei scosse la testa e reclamò: "Lo so che sei una persona gentile e generosa, ma te lo devo lo stesso". «Te li restituirò sicuramente quando potrò.» pensò nella sua testa.

Martino l’aiutò ad alzarsi in piedi e chiese: "Dove abiti, ti do un passaggio". In quel momento era troppo preoccupata per Giovanna, così annuì e pronunciò il suo indirizzo. Appena arrivati Alisia aprì lo sportello e scese dalla macchina, ma prima che se ne andasse Martino le chiese: "Ci ritornerai?" Lei si voltò e scosse la testa rispondendo decisamente: "No, non ci tornerò più". «È stato troppo difficile a tornare.»

Quando Alisia arrivò all’abitazione di Giovanna e la vide seduta ad asciugarsi le lacrime, subito sentì il cuore lacerarsi. Giovanna si asciugò le lacrime e le comunicò senza guardarla: "Sto bene, tu torna a casa."

"Mamma..."

"È colpa mia, sono io che non mi sono presa cura di te". Detto questo Giovanna cercò nuovamente di asciugarsi le lacrime ma continuavano a scorrere senza tregua. Alisia si buttò su di lei e la strinse a sé. Esse si abbracciarono e piansero amaramente, sfogando i dolori dei loro cuori.

Ci volle molto tempo finché si calmassero e solo dopo Alisia le confessò che aveva stretto un patto con Sebastiano e le disse di non preoccuparsi. Giovanna si stupì «come potevano pensare che il matrimonio fosse un gioco da ragazzi? » Anche se lei non approvava il compromesso del matrimonio, ma pensando che sua figlia era incinta, non era più vergine e che l'uomo della famiglia Bacci non poteva accettarla, ai fin dei conti forse era la miglior scelta. D'ora in poi lei si prenderà cura di sua figlia.

La sera quando Alisia tornò alla villa e Sebastiano non c'era. E dopo cena fece una passeggiata nel cortile della villa, per digerire il cibo e per osservare i dintorni della villa. Quando si fece tardi lei tornò nella sua stanza, ma sentendosi assetata andò in cucina e si versò un bicchiere d'acqua. Dopo aver bevuto mezzo bicchiere d'acqua, pronta per tornare nella propria stanza per dormire, sentì il suono della maniglia che girava e la porta fu aperta subito dopo. All’improvviso, una figura possente entrò, seguita da un’altra figura appariscente che spuntò dietro di lui. Alisia si arrestò per un attimo. Non si sarebbe mai aspettata che nonostante la tarda ora Sebastiano potesse portare a casa la donna che gli piaceva. E anche Desiree fu stupita nel incontrarla qui, «ma non è la donna che era all’ospedale quel giorno?» Alzò la testa per guardare Sebastiano e quei suoi lineamenti perfetti della mascella. «Per quale motivo era arrabbiato quel giorno? Aveva a che fare questa donna?» Le donne sono sempre molto attente negli atteggiamenti, e il comportamento anomalo di Sebastiano la rese diffidente nei confronti di Alisia.

"Io torno nella mia stanza." Alisia non voleva essere la terza incomoda e infastidire la gente. "Aspetta." Sebastiano la fissò profondamente. Lei indossava un pigiama che non permetteva di intravedere la sua pelle, una gonna bianca che le arrivava fino alle caviglie, mostrando solo due braccia sottili e chiare, e donandole un aspetto innocente. Ma pensando a quello che aveva fatto si sentì disgustato: "Desiree è la padrona di questa casa a parte me, capisci quello che intendo?"

Per Alisia lui poteva benissimo risparmiarsi quelle parole perché lei non ha mai pensato di voler diventare la padrona di casa, quindi perché sprecare tempo a sottolinearlo? "D’accordo, ora vado a letto." Si voltò e si diresse verso la sua stanza.

"Signorina Alisia". Desiree rivolse lo guardo a lei e disse: "Mi devo scusare". Alisia era confusa e la guardò con sorpresa. Desiree con una faccia scusante continuò: "Anche se tu e Sebastiano avete un patto, io e lui ci conosciamo da più tempo, se non fosse stato per te, sarei stata io a sposarlo. Noi ci amiamo, quindi…".

"Quindi cosa?" chiese Alisia pensando che questa donna era veramente strana. Sapeva benissimo il suo status e non aveva intenzione di ostacolarli. «E perché mai mi vuole dire questo?»

Desiree rispose con una voce incolpevole: "È solo che mi sento in colpa per te perché anche se sei sposata con Sebastiano, ma lui non ti ama a causa mia".

"Non c'è bisogno" rispose Alisia, «Perché qualunque persona normale in queste relazioni imbarazzanti avrebbe interferito l'una con l'altra». « Ha fatto tutta questa bravata, per dimostrare la sua gentilezza di fronte a Sebastiano?» Inspiegabilmente, Alisia non ebbe una buona impressione su di lei.

Sebastiano strinse gli occhi che si appuntarono su di lei e disse: "Che atteggiamento è questo?".

Alisia arricciò le labbra «che atteggiamento ho? Voglio solo finire questo mese in pace, prendere ciò che mi appartiene e andarmene. È questa donna che si è avvicinata a dirmi questo senza motivo. Cosa dovrei risponderle?»

"Cosa vuoi che le risponda?" domandò Alisia. «Cos’altro potevo dire».

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