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Matrimonio di 30 giorni (Alisia Canova e Sebastiano Bacci)

1.0M · Completato
Chiara Rossi
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CapitolI
3.0M
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Riepilogo

In una transazione con un uomo sconosciuto, rimase incinta. Dopodiché sposò l’uomo con cui aveva un accordo matrimoniale sin da quando era bambina. Entrambi pensavano che fosse solo un patto, ma in questo matrimonio si sono intrecciati in un affetto che non dovrebbe proprio esserci. Si svegliò solo quando l’uomo le consegnò un accordo di divorzio esattamente prima che partorisse. Tuttavia, più tardi le disse: “Torna da me, ti ho sempre amata”.

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Capitolo 1 Non mi pento

Il calore lentamente avvolse la sua schiena, sentì il respiro dell’uomo vicino a lei che le chiese: "Hai paura?”

Il fiato dell’uomo sconosciuto indugiò vicino alle sue orecchie facendola tremare, ma lei non osò emettere alcun suono.

Alisia Canova sentì l'uomo fermarsi per un secondo, poi la sua voce risuonò di nuovo: “Sei ancora in tempo per pentirti adesso.”

Lei strinse nervosamente le mani e scosse la testa: "Non mi pento…"

Era una ragazza così giovane, e invece…

Fu una notte lunga e dolorosa.

Nel cuore della notte finalmente l'uomo si alzò e andò in bagno, allora Alisia si alzò trascinando il suo corpo stanco, si vestì e uscì dalla stanza.

Al piano di sotto dell'hotel, una donna di mezza età che propose quell’affare ad Alisia l’aspettò in piedi, vide Alisia uscire e le porse una borsa nera: "Questa è la tua ricompensa.”

Alisia senza esitazioni la prese, poi corse via velocemente con i soldi ignorando il dolore alle ovaie, voleva solo andare in ospedale in fretta.

Era ancora buio, c’era silenzio nel corridoio, per terra c’erano due lettini davanti alla sala operatoria, non potevano entrarci perché non avevano soldi per l’operazione.

Alisia quando li vide le si spezzò il cuore, disse piangendo: "Ho i soldi, ho i soldi, salvate mia madre e mio fratello..." Pianse e consegnò i soldi al dottore. Il dottore diede un'occhiata ai soldi e chiese all'infermiera di contarli, dopodiché chiamò i medici per portare il paziente in sala operatoria.

Alisia si precipitò in avanti quando vide che lasciarono fuori suo fratello minore, afferrò il dottore e lo implorò: “C’è anche mio fratello, salvatelo..."

Il dottore sospirò: "Mi dispiace, con tuo fratello non possiamo farci niente..."

«Nessuna speranza? !»

Fu come se fosse colpita violentemente da un fulmine, Alisia si sentì svenire...

Provò solo dolore, il suo petto sembrava essere colpito da un coltello, il dolore la fece contorcere per terra. Otto anni fa, quando aveva dieci anni, suo padre tradì e abbandonò sua madre, mandò lei e sua madre che era incinta in un paese straniero.

Più tardi nacque suo fratello minore, all’età di tre anni scoprirono che il fratello soffriva di autismo. Vivevano già una vita parsimoniosa, la malattia del fratello peggiorò la situazione. Lei e sua madre facevano lavoretti ovunque e riuscivano a mala pena a sopravvivere, poi un incidente travolse la vita di Alisia facendola sentire disperata in un paese dove non aveva parenti, soldi e nessuno a cui chiedere aiuto.

Sola e impotente, decise di vendere il suo corpo in cambio di soldi, ma nemmeno così riuscì a salvare suo fratello.

Provò un dolore che la faceva sentire male, respirare diventò difficile, il cielo si incupì, lei dovette accettarlo e rassegnarsi, sua madre era ancora in vita e aveva bisogno di lei.

Dopo l’operazione, la salute di sua madre migliorò, ma quando venne a sapere della morte del figlio crollò di nuovo.

Alisia l'abbracciò, disse piangendo: "Mamma, hai ancora me, vivi per me.”

Durante il mese nell’ospedale, Giovanna Fabbri spesso si sedeva sul letto con l’aria assente. Alisia sapeva che stava sentendo la mancanza di suo fratello minore, se non fosse per lei, sua madre avrebbe lasciato il mondo insieme al figlio. Alisia fu espulsa dalla scuola perché doveva prendersi cura della madre e per fortuna le condizioni fisiche della madre stavano migliorando.

Alisia entrò in ospedale con il cibo e si diresse alla porta del reparto. Quando alzò la mano per aprire la porta, sentì il suono dall'interno.

Conosceva quella voce, anche se erano passati otto anni, ricordava chiaramente come quell’uomo aveva costretto sua madre a divorziare da lui.

Dopo averli mandati in quel paese, lui non si era mai più fatto vedere, ora apparve così all’improvviso che cosa vorrà?

“Giovanna, tu e la Signora Bacci all’epoca eravate come delle sorelle e avevate fissato anche il fidanzamento dei vostri figli. Per questo tua figlia dovrebbe sposarsi per il fidanzamento che le avevi fissato…”

“Giosuè Canova che cosa vuoi dire?!” Giovanna stava diventando sempre più magra, nonostante le ferite, voleva alzarsi per picchiarlo. «Che razza di uomo è?»

Lui mandò lei e sua figlia in quel luogo sconosciuto, non si era mai preoccupato della loro vita, ora apparve e voleva che sua figlia si sposasse?

“Il Signore Sebastiano è anche figlio della tua amica. È bello, conosci anche tu lo stato economico della famiglia Bacci. Se si sposerà avrà una vita splendida..." Parlava sempre più piano.

Il Signore Sebastiano era una persona nobile e pieno di talento, ma un mese fa quando andò all'estero per affari di lavoro e fu morso da un serpente velenoso, da lì diventò paralizzato e incapace di camminare, non poté nemmeno avere rapporti sessuali. Sposarsi con lui era come se diventasse una vedova.

“Mi sposo.”

Alisia improvvisamente aprì la porta e rimase lì ferma in piedi, la sua mano strinse forte il contenitore del cibo: “Posso sposarmi, ma a una condizione."

Giosuè guardò verso la porta e vide la figlia che non vedeva da otto anni. Rimase scioccato per alcuni secondi. Quando l’aveva mandata via era ancora una bambina di dieci anni ed ora era già adulta. Il colore della sua pelle era molto chiaro, era tutta pelle e ossa e il suo viso era persino più piccolo di un palmo della mano, sembrava proprio una persona mal nutrita. La sua figlia più piccola era molto più carina e simpatica di lei.

Fu sempre più convinto dell’idea di farla sposare, dopotutto non era così bella e pensò che farle sposare un uomo disabile non era una cosa ingiusta. Per Giosuè non ci sarebbe niente di male in tutto questo: “Quale condizione?"

"Voglio tornare in Cina con mia madre e dovrai anche restituire tutte le cose che appartengono a lei. Solo in questo modo mi sposerò. " Alisia strinse le mani e lentamente si calmò.

Sebbene era da tanto che non stava in Cina, quando era bambina aveva sentito parlare della famiglia Bacci nella città B, una famiglia enorme che possedette centinaia di miliardi di fortune. Senza dubbio il Signore Sebastiano era un nobile e Alisia sapeva che se fosse un matrimonio davvero così bello sicuramente non sarebbe capitato a lei, perciò il Signore Sebastiano potrebbe essere o brutto o fisicamente avrà dei difetti. Ma anche se così fosse, per lei era comunque una buona opportunità per tornare in Cina, inoltre approfittando della situazione potrà anche riavere la dote di sua madre.

"Alisia..." Giovanna voleva impedirle, il matrimonio era una cosa importante, non uno scherzo. Aveva già sofferto molto vivere con lei e non poteva rovinarle il matrimonio.

Giosuè appena la sentì, preoccupandosi che Giovanna riuscisse a convincere Alisia di non sposarsi più, disse velocemente: "Va bene, se sei disposta a sposarti, vi lascerò tornare in Cina.”

“E la dote di mia madre?” Alisia guardò suo padre e disse con una voce estremamente fredda.

Quando Giovanna lo sposò, portò un sacco di dote che era una grande somma di denaro, fargli restituire tutti quei soldi per Giosuè era una cosa dolorosa.

“Papà, mia sorella dev’essere molto bella e meriterebbe una vita migliore. Ma se lei si sposasse con un uomo disabile non avrà una bella vita. Inoltre, tu e mia madre siete già divorziati, dovresti restituire il denaro che aveva portato alla famiglia Canova. "

Giosuè avendo la coscienza sporca non osò guardarla. «Come sapeva che il Signore Sebastiano era un disabile se era rimasta all'estero per tutto il tempo?»

Giosuè non sapeva che in realtà quella era solo un’ipotesi di Alisia.

Giosuè pensando che l’uomo che avrebbe sposato fosse un disabile, strinse i denti e disse "Te li darò quando ti sposerai.”

Non poteva lasciare che la sua figlia minore così bella sposasse un uomo disabile.

Non importava quanto fosse nobile, se non potrà avere rapporti sessuali sarà comunque un uomo buono a nulla.

Giosuè pensando questo si sentì meglio.

Ma l’antipatia nei confronti di Alisia aumentò, lei voleva solo prendere soldi da lui.

Giosuè la guardò freddamente, "Tua madre non ti ha educata bene, sei una maleducata!"

Alisia voleva rispondergli. «E tu non hai alcuna responsabilità? Lasciarmi qui senza mai preoccuparti di me.»

Ma in quel momento non poteva dire queste parole, non era il momento di far infuriare Giosuè.

“Preparati, torniamo domani.” Giosuè lasciò il reparto senza esitazioni.