Capitolo 6 Vivere insieme in tre e sostenersi reciprocamente
Sebastiano si accigliò, si sentì ingannato.
In salotto Azzurra si era già alzata per preparare la colazione,
Vide Alisia in pigiama da sola seduta sul divano, sorrise: “Hai dormito bene stanotte?"
Pensava che la scorsa notte Sebastiano stesse con Desiree e non sarebbe tornato, poi durante la notte sentì dei rumori e si alzò a controllare, vide Sebastiano tornare ed entrare in camera sua.
Alisia era la moglie scelta dalla Signora Bacci per il Signore Sebastiano, sarà di certo una bella persona e Azzurra che si era sempre presa cura di Sebastiano era felice che finalmente si era sposato.
Il suo tono e la sua espressione erano troppo entusiasti.
Alisia fece un sorriso sforzato: “Bene."
“Allora si sbrighi a cambiare il pigiama, preparo la colazione così dopo mangi.” Azzurra entrò in cucina e iniziò a preparare la colazione.
Alisia guardò il suo pigiama, i suoi vestiti erano ancora in quella camera.
«A quest’ora lui dovrebbe essersi già vestito no?»
Si alzò e si diresse verso la camera da letto, si fermò sulla porta, alzò la mano e bussò.
Nessuno rispose.
Bussò di nuovo, ancora nessuna risposta.
A quel punto provò ad aprire la porta, non era chiusa a chiave dall’interno. L'aprì non appena la spinse.
Nel momento in cui la porta fu aperta sentì un’aria gelida come se fosse d’inverno, l’atmosfera fredda la faceva tremare.
L'uomo si sedette sul bordo del letto, fissò freddamente un foglio.
Quel foglio…
Alisia vide subito cosa stava tenendo in mano e poi vide il disordine per terra, provò una sensazione di umiliazione per l’invasione alla sua privacy, corse per riprendere l’ecografia e disse: “Come puoi guardare le cose degli altri senza avere il loro permesso? Sai cos’è la privacy?”
Sebastiano sogghignò: "Privacy?"
Quel suo sorriso beffardo la faceva venire i brividi: “Mi sposi con il figlio di qualcun altro in grembo e vieni a parlarmi di privacy?"
“Io, io…” Alisia balbettò, avrebbe voluto spiegare ma in quel momento non riuscì a trovare una spiegazione adeguata.
Sebastiano si alzò, camminò con i passi calmi e ritmici, con ogni passo che faceva l’atmosfera si appesantì, il suo sguardo era feroce: "Dimmi, qual è il tuo vero scopo?"
«Voleva che quel bambino diventasse suo figlio e il nipote maggiore della famiglia Bacci? Il patto di prima era solo una scusa?»
Pensandoci si infuriò.
Alisia strinse le labbra, tremò e si spostò all'indietro coprendosi la pancia con entrambe le mani, aveva paura che ferisse il suo bambino: “Non avevo intenzione di nascondertelo di proposito, il nostro matrimonio è solo un patto, per questo non te l’avevo detto, non ho assolutamente nessun scopo."
Il tono di Sebastiano fu inspiegabilmente inquietante e deterrente: “Davvero?"
Alisia coprì la sua pancia e lentamente si ritirò all’indietro, cercò di mantenere la sua compostezza: "Sì, come potrei ingannarti su queste cose? Giuro sulla mia vita che non ho nessuna cattiva intenzione, inoltre, se davvero volessi trattenerti in questo modo, penso che anche tu abbia i mezzi per rovinarmi, giusto?"
Sebbene i suoi movimenti fossero piccoli e lenti, Sebastiano li notò e il suo sguardo passò sulla pancia che stava proteggendo.
Poi fissò il suo volto: "Perché non avevi detto prima?"
Sebastiano non le credeva così facilmente.
Le mani che proteggevano la sua pancia si impugnarono, quel bambino era una cosa inaspettata anche per lei, ma era suo figlio, aveva già perso il suo fratellino, voleva dare alla luce quel bambino.
In futuro insieme a sua madre potranno vivere come prima, vivranno insieme in tre e si sosterranno reciprocamente.
Pensando a quella notte, non poté fare a meno di tremare, i palmi della mano sudavano freddo: “Anch’io l'ho appena saputo."
Non osò dirlo nemmeno a Giovanna, aveva paura di lasciare a casa l’ecografia perché temeva che Giovanna l’avrebbe trovata. Ma non pensò che portarla addosso l’avrebbe creato un problema così grande, facendo sospettare a Sebastiano che tramasse qualcosa.
«Lei è una ragazza così giovane e invece… la sua vita privata è proprio senza scrupoli.»
Il volto di Sebastiano era cupo, l’avvertì: “Dovrai stare buona in questo mese, se venissi a sapere che stai tramando qualcosa..."
"No, assolutamente no, starò buona, se facessi qualcosa di male, sarò a sua disposizione.” Promise subito Alisia.
Anche se non riuscisse a ottenere la sua fiducia, ma non poteva di certo fargli dubitare delle sue intenzioni. Lei si trovava già in una situazione difficile, se avesse pure lui come nemico non aiutava sicuramente per riavere le sue cose.
Sebastiano la fissò, guardandola attentamente come se stesse giudicando la credibilità delle sue parole.
Bussarono la porta. Era Azzurra: ”La colazione è pronta."
Sebastiano tolse lo sguardo su di lei e disse: “Metti in ordine per terra.” Poi si girò ed uscì.
Non appena Sebastiano se ne andò, le gambe di Alisia si indebolirono, si appoggiò all'armadietto dietro di lei per riprendersi e recuperare le forze, poi si accovacciò e raccolse i vestiti sparsi sul pavimento.
Vedendo di nuovo il foglio dell'ecografia che teneva tra le mani, pianse, le lacrime cadevano sul foglio. Si asciugò il viso, disse tra sé e sé che non poteva piangere, piangere era un segno di debolezza. Lei doveva essere forte, sia sua madre che suo figlio in grembo avevano bisogno di lei.
Piegò il foglio e lo mise nella borsa, poi si cambiò e uscì dalla camera.
In salotto non c’era nessuno, sul tavolo c'erano tazzina da caffè e dei piatti vuoti.
«Lui avrà finito di mangiare e sarà andato.»
Alisia tirò un sospiro di sollievo, era deprimente per lei stare insieme con quell'uomo.
Andò al tavolo e mangiò.
Dopo la colazione uscì. Aveva detto a Giovanna che sarebbe tornata a casa da lei, non voleva farla preoccupare.
Non appena entrò dalla porta, Giovanna la venne subito incontro e le chiese: "Il Signore Sebastiano..."
“Mamma.” Il tono di Alisia era pesante, non voleva parlarne di questo: “Lui è una buona persona, non preoccuparti per me.”
Giovanna sospirò, sua figlia era già grande e sapeva ragionare da sola, non voleva più sentirla parlare, si sentì un po’ delusa: “È solo che mi preoccupo di te.” Aveva paura che quell'uomo la trattasse male.
Alisia l'abbracciò, non voleva farla sentire male, era solo esausta per la discussione avuta prima con Sebastiano.
"Mamma, sono solo un po' stanca, non volevo farti stare male."
"Lo so, non ti biasimo." Giovanna la accarezzò, percepì la stanchezza della figlia: "Se sei stanca, vai a dormire un po’."
Alisia annuì. Anche se non voleva dormire ma si sentiva davvero esausta. Tornò in camera sua e si addormentò subito.
A mezzogiorno, Giovanna preparò il pranzo e la chiamò per mangiare.
Sedute sul tavolo, Giovanna le riempì la ciotola di riso: “Ho cucinato il pesce che ti piace tanto".
Giovanna si sentì in colpa nei confronti della figlia, sebbene lei era sua madre ma non era riuscita a darle una bella infanzia, anzi l’aveva fatto passare un brutto periodo insieme a lei.
Alisia guardò il pesce in agrodolce preparato da sua madre, sentì un leggero profumo di agrodolce, era il suo piatto preferito prima, ma ora sentendo quell’odore, le faceva rivoltare lo stomaco.
Non riuscì a trattenersi.
"Alisia."
Alisia non ebbe il tempo di spiegare, si coprì la bocca e corse in bagno, aveva conati di vomito e si appoggiò al lavandino.
Giovanna era preoccupata e la seguì. Aveva esperienza con la gravidanza, guardò la reazione della figlia e il suo viso impallidì, non voleva credere a ciò che stava pensando. Sua figlia era molto conservata e onesta, non aveva mai avuto un fidanzato a scuola, era una ragazza seria.
La voce di Giovanna tremò leggermente: "Alisia, che cos’hai?"
Il corpo di Alisia si irrigidì improvvisamente, le sue mani stringevano sempre di più il bordo del lavabo, aveva già deciso di tenere questo bambino, quindi Giovanna dovrà saperlo prima o poi.
Si voltò a guardare sua madre e si fece coraggio.
"Mamma, sono incinta."
Giovanna per poco non riuscì a stare in piedi, fece un passo indietro, non ci credeva, aveva solo diciotto anni.