Capitolo 12 D'ora in poi, sono tuo fratello
«So benissimo che tipo di donna è!» Sebastiano ricordandosi delle carte bagnate di caffè di ieri sera, andò nello studio per riportarle in ufficio e far stampare una copia nuova, ma appena entrato, si accorse che la scrivania era stata spostata. In questo posto nessuno poteva entrare se non Azzurra ed Ivan, neanche Desiree. «Chi è stato? Quella donna si è intrufolata nel mio studio?» Camminò a passi grandi fino alla scrivania e trovò un documento tradotto, allungò la mano e lo prese, la calligrafia era pulita ed ordinata. Si accigliò, «l'ha scritto quella donna? Conosce la lingua A?», fu stupito da ciò. Non appena posò il documento e volle andare a chiedere chiarimenti alla donna, un post-it cadde dal documento con sopra scritto: "Scusa se sono entrata nel tuo studio senza il tuo permesso, è stata colpa mia se ieri sera ho bagnato i tuoi documenti, quindi volevo fare del mio meglio per rimediare e sistemarli, la lingua A non è molto facile da imparare, l'ho tradotta in cinese senza la tua autorizzazione per renderlo più comprensibile per te, come una sorta di compensazione per aver bagnato."--Alisia Canova. Egli con in mano il bigliettino diete un'occhiata al contenuto dei dieci fogli tradotti, tutti scritti a mano, la sua ira si calmò un po'. Fissò la raffinata scrittura e si incuriosì di questa donna. Era sorprendente che comprendesse una lingua così sconosciuta. Infine posò il biglietto e portò i documenti in ufficio.
Era già mezzogiorno quando Alisia si alzò, Azzurra aveva già preparato il suo pasto e lei era un po' imbarazzata di essersi alzata così tardi. Azzurra le sorrise e disse: "Questa casa è solitamente molto silenziosa, il signor Sebastiano non si alza mai tardi, però dopo che sei arrivata tu, sembra essere un po' più vivida". Alisia rise: "Quella signorina Desiree, non veniva qui spesso in passato?". Azzurra rimase meravigliata dalla sua domanda «è gelosa?» Alisia non voleva farla fraintendere, aveva solo chiesto per caso senza rifletterci troppo, infatti si pentì sul momento.
"Non spesso, in passato il signor Sebastiano trattava con freddezza anche lei" anche Azzurra si chiedeva perché avesse cambiato l'atteggiamento nei suoi confronti dopo un viaggio, «Non si era innamorato di lei dopo tutti questi anni, e in pochi giorni si?» era perplessa. Alisia pensò: "Si dice che le donne siano incomprensibili, forse pure gli uomini. Soprattutto un uomo come Sebastiano."
«Ora devo cercarmi un lavoro stabile, per quanto riguarda gli oggetti della mamma mi sa che devo aspettare un altro po’. Mi sono rimasti pochi soldi, io tanto abito qui non ho bisogno di troppi soldi, ma la mamma ne ha bisogna». Dopo un pranzo lasciò la casa.
Era davvero difficile trovare lavoro per una ragazza come lei, senza diploma e senza esperienza lavorativa. Dopo non aver avuto nessuno risultato, cominciò a cercare altri lavori più umili. Riuscì a trovare un ristorante lussuoso che cercava una cameriera. Questo lavoro non richiedeva un certo livello istituzionale, bastava che lei sia sveglia. In quel momento le importava avere i soldi in tasca, così entrò a fare domanda per il lavoro. Alisia a parte non avere la laurea, era andata all'università, era anche molto logica, intelligente e sveglia.
Il direttore dell'hotel le comunicò che poteva cominciare a lavorare l’indomani. Almeno riuscendo a trovare un lavoro, si rallegrò un poco. Uscita dall'hotel, passeggiò da sola sul bordo della strada. Il sole stava tramontando tralasciando un bagliore rosso nel cielo che creò della luce rossa sulla strada, dove rifletteva anche l’ombra di Alisia. La camminata da sola per strada la rese un po’ solitaria
"Alisia" al suono della voce Alisia girò la testa per cercare l’origine di quella voce e Martino corse dall'altra parte della strada verso di lei, e le disse con un sorriso: "Credevo di aver visto male". "Dottor Martino" anche Alisia era sorpreso di vederlo di nuovo: "Come mai è ancora in paese?". Vedendola esitò per un attimo ma rispose: "Sono tornato per lavoro". Alisia si ricordò di quel giorno all'ospedale quando il direttore lo aveva invitato personalmente, e capì. "Quell'ospedale le sta offrendo un buon salario(sembra brutto così), vero?" disse con una certa ammirazione. Poiché Alisia doveva prendersi cura di sua madre, non poté laurearsi, e ora pure trovare un lavoro era molto faticoso.
Martino sorrise dolcemente: "Sì abbastanza". Se non fosse stato per lei, non sarebbe rimasto neanche se lo avessero pagato ancora di più. Questo posto racchiudeva troppe persone e cose che non voleva ricordare.
Alisia alzò la nuca e fissò il cielo che stava diventando di nuovo buio, «sono passati quasi due mesi da quando sono tornata. Ora, mi sento davvero un po' confusa e sopraffatta. Non sarà per nulla semplice riprende ciò che ci appartiene.»
Percependo le sue emozioni, Martino allungò la mano e le spostò i capelli disordinati dietro all'orecchio: "Quali difficoltà hai, dimmi tutto." Alisia scosse la testa sorridendo, l’aveva aiutata già abbastanza in passato.
Avendola conosciuta da molto tempo, si poteva immaginare cosa aveva questa ragazzina, la quale preferiva soffrire da sola piuttosto che essere in debito con qualcun altro. "Sei troppo tenace." Tanto tenace da volerla coccolare. Alisia socchiuse le labbra, non è che non volesse essere in debito, aveva paura che non sarebbe stata in grado di ripagare se lo avesse fatto. Era senza un soldo.
"Dottor Martino è quasi buio lei non va a casa?" chiese Alisia. Era così che lo chiamava da sempre, dottor Martino.
"Alisia" le rivolge lo sguardo e le chiese quasi con un tono supplicante: "Non chiamarmi più dottor Martino va bene?" e la fissò con uno sguardo serio e disse: "Chiamami per nome, sono come tuo fratello, mi conosci da tanto tempo, se mi chiami sempre dottor Martino, sembriamo due sconosciuti, no?"
Alisia ci rifletté, «effettivamente è più grande di me e si era preso cura di me proprio come un fratello maggiore», "Allora ti chiamo Martino?"
"Ecco." Martino colse l'occasione per avvicinarsi a lei, allungò il braccio per abbracciarla e disse con un sorriso quasi innascondibile: "Affare fatto, d'ora in poi, sono tuo fratello".
"Sebastiano, ma quella è la signorina Alisia?" Sebastiano dato che stava guidando non notò la gente sulla strada, e solo quando Desiree che glielo disse, i suoi occhi si rivolsero verso quella parte strada.