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7. Riprendere fiato

Una volta che Ariadne si fu completamente ristabilita, Julien riunì il gruppo e disse che per qualche giorno avrebbero fatto una pausa.

"Sì, lo so: è il vostro lavoro" anticipò le obiezioni di Louis "Ma non siete i soli cacciatori in giro. Penso che per qualche notte possiate passare la mano, e trascorrere qualche ora qui, al sicuro. Vi siete guardati allo specchio, ultimamente? Non dormite più di quattro ore alla volta. Anche se quel che fate è molto importante, anche la vostra salute lo è. Oltre a questo, se vi ammalate ci saranno tre cacciatori di meno in giro, e questo non è un bene"

Seduta al suo fianco, Ariadne annuiva. Ed era evidente che proprio l’ultima frase avesse colto nel segno: Sebastian annuì.

"Hai ragione. Non possiamo permetterci di trascurarci"

Yolande annuiva, come influenzata da lui. Julien sorrise, appena.

"Bene, sono lieto che abbiate capito! Questa notte resterete qui, e anche domani. Per i prossimi giorni, vedremo"

Louis brontolò un po’. Sebastian gli batté la mano sulla spalla.

"Si tratta solo di un paio di notti"

"Ma gli altri cacciatori si prenderanno i vampiri più forti!" piagnucolò lui. Ariadne guardò i ragazzi con gli occhi tondi e stupefatti, e anche Yolande sembrava perplessa. Era dunque tutto un gioco per lui? Non capiva che rischiava la vita?

Julien tentò di trattenersi, ma infine scoppiò in una sonora risata. Le ragazze restavano sconcertate, ma non seppero reprimere un sorrisino.

Quella notte, dunque, i cacciatori rimasero al riparo, e Louis annunciò che allora avrebbe impiegato il suo tempo “dormendo per mille ore”. Ariadne si portò in camera qualche libro, Sebastian decise anche lui di dedicare qualche ora al sonno e Yolande si ritrovò senza nulla da fare. Decise quindi di raggiungere Julien nel suo laboratorio.

"Julien… posso?"

Il giovane scienziato venne ad aprire, perplesso.

"Ciao… non dovresti essere qui"

"Lo so, ma… magari posso esserti utile. Anche mio padre faceva… studi simili"

"Oh. Beh, allora… suppongo che tu possa entrare. Non c’è Ari con te, vero?"

"No, è rimasta al piano di sopra"

Tornarono nel laboratorio. La cavia era sul lettino di ferro, apparentemente incosciente e assicurata con delle robuste cinghie.

"Ormai ho trovato la giusta dose per renderli inoffensivi" le spiegò, tornando al suo sgabello. Yolande ne prese un secondo e sedette con lui "Finora ne ho sempre trovati di forze più o meno equivalenti. Comunque, i miei studi non sono stati del tutto vani: ho scoperto che gran parte dei luoghi comuni sui vampiri sono infondati"

"Ad esempio?"

"Ad esempio, per quanto riguarda i simboli cristiani in generale. Non danno loro alcun fastidio. Addirittura, uno di loro una volta si è preso gioco di me perché gli stavo mostrando una croce. Mi ha riso in faccia e ha detto “Bell’oggetto! È oro vero?”. Per fortuna, non era del tutto lucido e non ero solo. Lo sapevi, tu?"

"No, ma lo immaginavo. Mi hai però detto che li tieni tranquilli con l’aglio e le rose… dunque queste due cose funzionano"

"Queste sì, lo so per certo. Ma prima di saperlo, ho dovuto testare ogni singola cosa. Non sempre senza rischi"

"Lo vedo" lei accennò alle sue braccia "A tal proposito… neppure tu ti sei trasformato. Perché?"

"Non saprei. In realtà non me lo sono più chiesto, dopo il primo morso"

"Vuoi raccontarmi com’è andata?"

"Certo, non è un problema. È stato tanto tempo fa… sai, mio padre era uno scienziato. Dopo che i vampiri hanno ucciso lui e mia madre, Sebastian e Louis mi hanno portato al sicuro. Non è stato difficile trovare un posto dove rifugiarci, e allora ho capito che ero rimasto in vita perché gli studi di mio padre dovevano continuare. Così sono tornato a casa e ho raccolto tutto quello che ho trovato. Ho messo su il laboratorio… te la faccio breve. Come ti ho detto, ho avuto bisogno di tempo per trovare la giusta dose che stordisse un vampiro, in modo che io potessi studiarlo. I ragazzi restavano con me per evitare incidenti. Il primo che mi hanno preso era ancora giovane, e ho pensato di potere tenerlo a bada anche da solo… per fortuna Louis ha insistito per rimanere. Prima che avessi il tempo di fargli l’iniezione, quell’essere si è rigirato e mi ha morso. Louis lo ha ucciso, poi ha chiamato Sebastian. Ero certo che mi sarei trasformato, e mi sono chiuso qui sotto, in attesa. Non è successo nulla. Mi sono prelevato un po’ di sangue e ho fatto tutte le analisi possibili… era tutto in ordine. Così, quando è successo altre volte ormai ero sicuro che non sarebbe successo niente. Ed è stato così, finora"

Yolande lo ascoltava con attenzione. Si stava facendo ancora domande, era ovvio, ma forse pensò di aver saputo abbastanza, per il momento.

"Dunque anche i tuoi genitori sono stati uccisi dai vampiri"

"Sì. Ma è passato tanto tempo" mosse la mano con un gesto apparentemente distratto "Scusami, non voglio che sia un problema ma… puoi tenermi ferma la testa? Vorrei controllare la pupilla"

"Ma certo"

Senza esitare lei si alzò e afferrò la testa del vampiro. Julien ne rimase ammirato. Quella ragazza aveva la loro età, e non aveva paura di niente. Non come lui, che temeva tutto al di fuori dei suoi studi.

"Basta, puoi lasciarla. Grazie"

Yolande annuì e tornò a sedersi. Sembrò esitare, poi

"E… sono stati Louis e Sebastian a portarti via"

"Loro mi hanno salvato la vita" rispose lui, e la riconoscenza traspariva dalla sua voce "Senza di loro sarei morto, non ho dubbi. Sono del tutto inerme quando un vampiro mi si presenta davanti vivo e vegeto. Non so difendermi, non so combattere. Non so fare niente"

"Beh, questo non mi sembra niente" disse lei, accennando al laboratorio. Julien fece spallucce.

"Non ho creato niente, ho solo ripreso il lavoro di mio padre. Se fosse vissuto avrebbe trovato lui la cura. Quanto a me… non sono certo neppure io che ci riuscirò mai, a volte"

Yolande si mosse, a disagio.

"A questo proposito… vorrei scusarmi per non averti preso sul serio, quando ci siamo conosciuti. È soltanto che mio padre perdeva il sonno per questa cosa, e… non ha mai concluso niente, se non farsi uccidere"

Il giovane annuì, comprensivo.

"Lo capisco. E…" esitò. Lei capì che aveva qualcosa da chiederle su Ariadne, e non osava farlo.

"Sì, anche i genitori di Ariadne sono morti aggrediti dai vampiri. Quando è successo lei è corsa a casa mia, a rischio di farsi prendere. Ho fatto appena in tempo a nasconderci, che quei mostri hanno attaccato anche i miei"

"… Mi dispiace. Forse… sarebbe meglio non parlarne"

"Forse" poi "I tuoi amici… sono molto coraggiosi"

"Lo sono" confermò lui "Ricordo ancora quando hanno ucciso il loro primo vampiro… Sebastian sembrava uno di quei guerrieri ninja. Veloce, preciso, dritto al cuore. Louis è un po’ più caotico… creativo, dice lui. Gli ho sempre detto che prima o poi si farà ammazzare, a forza di giocare con il vampiro"

Yolande annuiva, apparentemente persa in altri pensieri.

"Sebastian… è gentile"

Julien le sorrise.

"Anche lui ti trova coraggiosa"

Lei non disse nulla, limitandosi a dondolare le gambe. Si sarebbe quasi detto che arrossisse.

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