4. Forse un angelo?
La notte successiva, i ragazzi erano usciti insieme a Yolande. Julien rimase insieme ad Ariadne, e la più grande stava tranquilla a lasciarla, anche perché Louis le aveva detto - e ne era molto orgoglioso - che nel loro rifugio erano al sicuro, i vampiri non sarebbero mai potuti entrare. E per Yolande decisamente era la soluzione migliore, invece di portarla con sé.
Julien l’aveva appena accompagnata a letto, e lei si era addormentata tranquillamente. Dentro di sé aveva deciso che avrebbe lavorato di giorno, quando ci fossero stati anche i ragazzi, anche perché adesso non correva più il rischio di annoiarsi da solo, la notte.
Prima di addormentarsi avevano parlato a lungo, e lui aveva potuto capire quanto amasse Yolande. Ovvio, dato che a quanto pareva erano entrambe sole al mondo. Ma Ariadne aveva nei confronti dell’amica più grande una vera e propria venerazione. Ogni suo discorso, era tutto un “Yolande dice” e “Yolande fa”, o “secondo Yolande…”. Yolande non sbagliava mai. Yolande aveva sempre ragione, non importava quale fosse l’argomento. E di certo l’amore era pienamente ricambiato da lei, su questo Julien non aveva dubbi, nonostante i suoi modi spesso bruschi.
Era rimasto a guardarla, perso in quelle riflessioni. Louis lo prendeva spesso in giro dicendogli che pensava troppo e non sapeva godersi la vita. Forse aveva proprio ragione.
Era carina. Il pensiero lo colpì improvvisamente. Adesso che dormiva poi sembrava ancora più fragile, più indifesa. Sembrava quasi… un angelo.
Era coerente. Il male sfida il bene, ma lo teme anche. Per questo i vampiri la puntavano ma avevano anche paura di lei? Ariadne lo sapeva? Insomma, un angelo sa di esserlo?
All’improvviso ebbe voglia di darle un bacio. Era strano. Lui aveva scarsissimi rapporti personali se si escludevano Sebastian e Louis, che ormai erano i suoi fratelli. Le ragazze poi per lui erano un mondo totalmente sconosciuto, più misteriose dei vampiri che studiava.
Decise di farlo. Lei dormiva e non se ne sarebbe accorta, non lo avrebbe mai saputo. Rapidamente quindi si chinò e le posò un bacio velocissimo.
Ariadne si mosse quasi impercettibilmente. Si girò nel letto e aprì gli occhi.
"Julien? Cosa succede?"
"Ah…" lui divenne di fuoco "Niente. Ho… fatto un movimento brusco. E ti ho svegliata. Scusami"
Lei non si mosse, continuando a guardarlo.
"Mi hai dato un bacio?"
Il rossore si accentuò. Non sapeva mentire, lei lo avrebbe scoperto subito.
"Sì. Perdonami. Non ho resistito"
Lei si tirò a sedere.
"Tu mi piaci tanto, sai"
Era schietta come una bambina. Non volle deluderla e decise di esserlo anche lui.
"A… anche tu mi piaci tanto"
"Nessuno ci ha mai dato tutto questo. Noi siamo sempre state sole. La gente… aveva paura ad aiutarci. Ma voi siete diversi"
Julien sapeva bene cosa voleva dire. A loro tre era capitata la stessa cosa, quando bambini erano rimasti orfani a causa dei vampiri. Le persone non li accoglievano, temevano la vendetta di quegli esseri sanguinari. Così avevano dovuto imparare a contare solo su loro stessi.
"Dobbiamo aiutarci fra noi, te l’ho detto. Non possono vincere loro. Giusto?"
Ariadne annuì.
"Ma tu ce l’hai una ragazza?"
"Eh… no. Insomma, con il lavoro che faccio… e poi…"
"Nemmeno Sebastian e Louis?"
"A Louis piacerebbe. Ma si rende conto anche lui che nessuna ragazza sarebbe disposta a stare con un cacciatore"
Ariadne annuì. Poi
"A Sebastian piace Yolande"
"Sì, te ne sei accorta anche tu?"
"Lui è molto gentile. Ma Yolande non concede fiducia facilmente. Lei… ha sempre paura di perdere le persone che ama. Per questo con me è tanto protettiva"
"Certo, è comprensibile. Non hai sonno? Non vuoi tornare a dormire?"
Invece lei si sporse a dargli un bacio. Dapprima incerto, accennato, poi anche lui si rilassò. Non c’era nulla di cui aver paura.
"Ti va di dormire qui vicino? Da sola ho paura"
"Ah… ma sì, certo"
Si stese al suo fianco e Ariadne si accoccolò contro il suo petto. E si addormentarono vicini.