Capitolo 5
Una volta a Londra decisi di essere più previdente questa volta. Presentarmi a casa dei Cooper senza invito e null'altro che una stampa non era una mossa saggia.
Così recuperai il numero di telefono e lasciai che fosse Ebony a chiamare per me, chiedendo di Lady Cooper.
Avevo capito nel nostro primo incontro che poteva essere una mia amica se solo mi fossi comportato nel modo giusto.
Ebony riuscì a parlare con Lady Cooper. Quando le disse che chiamava a nome mio, ella si offrì di incontrarci.
La invitai allora a raggiungermi al locale di Mike, ci tenevo che anche gli amici di Sapphire sapessero come ella stesse.
Incontrai lady Cooper il giorno dopo. Quando la vidi le dissi subito che Ebony e Mike avevano aiutato Sapphire l'inverno passato, dandole un lavoro e diventandole amici.
Lei ringraziò tutti e si presentò ufficialmente. "Sono Martha. Grazie per esservi presi cura di Sapphire tempo fa, è stata molto felice con voi." Ci disse.
"Perché?" Le chiesi a quell'affermazione. "Perché se ci tiene tanto alla sua felicità, ha lasciato che sposasse Davis?"
Lei si asciugò le lacrime. "Mio marito ha perso tutto al gioco, indebitandosi." Mi spiegò. "Eravamo sul lastrico e quando siamo andati alla banca per impegnare le proprietà di Sapphire, Andrew la vide e ne restò folgorato. Tanto da offrirci un compromesso, il saldo del debito per Sapphire. Entrambe non abbiamo voluto, ma mio marito senza tenere conto di noi ha accettato e firmato l'accordo. Si è venduto nostra figlia e il titolo della mia famiglia e ancora non mi ha dimostrato che smetterà di giocare." Concluse bevendo un sorso d'acqua per calmarsi. "La cosa peggiore è che nonostante Sapphire fosse incinta, Andrew ha insistito per sposarla." Disse lei.
In quel momento provai un profondo odio verso Edward Cooper. Come aveva potuto far pagare la figlia e la moglie per i suoi errori.
"Il gioco è come una droga. Non se ne esce facilmente, non se ne esce se non lo si vuole." Disse Mike a lady Cooper. "Suo marito è stato egoista, ha condannato Saph per il suo tornaconto."
Martha scosse la testa. "Credo lo abbia fatto per non farmi perdere le proprietà dei Shaftesbury." Disse lei.
"Avreste potuto chiedere ad altri un aiuto. Cioè quella casa con un'ipoteca si sarebbe potuta salvare." Dissi alla donna.
Lei scosse la testa. "A quella casa nel Kensington, c'è un palazzetto nel Surray. Sapphire possiede anche una villa a Richmond e il suo conto ereditario. Ma Andrew ha fatto mettere i sigilli sulla proprietà e congelato il conto di Sapphire per assicurarsi adempisse al suo dovere." Mi spiegò.
Io restai basito a sentire delle proprietà che possedevano. Tre erano tante, anche se il debito non si stendeva alla villa di Sapphire. Non sarei stato in grado di aiutare la famiglia di Saph, avrei dovuto chiedere aiuto a papà e non potevo farlo.
"Siete gli unici discendenti dei Shaftesbury?" Chiesi a Martha, non avrebbe potuto chiedere aiuto a qualche parente?
"Direi di sì, ci sarebbe mio fratello che vive nel Surrey. Ma non si è mai sposato e senza discendenza o un lavoro proficuo, per questo mia madre lasciò la villa a Richmond in eredità a Sapphire, come prossima erede al titolo." Mi raccontò. "Poi sono tutti discendenti di seconda o terza generazione."
Sospirai. "Ho visto le foto del matrimonio. Sapphire aspetta mio figlio." Dissi deciso.
"Andrew ha detto che non avrebbe rinunciato al matrimonio. Adesso vivono a Kensington, noi ci siamo trasferiti nel Surray. Andrew non vuole che io stia con Sapphire, mi ha accusato di averla gettata tra le tue braccia."
"Non è vero. Noi ci stiamo conoscendo adesso." La rincuorai.
"Lo so! Ma non le ho impedito di andarsene quando la madre di Andrew ha consigliato a Sapphire di godersi l'ultimo periodo di libertà."
"La madre di Andrew?" Chiese Ebony.
Lei annuì. "La vera padrona della London bank. Ha estinto lei il nostro debito, quando la conobbi mi disse che né Andrew, né suo marito Oscar disponevano del liquido contante per poterlo fare. Il marito l'aveva sposata per i suoi soldi, Andrew ha voluto Sapphire per un suo capriccio."
"Il bambino quando dovrebbe nascere?" Chiesi a Martha.
"I conti del medico dicono dopo il quindici ottobre." Mi disse.
Assentii. "Verso fine agosto nasce mio figlio in Germania, ritornerò subito qui così da esserci alla nascita del bambino. Posso prenderlo con me." Dissi a Martha. "La prego, prenda i miei contatti e quelli di Ebony e Mike. Noi ci saremo sempre." Dissi arrendevole.
"Grazie. Io... avevo bisogno di sfogarmi con qualcuno." Ci confidò la donna.
"Comunque ha ragione Mike. Suo marito deve essere aiutato, al limite mi informo e le faccio sapere se ci sono dei centri di sostegno per chi ha la malattia del gioco." Le dissi.
Ci salutammo e con la promessa che ci saremo sentiti spesso ritornammo alle nostre vite quotidiane.
Nel frattempo riallacciai i rapporti con Taddheus chiedendogli scusa di tutto. Adesso che ero innamorato comprendevo il suo stato d'animo, soprattutto perché a tradirlo ero stato io, suo fratello e migliore amico.
"Ho pagato per il male che ti ho fatto. La donna che amo è stata costretta a sposare un altro e non me, nonostante abbia in grembo nostro figlio." Gli dissi infine.
Fu comprensivo con me, anzi si dispiacque. "Non è giusto Thomas. Se eri felice con lei non è giusto." Mi disse rincuorandomi.
Dopo Taddheus chiamai anche papà. Gli raccontai del casino in cui ero finito da quando avevo lasciato Boston passando per Monaco, Londra ed Edimburgo, fino al mio ritorno nella capitale dell'Inghilterra.
"Quel Cooper deve andare in un posto sano, dove possa disintossicarsi." Mi disse papà. "Dove non ci siano sale da gioco o ricevitorie. Sei stato in Scozia, li non ci sono spazi aperti e tanta natura? Mandali lì." Consigliò alla fine.
"Hanno il conto corrente controllato e le case in loro possesso sono qui in Inghilterra." Gli dissi.
"Prendigli una casa... nelle Highlands. Sono una bella zona." Mi disse.
"Con i miei soldi? Papà li sto mettendo tutti nella mia società. Non ho il tuo capitale per poter comprare una casa."
"Puoi affittarla però! Mandami intanto i tabulati delle tue società. Se i requisiti mi soddisfano potrei farle assorbire dalla KCG e pagarti le spese di apertura e gestione della T- consulting. È una bella proposta se hai i requisiti che cerchiamo."
Assentii anche se non poteva vedermi. "Quindi li mando in Scozia." Chiesi conferma.
"Prima aspetta che nasca mio nipote. Di sicuro Martha non lascerà la figlia da sola." Mi consigliò.
"Nel frattempo allora..." chiesi.
"Cerca la giusta soluzione per Edward Cooper."
Cercai così non una, ma più soluzioni. Per prima cosa parlai con Molly a Edimburgo, chiedendole informazioni sulle Highlands. Mi disse che si sarebbe fatta portare da Sean per controllare la zona.
Gli chiesi una casa, anche piccola lontano dalla civiltà, ma dove ci fosse comunque una comunità e dove lui potesse fare qualche attività nella natura così da distarsi.
Poi le chiesi di Lynn, se stava bene o meno. Mi disse che non vedeva Lynn da tempo, lei e Sean non frequentavano il pub già da prima che io andassi via.
Così qualche sera dopo chiamai al pub della famiglia di Lynn ad un orario che sapevo fosse più tranquillo.
"Ehi Lynn." La salutai.
"Ciao straniero, che si dice dalle parti di Londra?" Chiese lei.
"Tutto bene e tu? Ti sei iscritta alla scuola di cucina?" Chiesi.
"No, la mia domanda è stata accolta ma quando hanno visto i costi i miei genitori si sono rifiutati di mandarmi." Mi rispose.
"Come mai? Hai tutti i requisiti Lynn, sarebbe uno spreco." Le dissi.
"Requisiti che non valgono la spesa per mamma e papà. Ho anche altri quattro fratelli in età scolastica. In fondo ho ancora ventun'anni." Mi disse.
"Qual è il tuo nome completo?" Le chiesi.
Lei rise. "Pollyn Gertrude McAllister. Per questo mi faccio chiamare Lynn o Callie, odio il nome Pollyn. Mi raccomando, non dirlo a nessuno."
Risi anche io. "Parlo con la Chef academy, ti faccio sapere attraverso Molly se riesco a farti avere una borsa di studio. In questo caso i tuoi ti farebbero partire, giusto?" Le chiesi.
"Una borsa di studio cambierebbe le cose effettivamente." Mi disse.
"Perfetto, allora ti aggiorno. Ciao bella, non dimenticherò mai la tua amicizia." Le dissi.
"Anche io la tua straniero. Addio." Mi disse.
Non pensavo che da allora non l'avrei più sentita, eppure fu così.
Mi mobilitai per Lynn, andai alla Chef academy London e li mi informai dei corsi e dei costi. Se sapevo di non poter comprare una casa ai genitori di Sapphire, ero anche a conoscenza del mio saldo e potevo pagare l'accademia per Pollyn Gertrude McAllister. Così feci, pagai la retta e proposi un bonifico annuale per i tre anni successivi. Infine lasciai che fosse Molly a contattare Lynn e darle la notizia. Non volevo farmi scappare che ero stato io a pagare e che non si trattava di una borsa di studio. Inoltre avevo cose più importanti per la testa.
Martha mi chiamò informandomi che Saph era stata ricoverata d'urgenza. Aveva avuto un rischio di aborto, fortunatamente il bambino, un maschio, stava bene.
Le chiesi come mai fosse stata ricoverata e in risposta lei mi diede il contatto di Elisabeth Preston Davis, la madre di Andrew.