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Capitolo 4

THOMAS

Sapphire mi aveva lasciato. Sapphire, la mia dolcissima e amata Sapphire mi aveva lasciato per una persona viscida e meschina.

L'avevo trovata appena le pubblicazioni del suo matrimonio avevano attirato la mia attenzione. Erano sul giornale che leggevo ogni mattina al coffee and books.

Lady Sapphire Lucrezia Cooper, viscontessa di Shaftesbhry, annuncia il matrimonio col bancario Andrew Louis Davis.

Il matrimonio si terrà nella cattedrale di Westminster ad aprile.

Col suo nome sapevo dove trovarla, potevo permettermi di lottare per riaverla con me! Nella foto, dove era stretta a Davis percepivo sul suo viso solo infelicità.

Sapphire non voleva quell'uomo. Ero io il suo uomo, il nostro amore era qualcosa di unico e raro e non potevo lasciarmela sfuggire.

Così grazie all'aiuto di Drake e Ebony mi ero fatto aiutare a rintracciare la residenza di Sapphire. Una era molto vicino alla city, poiché si trovava nel west end, era una casa singola di lusso e per entrare non mi restava altro da fare se non bussare alla porta. Essendo su una strada principale, nulla mi vietava di poterlo fare.

Ero arrivato a Westminster attraverso la metropolitana, assurdo quanto avessi avuto vicino fino ad allora Sapphire. La metropolitana aveva dovuto fare solo due fermate dalla city al vicino borough di Londra, west end si trovava a Westminster, ma a occhio e croce era più vicino alla city di quanto immaginassi.

Trovai facilmente la casa e quando bussai al citofono mi presentai come Thomas, un amico di Sapphire. Venne ad aprirmi un uomo dal viso gentile, ma dallo sguardo spaventato.

"Salve, sono Thomas. Un amico di Sapphire, avrei bisogno di veder..."

"Vattene immediatamente, prima che chiami le autorità." Intervenne un secondo uomo.

Mi voltai verso la sua voce, era un uomo più basso, carnagione olivastra naso adunco, occhi e labbra stretti e sguardo arcigno. La fronte vuota dava segno di un principio di calvizie.

"Voglio vedere Sapphire." Dissi.

"La mia fidanzata è indisposta e sono sicuro non avere amicizie maschili avendo frequentato una scuola femminile."

"Ha finito la scuola da mesi." Dissi. "Tu non sei il suo fidanzato. Sei solo un uomo che si è imposto su di lei." Se sapevo una cosa era che Sapphire non lo amava. Me lo aveva detto: dovere.

"Senti ragazzo! È meglio che tu vada, qualsiasi cosa sei per mia figlia, dimenticala." Mi disse l'uomo facendo un passo avanti.

"No! Non mi arrendo...." Dissi facendo un passo avanti battagliero.

"Tu non hai capito." Disse Davis mettendo le mani in tasca sicuro. "L'amore... si l'amore che lei prova per te. Quello non vincerà sul potere dei miei soldi. Li ho tutti in pugno, c'è una transazione che li obbliga, Sapphire è mia. Ho pagato i debiti della loro famiglia per averla e tu non puoi fare nulla... pezzente." Concluse.

Rimasi inorridito dalla sua rivelazione, aveva davvero avuto il coraggio di comprare l'amore di Sapphire? Anzi no, non l'amore. Il suo corpo e la sua libertà.

"Siamo seri? Sei un porco, non puoi comprare una persona."

"Basta ragazzo." Intervenne il padre di Sapphire. "Vattene e non tornare più se non vuoi trovare le autorità. Hai abusato di mia figlia."

Feci per ribellarmi ancora, io avevo abusato di Sapphire quando loro la trattavano come un oggetto! Assoli no, feci un passo avanti, ma una donna apparve sulla porta.

"Sulla porta di casa mia non si urla." Disse repentina raggiungendomi. "Non voglio scandali, Edward dovresti sapere che anche i muri hanno le orecchie." Disse raggiungendomi.

Mi prese il braccio e cercai di scostarmi gentilmente. Cazzo poteva essere mia madre.

"Mi dispiace ma devi andare." Mi sussurrò. "Fallo per Sapphire." Concluse portandomi in strada e lasciandomi un biglietto tra le mani congedandomi.

Ma cosa? Veramente pensava di potermi convincere con dei soldi? Anche io ne avevo cazzo! Mi voltai verso di lei.

"Non voglio nulla da voi..."

La donna mi fissò con gelidi occhi verdi. "Nulla ti ho dato." Disse allenandosi alla porta, incrociai i suoi occhi chiari mentre il marito rammaricato chiudeva la porta gigantesca.

Mi ci fiondai contro prendendola a pugni. Maledetto! Maledetti tutti. Pensai afferrando la lettera e facendo per distruggerla orgoglioso notai il mio nome scritto con i tratti eleganti di Sapphire.

La aprii e lessi ciò che mi aveva lasciato.

«Purtroppo mio padre ha firmato un accordo a nome mio, ho un obbligo. Sappi che preferirei una vita da povera con te, che una vita da ricca con altri. Sempre tua Sapphire.»

Mi arresi. Tornai alla city dove al bar di Mile raccontai tutto a lui, Drake, Ebony e Molly.

"Io non ce la faccio a stare qui." Dissi ormai disilluso. "Non posso restare nella stessa casa dove ho vissuto con lei i mesi più belli della mia vita. Ci siamo innamorati qui e saperla con quel verme mi fa solo stare male."

"Cosa vuoi fare Tom? Non puoi lasciare la T-consulting." Mi disse Drake.

Guardai il mio amico. "Ma non la lascerò." Dissi. "Ci sarai tu a portarla avanti Drake, sei da poco diventato il terzo socio e so che saprai portarla avanti. Hai anche coi due nuovi consulenti che abbiamo assunto."

"Io sono alle prime armi ancora Tom." Disse Molly incerta pulendo il bancone.

"Non ce la faccio a restare qui." Affermai ancora. "Tu sei alle prime armi, ma John e Paul sono bravi." Dissi a Drake. "Non andrò lontano, Edimburgo. Apro una seconda sede lì, così riusciamo a sentirci." Dissi andando loro incontro. Per il momento dovevo allontanarmi da Londra.

"Vengo con te." Disse Molly togliendosi il grembiule del bar. Mike fu riesci a trovare qualcuno che mi sostituisce vero? Stavi cercando già."

"Mi arrangio se è il caso." Disse accondiscendente e con sguardo complice a Molly.

Al momento non ci feci caso. Non capii, anche se mi sentivo talmente insoddisfatto che lasciai correre, volevo solo andare via di lì.

"Non credo di avere un passaporto. Prendiamo il treno." Mi disse Molly.

Solo mentre Ebony mi toglieva davanti la birra di Drake che stavo afferrando, sentii Mike parlare con Molly. "Mi raccomando tienilo d'occhio e non lasciarlo solo."

"Ci provo. Per Sapphire e per se stesso." Rispose uscendo dal bancone. "Vado a preparare le mie cose. Tu aspettami in sede, tanto devi prepararti la valigia." Disse con tono più alto.

"Non voglio tornare a casa. Parto senza!" Dissi arrabbiato e offeso. Sapevo badare a me stesso.

"Ok! Vado io a prepararti un bagaglio, vado anche a prenotarvi i biglietti del treno, ma tu resta qui con Ebony e Mike." Mi disse il mio amico.

Annuii. "E sta lontano dall'alcol." Concluse Molly lasciando di corsa il locale.

Quello non potevo prometterlo. L'alcol mi annebbiava la mente, non potevo farne a meno. Non in quel momento almeno.

Di tutt'altro avviso furono Mike e Ebony che non mi permisero di toccare birra o vino.

Anche quando fummo raggiunti dal compagno di Mike la solfa era sempre la solita.

Prima delle cinque del pomeriggio fortunatamente salimmo sul treno che ci avrebbe portato a Edimburgo. Mi sarei messo alle spalle Sapphire e tutto il dolore che mi portavo dentro. O almeno lo credevo.

Arrivati a Edimburgo mi misi di buona lena a cercare il centro amministrativo della città. Aprii una succursale della T-consulting, facendo fede alla sede legale di Londra quello era solo l'ufficio di Edimburgo, così non ebbi problemi per aprire una società. Alla sede infatti, faceva fede anche lo stesso conto corrente della Loyd Banking. La mattina e il pomeriggio visionato da Molly lavoravo e portavo avanti la mia società, ero ripartito da capo. Ma proprio questo mi aiutava a non pensare a Sapphire.

Al contrario alla sera avevo problemi. Così iniziai a frequentare un pub dove Molly non avesse il controllo su di me. Conobbi Lynn una bella moretta frizzante che accoglieva tutte le commiserazioni che portavo avanti sulla mia vita insoddisfatta e che sapeva come riempiremo il bicchiere con dello scotch di qualità.

"La birra non ti farà dimenticare il tuo amore perduto." Mi disse.

Aveva ragione. "Hai ragione, ma conosco anche qualcosa di meglio di uno scotch per dimenticare." Le dissi allusivo prendendo comunque il liquido ambrato e scolandomelo in un sorso, così da far capire a Molly che non poteva avere il controllo della mia vita.

"I miei Haggis? Mangiali che sono buoni, molto meglio di quelli che fa mia madre." Disse lei riempiendo un altro bicchiere. "Prima o poi me ne andrò da qui, diventerò una chef altro che aiuto cuoca e barista qui." Affermò.

"Smettila di farlo bere Lynn." Ordinò Molly.

"Ti prego Molly... lasciami stare. Anzi lasciaci stare." Dissi alla mia amica. "Ti porto io via da qui Lynn, che ne dici se ti aspetto fuori alla chiusura?" Ammiccai.

"Tom, per l'amore del cielo!" Mi richiamò Molly.

"È un uomo libero." Rispose Lynn tendendosi oltre il bancone verso di me. Mi afferrò per il collo della camicia e mi leccò la bocca. "Se vuoi possiamo anche dividercelo, non so te ma una botta da Tom me la faccio dare con piacere." Dissi.

Là iniziai così quella relazione, con disappunto di Molly.

Lavoravo, bevevo e scopavo. Era uno spasso e anche Molly dopo il primo mese se ne fece una ragione. Lynn, quando misi voce che cercavo dei consulenti subito si era messa in moto col suo giro di voci tra gli amici, ci presentò anche Sean McMillan,.

Mi trovò Sean che annoiato della vita bancaria era pronto a mettersi in gioco con la consultazione finanziaria.

Aveva trent'anni e tante idee che mi piacevano. Anche a Molly piaceva Sean e non come consulente. Finalmente stava rilassandosi anche lei, iniziando anche a capire come essere appagati sessualmente facesse bene allo spirito.

Lavorammo ancora meglio di ciò che stavamo facendo. La sede scozzese stava facendosi conoscere e il profitto saliva. Ne ero soddisfatto, potevo restare lì senza problemi.

Poi come un secchio di acqua gelata tornai alla realtà quando Drake mi mandò un fax. Era una foto di Sapphire e Andrew il giorno del loro matrimonio.

Veramente il mio amico voleva farmi partecipe di quella notizia?

"Credevo Saph fosse più magra." Mi disse Molly guardando la foto. "Poteva scegliere un vestito meno aderente."

La fissai sorpreso per prestare attenzione alla foto. Sapphire era magra, molto. Indossava un abito stretto dalla testa ai piedi. Sarebbe stata perfetta, se non fosse stato per la pancia decisamente rotonda. "No... lei è magra." Sussurrai. "Questa è... lei è..."

"Incinta?" Chiese Molly sorpresa e annuii.

Sapphire aspettava un bambino, il nostro bambino. Il mio sogno di una famiglia con lei, era sotto i miei occhi su quel foglio stampato.

"Tom!" Mi richiamò al presente Molly.

"Devo tornare a Londra." Affermai.

Ella annuì. "Vai! Resto io qui. Sean è bravo, io sto imparando e se glielo chiediamo sicuramente saprà indirizzarmi a un altro suo collega che possa inserirsi." Mi disse. "Capirà se vai via, anzi gli diciamo che hai avuto un'emergenza alla sede di Londra."

"Grazie Molly. Sono contento che tu mi capisca." Le dissi. "Ovviamente puoi sempre usufruire degli appartamenti dell'ufficio per avere una casa." Le dissi prendendo la stampa e piegandola in quattro. La misi nella mia valigia e chiesi a Molly di prenotarmi il primo volo per Londra intanto che preparavo il bagaglio. Quando tornai Molly efficiente mi informò che c'era un aereo a meno di un'ora e che mi avrebbe portato in aeroporto.

"Devi passare da Lynn per me. Dille che la chiamo e che è stata la mia salvezza." Le dissi.

Lei annuì dopodiché mi portò in aeroporto.

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