Capitolo 3
La settimana prima di Natale, dal momento che non ci concordavamo alcun capriccio gli chiesi di fare un alberello piccolino. "Per i clienti." Gli ricordai.
Lui acconsentì, così insieme la domenica andammo a scegliere l'albero e le decorazioni. "Aspetta che rientro per addobbarlo." Gli dissi lasciandolo al portone.
"Si signora. Lo lascio sopra e ti raggiungo al bar." Mi disse.
"Meglio di no. Non farti vedere che ormai ci chiamano coppietta." Gli dissi andandomene per non fargli vedere il rossore. Non sentii la sua risposta e una volta al lavoro io ed Ebony ci dividemmo come al solito i tavoli.
Dopo l'ora di punta del pranzo ecco che arrivò come sempre Thomas. Salutò Ebony e Mike, il mio capo e mi raggiunse. Sorprendendomi mi strinse tra le braccia e mi baciò sulle labbra.
"Ebbene si! Siamo una coppia bellissima." Mi disse raggiante.
Sorpresa annuì. Eravamo una bellissima coppia.
Come sempre alla domenica Thomas restava in un angolo del bar fino a quando non finivo il turno, eppure quella volta ero nervosa, mi aveva baciata di fronte a tutti anche se sembrava tranquillo mentre chiacchierava con Drake, il ragazzo di Ebony e successivamente quando lei andò via con Julio, il compagno di Mike, il mio capo. Dopo cena salutammo tutti e una volta a casa per nulla imbarazzato Thomas si arrotolò le maniche e indicò l'albero. "Dove lo mettiamo, come vuoi farlo?" Mi chiese.
Eccitata mi posi dietro la sua scrivania. "Qui, facciamolo qui."
"'Mm allettante." Disse lui allusivo trasportando il piccolo abete. Facemmo l'albero in totale armonia e una volta finito Tom mi prese tra le braccia e iniziò a baciarmi.
Non gli dissi di no, anzi ricambiai i suoi baci meno casti di quello al bar. Lo volevo, lo amavo e volevo godermi quel momento con lui.
"Ti amo!" Gli sussurrai in lacrime. Ed era così bello e non sarei potuta essere sua.
"Anche io angelo mio, ed è bellissimo. Adesso mi è tutto più chiaro." Mi disse lui riprendendo a baciarmi. "I nostri figli avranno i nomi degli angeli, ho deciso." Restai sorpresa ed emozionata al tempo stesso. Noi non avremo potuto avere dei figli, non con la spada di Damocle che pendeva sulla mia testa e sulla mia famiglia.
Tom gentilissimo mi asciugò le lacrime. Non mi chiese nulla, al contrario mi strinse a sé cullandomi. Non facemmo l'amore quella notte, ma dormimmo insieme abbracciati e fu unico.
La vigilia di Natale andai prima al lavoro così che potessi chiamare casa prima di prendere servizio. Dissi a mamma che stavo lavorando e che la vita che stavo facendo mi piaceva, avevo delle amiche e anche un ragazzo che amavo. Piansi quando raccontai a mamma di Thomas. Lei mi disse e mi ricordò che dovevo vivere tutta quella storia a senza barriere, non precludermi nulla ed essere felice.
-Usali i soldi, comprati qualcosa di sexy e dimostra a Tom quanto lo ami. Vedrai, così il sesso sarà splendido.- Mi disse incitandomi a concedermi a Thomas.
Eppure nel mio piccolo temevo che dandogli il mio corpo lui poi si sarebbe stancato, come diceva Elisabeth di Andrew, e mi avrebbe lasciata.
Però se non lo avessi fatto con Thomas che amavo con chi sennò? Andrew? No mai. Seguii il consiglio di mamma e mi concessi alle spese folli, entrai in un negozio di intimo giocandomi tutta la settimana di lavoro in un completo bianco in pizzo, sperando che a Thomas piacesse come regalo di Natale.
Quella sera dopo il brindisi fuori il coffee with friends, io e Thomas ci dirigemmo a casa stretti l'uno all'altra.
"Sei arrivato tardi." Gli dissi.
"Ero a preparare una cosa per te." Mi rispose sornione.
Una volta in casa gli feci una smorfia e posando il cappotto corsi in stanza. "Vado a fare una doccia. Poi scelgo cosa mangiare, anche se potevamo prendere qualcosa al take away più avanti." Gli dissi impertinente. Mi chiusi nel bagno lavandino e provando la famosa crema depilatoria consigliatami da Bethany.
-Vedrai i peli e la crema verranno via con l'acqua.- aveva detto.
Ed effettivamente il risultato fu eccellente. Indossai il mio sexy completino e ci misi un vestito di sopra, dopodiché uscii e... la stanza era illuminata solo dall'albero e tante candele accese in giro. Una delle due scrivanie era apparecchiata con piatti e bicchieri di carta e vassoi di cibo, una candela e una rosa al centro.
"Buon Natale amore." Mi disse Thomas arrivando alle mie spalle.
"È stupendo." Gli dissi commossa.
"È il tuo regalo di Natale. Vieni?" Mi disse facendomi accomodare, nel piatto poggiato su un tovagliolo c'era un piccolo cofanetto.
"Ti va se mangiamo prima, altrimenti si fredda." Mi chiese Tom.
Assentii, mangiammo anche se ero talmente nervosa che non gustai tutto. C'era anche il dolce, Thomas aveva preparato tutto nei minimi particolari.
Io al contrario non avevo nulla di particolare per lui. A fine serata quando finalmente finimmo, lui mi fece aprire il pacchetto. Al suo interno c'era un anello senza tante pretese, con un piccolo zaffiro centrale. Lo apprezzai molto più di un diamante sapendo quanto lui amasse i miei occhi.
"Ti piace?" Mi chiese timido.
Se mi piaceva? Lo adoravo e glielo dimostrati baciandolo con passione. Lui ricambiò il bacio che in un attimo ci accese, lentamente lo trascinai verso la nostra stanza, lui si fermò guardandomi.
"Anche io ho un regalo per te." Gli dissi sfilandomi il vestito.
Mi fissò stupito ed estasiato, fino a prendermi tra le braccia e portami in camera per fare l'amore per la prima volta.
Fu splendido, quella volta e le successive. Eravamo innamorati e felici con poco e tanto mi bastava.
Col nuovo anno sembrava che Thomas aveva più clienti, fortunatamente andando a lavorare alle undici riuscivo a gestire chi era in sala d'attesa. Avevamo infatti messo delle sedie all'entrata e fatto una sorta di abbonamento con Mike per avere le bevande da offrire ai nostri clienti.
Ad un certo punto, a inizio febbraio mi sorprese vedere Drake in ufficio. Thomas lo aveva assunto come consulente poiché aveva bisogno di un aiuto. Ne ero doppiamente contenta, uno perché la società si stava bene avviando, due perché Drake era il ragazzo della mia amica Ebony.
A metà febbraio per San Valentino regalai a Thomas un nuovo completo intimo, inoltre avevo messo da parte abbastanza soldi per ricambiare il regalo che lui mi aveva fatto a Natale. Un bracciale in argento con una medaglia incisa. - Per sempre tua Sapphire. -
Poi arrivò la lettera di Inga Meyer, la presi io. Aiutando Thomas ero sempre io a raccogliere la posta, sapevo che Inga era la 'ragazza' del fratello. Chissà perché vedere quel nome mi diede una terribile morsa allo stomaco. In fondo non si erano mai amati.
Thomas aprì la lettera in mia presenza, la lesse più volte e solo quando fu certo di aver capito mi guardò.
"Inga aspetta un bambino. Da parte mia." Mi disse. "Mio fratello l'ha sposata e vuole riconoscere lui il bambino, ma no! È mio figlio." Disse.
"E te lo fanno sapere dopo quasi tre mesi?" Gli chiesi. "Sicuro che non sia di tuo fratello?"
Lui assentì. "La letttera è scritta da Tad. Mi ha assicurato che lui e Inga non hanno ancora scuro rapporti. Saph, cresciamo il bambino noi due, possiamo farlo. Ci amiamo e vogliamo una famiglia." Mi disse con un sorriso che iniziava ad albergare sul suo viso.
Io invece più parlava, più mi amareggiavo. "Pensa, se togliessi la pillola potremo avere anche noi un bambino e crescerebbero insieme."
Scossi la testa, io non avevo mai preso la pillola. "N-no... non posso tuo figlio e no...non prendo la pillola." Balbettai.
Thomas si avvicinò a me. "Come no? Credevo di si."
Ancora scossi la testa allontanandomi. "Ti amo Tom." Sognavo, desideravo essere sua moglie e la madre dei suoi figli.
"Anche io angelo, vedrai che andrà tutto bene. Scriverò a Tad, gli dirò che sono pronto a prendermi le mie responsabilità, non ti sforzerò col figlio che avrò con Inga, ho fiducia in te."
Credo che quelle siano state le ultime parole famose nei miei confronti. Facemmo l'amore quella notte, e anche le successive a venire. Il tempo che Mike trovasse qualcuno che mi sostituisse poiché il giorno dopo la lettera andai a presentare le mie dimissioni. "Mi dispiace non posso più lavorare qui." Gli dissi.
Dopo una settimana dal fatidico annuncio affrontai Thomas, lo allontanai i suoi baci erano una distrazione. "Non posso sposarti. Purtroppo la mia famiglia ha già disposto un matrimonio per me, mi hanno concesso un ultimo periodo di libertà, sei stata la mia splendida evasione Thomas. Ma non posso sposarti."
Lui scosse la testa. "No! No Sapphire non puoi dirmi così, non puoi lasciarmi." Mi disse indicandomi. "Potresti essere incinta." Tentò in ultimo.
"Andrew stroncherebbe la tua società in un attimo. Anche se fossi incinta abortirei il nostro bambino." Gli dissi raggiungendo la porta. "Ti prego non seguirmi. Non informarti sul mio nome, me lo hai giurato. Se mi ami mantieni le tue promesse, sappi che io ti amerò sempre." Conclusi uscendo dalla porta e chiudendola a chiave, avevo tempo prima che Thomas prendeva la seconda chiave. Lo sentivo battere contro l'anta e chiamarmi, implorandomi.
Dovevo andare, prima che mi pentissi e tornassi da lui. Corsi in strada e mi incamminai rapida verso il taxi che mi aspettava da un bel po'. Presi posto accanto alla mia valigia e chiesi di partire verso il Surray. La mia bellissima libertà era andata.
...
Quando rientrai a casa dissi a mia madre che probabilmente ero incinta poiché mi era saltato il ciclo già due volte. Forse quella poteva essere un occasione perché io non sposassi Andrew Davis.
Mia madre sconvolta fece per parlare, ma le dissi che non avrei abortito il figlio del mio amore. Mai!
Forse quella poteva essere una buona scappatoia per non sposare Andrew Davis. Ma quando il furono delle pubblicazioni mia madre annunciò la gravidanza il grande stronzo disse che per lui potevamo proseguire col matrimonio.
"Facciamo le pubblicazioni. Attenderò a braccia aperte quel bastardo se proverà a venire a prenderti." Annunciò. "Ovviamente tu non lo vedrai più."
Ero sconvolta. Andrew avrebbe rovinato Thomas lo sapevo. Pubblicammo il nostro matrimonio e in contemporanea lasciai a mia madre un biglietto per Tom, lei era l'unica che poteva avvicinarlo se fosse venuto a cercarmi. Gli scrissi tutto il mio amore sperando che mi perdonasse.
Il matrimonio, causa il mio stato, fu anticipato di due mesi. Andrew andava di fretta, perché il fisico deforme avrebbe poi rovinato il fisico della sua bambola preferita.
Intanto avevo fatto la prima ecografia. Il bimbo cresceva era al terzo mese e stava benissimo.
A fine aprile mi sposai, ero felice perché il vestito molto sexy e attillato non riusciva a non nascondere la rotondità della mia pancia. Il piano di Andrew di avermi perfetta era fallito.
Sulle foto era più evidente la presenza di mio figlio, Thomas come suo padre, poiché al nuovo controllo avevo scoperto fosse un maschio.
La prima notte di nozze fu terribile, non perfetta, passionale e dolce come con Thomas. Andrew abusò di me prendendomi con violenza e picchiandomi dandomi della sporca sgualdrina.
Fu una tortura per tutto il viaggio di nozze, ma fu peggio a casa. Più la mia pancia cresceva, più le percosse continuavano. Più volte mia madre mi portò in ospedale per un rischio aborto. Ma il mio bambino era forte e resisteva ad ogni attacco. Inoltre avevo un angelo custode, mia suocera dopo il secondo ricovero si trasferì a casa nostra. Cambiò tutto, in un attimo mio marito divenne mite e obbediente. In quell'occasione restituii le mille sterline, se non di più, ad Elisabeth. Non li voleva, ma orgogliosa le diedi tutti i miei guadagni al Coffee with friends. Quello fu anche un modo per mettermi alle spalle il periodo più bello della mia vita, povero ma felice.
Thomas Uriel, nacque con quasi un mese di anticipo, causa una sfortunata caduta dalle scale. Fu la mia gioia più grande averlo tra le braccia, fu inoltre amato da mia madre e mia suocera che lo accolsero come uno splendido miracolo. Uriel era il nome che più gli si addiceva, era l'angelo fiamma di Dio, un combattente e sapevo che avrebbe fatto grandi cose col tempo.
La nascita di Tom non mi diede però tregua d amico marito. Nonostante avessi partorito da poco esigeva ogni notte il mio corpo. A due mesi dalla nascita di Thomas scoprii di essere incinta e trentuno agosto a meno di anno da Thomas, venne al mondo Joel Jophiel Davis.