Il nuovo capo
Mi svegliai intorno alle 9:00, o meglio, i miei gatti mi svegliarono strusciandosi su di me. Emisi uno sbadiglio e mi stiracchiai, guardai fuori dalla finestra, stava ancora piovendo.
Decisi di alzarmi per dare loro la colazione e feci anche la mia.
Mi preparai un toast e una limonata. Odiavo il caffè, perfino l’odore mi provocava la nausea.
‘Mi abituerò presto’ pensai ‘dato che in ufficio lo bevono quasi tutti’.
Aprii la porta di casa e inspirai profondamente l’aria con l’odore di pioggia. ‘Meraviglioso’.
Stetti sull’uscio 10 minuti a contemplare il cielo scuro, la pioggia arrivò a bagnarmi i piedi scalzi, un’ondata di freddo mi pervase. Rientrai subito e mi cambiai, legandomi i capelli. Decisi di andare in garage a fare un po’ d’ordine.
Passai la scopa per terra, sistemai la mia attrezzatura per dipingere e altre cose sparse che avevo, pulii i ripiani dalla polvere e poi mi diedi da fare con le scatole.
Aprii la prima, erano le luci da mettere fuori, ma ora era impossibile. Passai alla seconda, l’albero di Natale, decisi di posizionarlo in salotto in un angolo vicino alla finestra. Era molto più alto di me, 1.80, io invece sono alta 1.60. Presi una scala per riuscire a sistemarlo bene e per poterlo addobbare.
Passai alle altre due scatole, una con le luci colorate, che posizionai accuratamente e poi i globi rossi e bianchi e le figure natalizie. Finii di farlo intorno alle 14.00, ero davvero fiera di me stessa. Pranzai velocemente con ciò che avevo in frigo e continuai ad addobbare il salotto e l’entrata.
Misi una ghirlanda semplice sulla porta di casa e sul caminetto una con le foglie di alloro Verdi e argentate.
Finii il tutto per le 17.00, guardai soddisfatta la mia opera e decisi di cucinare.
Feci una torta salata con salsiccia, spinaci e uova. Attesi che cuocesse e mi misi a mangiare. Coccolai un po’ Sam e Ricki e andai a lavarmi.
Mentre mi spogliavo, non so per quale motivo, mi tornò in mente Nathan.
Scacciai il suo viso dai miei pensieri e mi lavai frettolosamente.
Mancava ancora tanto per coricarmi a letto.
Mi misi sul divano con un cuscino tra le gambe e uno sotto la testa e accensi la tv, era impostata su un canale con un documentario sulle antichità.
Mi misi a guardare il telefono e di nuovo mi venne in mente il suo volto.
Decisi di andare a cercalo sui social, ma non c’era traccia.
‘Che strano’ pensai ‘una volta li aveva, chissà come mai non c’è più, magari mi ha bloccata’
Buttai il telefono sul tavolo.
Girai un po’ di canali, nella speranza di trovare qualcosa che mi attirasse, ma non trovai nulla, perciò continuai a vedere quel documentario.
Arrivai giusta a lavoro, mi sedetti e accesi il computer. Mezz’ora dopo, la mia mentore mi chiamò, doveva presentarmi il capo dell’azienda. Mi spiegò che di solito i nuovi dipendenti hanno un mese di prova e, se tutto procede per il meglio, conoscono il titolare che gli fa firmare il contratto.
Presi l’ascensore con Marylin, dovevamo salire un po’ di piani. Noi stavamo al 5 e il capo al 9.
Arrivammo comunque presto, pensavo ci mettesse di più.
Marylin bussò.
“Entrate”
Entrammo nel suo studio, non potevo credere ai miei occhi. L’uomo davanti a me, il mio capo, era proprio Nathan.
“Buongiorno signorine” disse lui.
“Buongiorno signore” rispose Marylin.
A “Buongiorno”
I suoi occhi mi squadravano dall’alto verso il basso con un sorriso malizioso.
N “Grazie Marylin, può andare”
Marylin si avviò verso l’ascensore, lasciando me e Nathan da soli.
N “Bene bene, chi si rivede”
Feci un sorriso forzato e nervoso, “Già” risposi.
N “Mi hai colpito forte l’altro giorno”
A “Davvero? Non p-pensavo c-che…”
Iniziai a balbettare, ma lui mi fermò subito.
N “Non è niente bellezza, mi piace essere colpito dalle belle donne” e iniziò a ridere.
Mi sentii in imbarazzo, io ora lavoravo per quello stronzo del mio ex.
N “Quindi ora lavori per me, in quale ambito?”
A “Seguo una parte dell’amministrazione”
N “Ti trovi bene?”
A “Presumo di sì, essendo qui per firmare il contratto”
Il suo sguardo era abbastanza severo, non penso che i dipendenti si rivolgano a lui in questo modo, credo siano più cauti, ma non potevo farci niente, era la mia indole.
N “Forse hai bisogno di una o due settimane ancora” disse.
A “Per quale motivo?”
N “Per ambientarti meglio” e sorrise, quel maledetto sorriso da pervertito che mi faceva quando eravamo intimi. Sentii una scarica elettrica pervadere tutto il mio corpo.
A “Va bene ‘Signore’, grazie della sua opportunità”
Lui ridacchiò e mi guardo negli occhi, “hai bisogno di un abbigliamento più consono in questa azienda”
In effetti, stavo cercando di migliorare anche il mio abbigliamento, ma non avevo fretta. Avevo un maglioncino bianco e una gonna lunga nera, i capelli raccolti e un paio di scarpe, lui invece, sempre di bella presenza in giacca e cravatta, i bottoni della camicia abbottonati fino al collo, il suo profumo mi piaceva, mi faceva sentire come impazzita.
‘Ma cosa mi sta prendendo’ pensai.
N “Puoi tornare al tuo lavoro bellezza”
A “Grazie signore”
Mi sbrigai ad uscire dall’ufficio, ero accaldata, era da tanto che non mi sentivo così e questo mi creava un po’ di disagio.
Tornai nel mio ufficio a finire le mansioni.
Marylin venne da me “allora? Com’è andata?”
A “Ha detto che devo fare una o due settimane di prova in più” dissi scocciata.
M “Mmm, forse hai detto qualcosa che non dovevi, cercare di essere più cauta tesoro, è un uomo d’affari temuto da molte persone e venerato da tante donne”
A “lo terrò a mente, ti ringrazio” ammiccai un sorriso nervoso, ‘spero proprio di stare più tranquilla’.