La mia amica
Vidi Marta da lontano e corsi per abbracciarla.
Non ci vedevamo da più di un mese, avendo io cambiato residenza per cercare di crearmi una nuova vita.
“Artè” gridò lei “finalmente, come sei cambiata!”
“Grazie, anche io ti trovo bene Marti” dissi.
Ci scambiammo un sorriso ed entrammo per pranzare. In realtà non avevo molta fame, ma mi sforzai. Presi una vellutata di patate e speck con dei crostini, lei invece una bella bistecca con contorno di patate al forno.
M “Allora come procede? Come sta andando qui? Ti trovi bene?”
A “Si mi trovo davvero bene, devo ancora conoscere tutti i colleghi, l’azienda è grande, però sono tutti molto cortesi” sorrisi.
M “E la casa? Voglio assolutamente vederla!”
A “Te la mostrerò a breve, non è un gran che, però sto bene”
Finimmo i nostri pasti, ridendo e scherzando.
La camminata verso casa non era lunga, ma abbiamo fatto un prolungamento, passando per il parco e ammirando la natura autunnale.
Bambini giocavano insieme, le madri ridevano tra loro, i padri li coccolavano. Già, i padri li coccolavano…un brivido mi venne lungo la schiena e affrettai il passo.
Marta, vedendomi ansiosa, mi diede una carezza sulla testa “tu sei un brava ragazza Arte, meriti di dimenticare ed essere felice”
Ma come potevo dimenticare, se solo lei sapesse il dolore che mi porto dentro…
Arrivammo davanti casa, la mia dolce casetta a schiera, con un po’ di verde pallido nel giardino e un recinto che ne delimitava i confini.
M “Che carina! È assolutamente deliziosa, hai anche fatto un piccolo orticello! Arte, sei una ragazza bellissima e di buon cuore”
Aveva un sorriso enorme sul viso, era molto felice di vedere che stavo cambiando in meglio.
A “Si, volevo fare qualcosa di bello, che mi piacesse e mi tenesse occupata, così mi sono data un po’ al giardinaggio”
M “Hai fatto un ottimo lavoro, non vedo l’ora di vedere l’interno della casa”, Marta era così emozionata che mi misi a ridere.
M “Hei, perché ridi di me?” Entrambe scoppiamo in una fragorosa risata.
Aprii la porta invitandola ad entrare. L’atrio era di dimensioni medie, un appendiabiti attaccato al muro e un posto dove lasciare le scarpe. ‘Non mi è mai piaciuto che qualcuno entrasse con le scarpe in casa’ pensai tra me e me, così le diedi un paio di ciabatte.
La accompagnai a fare il tour della casa.
Le pareti bianche, adornate di miei quadri e qualche piccola pianta per dare un tocco in più, la cucina semplice con un piano cottura nero, tre mobili beige e un tavolo nero con sedie abbinate. Il salotto spazioso, due divani beige morbidi in pelle, un tavolino nero centrale e la tv attaccata alla parete. Ai lati due vasi con piante secche e sul muro laterale, senza finestra, un bel caminetto grigio scuro, il quale attendeva con ansia di essere acceso, visto le temperature.
Continuando il giro, le mostrai il piccolo bagno per gli ospiti al piano terra e la zona lavanderia, poi la portai su.
La mia stanza aveva le pareti bianche, tranne quella dove poggiava la testiera del letto che era nera. Nella stanza avevo solo il letto soffice beige, un mobile davanti con la tv, un altro con dei libri e il comodino.
M “Hai una vista bellissima da qui, anche il balcone con un tavolino!”
Non mi è mai piaciuto vantarmi, ma per quel che potevo, ho cercato di trovare una casa adeguata alla mia persona.
Continuammo con le ultime due stanze, il bagno, ove vi era la vasca, e la cabina armadio.
Tornammo sul terrazzo, ci sedemmo e accendemmo una sigaretta.
M “Sono davvero contenta della tua nuova dimora, non è grande ma è molto accogliente e rilassante”
A “Grazia tesoro, sono così felice che tu sia qui”
A “Sai, stavo pensando di fare shopping, avrei bisogno di qualche decorazione natalizia, anche se manca un mese, non voglio arrivare all’ultimo”
M “Per me va benissimo! In effetti anche io vorrei comprare qualche lucetta in più” strizzò l’occhio.
Finimmo la sigaretta e ci avviammo in macchina verso un centro commerciale.
Nonostante fosse ancora novembre, certe persone avevano già iniziato ad addobbare le loro case.
I negozi avevano qualsiasi tipo di decorazione. Ormai, al giorno d’oggi puoi veramente trovare di tutto.
Andammo di negozio in negozio, io avevo il carrello pieno, mentre Marta aveva preso solo due cose di poco conto.
Uscendo da uno di essi, mi scontrai con un uomo alto, in forma, dai capelli corvini e gli occhi ambrati. Era vestito con una camicia e dei pantaloni eleganti, i capelli e la barba in ordine. Beh che dire, somigliava molto ad un mio ex, se non fosse proprio che era lui…
“Ciao Artemisia” ammiccò un sorriso bizzarro “che ci fai da queste parti?”
A “Ciao N-Nathan” balbettai, i suoi occhi intensi scrutavano i miei, facendomi sentire in imbarazzo “scusami tanto, non ti avevo visto”
N “Non c’è problema bellezza”
Presi le mie cose e corsi via con Marta.
Tornammo a casa e mi aiutò a scaricare il tutto in garage.
M “Chi era quel bel fusto? Sembra che vi conosciate” facendo l’occhiolino.
A “Ah nessuno, un mio ex di tanti anni fa…”
M “È davvero un bell’uomo, qualsiasi donna gli sbaverebbe dietro”
Vidi Marta fantasticare con gli occhi innamorati. Schioccai le dita davanti a lei e le passai un dito sul mento.
A “Stai sbavando…”
M “Dai, lasciami sognare ad occhi aperti, penso che sia anche un gran gentiluomo”
A “Beh non saprei, quando mi ha lasciata era davvero uno stronzo”
Marta rise. Finimmo di sistemare le scatole di addobbi in garage ed entrammo in casa.
Volevamo uscire per cena ma il tempo stava diventando brutto, così ordinammo una pizza.
I miei gatti si misero di fianco a noi, chiedendo un po’ del nostro cibo. Nonostante avessero già mangiato, gli diedi un piccolo extra, così presero il premio scodinzolando e andando in salotto a gustarselo.
Erano quasi le 21 e Marta doveva tornare a casa. Non abitava tanto lontana, ma con il temporale imminente era meglio per lei tornare.
La accompagnai alla fermata dell’autobus e mi congedai.
M “Verrò a trovarti presto!”
A “Grazie infinite, della meravigliosa giornata trascorsa”
Ci demmo un abbraccio e poi mi avviai a casa.
Ovviamente, essendo sfortunata e nonostante la fermata distasse solo 5 minuti, iniziò un diluvio.
Corsi in casa e mi precipitai nella vasca, l’acqua era calda, l’odore della candela alla vaniglia e la luce fioca rendevano l’atmosfera gradevole, che quasi presi sonno.
Mi lavai dolcemente e con cura, uscii dalla vasca e mi arrotolai i capelli in un asciugamano e il corpo nell’accappatoio.
Qualche minuto dopo presi ad asciugarmi i capelli, mettermi il pigiama e andare sul divano poiché l’indomani sarebbe stata domenica.