Capitolo 6: ho bisogno di certezze
Viviamo alla costante ricerca della perfezione e quando siamo a tanto così dal raggiungerla, ci rendiamo conto che in realtà non esiste.
In questo istante mi sento così grata alla vita per avermi donato la possibilità di rinascere che non ho il coraggio di chiedere altro.
Però, nel frattempo ho perso l'unica amica, colei che nel peggio dei miei giorni ha pensato di risollevarmi senza esitare e onestamente mi sembra un prezzo troppo alto da pagare.
- Georgia mi dispiace per il mio comportamento poco esemplare, capisco che sei arrabbiata con me, spero tu possa darmi la possibilità di spiegare.
- Qualunque cosa tu ti senta di fare, sappi che sarò al tuo fianco, spero solo che quel tipo non ti faccia soffrire.
Leggo i messaggi che mi ha inviato Michelle e sento una morsa allo stomaco.
Il suo comportamento è stato strano e mi ha infastidita; allo stesso tempo sento però di doverle dare ascolto, sono sicura che aveva buone intenzioni.
《Qualcosa non va?》
David mi guarda accigliato mentre siamo fermi a un semaforo rosso.
《Michelle mi ha mandato dei messaggi di scuse per il suo comportamento 》rispondo facendo spallucce, presa ancora da un lieve risentimento.
《Potrebbe essere una potenziale testimone, dovresti pensarci》dice lasciandomi di sasso.
Dopo la sua infelice entrata in scena, pensavo che David non provasse molta simpatia per lei, invece sembra che stia cercando di convincermi ad accantonare la vicenda.
《Tu dici?》
《Certo, si vede che ti vuole bene!》risponde sorridendo.
Resto in silenzio presa dai miei pensieri.
Nel giro di due giorni ho stravolto completamente la mia vita e mi fa strano pensare di dover organizzare un matrimonio, pensare ai testimoni e quant'altro.
David invece sembra avere le idee molto chiare, pare quasi che stesse architettando tutto da tempo.
Mi volto alla mia sinistra e l'osservo mentre guida: sguardo concentrato sulla strada, un gomito appoggiato allo sportello e la mano ferma con due dita posate sulle labbra, l'altro braccio teso verso il volante.
Anche lui sembra essere assorto da molti pensieri.
Non posso credere che sia piombato nella mia vita per distruggerla, sarebbe una cosa troppo meschina per chiunque.
Il mio cuore mi dice di non pensare, però la testa continua a porgermi domande a cui non so dare nessuna risposta.
David si volta appena verso di me, senza distogliere lo sguardo dal tragitto, accorgendosi che lo stavo fissando.
《Qualcosa non va?》chiede.
In così poco tempo ha posto due volte la stessa domanda, non sembra essere poi così tranquillo.
《Ti ringrazio per avermi difesa, non avrei potuto mai farcela da sola!》dico introducendo un discorso concreto, dopotutto gli devo molto.
Ero in guai molto grossi, senza nemmeno sapere come ci sono finita.
Non avrei mai potuto ingaggiare un buon avvocato e ingenua come sono avrei peggiorato le cose senza nemmeno fiatare.
Non voglio nemmeno immaginare a cosa avrebbe potuto dire mia mamma se avesse saputo tutto quello che mi è capitato.
《Non devi ringraziarmi, farei di tutto per mia moglie!》
Sento un lieve disagio a sentirmi definire così, da che credevo che sarei diventata una zitella incallita, mi sono ritrovata a bruciare le tappe in men che non si dica.
《Non siamo sposati》mi affretto a chiarire.
《Questo è solo uno stupido dettaglio.》risponde posando una mano sulla mia gamba.
Nell'auto cala un opprimente silenzio e mi sento in ansia, depressa, infastidita.
Non sopporto questi repentini sbalzi d'umore; preferivo quasi la mia vita insoddisfatta a questa perfezione improvvisa.
Raggiungiamo il centro della città e il traffico dell'ora di punta ci rallenta lungo la zona commerciale.
Le persone passeggiano spensierate godendosi la vita, perché io non ci riesco?
Cattura la mia attenzione un negozio di abiti da sposa e mi soffermo a guardare con più attenzione le vetrine.
Indossare una nuovola di tulle è il sogno di molte ragazze, ma non so perché io non ho mai creduto che un giorno avrei dovuto scegliere anche io un vestito bianco.
Forse essendo cresciuta solo con mia madre, non ho mai pensato a dover necessariamente creare una famiglia.
I miei ragionamenti si bloccano quando noto una commessa vestire un manichino con una distesa di seta.
Stranamente ho sentito il cuore battere e mi sono immaginata di percorrere una navata con quel vestito dal taglio a trapezio, semplice, abbellito da piccoli punti luce.
Mi è sembrato di vivere un deja-vù sul futuro e ad attendermi ho visto David.
Forse l'universo ha deciso di mandarmi un segnale?
Vorrei credere che sia così.
David parcheggia avanti casa dopo altri dieci minuti di tragitto.
Sento una stanchezza eccessiva e non vedo l'ora di poter raggiungere il mio letto e dormire a sufficienza.
Sto scaricando l'adrenalina accumulata negli ultimi giorni e l'unico modo per tornare in me consiste in una gran dose di riposo.
David sembra troppo silenzioso rispetto al solito.
Non ha fatto battute, non mi ha punzecchiato, semplicemente si chiuso nei meandri della sua mente senza preoccuparsi di risultare distaccato.
Scende dall'auto e dopo avermi accompagnato all'entrate, mi stampa un rapido bacio sulle labbra, pronto ad andare via.
《Dolcezza, ho ricevuto un messaggio da un cliente importante, mi tocca andare in ufficio. Probabilmente ci vorrà molto, ma se dovessi avere bisogno di qualcosa chiamami, va bene?》dice frettolosamente, scendendo i gradini del mio ingresso senza aspettare nemmeno una risposta.
Sinceramente a me sembra che stia mentendo; non l'ho nemmeno visto prendere il telefono per leggere il messaggio e non ha ricevuto telefonate .
Lo guardo di traverso, con gli occhi ridotti a fessura mentre lui sta per aprire lo sportello del suo suv.
《Stammi bene》dico freddamente
affrettandomi a entrare in casa, pronta a maledirmi per essere stata così stupida.
Prima che io potessi chiudere la porta, David mi raggiunge con ampie falcate e con un piede la blocca e irrompe in casa attirandomi a se.
《Georgia, non tenermi il broncio. È una cosa che non sopporto》dice stringendomi così forte da farmi trattenere il fiato.
《Non lo sto facendo infatti, voglio solo andare a dormire e lasciarmi questa giornata alle spalle 》rispondo mentendo, non voglio mostrarmi debole più di quanto non abbia già fatto.
《Sicura?》chiede per scrupolo, sembra avere veramente urgenza di andare via.
《Sicurissima, adesso vai, il tuo impegno ti aspetta!》
Mi guarda interdetto, ma il motivo che lo costringe ad andare via sembra essere veramente importante perché senza farselo ripetere una seconda volta, mi bacia ancora e se ne va senza nemmeno voltarsi.
Chiudendo la porta mi tolgo maldestramente le scarpe, calciandole via dai piedi.
Non sopportavo più quei tacchi alti.
Scalza, raggiungo la mia camera e appena mi stendo sul letto sento il telefono che mi notifica un messaggio.
-Mi manchi già, mi farò perdonare.
Sorrido appena nel vedere che si tratta di David, non riesco a fingermi inerme dinnanzi a questi gesti; comunque decido di non rispondere, non voglio fargli credere di avermi completamente in pugno, mi lascerò desiderare.
Poso il telefono sul comodino e mi addormento in meno di un minuto.
Quando sento il mio telefono suonare insistentemente, mi sveglio di soprassalto, confusa su tutto ciò che mi circonda.
Rispondo cercando di trovare abbastanza lucidità da poter proferire degnamente parola.
《Pronto....》parlo con la voce impastata dal sonno.
《Georgia, stai bene? È da mezz'ora che ti chiamo!》
《Stavo dormendo Michelle, ero esausta, è stata una mattinata assurda》dico stropicciandomi gli occhi.
《Immagino, sapevo che non si ci poteva fidare di lui.》
Mi alzo a sedere sul letto, cercando di recuperare le mie facoltà cognitive.
Comunque non capisco cosa Michelle stia cercando di dirmi.
《Michelle ma di cosa stai parlando?》pretendo spiegazioni.
《Ho visto il tuo amico parlare con il signor Burty》dice in tono confidenziale 《sembravano molto in confidenza.》
Il panico inizia a farsi strada nelle viscere, Michelle mi sta mettendo la pulce nell'orecchio e non voglio darle ascolto.
《Ma si può sapere che diavolo vai a pensare?》sbotto offesa《 David è un avvocato e questa mattina mi ha difesa con i pugni e con i denti, probabilmente se non fosse per lui già mi avrebbero addirittura arrestata.》
Capisco la sua premura nei suoi confronti, ma adesso mi sembra che stia esagerando e stia cercando delle scuse per allontanarmi da David a tutti i costi.
Non è mai stata così ossessiva come lo è in questi giorni.
《Amica mia, mi dispiace dirtelo qualcosa non quadra.》
Mi sto innervosendo di brutto.
《Li ho sentiti parlare di una clausula riguardante il fatto che se Burty dovesse dimostrare che sei complice dei ladri, lui riuscirà a intascare una buona somma dall'assicurazione stipulata, a discapito tuo ovviamente.》
Ma di che diavolo sta parlando? Mi sento male, potrei vomitare da un momento all'altro.
Che ne sarà di me? Non può essere vero.
《Secondo me ha ingaggiato questo David per farti il lavaggio del cervello, per essere sicuro di tenerti a bada. Ecco perché ti sembra così attratto da te, insomma è un figo assurdo, può avere qualunque donna.》
Le parole di Michelle mi feriscono e non riesco a trattenere le lacrime questa volta.
Stavo cominciando a darle ascolto, ma con la sua ultima uscita mi sono ricreduta.
《Sai che ti dico Michelle? Che ultimamente sei proprio stronza nei miei confronti》tiro su col naso e strofino una mano sul viso 《ti reputavo come una sorella e stavo iniziando a pensare che tu stessi solo cercando di essere protettiva, ma invece ho capito che sei solo invidiosa. Non ti va a genio che una volta tanto succeda a me qualcosa di bello? 》Questa è la fine, ho perso il controllo e sto straparlando.
《Georgia calmati, ti stai accendendo per nulla!》dice quasi infastidita, nientedimeno!
《Non dirmi di calmarmi!》urlo ancora più incazzata.
《Non sei razionale, ti stai facendo plagiare da uno sconosciuto. Ti rendi conto che potrebbe essere tutta una farsa?》continua imperterrita con la sua logica complottista.
《Vuoi sapere una cosa? Questa farsa credo che andrà avanti per le lunghe perché in questo momento sto indossando l'anellodi fidanzamento di David! Io mi fido di lui!》
Michelle non dice nulla e io cerco di prendere fiato e poter continuare la mia tiritera.
《Avrei voluto averti come testimone, ma suppongo tu sia la persona sbagliata visto l'impegno che stai mettendo per remarci contro!》
《Georgia aspetta lasciami dire una cosa!》dice Michelle forse in preda a un lieve pentimento.
《Grazie ma hai già detto abbastanza, adesso devo andare a controllare che David non debba recitare in qualche teatro.》
Interrompo la conversazione con sarcasmo e spengo il telefono.
Non voglio più sentire nessuno, sono stanca di essere presa in giro da tutti e soprattutto non so più di chi fidarmi.
Mi sento ferita da chiunque, il mio mondo precario non fa altro che vacillare oramai.
David può essere chiunque, questo è vero, ma le parole di Michelle sono state veramente pesanti verso la mia persona.
Mi alzo dal letto e inizio a camminare convulsamente avanti e dietro.
L'irrequietezza che provo in questo momento mi sta portando a cattivi pensieri, devo cambiare aria, muovermi e distrarre la mia mente.
Mi spoglio dell'abito indossato per il trubunale e indosso una tuta sgualcita e dopo aver legato i capelli in una coda di cavallo, calzo le scarpe da ginnastica seminuove ed esco.
Riproduco la mia playlist nelle orecchie mediante degli auricolari e inizio a correre verso la palestra in cui sono iscritta da mesi.
Percorro circa due isolati prima che il fiatone mi metta al tappeto.
Non sono abituata alla corsa e partire in sfuriata non mi ha portato lontano.
Continuo il tragitto camminando a passo svelto e impiego circa venti minuti a raggiungere la mia destinazione.
Il freddo del mese di ottobre mi irrigidisce appena mi blocco a leggere il cartello al di fuori della struttura.
La sala attrezzi è chiusa per manutenzione, che sfortuna; per una volta che volevo allenarmi!
Ci metto un quarto d'ora ad arrivare, giusto il necessario per riscaldarmi un pò.
Faccio dietro front per tornare a casa e mi fermo quando noto che in un'altra sala sta per iniziare una lezione di yoga.
Dicono che per rilassarsi sia il massimo e vorrei quasi provarci; farei di tutto per spegnere per un po' il mio cervello.
《Presto ragazzina, se vuoi partecipare alla lezione devi darti una mossa, non possiamo mica aspettare te》sento dire alla mia destra.
Mi volto e vedo una donna in tenuta sportiva, che stringe sotto braccio un tappetino arrotolato, guardarmi infastidita.
Suppongo sia l'istruttrice e credo anche che trovi abbastanza ripugnante il mio aspetto sfatto.
《Allora?》chiede ancora una volta, confermando ogni dubbio, guardando la mia persona dall'alto verso il basso e viceversa.
《Non sono quì per la lezione, sto aspettando una persona》rispondo mentendo, giusto per non fare la figura della scema.
《Ah si? E chi è che staresti aspettando?》dice con un mezzo sorriso, scettica sulle mie parole.
In ogni caso non penso proprio che siano affari suoi, sembra così strano che io possa aspettare qualcuno?
Oggi tutti si sentono in diritto di farmi sentire uno schifo.
Alcune delle sue allieve, arroganti come lei, notandoci all'esterno, la raggiungono per rafforzare il concetto.
Prima che potesse aggiungere altro, giro i tacchi rivogendole le spalle, decisa pronta a tornarmene a casa senza dare alcuna spiegazione e mi ritrovo a sbattere contro David.
Deve essere tutto uno scherzo, non è possibile quanto sia assurda questa giornata.
Lo guardo malissimo quando l'istruttrice gli rivolge un sorriso enorme, mettendo in mostra tutti i suoi denti sbiancati a mestiere.
Altre ragazze iniziano a bisbigliare apprezzamenti per il suo fisico e mi sento prendere fuoco.
David sembra spaesato; indossa una tuta nera e un cappelo da baseball.
Da quel che ho capito, deve essere un assiduo frequentatore della palestra, dopotutto il suo corpo ne è la prova.
Se avessi usato il mio abbonamento probabilmente ne avrei avuto estrema certezza ora.
Le oche del corso di yoga continuano a fare le spettatrici di colui chendovrenbe essere ben presto mio marito e i loro commenti ben presto riguardano me e lui e sul perché siamo insieme.
Mi sento derisa, insultata, sminuita.
La mia mente torna a essere tormentata dalle sventure delle ultime ore; mi rimbombano nella testa soprattutto le parole di Michelle e forse
ha ragione lei!
Insomma non è possibile che in così poco tempo quest'uomo si sia perdutamente innamorato di me.
Ma per quale motivo dovrebbe prendersi gioco di me?
Non sono una riccona e ho anche perso il lavoro e inoltre lui mi sta anche aiutando parecchio per la faccenda della rapina e tutte le colpe che mi sono state attribuite, forse vuole realmente plagiarmi?
《Vuoi rispondermi? 》
David mi stava parlando, ma non avevo ascoltato nessuna parola.
《E tu cosa ci fai qui?》chiedo scendendo dalle nuvole.
《Stavo venendo da te, ero preoccupato dal momento che il tuo telefono risultava staccato. Ti ho beccata proprio mentre uscivi.》risponde guardandomi con apprensione.
Che strazio! Questa giornata diventa sempre più assurda.
Sembra che non voglia finire mai.
《Ok. Ciao!》 saluto David freddamente e senza dare spiegazioni mi metto a correre verso casa ad un ritmo sorprendente anche per me.
Non so perché mi sto comportando così, forse sto impazzendo.
Ero convinta che David mi stesse seguendo ma con mia grande sorpresa, quando mi fermo per riprendere fiato, mi accorgo di essere sola, nessuno mi stava alle calcagna.
Per un certo verso ne ero sollevata,ma allo stesso tempo anche un pò infastidita da questa cosa; è proprio vero che noi donne siamo troppo impossibili da accontentare.
Svoltando l'angolo verso l'isolato di casa mia, mi salta all'occhio una Durango nera oramai familiare.
Avvicinandomi con calma, inizio a distinguere una figura maschile appoggiata all'auto: David.
Ha le braccia incrociate sul petto e il viso contrariato.
Strano a dirsi, ma è veramente buffo, sembra un bambino indispettito.
A poco più di un metro di distanza, lo vedo aprire lo sportello dal lato del passeggero e mi ordina di salire.
《Sali!》dice come se fossi il suo cagnolino.
《Sono sudata, ho bisogno di fare una doccia e credo proprio di non voler andare da nessuna parte!》rispondo infastidita.
《Ti ho detto sali, non sfidare ulteriormente la tua sorte, credo che oggi ti sia data un pò troppo alla pazza gioia!》
《Non credo che io debba dar conto a qualcuno, men che meno a te!》dico con l'intento di ferirlo.
Sono arrabbiata con lui, non per un apparente motivo, ma per tutte le supposizioni che mi sono fatta nella testa.
David mi lancia uno sguardo infuriato che quasi mi mette paura, forse avrebbe voluto incenerirmi.
《Sali! Non te lo ripeterò più! Non costringermi a caricarti di peso.》dice avvicinandosi.
Obbedisco intimorita dal tono di voce e dal suo sguardo.
La mia vicina sicuramente avrebbe notato qualcosa di strano se mi avesse caricata in spalla per metterti in auto.
Come minimo avrebbe chiamato la polizia.
Quando ci immettemmo in strada trovo il coraggio di parlare.
《Dove stiamo andando? 》 chiedo tranquillamente, come se non avessi appena cercato di litigare con lui.
Purtroppo la mia domanda rimane senza alcuna risposta fin quando non intuisco, vedendo il tragitto percorso, che stiamo raggiungendo casa sua.
Mi fa scendere dall'auto non appena fermi e prendendomi per mano, mi trascina alla porta.
L'ingresso da direttamente su un soggiorno piccolo ed essenziale.
Sulla sinistra un muro di compensato nasconde una piccola cucina con penisola e sgabelli.
Andando verso destra invece, c'è un lungo corridoio costeggiato da porte.
David mi apre la prima e mi fa entrare in una camera da letto.
Questa casa mi piace molto ed è decisamente enorme a differenza della mia.
È evidente che appartiene ad un uomo, ma per me è ancora più ovvio che appartiene a David.
Nell'aria aleggia ancora il suo profumo, che solo ora mi sono accorta di aver imparato cosi rapidamente a riconoscere.
《Volevi fare la doccia? Il bagno è lì》 dice David indicandomi con un cenno una porta accanto all'armadio.
Non oso muovermi.
Diciamo che di tutta la collera accumulata in giornata, una buona parte l'avevo fatta evaporare correndo verso casa e ora mi ritrovo nella fase di pentimento.
Mi sento in colpa per aver litigato con Michelle e per aver trattato così male David.
Oramai sono grande, le cose devo risolverle parlando, non posso sempre scappare o chiudermi in me stessa.
《Ho spento il telefono e sono scappata da tutto perché in quel momento mi sembrava la cosa più giusta da fare》ammetto sperando di non peggiorare la situazione.
David si immobilizza e mi ascolta con attenzione.
《La giornata non è iniziata per il meglio, sono stanca e sotto pressione.》dico guardandolo.
《Nel momento in cui inizio a pensare che non sono sola e che tutto si può risolvere, vengo avvisata che tu, che mi avevi detto che avevi degli impegni di lavoro, in realtà stavi parlando in modo confidenziale con il signor Burty. 》
Noto che David si irrigidisce e contrae la mascella.
《Ora, ci terrei a precisare che tu hai voluto prendere un impegno con me a tutti i costi e non fraintendermi,sono contenta d'aver accettato, ma pretendo qualche spiegazione in più》continuo e vedo che dopo queste parole si rilassa.
《Ho litigato con la mia migliore amica perché insinuava che tu eri d'accordo col signor Burty per farmi una specie di lavaggio del cervello》racconto ripensando alla conversazione con Michelle 《le ho detto che si sbagliava e che mi fido di te, le ho anche dato della stronza. Ora però vorrei non pentirmi di quelle parole》cocludo amaramente.
《Davvero le hai detto che ti fidi di me?》chiede ignorando tutto il resto del mio discorso
《 Si, ma ora non ne sono più tanto sicura》ammetto ripensando ai miei dubbi.
《Dimmi chi aspettavi in palestra e io ti racconterò tutto del signor Burty》chiede patteggiando.
《Non stavo aspettando nessuno David》esclamo 《 Ho trovato la sala attrezzi chiusa e stavo valutando di partecipare alla lezione di yoga, ma l'istruttrice mi ha fatta sentire inadeguata e le ho detto che stavo aspettando una persona piuttosto che darle la soddisfazione di partecipare. Lo so che è un ragionamento stupido e probabilmente non ci crederai, ma è la verità》
David si avvicina, il suo sguardo si è addolcito rispetto a prima e le sue labbra sono leggermente incurvate in un sorriso.
Inzia a spogliarmi, spingendomi verso il bagno, come se nulla fosse successo.
《Certo che ti credo, ho visto tutta la scena, ma sappi che non avrei dubitato ugualmente della tua parola.》
Non ci posso credere, mi ha tirato un tranello!
《Allora che me lo chiedi a fare? Sono io quella che ha bisogno di chiarimenti!》
David mi intrappola tra la parete della doccia e il suo corpo.
《Non ho voglia di parlare ora!》dice spogliandomi del tutto.
Provo a ribattere, ma mi spinge sotto il getto d'acqua 《avevi detto di voler fare una doccia!》dice fingendosi innocente.
La conversazione è rimandata a quanto pare.