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Capitolo 5: mi fido di te

Si dice che la mattina ha l'oro in bocca; non per me, ecco perché ho una situazione economica mediocre.

Sento una musica il lontananza, probabilmente sarà la radiosveglia, nascosta in qualche punto della casa, che tenta di avvisarmi di alzare il culo e andare a lavorare.

Quest'oggi però, la lascerò suonare e me me starò ancora al caldo nel mio letto, tanto sono disoccupata.

《Georgia? Ti sta squillando il telefono!》sento dire al mio fianco, pensando a quanto sia fastodiosa quella suoneria.

《Mh.. altri cinque minuti》

Mugugno parole insensate, ho troppo sonno e voglio solo dormire.

La temperatura sotto le coperte è delle migliori, la luce del giorno è ancora fioca e il rilassamento è al massimo.

Tutto sembra dirmi di continuare a dormire ancora un po', di prendermi tutto il tempo di cui ho bisogno.

《Georgia svegliati, qualcuno ti sta telefonando! 》

Tutto tranne David, che continua a dirmi di rispondere.

Lo guardo malamente e assonnata, chissà da quanto tempo è in piedi visto che ha un asciugamano in vita e deve aver fatto da poco una doccia.

Mi infastidiscono le persone mattiniere, hanno sempre troppa energia.

《Pronto? 》rispondo con la voce ancora impastata dal sonno.

《Buongiorno, mi scuso per averla disturbata di prima mattina, sono Joshua Xavier, chiamo dal tribunale. Parlo con la signorina

Georgia Margaret Tanning? 》

Immediatamente mi passa la sonnolenza nel sentire una presentazione così formale.

《Ehmm.. si.. sono io》rispondo mentre mi stropiccio gli occhi.

Una strana inquietudine inizia ad impiantarsi all'altezza dello stomaco, tutti i nervi diventano un fascio di tensione.

《Bene, volevo dirle che è convocata con urgenza per le dieci di questa mattina per un'udienza riguardo alla rapina di lunedì. È pregata di presentarsi o di delegare quantomeno il suo difensore. Arrivederci》

《Ar..rivederci?》dico perplessa; neanche il tempo di rispondere con un saluto mi è stato dato.

Che diavolo sta succedendo alla mia vita? Sembra tutto un limbo di guai.

《Va tutto bene?》chiede David attento.

Direi che va tutto male, ma questo pensiero lo tengo per me.

Non riesco ad articolare una sola parola, me ne sto con ancora il telefono poggiato all'orecchio e con lo sguardo fisso in un punto impreciso che nemmeno metto a fuoco.

《Hey? Mi rispondi?》

David viene a sedersi sul letto accanto a me, cercando di riportare la mia concentrazione sul presente.

《 Era un certo Xavier, mi vuole in tribunale entro le dieci. Sono nei guai!》

Il sonno mi ha abbandonata tremendamente male, lasciandomi in agitazione per una questione che doveva trattarmi come parte lesa.

Vorrei reagire nel migliore dei modi, ma ciò che mi riesce bene è solo piangermi addosso.

《Perché dovresti essere nei guai?》

David affronta tutto sottogamba invece, sempre sicuro che le cose possano risolversi facilmente.

Gli ho parlato ieri dei miei problemi e ancora non sembra capire la gravità della situazione.

《Michelle mi aveva avvisata, dovevo darle ascolto. Sapevo che mi avrebbero denunciata, ma comunque non avrei potuto farci niente.》piagnucolo pensando a cosa fare.

《Georgia, puoi essere denunciata soltanto se dovesse essere dimostrato che tu eri complice dei ladri》dice David con dolcezza.

《Si ma io.. 》

《Niente ma.. sei stata minacciata con una pistola, dovresti avere tu un risarcimento.》continua convinto di saperla lunga su queste situazioni.

Per lui sembra essere semplice la questione, perché giustamente se la legge dovesse fare il suo corso come si deve, io sarei sicuramente assolta.

Peccato che il signor Burty sa essere molto convincente grazie al denaro che possiede e io potrei finire alla gogna senza che nessuno ci faccia caso.

《Già! Come no!》rispondo scoraggiata.

《Ti accompagno in tribunale! Non devi preoccuparti di nulla!》

《Che intendi fare David?》

Se dovesse dirmi ancora una volta di stare tranquilla, giuro che lo prendo a schiaffi.

《Devi stare solo tranquilla ho detto!》

Come volevasi dimostrare...

《Non dirmi di stare tranquilla perché al momento mi viene impossibile. Per te sembra tutto così semplice, ma non lo è!》sbotto alzandomi dal letto.

《È semplicissimo invece!》

Ostenta sicurezza da tutti i pori, non ascolta ragioni e pretende così di aiutarmi.

《Mi arrendo, vado a fare una doccia》

Mi dirigo in bagno con l'andatura di uno zombie e mi sporgo all'interno della doccia per azionare il getto d'acqua in attesa che raggiunga la temperatura giusta.

Mi guardo allo specchio finché non vedo il vetro appannarsi e solo allora entro nella cabina doccia.

A contatto con il getto mi sento rinvigorire all'istante, il calore dell'acqua mi massaggia dolcemente i muscoli intorpiditi.

Il bagnoschiuma al mango sprigiona un profumo forte a mano a mano che si forma la schiuma, donandomi un sensazione di morbidezza sulla pelle.

È incredibile delle volte quanto basti poco per sentirsi meglio.

Prendo lo shampoo e inizio a frizionarlo sui capelli, poi risciacquo e metto un pò di balsamo, almeno avrò una chioma morbida, si spera.

Lo massaggio per bene su tutta la lunghezza dei capelli e lo lascio agire per qualche minuto, proprio come sta scritto sulle indicazioni di utilizzo.

Mentre sto per risciacquare, David si intrufola dietro di me, nella mia minuscola doccia.

《Hey,ma che fai? 》protesto immediatamente.

Le sue intenzioni sono più che chiare, ma il mio umore adesso potrebbe farmi scattare in una crisi isterica.

《Ho bisogno anch'io di una doccia》dice sorridendo sornione.

《Smettila David, l'hai fatta all'incirca mezz'ora fa!》

《Naaaa.. non è la stessa cosa, così è più divertente》dice stringendomi.

《Divertente? Siamo praticamente inscatolati come due sardine!》obietto risentita.

《Ed è proprio questo il bello. Dai lascia che ti aiuti ad insaponarti》dice iniziando a palpare un po' ovunque.

《No faccio da me》dico medico bloccandolo.

《Mmmm.. si fammi vedere come ti tocchi》dice.

Ho sentito bene? Purtroppo temo proprio di si.

Non ha proprio pudore questo ragazzo, si è svegliato più pervertito di ieri.

《Pervertito》dico realmente scioccata.

《Dai.. non dirmi che non lo fai?》punzecchia superando il limite. Proprio non capisce che non sono dell'umore.

Sarà meglio ignorarlo totalmente.

Mi lavo via dai capelli il balsamo, mi sciacquo per bene ed esco dalla doccia in meno di due minuti, udendo le fastidiose risate di David.

Il mio momento di relax è durato troppo poco.

Elimino l'acqua in eccesso dai miei capelli, tamponandoli con un asciugamani.

《Tesoro..sappi che con me perderai presto quest'innocenza che fingi di avere》dice pulendo il vetro della doccia dalla condensa, in modo da potermi osservare.

Alzo gli occhi al cielo esasperata.

I suoi modi di fare sono veramente eccessivi e fastidiosi e mi ritrovo ad accendere l'asciugacapelli per non sentirlo.

Abbasso la testa in avanti e lascio che il getto d'aria calda mi dia un pò di volume ai capelli.

Sento David brontolare qualcosa, probabilmente sulla mia posizione attuale che mi costringere a sporgere il fondoschiena, ma per fortuna ho imparato presto ad ignorarlo,proprio come si fa con i bambini.

Il problema è che a quanto pare sa essere molto insistente, perché inizia darmi dei colpetti sul sedere poi sulla schiena e poi sulle spalle, sta cercando proprio di attirare la mia attenzione, ma non gliela darò vinta.

Quando rialzo la testa, guardandomi allo specchio, intercetto il suo sguardo e noto immediatamente che è impegnato in una telefonata, ma sta usando il mio telefono.

Spengo l'asciugacapelli e mi volto verso di lui per capire che sta combinando.

《Ma certo signora, mi prenderò sempre cura di sua figlia》dice facendo poi una linguaccia.

Dio ti prego, dimmi perché mi fai tutto questo?

《Oh, ma davvero posso chiamarla mamma? Non immagina che grande onore sia per me》

Oh merda! Fantastico! Sta parlando con mia mamma. Poteva iniziare peggio di così questa giornata?

《David, dammi il telefono》 gli sussurro allungando una mano, ma lui con un enorme sorriso in viso, mi ignora vittorioso.

《Allora MAMMA》

Enfatizza sull'ultima parola, solo per farmi incazzare di brutto.

Che bastardo!

Mi ci butto addosso, cercando di recuperare il telefono, ma lui è troppo forte e grosso rispetto a me e quindi non lo smuovo di un millimetro e inoltre riesce anche a strapparmi il telo di spugna da dosso, mettendomi a nudo sotto al suo sguardo compiaciuto.

《Georgia!! Metti le mani a posto, insomma, sono a telefono con tua madre, non mi sembra proprio il caso》

Sgrano gli occhi per lo shock.

Non può aver detto veramente una cosa del genere, mentre parla con mia mamma.

《Scusami MAMMA, ma Georgia certe volte è proprio insaziabile. Ora te la passo, spero di risentirti presto, mi farebbe piacere che ci dessi una mano con l'organizzazione del matrimonio. A presto!》

David mi lascia il telefono e mi stampa un bacio sulle labbra per poi allontanarsi tutto soddisfatto e in mutande, verso la cucina.

Sono tentata di staccare la telefonata con mia madre per corrergli dietro e prenderlo a schiaffi, ma devo cercare di recuperare il recuperabile.

《Mamma?》chiedo titubante.

《Georgia Margaret! 》

Sono nei guai! È evidente! Usa entrambi i miei nomi solo quando mi spetta una lavata di capo.

《Mamma lasciami spiegare, non è come può sembrarti credimi. È tutto un grosso malinteso》dico arrampicandomi sugli specchi.

《 Georgia, non osare prendermi in giro ulteriormente, ti ricordo che ho giusto qualche anno più di te e ad esperienza non mi freghi. Non mi stupisce il fatto che passi la notte con un uomo, insomma, so che non sei più una bambina, già da molto tempo, sono una madre moderna io..ma non ti perdonerò mai per non avermi detto che stai per sposarti, come hai potuto tenermi nascosto una simile notizia? Dimmi un pò, cosa ho fatto di male? Sono stata così terribile come madre? 》

Già me la immagino con il labbro sporgente tremante, mentre si sventola una mano in viso e un'altra la batte in petto mentre simila un imminente svenimento.

《Ma no mamma, cosa vai a pensare? È che è successo tutto così in fretta e inaspettatamente che io non...》

《Non sarai mica incinta? Sono moderna e lo sai, ma un bambino concepito al di fuori del matrimonio non posso accettarlo》

Che incoerenza!

《No mamma, non sono incinta. Se solo mi lasciassi parlare senza interrompermi sempre...》

《Sei innamorata Georgia? 》chiede continuando a ignorarmi.

Bella domanda! Sono realmente innamorata di quel tipo che mi ha costretta ad avere questa strana conversazione con mia madre?

Temo proprio di si.

Ieri non ne avevo la certezza assoluta, ma ora, devo ammetterlo con me stessa.

《Si mamma》

《Si cosa Georgia? Ho paura che tu non mi stia ascoltando.》

《Si mamma! Sono innamorata! Amo David》ammetto ad alta voce.

《Allora sono contenta per te, non mi importa nient'altro, ciò che ho a cuore è la tua felicità. Ma non tenermi più all'oscuro di queste cose》aggiunge.

《Va bene mamma,te lo prometto》

《Ti voglio bene Georgia, tienimi aggiornata sul da farsi per le nozze. Spero mi farai conoscere presto questo giovanotto fortunato!》

《Va bene mamma, ti chiamo presto. Ti voglio bene anch'io. Buona giornata》

Chiudo la telefonata.

Mi sono commossa, la mia mamma è la migliore, anche se alcune volte è un pò troppo iper protettiva e invadente, ma è normale che lo sia.

Mi ha cresciuta da sola da quando avevo dieci anni, dopo che mio padre è misteriosamente scomparso, sono tutto per lei.

Indosso l'intimo in camera e ritorno in bagno, ma mi sento tirare per un braccio e quando mi volto mi trovo a pochi centimetri dal viso di David.

《Ti amo anch'io dolcezza.》

Capisco subito che ha origliato la conversazione con mia madre.

David si affretta a baciarmi prima che io possa sfuggirgli, ma gli pianto immediatamente i denti nel suo labbro inferiore.

Non mi lascerò addolcire dalle sue belle dichiarazioni.

《Sono tremendamente in collera con te, stammi lontano.》

Ritorno sui miei passi e torno in bagno per piastrare un pò i capelli e mettere un pò di trucco.

David viene alle mie spalle e mi abbraccia da dietro, posando le sue labbra sulla mia spalla nuda.

Nel frattempo, con la piastra in mano, lo ammonisco 《ti ho detto di starmi lontano,considerami armata.》

Poggia il viso tra la mia spalla e il collo e mi sussurra le sue scuse.

《Perdonami, ho esagerato》

Lasciandomi un bacio innocente si allontana, capendo finalmente che ho bisogno dei miei spazi.

Mi sento quasi in colpa per avergli dato un morso.

Sono sempre stata così, non mi ha mai soddisfatta la vendetta, anzi, mi ha sempre fatta sentire in colpa e inoltre non sono mai stata costante con la rabbia, mi evapora immediatamente al primo segno di pentimento.

Mi viene da sorridere a pensare agli ultimi avvenimenti; David è entrato nella mia vita con la forza di un uragano.

Dopo una decina di minuti, sono pronta per andare alla mia condanna a morte.

Ho lisciato per bene i capelli e ho steso un velo di cipria sul viso.

Una sottile linea di matita nera evidenzia il contorno dei miei occhi e un pò di mascara dona alle mie ciglia un aspetto più folto e definito.

Infine ho passato sulle labbra un rossetto quasi color mogano, molto simile alla tonalità dei miei capelli.

Non avevo mai usato questi colori, credevo fossero troppo pesanti per me, invece mi mette in risalto il verde/castano dei miei occhi.

Come abbigliamento invece ho deciso di indossare un tubino nero con décolleté rosse, dalla reazione di David, intuisco che non sono niente male.

Ho guadagnato almeno dieci punti in autostima questa mattina.

Mi sento così desiderata.

Adesso però basta, sarà meglio che io scenda dalle nuvole è tempo di andare in tribunale.

Uscento di casa noto immediatamente un familiare suv nero.

David mi apre la portiera del passeggero e gira intorno all'auto per prendere il posto di guida.

Ci immettiamo nel traffico caotico di Manatthan e spero di arrivare puntuale, il traffico è all'ordine del giorno in questa città, specialmente a quest'ora di punta.

《Dove stai andando? Dovevi svoltare a destra per il tribunale》rimprovero immediatamente il mio caro accompagnatore quando lo vedo sbagliare strada.

《Facciamo una piccola sosta a casa mia, devo cambiarmi, non posso presentarmi così. Farò presto non preoccuparti, non abito molto lontano.》

Arriviamo avanti a una specie di residence e ci fermiamo in un parcheggio privato.

Il pensiero che siamo sempre stati così vicini e non ci siamo mai incontrati prima, mi rende un po' malinconica.

Se solo avessi saputo prima della sua esistenza, probabilmente non avrei sprecato anni della mia vita con gli appuntamenti al buio.

Ma forse è stato meglio così, si vede che ancora non era giunto il nostro momento.

《Torno subito!》dice scendendo dall'auto e io annuisco.

Dopo neanche cinque minuti, devo chiudermi la bocca manualmente per evitare di risultare stupida e sbavare, mentre lo intravedo dallo specchio retrovisore, avvicinarsi.

Indossa un completo spezzato, composto da un pantalone blu notte e una giacca grigia con delle toppe sui gomiti dello stesso blu dei pantaloni.

Sotto alla giacca, indossa una camicia bianca,perfettamente stirata.

Al collo ha una cravatta slegata blu.

È veramente elegante e sexy.

Entra in auto e la sua colonia mi invade prepotentemente le narici, mandandomi in estasi.

《Potresti aiutarmi con la cravatta? chiede facendomi capire che non sa annodarla.

Annuisco e procedo.

Sento i suoi occhi su di me e non capisco perché il mio cuore batta così forte ora.

Raggiungiamo il tribunale in anticipo rispetto all'orario dell'appuntamento e

quando scendo dall'auto, afferro la mano di David, come se mi stessi aggrappando a una salda roccia e lui mi guarda e mi rassicura stringendola a sua volta.

Entriamo e una serie di donne, eleganti e di classe, ci fanno passare di sala in sala fino a lasciarci accomodare in un'aula enorme.

Mi viene da vomitare, sono troppo nervosa e questa puzza di legno e di cera che vibra nell'aria non aiuta affatto.

Sento aprire una porta e dopo vedo entrare un tipo alto e robusto con degli strani baffi.

《Buongiorno, suppongo che lei sia la signorina Tanning, piacere! Avvocato Xavier, ci siamo sentiti questa mattina al telefono. Sono anche un amico fidato del signor Burty e tengo molto a cuore la questione di lunedì. Mi sono permesso di convocarla qui con urgenza perché la questione è al quanto delicata e la sua posizione è abbastanza aggravata.》

Gli stringo cordialmente la mano senza dire una parola, anche perché sta continuando a blaterare senza dare tempo di ribattere.

David percepisce il mio terrore e mi fa l'occhiolino.

Due secondi dopo porge la mano a Xavier e si presenta interrompendolo.

《Buongiorno avvocato Xavier, sono David Martin Sanchez, sono il legale della signorina Tanning. Mi occuperò io di ogni pratica, le annuncio che la mia assistita è molto in collera per il trattamento ingiusto che le è stato riservato dal suo datore di lavoro ed è per questo che preferisce non proferire parola con lei.

Spero vivamente che lei non ci abbia convocati qui per qualche stupida denuncia nei confronti della mia assistita, perché altrimenti mi vedrò costretto a chiedere appello a forze superiori, quali il giudice Blanche oppure il giudice Maystorm oppure il giudice Hogan, giusto per citarne un paio.》

Il volto di Xavier diventa paonazzo proprio come il mio.

Non riesco a credere che David sia sul serio un avvocato e a quanto pare ha anche dei buoni agganci.

《Avvocato Sanchez, le sue parole mi suonano come minacce o sbaglio? 》

《Oh buon Dio, di cosa sta parlando?》

chiede fingendosi ingenuo.

《Avvocato Xavier vorrei farle notare che di solito si sente minacciato chi ha qualcosa da nascondere e chi è in torto su qualcosa. Sta alla sua coscienza giudicare i fatti.》

Xavier è a corto persino di saliva, ci mette un pò a formare una frase.

《Du..du..dunque. . Torniamo a noi. Signorina Tanning, le stavo dicendo che la sua posizione è abbastanza aggravata》dice rivolgendosi ancora verso di me.

《Mi perdoni per l'interruzione Xavier, ma temo di non essere stato chiaro in qualcosa. Io sono il legale della signorina, quindi parli con me.》interviene David con fermezza 《ah, inoltre le consiglio di revisionare il modo di porsi, le faccio notare che la situazione è più che grave per il signor Burty. Mi basterebbe un cenno da parte della signorina qui presente e il suo amico si ritroverebbe in una situazione non solo grave, ma anche critica》

《Avvocato Sanchez, vuole dirmi anche ora che non mi sta minacciando? 》

I toni iniziano a scaldarsi.

《Esattamente! Se lei fosse più astuto, prenderebbe le mie parole come una scialuppa di salvataggio.

Invece ha la sfrontatezza di ribadire e di aggredire questa donna pensando che sia indifesa.

Se lei dovesse avere intenzione di continuare lo stesso discorso, non perda altro tempo. Ne riparleremo in sede ufficiale d'innanzi ad un corte suprema.》

Xavier stringe i denti e i pugni, sposta lo sguardo da me a David con rapidità.

《Sanchez, lei mi sembra fin troppo sicuro di se. Crede che solo lei abbia delle conoscenze ai piani alti?》dice provando a tenergli testa.

《Assolutamente no, avrà anche lei i suoi buoni agganci, ma ha il coltello girato dalla parte sbagliata. Ci pensi bene. Ne va anche della sua carriera.

Comunque non ci sono più argomenti di discussione per quanto mi riguarda. Rifletta bene sul da farsi, ci aggiorneremo sicuramente. Arrivederci.》

In un attimo giriamo i tacchi e andiamo via e io sono senza parole.

Usciamo dal tribunale e non faccio altro che guardare David, poi finalmente riesco a dire qualcosa 《credevo che scherzassi quando mi hai detto che sei più o meno un avvocato. Potevi parlarmi chiaramente! 》dico esterrefatta.

《Oh no! Mi sarei perso la tua espressione orgogliosa di questo momento》ribadisce felice.

《Credi di poterti fidare di me ora?》chiede 《come vedi la questione si riduce soltanto a un giro di parole e io non mi lascio zittire facilmente!》dice pavoneggiandosi.

Adesso capisco tante cose e il dubbio che possa nadcondermi qualcosa prende un significato diverso.

Ha parlato di segreto professionale e suppongo sia giusto mantenere le distanze tra vita privata e lavorativa.

《Dunque?》chiede ancora《Ti fidi di me?》

Gli sorrido e annuisco gioiosa.

《Si David, mi fido di te!》

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