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Ho sposato un gangster?

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Marlene Moon
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Riepilogo

Un semplice battito cardiaco è in grado di cambiarti la vita per sempre, nel bene e nel male; questo è ciò che accade quando due persone sono destinate a stare insieme. Georgia non immaginava di ritrovarsi a due passi dal suo vero amore, David. Dal loro primo incontro, le loro vite si sono intrecciate in un modo indissolubile, proseguendo il loro cammino sempre stretti mano nella mano. Purtroppo però, nulla è come sembra e ben presto la verità metterà a dura prova la loro relazione. Chi ha sposato realmente la giovane Georgia e cosa ne sarà di lei?

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Prologo

Non è semplice cedere all'amore, almeno non per me. Ho capito troppo in fretta e sin da piccolo che il mondo si sta ricoprendo, sempre di più e giorno dopo giorno, di un enorme strato di crudeltà che non mi permette di vivere serenamente. Le sofferenze che ho subito in passato mi hanno segnato nel profondo dell'anima e solo grazie a uno scopo ben preciso sono riuscito a rialzarmi e diventare quello che sono. È da tempo che nutro una profonda e viscerale sete di vendetta e finalmente sono a tanto così dal toccare con mano la mia agognata giustizia.

"Niente e nessuno sarà in grado di distogliermi dal mio obiettivo," queste furono le famose e ultime parole pronunciate dal sottoscritto, prima di essere smentite dalla visione di un completo e adorabile disastro.

《Forza ragazzo! È tempo di brindare!》 esclama il mio superiore mentre riempie il suo bicchiere di birra. Il locale è un vecchio pub con luci soffuse e pareti ricoperte di fotografie sbiadite e cimeli di guerra. L'odore di legno antico e birra stantia permea l'aria, creando un'atmosfera densa e carica di storia.

Tutti esultano in mio nome, come se fossi una specie di eroe di guerra, un mito leggendario da osannare fino alla morte. Nelle mie orecchie, le voci risuonano come un brusio ovattato e il tempo sembra che stia scorrendo al rallentatore fino a quasi fermarsi. Nella mente riesco a scandire le parole di una canzone "can't get you off my mind", mentre risuona tramite filodiffusione nel locale. Le note malinconiche sembrano amplificare il mio tormento interiore, come se la musica stessa si stesse prendendo gioco di me.

Non riesco a toglierti dalla mia testa, ripete il ritornello, e io non riesco a toglierle nemmeno gli occhi di dosso. Eppure, so che continuare a guardarla mi porterà alla rovina. Da quando ha messo piede nel locale, ho studiato tutti i suoi lineamenti con attenzione. I suoi capelli rossi cadono in morbide onde sulle spalle, e i suoi occhi, di un verde intenso, sembrano riflettere ogni emozione che prova. Deve aver avuto una giornata tremenda, perché continua a farsi riempire il bicchiere con qualche super alcolico e nel frattempo parla animatamente, agitando le mani. Le risate e le chiacchiere degli altri avventori si mescolano con il tintinnio dei bicchieri e il suono della musica di sottofondo.

Sono sempre stato scettico sui colpi di fulmine, ho sempre pensato che fossero storielle da settimanale per adolescenti, eppure io mi sento proprio colpito da una saetta, puntata dritta al petto. Il mio cuore batte all'impazzata ogni volta che i nostri sguardi rischiano di incrociarsi, e un misto di eccitazione e paura mi attraversa. Se non dovessi provare nemmeno a parlarle, ne morirei. L'impaccio e la timidezza non mi sono mai appartenuti, ma questa sera non faccio altro che tentennare e rendermi ridicolo. Mi sento un fottuto idiota.

Le passo accanto casualmente, sperando che i suoi occhi riescano a incastrarsi con i miei, ma il mio piano fallisce miseramente e me ne torno al mio posto sconfortato. Il mio cuore batte all'impazzata, e il sapore amaro della birra sembra accentuare il mio senso di sconfitta. Ogni volta che la guardo, sento un nodo allo stomaco e un calore che mi sale al viso. È come se il tempo si fermasse e tutto il resto scomparisse, lasciandomi solo con il desiderio di conoscerla.

《Cosa c'è ragazzo? Sembra che tu sia stato folgorato!》dice il mio superiore, un uomo robusto con una barba grigia, abbozzando un sorriso malizioso. La sua voce profonda risuona come un tuono nella sala affollata.

《Se questo dovesse essere l'effetto di una folgorazione, allora sono morto e finito in paradiso》rispondo, senza perdere di vista quella giovane dalla chioma rossiccia che sorseggia il suo drink al bancone. Il suo profumo dolce e floreale mi raggiunge, facendomi girare la testa.

Il mio capo segue il mio sguardo e ride beffardo, dandomi una pacca sulla spalla che mi fa quasi rovesciare il bicchiere. Scuote la testa e riempie nuovamente il mio bicchiere con un liquido ambrato che scintilla sotto le luci soffuse del bar.

《È più grave di quel che pensassi. Sarà meglio berci su.》

Grave dice? Non ho fatto nulla, cosa potrebbe mai succedere? Il mio cuore batte all'impazzata e le mani sudano leggermente. Non riesco nemmeno a porgerle un semplice saluto, penso tra me, mentre il mio sguardo rimane incollato a lei, sperando che si accorga della mia presenza.

《Figliolo, ogni lasciata è persa. Devi ridimensionare un po' le tue priorità! D'accordo che vuoi la tua vendetta, ma attento a non avere rimpianti》continua il mio superiore, come se stesse rispondendo ai miei pensieri. La sua voce è un ruggito sommesso, carico di saggezza e preoccupazione.

Sospiro, guardandola ancora. Il suo riso cristallino risuona nella sala, senza alcun motivo apparente, come una melodia che mi attira e mi tormenta allo stesso tempo. Parla in confidenza col barista, il suo fare civettuolo mi infastidisce, come un pungiglione invisibile.

《Buttati David! Almeno potrai dire di averci provato!》esclama il mio capo, cercando d'incoraggiarmi. Ma temo che lui non abbia ancora capito che la mia determinazione non può tentennare, non dopo tutti i sacrifici che mi hanno portato fin qui.

《E cosa dovrei fare? Non posso permettermi un corteggiamento, lo sa bene! Potrei diventare il suo peggiore incubo!》rispondo con amarezza, sentendo un nodo stringersi nel petto. Pronunciare queste parole mi crea un enorme disagio, come se stessi tradendo me stesso.

《Il fatto che tu ti stia preoccupando per lei, senza nemmeno conoscerla, dimostra che per te conta già più di ogni altra cosa!》ribatte il mio superiore, con un tono che non ammette repliche.

《No! Si sbaglia!》rispondo scettico, ma la mia voce tradisce un'ombra di dubbio.

《Allora come non detto! Continuiamo i festeggiamenti!》conclude il mio superiore, fissandomi di sottecchi, con un sorriso enigmatico.

Mi impongo di non guardarla, prima o poi andrà via e io potrò concentrarmi nuovamente sui miei obiettivi. Cerco di lasciarmi coinvolgere dai discorsi dei miei compagni, ma il rumore di un bicchiere che si frantuma mi riporta nuovamente a posare gli occhi su di lei.

《Sssssssccccccheat? Seat, per fa..fa..favore! Tirami un altro drink prego... Grazie. … auguriiiiiii》balbetta, ubriaca persa, rivolgendosi al barista. La sua voce è un miscuglio di allegria e disperazione, che mi colpisce come un pugno allo stomaco.

Ingurgito a pieni sorsi tutto lo scotch che ho tra le mani, lasciando tintinnare i cubetti di ghiaccio tra di loro e contro il vetro del bicchiere vuoto. Il liquido brucia mentre scende, ma non riesce a spegnere il fuoco che mi divora dentro.

Avrei bisogno di fumare una sigaretta, ma la tenacia che l'alcol mi sta donando ora, sfumerebbe a ogni tiro.

Le mie gambe mi portano ancora da lei, senza lasciarmi nemmeno il tempo di rendermene conto.

《No! Ti prego non farlo David!》

Una voce lontana mi blocca per un solo istante e mi porta a pensare a quali conseguenze andrei incontro se non dovessi decidermi di battere in ritirata.

Potrei rovinarle la vita…

Ma ahimé, sono già troppo vicino al suo calore e i miei neuroni sono andati a farsi fottere.

Il suo profumo mi manda il tilt, i suoi occhi verdi ed ebbri mi sciolgono, le sue labbra carnose e rosee mi accendono; mi ha incantato.

《D'ora in poi ci penso io a lei!》dico con fare possessivo.

Guardo severo il barista, sperando di riuscire a controllare il mio impeto violento.

Ho osservato anche lui per tutta la sera e i suoi sguardi non mi sono piaciuti per niente, le sue intenzioni erano piuttosto evidenti.

《Non credo proprio che tu possa avere pretese su di lei!》dice spavaldo, guardandomi dall'alto verso il basso.

《Non credo che tu voglia avere problemi con me e farti riempire la faccia di pugni》rispondo con fare minaccioso, i miei occhi che non battono ciglio.

Come volevasi dimostrare, il ragazzo decide codardamente di continuare a fare il suo lavoro con la mascella intatta e con tutti i denti in bocca.

Gli darei volentieri una lezione, dopo che l'ho visto servire alcolici a una povera anima indifesa, solo per potervi mettere le mani addosso come un viscido verme.

Pago il conto senza nemmeno chiedere a quanto ammonta, ho passato la serata a controllarla e a occhio e croce, quel bastardo ha ricevuto del denaro più del dovuto.

Adesso cosa ci faccio con te?

La mia domanda inespressa rimane ferma nei miei pensieri, mentre osservo la sua pelle bianca colorarsi di un leggero rosso porpora sulle gote.

《Il principe azzurroooooo…》urla con eccentrico stupore.

Mi guarda ammaliata per un attimo, per poi perdere i sensi tra le mie braccia. Mi vede come un principe e nessuna figura retorica potrebbe essere più sbagliata per me.

《Io ti amo!》

Pronuncia queste poche parole biascicando, in preda agli effetti di tutto l'acol che ha ingurgitato, mentre delicatamente la stendo sul sedile della mia auto.

Non posso evitare di sorridere.

《Dimmi un po' principessa, ricordi dove vivi?》chiedo mentre aziono il motore dell'auto, scrutandola dallo specchietto retrovisore.

Mugugna qualcosa d'incomprensibile e inizia a ronfare.

Frugo nella sua borsa in cerca dei suoi documenti e trovo il tanto agognato indirizzo e la riaccompagno a casa.

Appena individuo la sua abitazione, parcheggio nel suo vialetto, la prendo in braccio e mi avvicino all'entrata sperando di beccare subito la chiave giusta per poter aprire il portone.

Entrando, vengo accolto dall'intensità del suo profumo e il mio cuore ha un fremito.

Vagando a tentoni nel buio di quelle mura, individuo la camera da letto e la adagio sul letto disfatto, beandomi ancora un po' di quella visione illuminata dai raggi della luna che filtrano dalla finestra.

Devo andare via e lasciare che questo bizzarro incontro faccia parte solo di un meraviglioso ricordo, ma non ci riesco.

《Resta con me, ti prego!》

Sembra che mi stia supplicando, trattenendomi debolmente una mano.

In questa stanza lei è ubriaca, ma io non sono per niente lucido e mi sto addentrando in un gioco pericoloso.

Mi stendo accanto a lei e vorrei averla incontrata prima, magari la mia vita sarebbe stata più dolce.

Il mio telefono vibra imperterrito, la mia collega sta continuando a telefonarmi da quando ho lasciato il locale e io è da allora che la sto ignorando.

Domattina tutto questo potrebbe essere stato solo un sogno, tanto vale fare tesoro di ogni secondo.