Capitolo 5 Ethan
Sono stravaccato beatamente a gustarmi la tequila dal corpo di questa biondina molto formosa con la quale ho intenzione di divertirmi parecchio, quando vengo interrotto dalla voce di Ryan che si butta sul divano accanto a me.
"Allora, andiamo al Harry's?" lo guardo male, indicandogli la ragazza, ma sembra fregarsene beatamente. Cerco di capire che cavolo sia Harry's quando mi viene in mente la chiacchierata di stamattina. È il pub al quale vuole andare.
Guardo ancora una volta la ragazza, scrollo le spalle e dico: "Va bene, andiamo in questo pub. Spero almeno che dentro non ci siano mocciosi." Tanto la ritroverò qui in tal caso.
Mi alzo dal divano controvoglia e mi tolgo la giacca di pelle per dirigermi verso l'uscita.
Usciti dal club, mi dirigo verso la mia adorata Harley, avvio il motore e già il rombo mi mette felicità. Noto che anche Ryan ha tolto la giacca.
Una ventina di minuti dopo, finalmente arriviamo davanti al pub. Come immaginavo, ci sono un sacco di ragazzini che, se avranno vent'anni, va già bene. Varchiamo la porta e devo essere sincero, l'interno non è affatto male. Ai lati ci sono i tavoli, al centro la pista da ballo e sul fondo il bancone.
"Vuoi sederti al tavolo o andiamo al bancone?"
"Va bene anche il bancone." Ci incamminiamo verso il bancone e, sgomitando un po', riusciamo a trovare due sgabelli liberi vicini.
Appena mi siedo e punto lo sguardo davanti a me, la mia attenzione viene attirata da un culo che sembra disegnato con il compasso, oserei dire perfetto. Credetemi, ne ho visti un sacco, ma come quello che ho davanti MAI!
Continuo con la mia perlustrazione e quel culo da dieci è accompagnato da due gambe che farebbero invidia anche a una modella. Mi rendo conto che lo sto fissando in modo spudorato, pregustandomi già il momento in cui potrò giocarci, che ovviamente sarà stasera. Devo ricordarmi di ringraziare Ryan per avermi portato qui.
Penso che lei si sia accorta della mia presenza. Si volta di colpo e rimango letteralmente senza parole. Porca miseria, ha anche un paio di tette niente male, anzi saranno una terza abbondante e, accompagnate da quella canotta, non rende facile alzare lo sguardo. Ma quando lo faccio, mi paralizzo. Ha gli occhi di un verde tendente al grigio e due labbra che già immagino intorno al mio cazzo. E a proposito di lui, si sta già agitando. Cazzo, questa ragazza è stupenda; persino i capelli sono perfetti.
Un momento, da quando io noto queste cose in una donna? Sento Ryan uscire con un'imprecazione poco sottile: "Porca miseria." La sento schiarirsi la voce.
"Ciao, posso portarvi qualcosa?" Perfino la voce è melodiosa. La sto ancora squadrando da testa ai piedi e non in modo proprio appropriato.
Decido che forse è l'ora di dire qualcosa o mi prende per un cretino.
"Sì, due birre." Annuisce sorridendomi e mostrandomi una dentatura anch'essa perfetta, per poi girarsi e andare verso la spina. Mi giro verso Ryan.
"Ho deciso chi entrerà nel mio letto stanotte." Lui mi fissa con un sopracciglio alzato per poi scoppiare a ridere. Che avrà da ridere? È proprio un coglione.
"Sì, certo, speraci." Scusa, ma mi ha visto bene? Sono perfetto, cazzo, anzi oserei dire perfettamente sexy. Nessuna mi ha mai detto di no.
"Staremo a vedere," dico in tono di sfida. La vedo tornare con i nostri boccali di birra e, allungandosi sul bancone per porgerli, mi mostra una visuale migliore del suo seno. Inutile dire che il mio sguardo si inchioda lì.
"Bambolina, come ti chiami?" Lei mi osserva alzando un sopracciglio e sembra accigliata da come l'ho chiamata.
"Mi chiamo Allyson e non bambolina. Se proprio vuoi, puoi chiamarmi anche Ally." Ha pure del bel carattere, perfetto. Mi divertirò un sacco.
"Allora Ally, a che ora finisci il turno?" La studio con un sopracciglio alzato. Secondo me, sta pensando se mentirmi oppure no.
"Alle 3." Bene, interessante. Sono disposto a stare qui anche fino alle cinque se poi ti avrò nel mio letto.
"Allora ti aspetterò fino alle 3 e poi ti darò un passaggio fino a casa." La guardo ammiccando, sfoggiando il mio miglior sorriso da far cadere le mutande.
"Ah, grazie, ma no."
Come? Scusa, mi ha appena detto di no? Ditemi che ho capito male.
"E per quale motivo?" chiedo curioso. Insomma, ma mi ha visto bene? Vorrei dirle, ma ho l'impressione che non gradirebbe.
"Innanzitutto, ho un paio di gambe che funzionano benissimo. Secondo, non ti conosco e, terzo, il mio ragazzo non ne sarebbe contento. Ti bastano come motivi?" Sento l'idiota di fianco a me scoppiare a ridere e realizzo che sono appena stato rifiutato da una ragazza che ha l'aspetto di un angelo. Non ci voglio credere.
"Dai, Ethan, andiamo a sederci al tavolo laggiù..." Mi tira via Ryan, forse per evitare che peggiori la situazione. Mio malgrado, scelgo di seguirlo, ma, bambi, non preoccuparti, non finisce qui, penso lanciandogli ancora un'occhiata.
"Davvero quella ragazzina mi ha appena rifiutato?" domando dubbioso al mio amico, cercando di capire se me lo sono sognato. Lui mi guarda e scoppia di nuovo a ridere. A quanto pare, è successo veramente.
"A quanto pare, sì. Ma l'hai vista l'altra ragazza dietro al bancone?" Quale altra ragazza!? Mi sono imbambolato a fissare quella che ha detto si chiamare Allyson. Cavolo, quella ragazza è davvero bella. Non ne avevo viste di così da Viki. Anzi, oserei dire che forse è anche più bella di lei. Fermi tutti, da quando paragono una ragazza qualsiasi alla mia Viki? Non esiste. Questi pensieri non mi piacciono nemmeno un po'.
Per tutta la sera rimango a fissarla da lontano. Sembra un angelo nei suoi movimenti delicati. Ogni tanto scambio due parole con il mio amico accanto a me, che al momento sembra impegnato a ficcare la lingua in bocca alla rossa seduta accanto a lui.
Sono quasi le tre e decido di uscire per fumare una sigaretta. Mi avvicino alla mia moto, che è in penombra, mi siedo sopra e, dopo due sigarette una dietro l'altra, finalmente la vedo uscire. Penso insieme all'altra barista che ha notato Ryan; niente male neanche lei.
La fisso da lontano. In questo momento mi sento un maniaco. Poi la sento ridere, una risata cristallina, una risata vera, pura. Ed è allora che mi convinco di una cosa.
Quella ragazza, in un modo o nell'altro, non importa se tra tre giorni o se tra un mese, ma lei sarà MIA.