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Capitolo 4 Allyson

Un fascio di luce che penetra dalla tenda mi sveglia. Mi volto verso il comodino per vedere che ore sono: le 8:30. Porca miseria, sono già in ritardo! Alle nove dobbiamo uscire. Scatto come una molla, alzandomi dal letto.

Prendo tutto quello che mi serve e corro a farmi una doccia calda. Mi sistemo i capelli in morbide ciocche ondulate e mi dirigo subito in camera. Dall'armadio prendo un paio di pantaloncini di jeans neri, indosso una canotta bianca e il mio solito paio di Converse bianche. Esco dalla camera e mi ritrovo seduta sul divano. Isabel è già pronta e mi guarda con aria di rimprovero.

"Inutile che mi guardi così... È un miracolo che tu sia pronta" le dico, mentre osservo le sue scarpe. Vorrei suggerirle di indossare qualcosa di più comodo, ma già conosco la sua reazione, quindi saggiamente mi chiudo la bocca. In mia discolpa posso ammettere che non sono una ragazza molto puntuale.

"Buongiorno, dormigliona. Direi di fare colazione fuori, visto che non abbiamo niente" dice Isabel, e io annuisco dirigendomi verso la porta di casa.

"Perfetto, lo sai che senza caffè la mattina non metabolizzo" le dico. Questo è uno dei miei tanti difetti: sono praticamente dipendente dal caffè.

Ci dirigiamo verso il campus, da dove abbiamo deciso di partire. La prima tappa è il campus, e ci fermiamo davanti alla caffetteria, che di sabato a quanto pare è vuota. Bene, buono a sapersi: se voglio un po' di tranquillità, so dove venire. Ordiniamo due caffè neri e due pancake con sciroppo d'acero.

"Guarda, Ally, ci credi che tra pochi giorni saremo delle matricole?" mi dice Isabel.

Mi guardo intorno, e un sorriso mi cresce sulle labbra. "Credo di non aver ancora realizzato, ma sono entusiasta," rispondo, facendo scorrere lo sguardo verso l'ateneo.

Appena finiamo di fare colazione, ci dirigiamo verso la segreteria del campus, dove ci registriamo e finalmente ci danno gli orari dei corsi.

"Abbiamo tutti i corsi in comune, hai visto?" afferma Isabel, già su di giri, mostrandomi il modulo che tiene in mano, ovviamente identico al mio.

"Che fortuna!" dico, guardando il mio orario. Il primo corso è lunedì mattina alle 10. Perfetto, almeno riesco a dormire e a svegliarmi con calma.

Usciamo dalla segreteria e torniamo verso il centro.

"Ora cosa vuoi fare? La spesa o portare qualche curriculum?" chiedo.

Ci penso un attimo. "Direi i curriculum. Così, dopo, con le buste andiamo direttamente a casa. Se non hanno il servizio a domicilio, è più comodo e non dobbiamo portarle in giro tutto il tempo, visto che non abbiamo nemmeno un'auto."

"Mi sembra sensato," dice convinta, ma so che è per via delle scarpe che indossa.

Ci avviamo verso la strada principale. Tra i vari negozi, scopro con piacere che c'è anche un Victoria's Secret. Bene, so dove spendere i miei soldi, se troverò un lavoro, ovviamente.

Portiamo i curriculum a vari bar e librerie della zona, non possiamo allontanarci troppo finché non abbiamo la macchina. Quasi verso metà pomeriggio, ci troviamo davanti a un pub con un cartello che dice "Cercasi cameriera". Bene, perfetto. Anche se non è il mio ambiente, provare non costa nulla.

"Che dici? Entriamo?" mi chiede Isabel, perplessa.

"Certo, perché no?" le rispondo, cercando di capire dove sia il problema.

"Noi non abbiamo mai lavorato come cameriere e non sappiamo neanche preparare una birra!" In effetti ha ragione, ma da qualche parte dobbiamo pur iniziare.

Alla fine, dopo dieci minuti, decidiamo di entrare. Il locale è ancora deserto; guardo l'ora e vedo che sono le due del pomeriggio.

Arriviamo davanti al bancone e ad accoglierci c'è un ragazzo di circa 25 anni, un bel ragazzo biondo, occhi azzurri e un fisico impeccabile, classico californiano.

"Ciao, posso aiutarvi?" ci chiede, squadrandoci dalla testa ai piedi.

"In realtà sì. Sai a chi possiamo lasciare un curriculum?" chiediamo. Ci studia ancora, poi sorride.

"A me. Questo posto è mio. Avete mai lavorato come cameriere?"

"In realtà no, ma impariamo velocemente," dico, cercando di convincerlo.

"Allora perfetto. Vi voglio qui alle sette di stasera. Staccherete alle tre. Quando arrivate, se non mi vedete, chiedete di Molly. Io sono Brad."

"Noi siamo Allyson e Isabel. Piacere."

"Perfetto, benvenute allora. Quando arriverete, troverete già le vostre divise negli spogliatoi." Sono entusiasta.

"Fantastico, allora a dopo." Usciamo dal Harry's Pub e ci dirigiamo al supermercato, che con mio grande piacere abbiamo scoperto fa consegne a domicilio. Dopo aver fatto la spesa, andiamo subito a casa.

"Sai, Ally, sono un po' in ansia per stasera," mi dice Isabel, mentre la scruto cercando di capire quale sia il problema.

"Stai tranquilla, vedrai che andrà tutto bene," cerco di incoraggiarla, ma in realtà cerco di incoraggiare anche me stessa.

Guardo l'ora: sono le 17:00. Decido di chiamare i miei genitori, che mi fanno i complimenti e sono molto orgogliosi di me per essermi data subito da fare. Poi chiamo Liam. Come sempre, mi risponde al primo squillo.

"Pronto?"

"Ehi, tutto bene?"

"Sì, e te come stai? Sono uscito adesso dal lavoro."

"Anche io tutto bene. Sai, oggi ho trovato lavoro in un pub vicino al campus," dico, pensando di averlo detto con troppo entusiasmo.

"Ally, sei lì per studiare, non per fare festa e servire da bere a ragazzi ubriachi," mi risponde, facendomi sentire come se fossi una bambina. Mai una volta che mi appoggia nelle mie decisioni.

"Senti, ne riparliamo. Ora devo andare," gli dico, staccando il telefono senza nemmeno salutare. Mi ha proprio stancato con questo suo atteggiamento.

Vado a farmi la doccia e mi preparo. Decido di non truccarmi troppo: solo un filo di mascara e un po' di lucida labbra al gusto di fragola.

Usciamo di casa e ci avviamo a piedi. Dista circa dieci minuti da casa nostra.

"Eccoci, siamo arrivate. Speriamo bene," dico a Isabel, guardandola e sorridendo per infondermi un po' di coraggio anche a me stessa. Ora, un po' di ansia ce l'ho anch'io.

E se faccio cadere qualche drink addosso a qualcuno o se inciampo io... No, non ci devo pensare. Devo essere positiva.

Faccio un sospiro e ci dirigiamo verso il bancone, dove una ragazza con i capelli biondi e delle sfumature azzurre si avvicina. Ci scruta da testa a piedi e poi, dopo aver notato cosa indossiamo, strabuzza gli occhi.

Mi giro verso Isabel e noto che anche lei ha avuto la mia stessa reazione. Spero di non dover indossare quella gonna così corta accompagnata da una canottiera che non lascia niente all'immaginazione. Dalla espressione che abbiamo entrambe, capisco subito che siamo un po' preoccupate.

"Ciao, piacere. Io sono Molly. Voi dovete essere Allyson e Isabel, giusto?" Ha una voce davvero squillante.

"Sì, giusto. Siamo noi."

"Bene, perfetto. Venite con me, vi faccio vedere la divisa e cosa fare stasera." La seguiamo nel retro del locale, dove tira fuori dal mobile le divise e ci dice che ci aspetta di là.

Indosso la divisa e mi sento davvero nuda. Questa canottiera con la mia terza abbondante mi fa sembrare quasi senza vestiti; tanto vale che lavoro in reggiseno.

"Isa, andiamo," dico, guardandola. Sospirando, ci dirigiamo verso il bancone.

"Wow, ragazze, con i vostri fisici farete girare la testa a parecchi maschietti qui intorno e soprattutto alzerete un sacco di mance," dice Molly con la sua voce squillante. Le sorrido, non

sapendo cosa dire.

"Bene, per stasera quello che dovete fare è semplice. Dovete lavare i boccali di birra e servire la birra al bancone. Per i drink e portare le comande ai tavoli ci pensiamo noi. Da domani vi insegno anche il resto."

Annuisco, già più sollevata.

Con mia grande sorpresa, riesco ad arrivare a metà serata senza rompere nemmeno un bicchiere. Mi giro verso destra e vedo che Isabel sta servendo della birra a dei ragazzi che stanno flirtando con lei. Sorrido e continuo a riporre sugli scaffali i boccali di birra già lavati.

Do le spalle al bancone, concentrata a impilare i bicchieri più piccoli, quando inizio a sentire la sensazione che qualcuno mi stia osservando. Decido di voltarmi e, appena lo faccio, mi blocco, paralizzata.

Davanti a me c'è un ragazzo di circa 29 anni. È davvero bellissimo; non ho mai visto nessuno così. Ha i capelli scuri e due occhi così penetranti da mettermi in soggezione. Sono del colore del ghiaccio e io ho un debole per gli occhi chiari.

Guardandolo, noto che ha due piercing al naso: uno a pallina e un cerchiolino alla narice destra. Dalla t-shirt nera che indossa, escono un'infinità di tatuaggi che partono dal collo fino alle dita delle mani. È davvero un ragazzo affascinante. Inoltre, quella maglietta gli fascia i bicipiti in modo perfetto. Penso di non essermi mai fermata a osservare qualcuno in questo modo.

Decido di smettere di fissarlo e di parlare... Mi schiarisco la voce.

"Ciao, posso portarvi qualcosa?"

Mi sta fissando con un'intensità tale da farmi sentire a disagio. Alza lo sguardo su di me e mi fissa negli occhi. Ora, so di avere dei bei occhi, ma cavolo, i suoi sono stupefacenti. Poi sembra trasalire e tornare in sé.

"Sì, due birre."

Annuisco e mi metto all'opera, ma non posso fare a meno di chiedermi cosa sia appena successo.

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