Capitolo 6: un lato nascosto
Una volta arrivata davanti al ristorante, Beatrice notò che la serranda era a mezz’asta.
《Che strano》 pensò, 《sono quasi le 20:00, non dovrebbe essere aperto?》.
La porta era socchiusa, ma per educazione decise di bussare prima di entrare. Picchiettò timidamente sul vetro della porta, ma nessuno rispose.
Dato che Luca la stava aspettando al ristorante per cenare insieme, non poteva far altro che intrufolarsi. Si sarebbe scusata una volta entrata.
“È permesso?” chiese la ragazza, ma nuovamente non ci fu risposta.
Si diresse verso la sala, quando il suono di una voce familiare la fermò.
Senza farsi notare, De Benedictis guardò verso la sala grande.
“Signor Silvestri, io davvero... non posso accettare.”
“Per te sono solo Marzio…” disse l’uomo, mentre stringeva delicatamente le mani della ragazza.
“Non puoi occuparti da sola di Lara… lascia che ti aiuti.”
La sua voce era molto rassicurante e dolce.
Dall’imbarazzo, la donna guardò verso il basso.
“Clara… lo sai che è tutta colpa mia se ti trovi a crescere una figlia da sola.”
“No, signor…” Marzio la sgridò con uno sguardo.
La ragazza si fermò e poi riprese: “Marzio, non devi sentirti responsabile. Lo sappiamo entrambi che era una storia senza futuro.”
Marzio sentì una stretta al cuore.
“Ti prego, Clara, accetta questi soldi.”
“Sono troppi… io… io non potrei mai restituirteli…”.
La ragazza era molto combattuta; quei soldi le servivano per le cure della figlia, ma come avrebbe potuto restituire una somma così onerosa?
“Non devi restituirli… Clara, lo sai che Lara è importante per me. Ti prego…accettali?” insistette l’uomo.
Gli occhi di Clara si riempirono di lacrime e, impulsivamente, si gettò su Marzio e iniziò a piangere.
《Ma cosa sta succedendo? Non sarà che Lara è la figlia illegittima di Marzio?... Non l'ha riconosciuta?!... Lurido porco bastardo!!》 pensò Beatrice dal suo nascondiglio.
Una nuova voce femminile interruppe il momento.
“Marzio, non dovevi disturbarti a riportare indietro la divisa,” disse la donna appena entrata nella sala.
In quel momento, Clara si staccò da Marzio, si asciugò gli occhi, sorrise alla donna e si diresse verso l’area riservata allo staff.
“Per vedere te sono disposto a fare questo ed altro,” rispose l’uomo con un atteggiamento seducente.
《Un'altra donna?! Nello stesso posto di lavoro?! Marzio Silvestri, sei davvero un depravato pervertito!》 pensò Beatrice, mentre il suo viso diventava rosso dalla rabbia.
“Finalmente! Sei venuto a trovarmi!” Disse una voce molto giovanile.
“Mia regina!!!” gridò Marzio. Poi sollevò la bambina e la fece volteggiare nell’aria.
《Aspetta?! Ha un’altra figlia?!》 si interrogò Beatrice.
La ragazza continuò a guardare la scena e notò che sul volto dell’uomo era comparso un enorme sorriso, che gli dava un’espressione molto dolce.
Le risa innocenti fecero breccia nel cuore di Beatrice, che inconsciamente sorrise nel vedere un lato nascosto di Silvestri.
Sembrava un altro uomo; era dolce e la sua risata era sincera... era come se lo vedesse per la prima volta.
Era bellissimo, con un sorriso stupendo!
Mentre si lasciava cullare da quell’immagine, la ragazza si appoggiò goffamente su un piccolo tavolino dove era appoggiato un grosso vaso, che iniziò a ondeggiare pericolosamente.
“No!!! No!!! No!!!” disse a bassa voce Beatrice cercando di fermare l’oscillare del vaso.
“Chi c’è lì?!” tuonò Marzio.
La ragazza si pietrificò al suono della sua voce, smettendo anche di respirare.
“Cosa succede?” chiese la donna.
Non sentendo la risposta dell’uomo, Beatrice si affacciò timidamente dal suo nascondiglio. Le persone presenti nella sala ripresero a parlare.
《Sono salva》 pensò la ragazza. 《È meglio andarmene da qui prima che Marzio si accorga di me. Lascerò la divisa con un bigliettino al banco della reception》.
Stava per scappare via quando una voce le sussurrò all’orecchio.
“Dove pensi di scappare, piccola Beatrice?”.
Era Marzio. Con le braccia appoggiate al muro, l’aveva di nuovo intrappolata.
De Benedictis arrossì sentendosi in colpa per essersi intrufolata nel ristorante.
“Come vedi, sono venuta a restituire la divisa,” disse mostrando la prova al suo carceriere.
Contento della risposta, Silvestri iniziò a contemplare la ragazza, senza liberarla dalla sua prigionia.
La guardò intensamente… Aveva un abito corto blu notte con le spalle scoperte, i capelli raccolti, lasciavano scoperto il collo sottile di Beatrice.
L’uomo non riuscì a resistere e si avvicinò a lei… inspirò il suo profumo che lo inebriò… senza accorgersene si avvicinò ancora di più al viso della ragazza.
Le labbra carnose sfiorarono il suo viso, che divenne subito caldo e rosso.
Beatrice era completamente immobile, come se fosse diventata di pietra.
《Ma che diavolo sta facendo?! Perché si è avvicinato così tanto? Perché non riesco a muovermi?!》. I pensieri della ragazza urlavano nella sua testa.
“Che succede qui?” disse una voce femminile.
“È la tua nuova ragazza, zio?” disse la bambina.
“Nessuna che possa durare più di una notte,” rispose Marzio con il suo solito sorrisetto, allontanandosi leggermente da Beatrice.
“Marzio! Non dire certe cose davanti a Giorgia!” lo riprese la donna. “Ma io la conosco... lei è Beatrice De Benedictis. Non eravate qui a pranzo oggi?” chiese la donna, rivolgendosi prima alla ragazza e poi a Marzio.
A quelle parole, Beatrice si riprese. “Sì... buonasera, sono passata a restituire la divisa,” rispose timidamente.
“È stato gentile da parte sua prendersi tanto disturbo.” Sentendo quella voce così dolce, Beatrice alzò lo sguardo. Davanti a lei c’era la donna più bella del mondo. Era ammagliata da quella figura e capiva perché Marzio ci provasse con lei.
“Non dovresti essere tanto gentile con lei,” disse l’uomo.
“Non essere così scortese, Marzio. E poi perché non dovrei essere gentile con lei?!” lo riprese la donna. “Perdona mio fratello, non è sempre così maleducato. Non ci siamo ancora presentate. Sono Sara Silvestri, la sorella maggiore di Marzio. Piacere di conoscerti”, disse porgendo la mano a Beatrice.
Ancora sotto shock, la ragazza rispose in modo impacciato: “Piacere mio.”
“Ora devo andare, ci vediamo più tardi", disse Marzio dando un bacio sulla guancia alla sorella.
“E a me?” disse Giorgia, porgendo la guancia allo zio, che la sollevò e la riempì di baci, tanto da farle il solletico.
Si respirava un'atmosfera felice e serena… e questo provocò una certa invidia in Beatrice.
Prima di uscire dal ristorante, Marzio tornò a guardare la ragazza con più intensità di prima.
“Che c’è?!” disse Beatrice in preda all’imbarazzo.
“Nulla,” rispose Marzio con il suo sorrisetto demoniaco.
Una volta uscito dal ristorante, la ragazza tirò un sospiro di sollievo.
“Sai, non è una cattiva persona,” disse Sara. “È solo che dopo la morte di nostra madre, nostro padre è caduto in depressione e lui è dovuto subentrare giovanissimo nella gestione dell’azienda… pensa che è diventato CEO non appena raggiunta la maggiore età.” Le parole uscite dalla bocca di Sara erano accompagnate da un amaro sorriso.
Quel senso di vuoto… quel dolore incessante al cuore… Beatrice lo conosceva fin troppo bene.
“Non deve giustificarlo, so cosa vuol dire perdere un genitore.” Gli occhi della ragazza si riempirono di tristezza.
Sara se ne accorse e le prese la mano. Restarono in silenzio per qualche istante.
Il suono del cellulare di Beatrice riportò le due donne alla realtà.
“Grazie ancora per la divisa... ora devo proprio andare.”
“Spero di rivederti presto, Beatrice,” salutò la donna.
La ragazza non disse nulla, sorrise e uscì, mentre il cellulare continuava a suonare.
“Sì?!” rispose una volta in strada. “Sì, sono qui vicina... 5 minuti e arrivo.” Riagganciò e si diresse verso il luogo dell’appuntamento.