Riepilogo
Secondo il testamento del padre, al compimento dei suoi venticinque anni, Beatrice De Benedictis entrerà in possesso dell'azienda di famiglia. La società però si trova sull'orlo della bancarotta, a causa di una pessima gestione da parte della matrigna. In suo soccorso compare lui: Marzio Silvestri, proprietario dell'azienda rivale, nonché il suo peggior nemico. Ma perché Marzio è disposto ad aiutare un suo diretto concorrente? Come potrà Beatrice salvare la sua azienda e la sua casa?
Capitolo 1: L'incontro
LUNEDÌ
Nonostante fosse pieno giorno, il sole era scomparso dietro a gigantesche nubi nere, che preannunciavano l'arrivo di un temporale estivo.
《Ci mancava anche il tempo》, pensò Beatrice mentre lottava contro il vento. Le raffiche erano intense e i suoi lunghi capelli ricci volteggiavano freneticamente nell'aria.
Iniziò a piovere, e nel giro di pochi minuti l'intensità aumentò.
Allungò il passo, cercando invano di ripararsi.
"Atmosfera perfetta per incontrare la Strega", mormorò tra sé e sé, riferendosi alla matrigna.
Finalmente raggiunse il ristorante, ma le sue condizioni erano disastrose.
"Buongiorno Signorina De Benedictis, la stavamo aspettando", disse la ragazza all'ingresso.
"Buongiorno", rispose Beatrice con un'aria un po' sorpresa. Non si aspettava che la donna conoscesse il suo nome.
"Prego, da questa parte."
Appena entrò in sala, la Strega sgranò gli occhi. "Santo cielo Beatrice! È così che ci si presenta a un appuntamento importante?!"
"Ha iniziato a piovere all'improvviso”, cercò di giustificarsi la ragazza.
"Lascia stare, non c'è tempo da perdere! Corri in bagno e cerca di sistemarti un po'. Lui sarà qui a breve!", ordinò la matrigna.
"Lui chi?" domandò la ragazza, ma senza neanche guardarla, la Strega richiamò l’attenzione della capo sala.
"Per favore, potrebbe aiutare mia figlia a darsi una sistemata?"
"Certo Signora De Benedictis, farò il possibile. Da questa parte Signorina."
Senza dire nulla, Beatrice obbedì, forse perché ancora sconvolta da quello che aveva appena sentito dire alla Strega: 《mia figlia》, quelle parole risuonavano incessantemente nella mente della ragazza.
Non l'aveva mai chiamata così, neanche nelle occasioni mondane a cui aveva partecipato in passato, quando suo padre era ancora vivo.
"Questi sono i camerini del personale. Nel bagno c'è un asciugacapelli. Nell'armadio ci sono delle divise pulite. Non è molto, ma è tutto ciò che abbiamo", disse la capo sala, accompagnando le parole con un dolce sorriso.
"Grazie, va benissimo."
"La lascio cambiare."
Una volta chiusa la porta della stanza, Beatrice si guardò attorno.
Era completamente sola.
Andò in bagno e accese il fon. Lo passò prima sui capelli e poi fece scivolare l'aria calda verso il collo e ancora più giù verso il seno, provocandole dei brividi lungo la schiena che la fecero vibrare.
Con il volto rivolto verso il basso, iniziò a slacciare i bottoni della camicetta, lasciando che l'aria calda asciugasse il suo corpo.
Quando rivolse lo sguardo verso lo specchio, spalancò gli occhi dallo spavento.
"Non fare caso a me, continua pure", disse l'uomo comparso alle sue spalle.
A causa del rumore dell'asciugacapelli, la ragazza non si era resa conto che nella stanza fosse entrato qualcuno.
Lo sconosciuto era molto alto, con i capelli neri.
I denti bianchi e perfetti risaltavano sulla pelle abbronzata.
Le ciglia lunghe e nere facevano spiccare i suoi bellissimi occhi color verde giada.
La barba incolta incorniciava le labbra rosse e carnose.
Beatrice lo stava osservando con molta attenzione. Poi i suoi occhi si posarono sulla maglietta bagnata che aderiva perfettamente al corpo dell’uomo, mettendo in risalto i suoi muscoli.
Lui si accorse che lo sguardo della ragazza si era fermato sul suo torace, e decise di stuzzicarla un po'.
"Se mi vuoi vedere meglio, basta dirlo." L'uomo avanzò verso di lei, togliendosi la maglietta.
Nell'udire quelle parole, Beatrice iniziò ad agitarsi.
"CHI SEI?! CHE COSA VUOI DA ME?! SE NON TI ALLONTANI SUBITO TE NE PENTIRAI AMARAMENTE! AIUTO! QUALCUNO MI AIUTI! C'È UN MANIACO QUI!"
"Ehi?! Chi sarebbe il maniaco?! Così mi offendi!" disse l'uomo con un sorrisetto demoniaco.
"VATTENE VIA!" urlò Beatrice, e iniziò a gettargli addosso qualsiasi cosa trovasse a portata di mano. "VATTENE! VATTENE VIA! AIUTO! AIUTO!" continuò a urlare.
"Vacci piano! È pericoloso lanciare cose in questo modo e con questa violenza! Potresti far del male a qualcuno!", disse lo sconosciuto mentre cercava di schivare gli oggetti lanciati dalla ragazza.
In un attimo, la situazione cambiò: ora c'era una strana calma nella stanza. L'uomo sbirciò dietro le braccia che aveva sollevato per proteggersi il volto, e notò che la ragazza aveva finito le munizioni.
Mentre la donna era in preda al panico, l'uomo ne approfittò per avanzare velocemente verso di lei.
"Presa!"
In un attimo, la piccola De Benedictis, si trovò imprigionata da quello sconosciuto.
La statura dell'uomo la sovrastava di diversi centimetri...quella presenza imponente e pericolosa, gli pietrificò il corpo e l’anima.
Il ginocchio dell’uomo si insinuò tra le gambe della ragazza. Senza neanche accorgersene, il corpo dello sconosciuto stava scivolando lentamente tra le cosce di Beatrice.
I volti dei due giovani erano distanti pochi centimetri.
I loro sguardi si perdevano l'uno negli occhi dell'altro.
I respiri divennero profondi… quasi ansimanti.
I cuori battevano all'unisono.
I loro corpi caldi e bagnati...si toccarono sempre di più.
L’atmosfera, tra i due, si stava scaldando.
Mentre i loro muscoli erano immobilizzati, le loro anime erano inquiete e bramavano un contatto più intimo e profondo.
"Cosa succede?" disse la capo sala entrando di corsa nei camerini.
Poi il silenzio gelò la stanza.
"Scusate, non volevo disturbare... è che ho sentito urlare e mi sono preoccupata", disse la donna in evidente imbarazzo.
"Nessun problema Clara. Dacci solo dieci minuti per vestirci... a meno che la Signorina qui non voglia fare altro?", domandò lo sconosciuto, mentre fissava la sua prigioniera negli occhi, senza muoversi neanche di un millimetro.
Il suono della voce del suo carceriere era calda e seducente… dannatamente pericolosa, ma la ragazza reagì in fretta.
"Non dire assurdità!" si ribellò Beatrice, ma senza riuscire a liberarsi dalla presa dell'uomo.
Entrambi i polsi erano bloccati dalle mani dello sconosciuto. Il resto del corpo era intrappolato, tra la parete e il fisico dell'estraneo che premeva con forza contro il suo.
"Certo Signor Silvestri. Vi lascio tutto il tempo che desiderate. Fate pure con comodo", disse la ragazza uscendo rapidamente dai camerini.
"Silvestri," ripeté Beatrice con un filo di voce a causa dello shock che quel nome le provocava.
"Tu maledetto!", disse la ragazza cercando di fuggire dalla prigionia di quell’uomo.
"Tu devi essere Beatrice De Benedictis." Marzio Silvestri era divertito dal tentativo della ragazza di liberarsi dalla sua morsa.
"Lasciami subito andare maledetto!" disse la ragazza continuando a dimenarsi.
"Come sei scortese piccola De Benedictis. Prima mi inviti a pranzo e poi mi cacci via? Sei proprio una bambina capricciosa." Quel sorrisetto diabolico ritornò sul viso dell'uomo.
"Cosa hai detto?! Non è vero?! Non potrei mai fare una cosa del genere!" disse Beatrice con rabbia.
L'uomo la guardò intensamente negli occhi. Quello sguardo lo stava stregando. Nei suoi bellissimi occhi neri leggeva chiaramente i sentimenti di Beatrice: era un mix di rabbia, paura e imbarazzo.
《Bellissima...》, pensò Marzio lasciando la presa con un certo dispiacere.
Una volta libera, la ragazza iniziò a massaggiarsi i polsi doloranti. Poi ripensò alle parole di Silvestri.
"Questa è opera di quella maledetta Strega!" Così dicendo, Beatrice uscì di corsa dal camerino, sbattendo con violenza la porta.
Giunta in sala, raggiunse la matrigna.
"Mi devi una spiegazione! ORA!"