Capitolo 2: la Strega e il Diavolo
Liliana si bloccò nell'udire la voce furiosa della figliastra.
"Parla!" intimò Beatrice.
La matrigna riuscì solo a emettere suoni tremanti e incomprensibili.
"Anche se il tuo corpo mi suscita un certo interesse, non credo che tu possa affrontare argomenti così delicati in queste condizioni", disse Marzio quasi sussurrando all'orecchio di Beatrice.
Le labbra dell'uomo le sfiorarono il collo, punto estremamente sensibile della ragazza.
Inconsciamente la piccola De Benedictis portò indietro la testa... come se desiderasse di nuovo quel brivido.
Marzio si sporse in avanti, quasi a voler sprofondare nel suo collo.
Il respiro caldo di Silvestri riportò bruscamente Beatrice alla realtà. La ragazza fece un passo in avanti per allontanarsi da lui.
"Che diavolo vuoi fare?" domandò la ragazza.
Con un tono freddo e lo sguardo inespressivo, l'uomo fece un cenno con la testa verso di lei.
In quel momento, Beatrice si rese conto che aveva ancora la camicia slacciata.
Si voltò di scatto, coprendosi il seno e cercando di riallacciarsi velocemente la camicetta.
"Chi ti credi di essere!" ringhiò Beatrice, voltandosi per schiaffeggiare quell'uomo arrogante, ma la mano fu bloccata, prima a mezz'aria e poi portata dietro la schiena.
Marzio strinse di più la presa, obbligandola a guardarlo.
"Sono il tuo salvatore, ecco chi sono." La voce dell'uomo era priva di emozione. Il suo sguardo era distaccato, come se la vita della persona che stringeva a sé non avesse alcun valore… non solo per lui, ma per il mondo intero.
"Ora ti do cinque minuti per sistemarti e calmarti. Se allo scadere del tempo non sarai qui e presentabile, me ne andrò e non mi vedrai mai più. Così la casata dei De Benedictis andrà in rovina per sempre." Strinse ancora di più, provocando una leggera smorfia di dolore sul volto di Beatrice. Poi la lasciò.
La ragazza lo guardò con odio, digrignò i denti, e poi superò Marzio, ritornando nei camerini del personale.
Erano passati pochi minuti quando Beatrice tornò in sala. Si accorse per la prima volta che il ristorante era vuoto.
《Ha prenotato l’intero ristorante?! Che megalomane》, pensò Beatrice.
C’era solo un tavolo occupato, era quello della Strega e il Diavolo.
Lui, il Diavolo, aveva un'espressione fortemente infastidita, mentre la Strega cercava inutilmente di instaurare un qualsiasi tipo di conversazione.
《Disgustoso》, pensò la ragazza.
"Oh, Beatrice, giusto in tempo per l'antipasto. Abbiamo ordinato anche per te cara," disse la matrigna con un sorriso falso.
"Non ho fame," rispose duramente Beatrice, mentre sosteneva lo sguardo intenso di Marzio.
"Desidera del vino Signorina De Benedictis?" chiese la cameriera, avvicinando la bottiglia al bicchiere di Beatrice.
"No, grazie", rispose gentilmente alla donna.
Tornò a guardare Marzio, il cui sguardo era rivolto al suo décolleté.
I bottoni della camicia erano tesi, pronti ad esplodere.
"Ho trovato solo questa…" disse Beatrice, abbassando il viso per l'imbarazzo. 《ASPETTA! Perché mai mi devo giustificare con questo mostro?!》, pensò, rialzando subito la testa.
Ora lo sguardo di Silvestri era divertito. "Vogliamo iniziare a parlare di questi argomenti delicati?" disse con tono sicuro.
"Cara, credo che sia meglio mangiare prima di parlare di lavoro... così da rilassarci un po'“, pronunciò timidamente la matrigna per alleggerire l'atmosfera, ma né Beatrice né Marzio l'avevano minimamente sentita.
Nella stanza scese un velo gelido, talmente intenso che nessuno parlò per qualche secondo.
Fu l'uomo a rompere il silenzio.
"Dritta al punto. Bene. La società De Benedictis è sull'orlo del fallimento. Sono disposto a rilevarla."
"Sull'orlo di che cosa?! Di cosa diavolo stai parlando?! Abbiamo una solida stabilità economica. Vero Liliana?"
A quelle parole, la matrigna nascose il viso tra le mani per la vergogna.
"Almeno per una volta rispondimi!" Il tono della figliastra era spaventoso, tanto che la donna iniziò a singhiozzare.
"Io... io... non volevo... mi sono fidata delle persone sbagliate…" disse la Strega tra le finte lacrime.
"Come hai potuto rovinare così l'azienda di famiglia?! Come sei riuscita a portarla sull'orlo del fallimento nel giro di pochi anni?! Perché non mi hai detto niente quando ero in America?!" La furia di Beatrice stava diventando incontrollabile.
Marzio decise di intervenire: "Senti ragazzina, non mi interessano le vostre tragedie familiari. Sono un uomo d'affari e il mio tempo è prezioso. Quindi voglio una risposta. Vuoi cedermi l'azienda?"
"MAI!". Rispose fermamente la giovane De Benedictis.
"Mai…" ripeté lui, cercando di mantenere un comportamento calmo e posato. "Ragazzina, mi è chiaro che tu e tua madre..."
"Matrigna," lo corresse la ragazza, con un tono di disprezzo.
"Che tu e la tua matrigna," riprese Silvestri, irritato dopo essere stato inutilmente interrotto, "avete molto di cui parlare, ma come ti ho detto, sono un uomo molto impegnato. Quindi ti dirò cosa faremo. Tu mi cederai la De Benedictis S.p.A., e dato che sono un uomo magnanimo, consentirò ai tuoi dipendenti di restare in azienda e a te di continuare a vivere nella villa di famiglia, accollandomi le spese per le cure per tuo zio".
Pronunciò quelle parole con voce bassa e priva di emozioni.
Un'aura oscura avvolgeva l'uomo e il suo sguardo fisso su Beatrice creava un'atmosfera opprimente.
Marzio aveva scelto bene le parole da dire, e vedere la disperazione aumentare sul volto della ragazza, gli dava una gradevole sensazione di piacere.
"Come potrei cedere l’azienda fondata da mio nonno e resa grande da mio padre?! Non la lascerò mai a un Silvestri! Piuttosto…"
"Piuttosto cosa?!" intervenne Marzio, notevolmente irritato. "Sai quanto ammontano i vostri debiti? Sai cosa succederebbe se la vostra azienda dovesse essere messa in liquidazione? Preferisci davvero vedere i tuoi dipendenti senza lavoro dal giorno alla notte? Sei pronta a rinunciare alla casa costruita da tuo nonno e dove sei nata e cresciuta? Come pagherai le spese mediche di tuo zio? Davvero preferisci questo scenario, signorina De Benedictis?"
Beatrice si pietrificò. "Ci deve essere un'altra soluzione?", chiese con un filo di voce.
"L'unica soluzione sono io!" rispose Marzio con tono imperativo e fermo.
"Stai mentendo!" disse la ragazza riprendendosi dallo shock.
L'uomo si alzò e si diresse verso di lei. Le prese il viso con entrambe le mani, la costrinse ad alzarsi e la guardò negli occhi.
Il suo sguardo era duro.
La piccola Beatrice era emotivamente a pezzi, ma il cuore di Marzio non si impietosì. Anzi, si preparò a sferrare il colpo che avrebbe annientato l'anima della ragazza per sempre.