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Capitolo 5 La Stanza

“Le nostre paure sono come mine che esplodono non appena qualcuno vi appoggia un piede sopra.”— Emanuela Breda

POV. Jane

Appena varchiamo la porta di casa mi fa mettere seduta sul divano ovviamente con poca grazia, subito dopo vedo che ci sono anche le mie amiche Alison e Judit, lui se ne va e mi giro a vedere le mie amiche:

«Tutto bene ragazze, è successo qualcosa?

«No Jane, stai tranquilla siamo solo un po' scosse per quello che è successo ...»

«Ha ragione Ali, si può sapere dove cavolo siamo finite?»

«Non so Jud, ho paura anche di scoprirlo ... »

E mentre io rispondo alle mie amiche vedo tutte e due sbiancare di colpo e dirigere il loro sguardo in un punto ben preciso dietro di me:

«Oddio, è qui non è vero?»

«Già piccola, sono proprio dietro di te!»

Così lentamente mi giro verse l'uomo più irritante, odioso e coglione del pianeta e lo trovo lì in tutta la sua bellezza, dietro a se ci sono undici ragazzi che ci guardano meravigliate tranne due che insieme a Nathan coglione Drake guardano con intensità le mie amiche, così con una furia improvvisa e cieca che si impossessa di me mi alzo e li vado in contro per quanto possa essere alta:

«Non mi chiamare piccola»

Dietro di me sento sia Ali che Jud che trattengono il respiro come se da un momento all'altro io possa scomparire dalla faccia del pianeta terra:

«Forse tu non hai ancora capito che la mia pazienza ha un limite, e tu lo stai oltrepassando!»

POV. Nathan

Lei improvvisamente si allontana da me come se fosse scottata dalle mie parole e si gira per andare di nuovo sul divano vicino alle sue amiche ma io prontamente la afferro da un braccio:

«No no, dove cavolo credi di andare tu vieni con me!»

Lei prontamente si gira subito nella mia direzione e per un secondo vedo un lampo di preoccupazione passarle nei suoi occhi "stupendi":

“Aspetta da quando dico che una ragazza ha degli occhi stupendi?”

Si in quel momento vedo che lei ha degli occhi color verde da togliere il fiato e subito la carico su una spalla come un sacco di patate, cavolo non è molto pesante per me poi girarmi verso i miei amici:

«Ragazzi, scusate ma io e questa ragazzina impertinente abbiamo un paio di cose di cui parlare»

E nello stesso momento che finisco sento Jane darmi dei pugni per niente forti:

«Coglione, lasciami immediatamente!

«Non vedi che le stai facendo andare il sangue al cervello?»

«Non so chi diavolo tu sia ma ti conviene chiudere immediatamente la bocca!»

«Scusa amico!»

«Tranquillo Alexander, cerca di farle imparare l'educazione a questa qui!»

«Questa qui ha un nome!»

«E di grazia quale sarebbe?»

Le dico in tono scocciato:

«Alison!»

«Bene ma adesso io e la tua amica dobbiamo andare a parlare così la metto giù e non le faccio andare il sangue al cervello!»

E senza dire altro mi dirigo verso il mio studio sotto le risate dei miei uomini, lo sguardo scocciato di Alison e le sfuriate della piccola impertinente sulla mia spalla destra, entro nel mio ufficio e subito dopo metto seduta Jane che mi guarda con una rabbia tale da farmi ridere con il broncio che ha in faccia ed è tutta rossa in faccia:

“Sembra un pagliaccio”

Penso che da oggi in poi ho una ragione per essere migliore.

POV. Alexander

Mi giro verso Alison:

«Seguimi!»

Ma nello stesso momento nel quale glielo dico vedo che lei non si sposta un millimetro dal fianco della sua amica:

«Non ho tutto il giorno ragazza, ti conviene seguirmi!»

«Io non vado nessuna parte con te!»

Così sono costretto a dirigermi verso di lei e prenderla per un polso, la trascino dietro di me scocciato per il modo di fare di questa ragazza ma nel mentre penso sia l'unica che al momento non ha aperto bocca tra le tre e che se ne sta tranquilla è la loro amica che fino a quel momento non ha proprio spiaccicato una parola così ci dirigiamo in camera mia.

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