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Capitolo 6 Conoscenza

“Meglio la vergogna sul viso che una macchia sul cuore.”

— Miguel De Cervantes

POV. Jane

Improvvisamente mi sento nervosa sotto il suo sguardo profondo segnato da due occhi argentei, divento rossa dall'imbarazzo:

«Di cosa dobbiamo parlare?»

«Ogni cosa ha il suo tempo!»

«Parlami di te!»

«Non c'è molto da sapere su di me!»

«Ognuno di noi ha qualcosa da raccontare!»

«Va bene, beh ho un fratello più piccolo di me, sono una ragazza parecchio timida e come avrai notato in discoteca un po' sbadata, ho diciotto anni e vado al college con le mie due migliori amiche Alison e Judit, adoro leggere e uscire con le tue amiche il mio colore preferito è l'azzurro e ho 18 anni tu invece?»

«Non c'è molto da sapere su di me, ho 26 anni sono capo della gang Dark il mio colore preferito è il nero.»

Chissà perché, ma non sono sorpresa di questa cosa, in questa camera quasi tutto è di colore nero:

«Sei vergine?»

«Come scusa?»

“Ma per caso è impazzito? C'è ha davvero il coraggio per chiedermi una cosa talmente personale.”

Sono totalmente indignata da questa sua invasione della mia privacy che faccio una smorfia con il viso e immediatamente mi faccio rossa come un pomodoro.

POV. Nathan

Le avevo posto una domanda parecchio personale, in quello stesso momento era diventata rossa come un pomodoro, e aveva una smorfia buffa sul suo viso, devo dire che mi stavo divertendo parecchio a vederla in questo stato:

«Hai capito benissimo invece di non fare la finta tonta, per caso devo riporti la domanda?»

«Non credo che siano affari tuoi!»

«Oh si, penso che siano affari miei!»

«Dal tuo modo di rispondere deduco che tu sia ancora vergine!»

E diventa ancora più rossa se è possibile:

«Fatti i cazzi tuoi!»

«Tu sei cazzi miei!»

E rimane in silenzio a fissare la mia scrivania, vorrei proprio sapere che cosa stia pensando in questo momento sono davvero curioso.

POV. Alexander

La porto direttamente in camera mia e la faccio sedere sul letto:

«Alison non mancare di rispetto a Nathan, lui non ci penserebbe due volte a farti fuori chiaro?»

«Io non prendo ordini da nessuno non sono un fottuto cane!»

Inspiro e conto fino a dieci per non arrabbiarmi già di più di quello che sono, prima che possa fare una cosa della quale io possa pentirmene in futuro, poso il mio sguardo su di lei:

«Se vuoi vivere ti conviene iniziare ad ascoltarmi!»

Ovviamente non farei mai una cosa del genere va contro la mia natura ma lei non dice nulla, rimane in silenzio a fissare per terra, purtroppo non riesco a capire il suo pensiero in questo momento.

POV. Alison

Mi sento a disagio sotto il suo sguardo intenso, è in piedi davanti a me e la sua stazza mi mette in soggezione:

«Va bene, posso andare a casa con le mie amiche adesso?»

«No.»

«Come scusa?»

«Non hai sentito ho detto di no!»

«E perché?»

«Perché da adesso vivrete con noi!»

«Ma nemmeno ti conosco!»

«Non so neanche il tuo nome!»

«Mi conoscerai con il tempo, mi chiamo Alexander.»

«Voglio sapere dove sono le mie amiche, non mi interessa il tuo nome in questo momento.»

«Lo saprai dopo, adesso resta qui in questa stanza e non uscire sono stato chiaro?»

Lui non mi risponde nemmeno e mi dirigo verso la finestra a guardare fuori:

“Secondo me faccio prima a pensare ad altro!”

Non lo guardo nemmeno quando sento che si dirige verso la porta e chiude la porta della stanza a chiave, mi lascio andare ad uno sbuffo indignato, però rimango ferma davanti alla finestra in cerca di qualcosa di interessante da cogliere all'esterno, ma cambio subito idea:

«NON PUOI CHIUDERMI QUI DENTRO SAI CHE E' SEQUESTRO DI PERSONA?»

«Smettila di gridare!»

«Se no che fai?»

«Oh credimi, non vorresti saperlo!»

Alexander’s Pov.

Mi dirigo verso lo studio del mio amico con passi secchi e con una rabbia costante e la mia eccitazione che si nota nei pantaloni, busso:

«Avanti!»

Non rispondo nemmeno ed entro nel suo ufficio.

James’s Pov.

Osservo Judith che è rimasta in silenzio in tutto questo tempo, devo dire che sono parecchio sorpreso dal suo modo di comportarsi, non tutte le ragazze nella sua situazione si comporterebbero in questa maniera:

«Perché tu non hai ancora aperto bocca?»

«Perché nell'istante in cui abbiamo varcato la porta, ho capito che non me ne sarei più andata!»

«Sei furba ragazza!»

«No, mi sono semplicemente rassegnata!»

Non rispondo nemmeno a questa sua frase, la prendo per mano, lei l'accetta volentieri e la porto in camera mia:

«Stenditi pure così sarai più comoda!»

«Va bene»

Così chiudo la porta della mia stanza, ma appena passo accanto a quella di Alexander sento Alison che piangeva così cerco di aprire la porta, ma noto che è chiusa e con uno sbuffo rassegnato mi metto alla ricerca di Alexander quel testone deve aver perso la pazienza per comportarsi così con lei:

“Si comporta sempre così!”

Scuoto la testa e continuo a camminare per il corridoio, alla ricerca dei miei amici.

Nathan’s Pov.

Siamo qui dentro da un'ora e Jane non ha più aperto bocca e nemmeno mi ha guardato, così decido di mettermi dietro alla mia scrivania a sbrigare delle cose amministrative che essendo il capo mi tocca farle, ma nel momento in cui mi metto al lavoro, ecco che appare nel mio studio Alexander e noto che è piuttosto furioso:

«Alexander, fratello che succede?»

«Dio, quella proprio non la sopporto!»

Così in maniera istintiva poso lo sguardo su Jane che fino a pochi secondi fa il suo sguardo era rivolto al pavimento, vedo che guarda sgomenta il mio migliore amico con una punta anche di rabbia così riporto lo sguardo su di lui:

«Devi avere pazienza Alexander.»

«Pazienza, PAZIENZA, L'UNICA CHE MI FA DIVENTARE MATTO È TOCCATA A ME!»

Dopo di che entra anche James:

«L'unica tra le tre che era più calma mi è toccata a me, per fortuna!»

Così riporto lo sguardo su Jane e questa volta noto che è addirittura furiosa da come sta guardando i miei due amici:

«Ragazzi ne parleremo più tardi, adesso devo portare Jane in camera»

Appena finisco di parlare loro due escono dalla stanza:

«Io non vengo da nessuna parte con te!»

«Si invece, ci vieni anche se devo caricarti sulle spalle!»

Lei sbuffa però quando mi alzo dalla sedia lei fa la stessa cosa e mi segue senza fiatare.

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