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Capitolo 1 La discoteca

L'adolescenza è sbagliare, ed avere la possibilità di farlo,

è un monito di crescita per ognuno di noi.

Eccomi qui in macchina ormai mancano solo ventiquattro minuti e sarò all'università della California di Los Angeles, io, Alison e Judit abbiamo affittato una casa a cinque minuti dall'università, fortunatamente noi tre abbiamo una famiglia un po' benestante, molte persone che non ci conoscono alcune volte ci considerando delle snob, cosa assolutamente non vera, quindi grazie ai nostri genitori, siamo riuscite ad affittarlo per tutto l'anno scolastico, dopo di che saremo costrette a trovarci un lavoro dopotutto non dobbiamo stare sempre sulle spalle dei nostri genitori, se no come possiamo dimostrare di star crescendo se non ci mettiamo sulle spalle gli oneri di pagare le bollette, passiamo davanti all'università e arriviamo a casa nostra, parcheggiamo le nostre auto e scendiamo:

«Oh mio dio finalmente posso scendere dalla macchina!»

«Hai ragione Alison nemmeno io ce la facevo più!»

«Visto ragazze con un po' di pazienza, dobbiamo scaricare le cose e metterle in casa!»

Entriamo nel soggiorno e dando una rapida occhiata alla stanza devo dire che è piuttosto minimal ma come piace a me, ed è anche molto spaziosa, subito dopo troviamo la cucina, anch'essa abbastanza grande usciamo e alla mia destra c'è un lungo corridoio alla quale porta a tre stanze, entro subito nella prima e noto che è la camera che fa per me, sbuco fuori dalla porta:

«Ragazze, ho scelto questa stanza e voi?»

Subito dopo vicino alla porta della mia stanza vedo sbucare Judit :

«Io ho scelto questa!»

Nell' ultima stanza vedo sbucare Alison:

«Io questa!»

«Va bene ragazze che ne dite di iniziare a disfare gli scatoloni?

«Ottima idea!»

Così ci mettiamo tutte e tre al lavoro e dopo un'ora le ragazze mi chiedono:

«Jane usciamo e andiamo in una discoteca?»

«Ma ragazze domani abbiamo l'università come facciamo ad andare in discoteca?»

«Come sei noiosa Jane ...»

«Allison sono solo realista Dai Jane per favore, non essere così noiosa ...»

«Va bene Judit, mi avete convinto ragazze! Allora muoviamoci a vestirci, così andiamo in discoteca.»

Passata un'ora, io ero vestita con un tubino nero aderente con ampia scollatura davanti, e con un giubbetto in pelle, dei tacchi neri lucidi e una pochette dello stesso colore, Alison si è vestita con un vestito rosso con spalline strette, dei tacchi grigi, una pochette grigia e Judit con un vestito sopra nero e sotto bianco, dei tacchi neri e una pochette bianca e nera:

«Ragazze ma in quale discoteca andiamo?»

«Ovviamente andiamo alla Viper Room!»

«Mamma mia, ma sai anche questo ...»

«Ovvio Jane, sai che mi è sempre piaciuto Los Angeles!»

«Lo so Judit Andiamo con una macchina o con più macchine?»

«Ovviamente con una macchina sola!»

Così ci dirigiamo alla Vip Room, l’edificio fuori si presenta in maniera moderna ed elegante, ma dentro è tutt’altra storia, dalla strada si vedono persone ammassate che si muovono a ritmo di musica, entriamo subito mi risalta l’odore di sudore e fumo, faccio una smorfia inorridita, ma le ragazze non ci danno peso e ci dirigiamo al bancone, ordiniamo da bere io ordino un old fashioned, Alison un margarita e Judit un mojito:

«Ragazze io vado a ballare, lo sapete che io amo ballare!»

«Va bene Alison, io e Judith andiamo a sederci su un divanetto!»

«Va bene ragazze, mi trovate sulla pista da ballo!»

Così io e Judit ci dirigiamo verso un divanetto libero della discoteca, ma nel mentre io vado a scontrarmi con un uomo, versandogli un po' del mio cocktail sulla sua camicia:

«Oddio che sbadata che sono!»

«Tranquilla nessun problema, ti sei presa un old fashioned!»

«Si scusami tantissimo per averne versato un po' sulla camicia!»

«Tranquilla ... »

E nel mentre, mi guarda con un sopracciglio alzato per capire chi io sia:

«Oh che sbadata, non mi sono nemmeno presentata Jane, Jane Smith!»

«Nathan Drake!»

«Piacere!»

«Il piacere è tutto mio!»

E mentre arrossisco per questa sua battuta, mi allontano da lui, velocemente, vengo presa per un braccio da Judit e trascinata sul divanetto di corsa, mentre mi trascina mi bisbiglia all'orecchio:

«Ma tu sai chi è quello?

«Sì, si chiama Nathan Drake!»

Lei scuote la testa preoccupata e spaventata allo stesso tempo e mi risponde:

«Quello è il capo di una gang di mafia, la Gang Dark!»

Così mi giro da lei, e la guardo con una faccia terrorizzata e le urlo:

«COSA MA STAI SCHERZANDO?»

Da parte al nostro divanetto, c'è il divanetto dove è seduto lui con altri due ragazzi, l'ho detto ad alta voce:

«Shh Jane sei impazzita per caso?»

«Vuoi attirare la sua attenzione?»

«Scusa se sono terrorizzata, dopo la confessione che mi hai fatto!»

«Jane non ti girare, ma Nathan ti sta fissando!»

«Oddio e adesso che faccio?»

«Vai a ballare!»

«Il cocktail ti ha dato alla testa per caso Jud?»

«No perché?»

«Perché, sai che io sono timida, e non oso ballare con nessuno!»

«Hai ragione, ma devi confonderti tra la gente, se non vuoi essere presa di mira da lui!»

«Va bene, mi alzo e raggiungo Alison!»

Mi alzo e vado verso la pista da ballo e mentre la raggiungo vengo bloccata da Nathan. E per un momento nella mia testa sento di essere caduta nella tela del ragno, o un luogo difficile da uscire.

E questo mi rende alquanto nervosa.

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