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Prologo

Quando ho cambiato città non era nei miei piani finire dentro una ragnatela di perdita e sconfitta, ora che mi fermo a pensarci non avrei dovuto farmi prendere da lui, lui è il suo arrogante modo di fare mi aveva conquistata però allo stesso tempo mi ha distrutta mentalmente in poche parole mi ha distrutto la vita. Vi racconterò la mia storia.

-Inizio flashback.-

Quando per una parte della tua crescita la passi in un paese dove sei cresciuta e che conosci come le tue tasche, arriva il momento di andare al college in cui si è costretti di uscire dalla propria comfort zone, solo che facendo questa scelta non sapevo che avrei cambiato la mia vita per sempre, ho sempre avuto un sogno nel cassetto, ovvero quello di studiare medicina, derivato dal fatto che ho perso mia nonna materna da giovane, e che quindi sarei voluta diventare un medico per aiutare le persone malate che non avevano la possibilità di fare una assicurazione, forse è meglio che vi racconto la storia dal inizio! Mi chiamo Jane Smith ho 18 anni, sono una ragazza nella media come per altezza, con un fisico formoso nei punti giusti, occhi color verde brillante, il colore del prato, sto per andare al college con le mie due migliori amiche Alison e Judit!

Non ho mai avuto molte amiche forse perché non mi consideravo una molto popolare oppure ero io che non volevo mettermi al centro dell'attenzione d'altronde sono una ragazza parecchio timida, dato che i miei genitori mi sono sempre stati addosso, non mi hanno mai dato la possibilità di sbagliare per conto mio e di cadere da sola per poi rialzarmi, come ogni persona presente sulla faccia della terra, prima abitavo a San Francisco, ma adesso mi sto trasferendo a Los Angeles anche se non so così tanto di questa città rispetto alle mie amiche, non conosco i luoghi e nemmeno nessun'altra persona oltre a loro due, abbiamo deciso questa città perché andremo all'università della California di Los Angeles e sono parecchio felice di questa nostra decisione anche se i miei genitori sono contrari, come ogni genitori che sì rispetti ha paura che il proprio figlio lasci il nido per andare a esplorare il mondo, ma siamo adolescenti e abbiamo bisogno di farlo, con i nostri tempi ovviamente ma prima o poi tutti lo fanno.

In questo istante mi trovo nel torpore del mio letto, ma purtroppo devo darmi da fare per imballare le ultime cose.

Spero che in macchina tutti questi scatoloni ci stiano ovviamente non che le mie amiche abbiano chissà quale macchina, nemmeno io mi posso lamentare della mia:

«Janee»

Ed ecco una voce che non mi stancherò mai di sentire in vita mia, quella di mia madre:

«Si mamma che succede?»

«Muoviti con gli scatoloni che tra poco Alison e Judit saranno qui non vorrai fare tardi!»

«Si mamma adesso mi sbrigo!»

"Cavolo non mi ero accorta che era così tardi!"

Penso tra me e me, finisco di mettere tutto quanto negli scatoloni più veloce di prima, scendo le scale come un fulmine, saluto i miei genitori e loro mi danno le solite raccomandazioni, c'è sempre stata differenza nel comportamento dei miei genitori, mio ​​padre che mi guarda fiero di me, invece mia mamma mi guarda con le lacrime agli occhi anche se è sempre stata una donna tutta d'un pezzo, mai indecisione, sempre precisione e caparbietà, chissà perché in questa occasione si è fatta vedere con le lacrime agli occhi, devo dire che è una cosa alquanto strana per me vederli così, sento una piccola peste che poi non è proprio piccolo, abbiamo solo due anni di differenza, mio fratello Logan scende giù per le scale:

«Dove vai così, non mi saluti nemmeno?»

«Tranquillo piccola peste tornerò per le vacanze non far disperare mamma e papà però!»

«Sì signora!»

Non poteva mancare all'appello il mio adorabile ma parecchio dispettoso fratellino Logan che con i suoi modi di fare ha dato parecchio filo da torcere ai miei genitori in fatto di marachelle, sto guardando i miei famigliari:

"Mi mancheranno infinitamente..."

Nel mentre sono persa nei miei pensieri, sento il clacson delle due macchine delle mie amiche, quindi saluto definitivamente i miei genitori e salgo sulla mia Mercedes classe A pronta per andare nella mia nuova città felice e contenta, con però un po' di timore allo stesso tempo, è come se avessi un presentimento un po' strano.

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