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Capitolo 10: Accetterei un bastardino illegittimo?

“Portala in ospedale.”

La voce fredda di Cristian cadde come punta di ghiaccio sul corpo: “Controllala se è incinta e dimmi quando escono i risultati del test.”

Luca annuì immediatamente.

“No!” Serena cercò di liberarsi fortemente: “Ferrari Cristian, siamo solo una coppia falsamente sposata, che qualifiche hai per permettere che mi trattino così, lasciami stare!”

“Lasciarti stare?” Gli occhi di Cristian furono freddi con un tono ormai indifferente: “Se mi fai scoprire che sei incinta, dovresti essere consapevole delle conseguenze, Luca, portala via.”

Sapendo che non fu la persona la quale stava cercando, per Cristian non esistette più alcun senso di pietà.

“Sbrigatevi e portatela in ospedale per l’esame.” Luca gesticolò.

Sebbene Serena non volesse andarci, fu rapidamente portata fuori e trascinata in macchina.

Per quanto fu estremamente resistente per tutto il tempo, Serena non riuscì più a liberarsi dalle loro restrizioni. Giunta in ospedale, Serena trovò davanti a sé il medico precendente. Il gruppo di persone andò e venì nuovamente portando una donna avanti e indietro, e costrinse la folla a ritirarsi automaticamente di lato per paura.

Queste persone non sembrarono dei gentiluomini. Nessuno volle disturbarli.

Ad una sconosciuta durata, l’intero processo per Serena fu costretto e passivo. Il risultato fu portato direttamente davanti a Cristian: “Risultato?”

“Il fatto che è incinta...è vero.” Rispose Luca dopo esseresi fermato da poco.

In quel esatto momento, Serena sentì che lo scudo che ebbe accumulato con grande difficoltà fu stato trafitto, il segreto di un’attenta protezione fu noto a tutti facendola diventare una persona trasparente senza niente più nascosto.

Come potrebbe rimanere a casa della famiglia Ferrari dopo che Cristian è a conoscenza di questa notizia?

Come previsto, gli occhi di Cristian divenirono affilati come un coltello: “Io, Cristian Ferrari, appiopparmi del tuo fardello? Non ne sei in grado.”

Serena alzò gli occhi e lo guardò impotente. “Puoi darmi un po’ di tempo? Non sapevo nemmeno io di questa gravidanza.”

“Ah si?” Cristian inarcò le sopracciglia: “Volevi dirmi che non sapevi nulla, e che eri in ospedale per abortirlo?”

Ascoltando le parole, Serena rimase sbalordita per qualche secondo. Voleva gestire la questione con calma, ma l’idea di abortire il bambino non le era mai apparsa.

Cristian allungò improvvisamente la mano per sollevarle il mento, gli occhi rimasero cupi come se fossero la vigilia di una tempesta: “Ti darei anche una possibilità. Vuoi restare nella famiglia Ferrari, è facile, molto facile, basta un aborto.”

Serena allargò lentamente gli occhi, abortire il bambino?

“No! Impossibile!”

“Impossibile?” Disse Cristian guardandola come se fosse ridicola: “Pensi veramente che io accetterei un bastardino illegittimo?”

Illegittimo...? Tremarono le pallide labbra della donna la quale neanche lei stessa avesse mai immaginato di essere incinta.

Accompagnate da uno sguardo freddo e spietato, le parore acide dell’uomo continuarono: “Hai deciso? Non crederesti che portare il bambino del tuo ex marito nella mia famiglia sia un fatto accettabile per me? Oppure fai tutto questo per disprezzo solo perché sono disabile?”

Scuotendo la testa Serena disse: “Non ho mai pensato così.” Mai avuto rapporti con Francesco, non si aspettò affatto che sarebbe rimasta incinta! Come poteva sapere che avrebbe perso la verginità in quella notte piovosa e rimasta incinta dopo quella sola volta? Tutto questo diventò come un muro crollato, che follemente cadde tutto all’improviso sulle spalle di Serena.

“No, per favore no!” Sebbene Serena era cosciente di non poter continuare la gravidanza, di poter essere espulsa dalla famiglia Ferrari, e di essere rimandata direttamente indietro alla famiglia Gallo, remanendo derisa da tutta la città, chiese lo stesso: “Mi potresti dare un po’ di tempo?”

“Certo, per una donna avida come te dovrei veramente darti più tempo” L’uomo sorrise ostilmente e disse: “Tre giorni, ti dò tre giorni per l’aborto.”

Gli occhi della donna si spalancarono inaspettandosi del messaggio.

“Se fra tre giorni sei ancora incinta, ti scaccerò immediatamente dalla casa.” Lasciandosi queste parole, i due si allontanarono.

Serena, rimasta sola, cadde a terra con le membra congelate.

Dopo un lungo momento, Serena tirò fuori il cellulare per chiamare ad Alice Giordano, una sua amica la quale la venne a portare a casa dopo mezz’ora di tempo dalla chiamata.

“Dimmi, cos’è successo?” Disse Alice offrendole un bicchiere di succo di frutta freddo.

Serena lo rimise giù sul tavolo dopo averlo afferrato, dopotutto con un bimbo all’interno della pancia, bevande ghiacciate non fanno bene.

Apprendendosi di questo pensiero, Serena fu colta di sorpresa. Perché lei... si preoccupa così tanto di questo bambino?

“Non lo prendi? Non era il tuo preferito?” Alice sollevò le sopracciglia tutta inattesa quando vide che Serena aveva posato giù il bicchiere.

“Adesso non posso prenderlo.”

“Perché?”

“Sono incinta.”

All'inizio Alice non rispose e dopo un momento annuì: “Sì, è ora di rimanere incinta dopo due anni di matrimonio.”

“Mi sono diavorziata un mese fa.”

“Eh?”

“Ma mi sono appena risposata di recente.”

“Aspetta un attimo Serena, puoi non parlare ad un ritmo così veloce? Divorziata e sposata di nuovo? Che stai giocando? Fammi un attimo adattare alla situazione.” Alice, tutta spaventata, si coprì il petto per calmarsi.

Mentre Alice tornò in sé, Serena dovette raccontarle tutto quello che è successo di recente.

“Quindi adesso sei la signora Ferrari?”

“Soltanto per finta, e forse non lo sarò più molto presto.”

“Ti strangolo.” Alice balzò in piedi all’improvviso fingendo di strangolarle per il collo e dicendo: “Siamo amiche o no? Vicende grosse come queste me le dici solo adesso? Perché non me le hai dette prima?”

“Sono accadute all’improvviso, non so come dirtele.”

“E allora? Me li dovevi dire comunque, è un fatto molto serio.” Dopo un corto ragionamento, Alice all’improvviso disse freddamente: “Ti accompagno all’ospedale per abortirlo.”

Udendo ciò, Serena alzò il capo e ripeté: “Abortirlo?”

“Altrimenti? Vuoi tenerlo? Questo è figlio di un estraneo! Serena, non essere stupida, chissà com’è quell’uomo, devi abortirlo!” Disse Alice con un viso tutto serio.

“Ma si è già formato, è una vita umana, non è troppo crudele nei suoi confronti?” Serena accarezzò la pancia e continuò: “Dopotutto è una piccola vita che ha il suo respiro.”

“Non pensare troppo, ha solo un mese, non è per niente una vita! Se non interrompi la gravidanza ora, dovresti pentirtene dopo alcuni mesi!” Preoccupata per lei, Alice proseguì: “A cosa stai pensando? Quello è figlio di un uomo estraneo, se non te ne liberi, non potresti rimanere nella famiglia Ferrari. Se torni a casa, i tuoi genitori ti lascieranno stare senza punizione?”

Queste parole richiamarono la memoria di Serena la quale improvvisamente alzò lo sguardo toccando con quello di Alice.

Alice ebbe ragione, se lei vuole ancora rimanere nella famiglia Ferrari, il bambino non può restare.

Non esistono più altre soluzioni?

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