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2- Un incontro insolito

La città di Manhattan, il suo cuore pulsante e vivo, mi è sempre piaciuto ed è per questo che ho preso casa in centro appena ho avuto la possibilità.

La mia casa d'infanzia si trovava più in periferia, verso la zona incontaminata da tutta questa urbanizzazione e fino a quando ero solo una bambina ci vivevo bene, crescendo però ho cominciato a sentirmi isolata dal mondo.

Passeggio sovrappensiero lungo il marciapiedi, pensando bene alla meta da raggiungere.

Devo trovare uno gossip succulento da consegnare al mio capo entro domani mattina, altrimenti ho finito di giocare al detective con la sua autorizzazione.

Lavoro per il "the village voice", una delle sedi giornalistiche più in voga del distretto di New York.

I fatti di cronaca nera sono quelli che attirano maggiormente il mio interesse, ma il gossip è l'argomento che fa salire in modo esponenziale le vendite del giornale, quindi il mio capo pretende sempre qualche notizia carica di intrighi e intarlazzi vari da ognuno dei suoi dipendenti, me compresa.

Mi guardo intorno pensando a dove poter andare e sento il mio telefono squillare nella tasca posteriore dei jeans.

《Scarlett?》rispondo appena recupero l'aggeggio e vedo il suo nome lampeggiare sul display.

《Sophie, presto! Devi raggiungermi immediatamente al "the bravery house"!》urla dall'altro capo della linea con troppa euforia.

《E per quale motivo?》dico senza darle troppo peso.

Sono sicura che vuole convincermi a bere qualcosa con lei invece di lavorare, fa sempre così, ormai è una carta conosciuta.

《Ho trovato una pista che potrebbe interessarti!》dice per attirare la mia attenzione, conosce bene i miei punti deboli, ma ormai i suoi tranelli non mi illudono più.

《Si certo, come no!》rispondo riluttante.

《Te lo giuro! Perché non mi credi mai?》

《Perché non sarebbe la prima volta che tenti di portarmi a fare baldoria con questa scusa!》ammetto senza speranza.

《Questa volta non te ne pentirai! Te lo giuro.》dice implorando《ti pregoooo.》

Alzo gli occhi al cielo, consapevole che mi sono lasciata convincere ancora una volta; sarebbe stato inutile ignorarla, avrebbe continuato a darmi il tormento.

La mia speranza è che magari questa sera sarò fortunata e troverò un servizio a cui dedicare una prima pagina, appena dietro l'angolo, salvando ancora il mio posto di lavoro in calcio d'angolo.

《Oh dannazione ok! Arrivo!》dico staccando la telefonata per risparmiarmi i suoi stridolini vari.

Mi fermo al semaforo in corrispondenza delle strisce pedonali e aspetto che scatti il verde per attraversare e appena cambia colore, a metà incrocio mi ritrovo a fare i salti mortali, finendo al suolo, per non essere investita da una Jaguar nera, che fregandosene del codice stradale viola almeno cinque leggi e scampa per poco il mio omicidio.

《Spero che tu vada a sbattere contro un muro stronzo!》urlo inutilmente verso quell'auto e mi alzo da terra sotto gli sguardi indifferenti dei passanti.

Vorrei sapere dov'è la polizia quando serve.

Raggiungo l'altra estremità della strada e l'auto che per poco non mi investiva torna indietro, lasciando stridere gli pneumatici sull'asfalto nel momento che frena a pochi centimetri da me bloccandomi di poco la strada.

Vorrei spaccargli tutti i vetri con una mazza da baseball.

Persone così non dovrebbero guidare.

Lo scuro finestrino si abbassa, rivelandomi il volto di un uomo sulla trentina.

L'odore della sua acqua di colonia si espande come una nube tossica pizzicandomi le narici.

I suoi occhi sono verdi e tenebrosi e mi scrutano sfacciatamente provando a mettermi a disagio.

Un ciuffo di capelli gli ricade sulla fronte agghindandolo con un velo di mistero e di fascino immeritato.

Un orecchino con una croce Latina gli pende da un foro del lobo dell'orecchio sinistro.

Mi guarda come volesse fulminarmi all'istante, cercando di incutere un terrore che non mi sfiora minimamente.

《Sbaglio o stavi dicendo qualcosa?》

Parla lentamente, con voce tagliente e profonda, come se volesse farmi pentire di non essere stata investita.

《Ti stavo augurando ciò che meriti.》rispondo mantenendo il contatto visivo, quasi sfidando la sua faccia tosta.

Sul suo volto compare a poco a poco un sorriso compiaciuto e sembra piacevolmente sorpreso dal mio atteggiamento.

Mi pare evidente che mi sono imbattuta nell'ennesimo figlio di papà che crede che il mondo cada ai suoi piedi solo per il conto in banca generoso che possiede.

《Sai? Non mi sei sembrata particolarmente gentile, ma forse mi sbaglio. Mi ripeteresti cosa mi stavi augurando?》dice facendo rombare il motore, aumentando lo smog già eccessivo del luogo.

《Ti sbagli!》dico seria, facendogli credere di avermi spaventata.

《Sono stata fin troppo gentile ad augurarti di schiantarti contro un muro. Ti rendi conto che sei un fottuto pirata della strada?》

Il mio tono di voce si altera, non sopporto questa mancanza di senso civico e ancora di più questa spavalderia.

Noto che resta senza parole per pochi secondi.

La sua lingua sembra annodarsi in cerca della cosa migliore da dire.

Nel frattempo delle auto ferme dietro la sua iniziano a dare dei colpi di clacson per intimargli di togliersi dai piedi; sta creando un traffico allucinante per uno stupido capriccio, oltretutto ha torto marcio.

Lui scende dalla sua vettura, sovrastandomi con la sua altezza, mostrando un fisico snello e atletico, vestito da un pantalone nero e una t-shirt dello stesso colore, che per essere casual gli dona particolarmente.

Mi rivolge uno sguardo truce poi va a dire qualcosa al conducente in fila che, come se avesse visto il padre eterno, inverte il suo senso di marcia e si allontana spedito, consigliando di fare lo stesso a tutti.

Sto tentando di fare mente locale, magari questo tizio è qualche personaggio famoso, ma a me sembra solo uno psicopatico troppo megalomane.

Mi arrendo lasciando perdere e torno sulla mia strada, ho speso fin troppo tempo con quello stronzo.

《Che cosa hai detto?》chiede nuovamente seguendo i miei passi.

《Hai capito benissimo, non ho intenzione di ripeterlo! Adesso sarà il caso che tu ti tolga dalla strada con il tuo giocattolino da collezione, non sei il padrone del mondo!》rispondo continuando a dargli le spalle.

《Senti un po', ma sai chi sono io?》dice afferrandomi per un braccio per obbligarmi a voltarmi.

Mi libero dalla sua presa in modo brusco e lo colpisco con la mia borsa ripetutamente, ricordando solo in secondo momento che avrei potuto rompere la mia macchinetta fotografica.

《Come ti permetti eh? Chi ti fa credere di avere il diritto di fare ciò che ti pare?》urlo infastidita.

Altri due uomini corrono verso la nostra direzione e vedo il tipo fargli un gesto con la mano, come per comandargli di bloccarsi.

《Non so chi sei e non mi interessa!》dico calmandomi appena 《non puoi girare come se esistessi solo tu! Adesso levati dai piedi, ho perso già fin troppo tempo.》

Lo supero con una debole spallata e mi decido a fermare un taxi.

La serata è iniziata in un modo assurdo e sono felice di aver accettato la proposta della mia amica, ho proprio bisogno di un drink.

《Sorpresa!》

Una piccola ma discreta folla mi accoglie nel privé del locale menzionato da Scarlett.

Il "the bravery house" è sempre stato in nostro luogo di ritrovo, ma nell'ultimo periodo, avendo dei nuovi gestori, non siamo più venute a fare disboccia e questa è la prima volta che vedo le nuove vesti di questo lounge bar.

Le luci fioche creano un'atmosfera cupa e riservata.

Le pareti che un tempo erano di uno sbiadito giallo ocra, sono state ricoperte da mattoncini grezzi e travi di legno lucide.

Delle catene brunite sparse in punti strategici, vanno a compensare la penombra con delle lampade più grandi appese su di esse.

I tavolini in vetro e le sedie in alluminio, sono state sostituite da blocchi simili a dei tronchi d'albero con degli sgabelli con schienale scuri.

L'atmosfera è abbastanza accogliente, ma forse preferivo com'era prima; mi sento lievemente fuori posto.

《Sapevo che non dovevo darti retta!》dico abbracciando i presenti uno a uno mentre mi augurano buon compleanno.

《Ma tu non sai dirmi di no!》risponde la mia amica tremenda.

Tutti i presenti sono nostri colleghi, ma a dire il vero non abbiamo un rapporto di amicizia stretto come ho con Scarlett e mi sembra strano vederli qui per me.

《Ogni scusa è buona per fare baldoria per te! Cosa hai detto a tutte queste persone per convincerle a venire?》chiedo alla mia amica, ormai certa che ci sia il suo zampino.

《Semplice! Ho detto che offrivi tu!》

《Che cosa? Ma sei scema?》

《Così impari a non festeggiare il tuo compleanno, brutta stronza!》risponde Scarlett alzando una mano per attirare il cameriere.

《Stronza sei tu! Metti mano al tuo di portafogli, i tuoi amici hanno già bevuto a sufficienza!》mi lamento.

Sui tavolini ci sono diverse bottiglie di birra vuote e bicchieri solo pieni di ghiaccio ormai.

《Sei proprio una guastafeste!》dice sbuffando e andando verso ognuno dei colleghi.

《Forza ragazzi, dobbiamo fare il regalo alla festeggiata, sganciate venti dollari a testa oppure pagate la vostra consumazione! Un anno in più l'ha resa solo tirchia!》dice facendomi l'occhiolino.

Scuoto la testa in senso di negazione, non posso credere che sia così pazza quella ragazza.

《Non ti smentisci mai!》le dico sorseggiando dal bicchiere che mi è appena stato portato dal cameriere.

Il liquido dolce mi esalta le papille gustative finché una forte nota alcolica non prende il sopravvento incendiandomi la gola.

《Scarlett ma si può sapere che diavolo hai ordinato?》dico porgendole il bicchiere.

《Dal forte odore di whisky mi sembrerebbe un old fashioned, ma non l'ho chiesto io!》dice svuotando il bicchiere tutto d'un fiato.

In lontananza, verso il bancone, noto un tipo che mi guarda.

Lo riconosco mentre alza il suo bicchiere e sorridendo mi dedica un brindisi.

Lo psicopatico con la Jaguar deve avermi seguita.

《Oh no!》dico rassegnata.

《Cosa?》chiede la mia amica guardando anche lei verso il bar.

《Credo abbia fatto portare lui il drink e vorrei tanto non aver bevuto!》

Scarlett lo guarda con attenzione, gli sorride e agitando le mani lo saluta entusiasta.

《Ma che fai sei impazzita?》dico bloccandola.

《Hai visto che figo? Perché devi essere scontrosa con tutti?》dice facendogli un occhiolino.

《Non lo conosci! È un pazzo, sono sicura che mi abbia seguita! Prima stava per investirmi!》

Spiego velocemente la vicenda alla mia amica eppure sembra non essere intenzionata a darmi retta, al contrario pare quasi divertita.

《Forse vuole chiederti scusa! Non mi sembra un mal intenzionato.》

Batto il palmo della mano sulla mia fronte, questa ragazza è senza speranze e con un po' d'alcol in circolo perde del tutto quel minimo di lucidità.

《Sei proprio ingenua Scarlett!》

《E tu sei proprio una noia. Vedi del marcio in tutti, magari vuole solo divertirsi e non ti farebbe così male!》

《Come non detto, non dovevo darti retta!》mi alzo e prendo la mia borsa, ritornando ai miei piani iniziali.

《Dove vai ora?》chiede la mia amica confusa.

《Vado a pagare questo drink, non lascerò che quel tipo creda che sto al suo gioco!》rispondo guardandolo da lontano.

Lo so che dovrei essere più prudente, ma sono troppo impulsiva, proprio come la mamma e non riesco a lasciar correre.

Sento troppo la necessità di mettere le cose in chiaro.

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