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Capitolo 7 Samuel

Lancio il telefono sulla scrivania e impreco. Sono frustrato e arrabbiato, un mix che non va d'accordo con il mio carattere.

Per tutta la sera sono stato chiuso nel mio ufficio, pensando a quel corpo seducente che ballava per me. Sono incazzato perché so che probabilmente l’ha fatto per chissà quanti uomini. Se ci penso, vorrei cavare gli occhi a ognuno di loro.

Sono rimasto rinchiuso davanti al mio PC, osservando ogni sua mossa anziché occuparmi dei conti e degli affari del club. Quella ragazza è capace di farmi impazzire.

La vedo sgambettare e muovere quel culo a destra e a manca, dispensando sorrisi a ogni uomo nella stanza. Sembra allegra e spensierata in mezzo a tutta quella gente, ma quando siamo soli, nei suoi occhi leggo tutt’altro: tristezza e rassegnazione.

A volte, quando pensa di non essere vista, si guarda intorno, forse per vedere se qualcuno la segue. Vorrei chiedere e sapere tutto ciò che la turba. Ho pensato di chiedere anche a mia sorella, ma sono sicuro che quello che nasconde non lo sa nemmeno Jenna.

Guardo l’orologio e vedo che sono già le tre. Stufo di non aver concluso niente, spengo tutto e vado nel locale in cerca di Amber. Ora che torno a casa, deve venire anche lei. Non posso permettermi che le succeda qualcosa, e chi se la sente di avvertire la mia famiglia.

Mi aspettavo di tutto dal viaggio di ritorno, tranne che una tortura. È stato difficilissimo far allontanare le sue mani dal mio inguine. Mi ha stuzzicato per tutto il tempo e io ho resistito per mantenere la promessa fatta a mia sorella. Ma cazzo, se è stata dura! E non è l’unica cosa dura al momento. So già come finirà la mia serata: a masturbarmi.

Quando finalmente pensavo di poter tornare a casa mia e farmi una sega in pace, Dio ha dovuto mettermi di fronte a una nuova sfida: le cazzo di chiavi di casa.

Volevo lasciarla là ad arrangiarsi, ma quando ho sentito uscire da quelle labbra perfette il nome di Luke, tutto il sangue che era defluito al mio cazzo è andato dritto al cervello.

Non ho connesso più niente e le ho offerto di venire da me. Il suo sguardo è passato da accigliato a furbo in un colpo solo, e so già che mi farà impazzire. Ma no, principessa, non verrò a letto con te.

Ora siamo fuori dal mio appartamento e non sono più così sicuro della scelta che ho fatto. Mi sono reso conto che, non avendo una stanza per gli ospiti, mi toccherà dormire con lei. Impreco, ma è lei a togliermi dal mio stato di trance.

“Allora, vogliamo guardare la porta di casa ancora un po’?” La sua lingua lunga mi fa venire voglia di metterla sulle mie ginocchia e schiaffeggiarle quel culo sodo. Le lancio uno sguardo che le fa capire di non esagerare, e lei in tutta risposta fa roteare gli occhi.

Infilo le chiavi nella toppa e faccio scattare la serratura. Apro la porta e la tengo aperta in modo che lei possa entrare per prima. Subito dopo entro anch'io e chiudo la porta. La trovo che si guarda intorno curiosa.

“Quindi è qui che porti le donne con cui esci?”

Vorrei risponderle che in casa mia, a parte mia madre e mia sorella, non è mai entrata alcuna donna, ma mi piace farla arrabbiare.

“Sì, esatto,” rispondo. Fa una faccia disgustata e so di aver colpito nel segno.

Del tutto a suo agio, lancia la borsetta e la giacchetta sul mio divano e si sfila anche le scarpe. “Posso farmi una doccia, vero?” Si gira verso di me e mi guarda in attesa di una risposta.

Io sono rimasto fermo vicino alla porta, poso tutto quello che ho in mano sulla mensola e le rispondo: “Certo, ti mostro dove si trova il bagno.”

La supero e mi dirigo verso il bagno. Apro la porta e la faccio entrare. Anche qui lei si guarda intorno e poi il suo sguardo si sofferma sulla doccia.

“Bella doccia, bella spaziosa,” dice in tono allusivo.

Mi passo una mano tra i capelli, frustrato. Non vedo l’ora di lasciare il bagno, perché nella mia testa si stanno già formando immagini oscene di lei in ginocchio o piegata mentre me la scopo.

“Quando hai finito, la mia camera è qui di fronte,” le dico. Lei mi sorride e io decido di lasciare la stanza.

Perdo il conto dei minuti mentre sento l’acqua frusciare. So solo che la vedo comparire in camera con i piedi scalzi, un asciugamano attorno al corpo e i capelli legati in una treccia. “Ho bisogno che mi impresti qualcosa per dormire.”

Annuisco e con il dito le mostro la sedia dietro di lei. Avevo già preparato una maglietta e dei pantaloncini da basket.

Sto per tornare a guardare il mio telefono, convinto che prenda i vestiti e torni in bagno, quando la strega cosa decide di fare? Fa cadere l’asciugamano, rimanendo completamente nuda davanti a me. E come se il suo sedere nudo non bastasse, si gira mostrandomi tutto: dai suoi capezzoli piccoli e rosei, uno dei quali ha un piercing, al suo addome piatto adornato da un piercing all’ombelico, fino alla sua figa completamente glabra.

Inghitto la saliva e mi strofino i palmi delle mani sulle gambe. La voglia di prenderla e scoparla in questo momento è tanta.

Lei sorride e mi guarda. “Che c’è, ti sei imbambolato?”

Non rispondo e continuo a guardarla; è perfetta, cazzo. Ma lei mi stuzzica ancora. “Eddai, non ti scandalizzi mica per una donna nuda?”

Prende i vestiti, si veste e va dalla parte vuota del letto. Alza il lenzuolo e si infila nel letto. Sistemandosi, mi guarda e dice: “Comunque, il tuo getto della doccia è veramente potente.”

Subito la guardo stralunato, non capendo cosa voglia dire. Ma appena comprendo, rimango a bocca aperta.

Lei mi fissa e mi dà il colpo di grazia: “Un orgasmo molto intenso, mi ha fatto squirtare.” Oh, mai, qualcuno l’ha mandata per punirmi, ne sono sicuro.

Ancora incredulo, chiedo: “Sta scherzando, vero?”

Lei torna a guardarmi. “Non mi hai sentito?” Sono letteralmente senza parole.

Fa scorrere il suo sguardo sul mio corpo fino a soffermarsi sul mio cazzo. “Umm, niente male. Vuoi una mano con quello?”

Prendo un respiro e decido di lasciare perdere. Mi giro dandole la schiena. “Buonanotte, Amber,” dico, sperando che si addormenti. Ma so già che l’unico che non riuscirà a dormire qui sono io.

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