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LIBRO 1 Dallas - Capitolo 2

DALLAS.

Edward sorrise. “La fa facile lei." Rispose guardandomi. "A me piace molto Alaska, ma non le chiederei mai di metterci insieme."

"So che la ami." Gli dissi. "Ma ciò che ti piace è solo come lei vuole apparire agli occhi degli altri. C'è un lato di Alaska che mostra solo a me." Rivelai.

"Almeno lo mostra, Emma invece si nasconde anche da noi. Se non fosse stato per il rapporto con tuo padre e Chester non avrebbe mai provato l'ammissione al MIT, Cambridge o Oxford in tecnologia e meccanica."

"Quando viene in barca con noi è molto rilassata." Rivelai. "Sembra un'altra."

"Sembra fragile, ma è più forte di Elisabeth. Se ti metti con lei sappi che devi andare a fondo per conoscerla." Mi spiegò.

"Temo di non esserne attratto! Non di quella passione che vedo tra mia sorella e suo marito Gabriel." Ammisi.

"Di quell'attrazione che se anche incroci lo sguardo poi te lo senti duro?" Mi chiese senza girarci troppo intorno.

"È questo che provi per Alaska?" Gli chiesi, anche perché non vedevo mai la passione quando incrociava lo sguardo di Ali, lui gli occhi carichi di desiderio li aveva con un’altra.

“Magari!” Sospirò. "Purtroppo no! Amo Alaska lo so... ma chi me lo fa drizzare è un'altra." Ammise.

"Per questo Alaska non immagina che ti piace." Ammisi sapendo di chi stava parlando.

"Perché non gliel'ho mai detto." Rispose divertito.

"O perché sai come guardi la sua migliore amica." Ammisi.

"Ti prego! Il problema è che non la sopporto. Così viziata e fanatica, vuole sempre stare al centro del mondo." Affermò.

Sospirai dispiaciuto. "Non è vero! Cioè si è viziata, ma Micaela è molto di più. Siamo cresciuti insieme e fidati se si comporta in questo modo è per insicurezza." Gli dissi.

"Non sembrerebbe per tutte le volte che mi urla contro." Disse.

"Forse perché anche lei reagisce all'attrazione che provate." Dissi.

Lui mi guardò. "No!" Disse cambiando argomento. "Parla con tuo padre per l'accademia militare."

Sbuffai divertito. Nel momento stesso in cui Micaela sarebbe caduta dalla sua nuvola romantica e si sarebbe accorta che aveva solo una cotta e non era realmente innamorata del fratellastro di Tommy Keller, avrebbe anche capito di essere attratta da Edward e allora il mio amico sarebbe dovuto venire a patti con la realtà.

"Parlerò con papà." Gli dissi.

Anche se temevo quel momento.

Così mi organizzai. Cercai il primo punto di reclutamento, evitai la marina militare, scaricai il modulo e quando ebbi tutto chiesi a papà di accompagnarmi in un viaggio on the road padre e figlio per New York.

"Non riesco proprio a farti appassionare alla nautica eh?" Mi chiese alla partenza.

"Io sono come Adela, vengo solo se mi portate." Gli risposi. Alaska era quella che realmente amava navigare di tutti noi, mi raccontava sempre delle gite con mamma e papà. Purtroppo non aveva il coraggio di dire ai miei che le piaceva navigare e stare in mare anziché andare a preparare i prossimi balletti classici.

"Appena organizzo una settimana in barca potrai fare il turista." Mi disse papà. "Ma cucinerai tu il pesce che prenderemo io e i tuoi fratelli."

Risi anche io. "Si signore."

Era quello il motivo per cui non avevo scelto la Marina, non volevo illudere papà, oltre a non poter aiutare il prossimo su una nave. Una volta sul fiume Hudson chiesi a papà il cambio, era tempo che guidassi io non avendogli detto che saremo andati ad Arlington.

Quando arrivammo all'accademia militare di West Point però, papà comprese che non era una vera a propria vacanza.

"Perché siamo qui?" Mi chiese.

"Perché ho diciassette anni e mi serve la firma di un genitore." Ammisi.

"Perché?" Chiese papà. "Spiega."

"Penso possa essere la mia strada.

Ho bisogno di fare qualcosa per me stesso e per gli altri." Dissi passandogli il modulo.

Papà lo lesse. "La US Army... hai dato la disponibilità a partire per le missioni umanitarie." Disse sorpreso.

Annuii. "Voglio proteggere gli altri, in modo concreto." Affermai.

"Come Adelaide. Anche lei la pensava così." Disse papà.

"Io però chiederò di studiare i diritti umanitari." Dissi, avevo già visto tutto. Lo stesso esercito mi avrebbe finanziato. Inoltre avrei seguito i corsi telematici così potevo partire.

"Con l'esercito!" Sussurrò papà.

"Puoi capirmi papà?" Chiesi. "Avrò bisogno del tuo appoggio a casa."

Papà sospirò guardandomi serio. "Tua madre mi ucciderà!" Mi disse piegando il foglio e aprendo la porta. "Giura di prenderti sempre cura di te Dallas, non dovrai mai tornare in una bara." Mi disse.

Così riuscii ad arruolarmi. Mi misi con Emma e dopo aver litigato con mamma, appoggiato da papà, mi diplomai.

Alla festa di diploma con i miei compagni affrontai Emma. Eravamo tutti intorno a un tavolo con i nostri hamburger e le bibite gassate. In realtà a casa nostra ci avevano insegnato a bere buon vino già a quindici anni e lo preferivo. Ma nel locale, con i camerieri e l'obbligo di avere ventuno anni per bere non era il caso di fare scherzi. Ero seduto in disparte con Emma a osservare i miei amici divertirsi quando le dissi la verità.

"Ti voglio bene come a una sorella. Mi dispiace ma non mi sento di andare oltre con te. Soprattutto non voglio farti soffrire le pene adesso che partirò per le missioni umanitarie." Le spiegai.

"Mi lasci così quindi." Mi disse fredda.

Era molto bella, capelli biondi curati, occhi azzurri, un naso piccolo, incorniciavano il piccolo viso a cuore, mi dispiaceva farla soffrire. "Dimmi la verità. Mi ami seriamente o mi vuoi solo bene?" Chiesi.

Lei mi guardò mordendosi il labbro. "Non so se ti amo, però mi hai sempre attratto." Ammise.

"Non posso assecondare questa attrazione. Sei la gemella del mio migliore amico, che figura ci farei se ti lascio dopo averti..." scopata! Cazzo era bella e una botta gliel'avrei data con piacere.

"Ho capito!" Disse. "Lasciamoci e fai il tuo percorso nell'esercito." Mi disse con freddezza.

"Ma prima di partire lo voglio. So che avresti cura di me, almeno concedimi una prima volta decente. Ci saremo già lasciati e Edward non ne avrà sospetti perché accetterò l'ammissione a Cambridge. Vai tu in Italia con Alaska e al ritorno fermati da me. Solo una volta, Edward non saprà così che sei tu." Mi chiese.

Sospirai, era una vera calcolatrice. "Davvero mi permetterai di partire al tuo posto?" Le chiesi.

Lei mi sorrise. "Sono molto più calcolatrice di te." Indubbiamente, non era triste perché l'avevo lasciata. Voleva però vivere la prima esperienza sessuale con qualcuno di cui si fidava.

"Ti brucia non aver fatto sesso!" Le dissi.

Lei fece una smorfia. "Molto." Disse allontanandosi per andare a sedersi accanto alla sorella dove sicuramente stava sfogandosi.

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