Capitolo 5 Toni
Avevo aspettato un po' prima di andare a fare manutenzione, perché il modo in cui mi aveva trattato la vecchia mi aveva lasciato un po' deluso. Poi, però, mi sono pentito. Quando ho ascoltato il messaggio vocale in cui diceva: "Ascolti, sto morendo di caldo, tra poco qui scoppierà tutto se qualcuno non aggiusta gli impianti. Perdere il negozio sarebbe una rovina," mi sono detto: "O va o spacca."
Appena entrai, dissi:
«Buongiorno, sono Toni Rossi della manutenzione.»
Mi trovai di fronte a una ragazza che sembrava una dea. Le sue labbra rosse mi ricordavano la ragazza del sabato sera del gioco; era bellissima, da baci e coccole all’istante. Per di più, la mia erezione era diventata evidente e mi tirava parecchio.
Quando si presentò come nipote della vecchia, capii perché fosse così tirchia. "Ok," pensai, "ora avevo capito. Volevi trasformare la nipote in un bel fiore. Hai fatto bene, porca miseria, la mia erezione era durissima."
Poi, appena mi disse "6000€," pensai: "Cazzo, sto sognando?" Le risposi:
«Ehmm, guarda, bastano anche solo 4000. Ho un amico falegname. Se vuoi, lo chiamo e potrà aiutarti.»
Appena mi diede la busta, la riconobbi. Era quella che avevo visto al computer. La guardai pensando: "No, non può essere la ragazza del sabato... oh merda."
«Posso iniziare oggi? Scusa la domanda, hai partecipato al gioco di sabato sera della caccia?»
Appena rispose, arrossendo:
«Sì, mi è piaciuto, solo che, per l’emozione, sono svenuta. Poveretti, li ho lasciati poco felici.»
La guardai ancora più attratto e desideroso. Le dissi, dispiaciuto anche se volevo afferrarla e baciarla in quel momento:
«Tranquilla, capita. No, chiedevo perché partecipano in tanti e ho riconosciuto la busta. Ok, meglio che comincio. Che caldo! Ora capisco perché mi hai chiamato. Mi pento di non essere venuto prima. Per farmi perdonare, oltre al mio amico falegname, ti farò portare un gelato fresco da un amico che ha la pasticceria qui di fronte, ok?»
Mentre Anita tornava al bancone a sistemare degli abiti con la macchina da cucire, recuperai la scala dal magazzino. Prima di tornare di là, mi detti una veloce pulita con un panno che avevo in tasca. Tornai con la scala, mi arrampicai dove c'era il primo condizionatore e iniziai a ripararlo. Mandai un messaggio a Sebastian:
-Ehi, non puoi immaginare chi è la nipote della vecchia tirchia... :D-
Seb -Chi? Una modella di Playboy?-
-No, scemo... La ragazza che sabato sera abbiamo... beh, ci siamo scopati e poi è svenuta dalla gioia. Porca miseria, una bomba sexy. Riesci a portarle una coppa di gelato? Qui in negozio si muore, ti pago dopo la fine dei lavori.-
Seb -Porco fortuna... Stronzo... :D... Offri la casa. Dimmi un po', ha gli occhi chiari?-
-*Emoji occhi al cielo* sì, azzurri. Contento? Ah, dimenticavo, fai venire Aaron. Qui il pavimento cade a pezzi, c'è bisogno di sistemare le assi.-
Seb -*Emoji Police in su*-
Aar -*Emoji arrabbiato* Sei solito figlio di puttana fortunato... Sto arrivando... Avvisa la nostra dea che il falegname sexy sta arrivando.-
Risi. Aaron era sempre il solito cafone. Appena finii di sistemare il guasto, lo accesi e l'aria fresca arrivò. Dissi felice:
«Ehi, chiudi pure la porta ora. Un po' di fresco sta arrivando.»
Anita, contenta, stava per chiudere la porta quando un ragazzo incappucciato entrò dicendo:
«Puttana, è qui che ti sei rifugiata? Sono tre mesi che ti cerco. Dove è quella vecchia megera che ti ha allontanata da me?»
Anita, spaventata, lo spinse via, dicendo:
«Kevin, modera le parole. Mia nonna è morta e ora dirigo il negozio. Chiaro? Ti ho lasciato per il pazzo scontroso che sei. Vattene subito, prima che chiami la polizia.»
Vidi quel pazzo avvicinarsi ad Anita e stringerle i polsi facendole male:
«Io non me ne vado. Ora tu vendi questo buco e torni con me a Milano a lavorare come cameriera nel mio bar. Chiaro?»
Anita cercò di staccarsi da Kevin, ma lui le tirò uno schiaffo facendola cadere. Questo era troppo; una donna non si tocca, soprattutto se è la mia donna. Scesi dalla scala e lo fermai prima che potesse toccarla di nuovo, dicendogli:
«Giù le mani dalla mia donna. Stronzo, vattene subito o saranno dolori.»
Kevin rise e disse:
«Tu sei il ragazzo di questa figa secca? Ahahah, non farmi ridere. Stammi a sentire, questa puttana non sa fare neanche un pompino.»
Gli tirai un pugno, rompendogli il naso. Lo vidi piegarsi e dire:
«CAZZO, il naso... Me la pagherete tutti e due.»
Uscì e salì sulla sua moto sgommando via. Dissi:
«Idiota... coglione.»
Mi girai. Anita si reggeva a malapena in piedi. La presi in braccio e la portai sul divanetto, dicendole:
«Ehi, tutto ok, se ne è andato. Se torna, lo pesto. Ok? Ti prendo del ghiaccio. Spero che il frigo in magazzino funzioni.»
Anita rise massaggiandosi la faccia e disse:
«L’ho buttato, era ormai fuso. Tranquillo, grazie. Kevin era il mio ex, un vero stronzo. Stavamo insieme dall’università, ma poi l’ho lasciato non appena l’ho beccato con la mia ex migliore amica, Mary.»
Risi, ma poi la abbracciai dicendole:
«Succede. Non sei l’unica. Anche io ho beccato la mia ex con un altro a letto e l’ho mollata qualche mese fa.»
Dio, aveva delle labbra bellissime. Senza dire una parola, la baciai e Anita ricambiò, stringendomi a sé. Anita mi salì a cavalcioni, baciandomi con lussuria e muovendosi sopra di me. La mia erezione era diventata dura come una pietra. Sentivo, attraverso la gonna di Anita, che le sue mutande erano fradice e si stava bagnando.
Poi sentii il campanello della porta, ci staccammo ad un tratto e aprì la porta. Anita si sistemò e tornò al bancone. Io mi sistemai i pantaloni e tornai ad aggiustare i condizionatori. Guardai chi era: Sebastian, che portava il gelato. Gli disse:
«Ciao, benvenuta a Rama. Io sono Sebastian, un amico di Toni.»
Anita sorrise:
«Piacere di conoscerti, io sono Anita. Grazie per il gelato. Toni è stato gentile poco fa, ha preso a pugni il mio ex.»
Sebastian sorrise, poi la lasciò tranquilla e si avvicinò a me dicendo piano:
«Che cazzo è successo?»
Lo guardai dicendo:
«Niente, era un cretino, la stava picchiando. Sono intervenuto.»
Sebastian disse:
«E te la sei baciata? Stronzo... vi ho visto.»
Gli tirai una gomitata dicendogli:
«È stato un momento per consolarla, tutto qui. Guarda, è arrivato Aaron. Siamo al completo.»
Sebastian si avvicinò ad Aaron, che stava chiacchierando con Anita e lei sorrideva felice. "Anche troppo felice," pensai. Che cazzo stava succedendo?