Capitolo 2 Sebastian
Che giornata! Non vedevo l’ora che finisse. Aspettavo questa serata da giorni. Prima di chiudere il negozio, presi alcune cose che avrei dato alla ragazza di stasera: una tavoletta di cioccolato al latte, una sacca di caffè, una di cacao, dei biscotti, qualche caramella e delle marmellate.
Appena sentii il clacson, capii che Toni e Aaron erano arrivati. Uscii e chiusi tutto, poi salii sul SUV di Aaron. Lui disse:
«Pronto, grande capo… stasera si ritorna in partita, i Lions tornano in gioco.»
Lo guardai e risposi:
«Parti, cretino… avete preso tutto?»
Toni sistemava i prodotti nella scatola di legno fatta da Aaron e rispose:
«Sì, abbiamo tutto: maschere da leone, vestiti, le tre rose, la lettera, i regali, i preservativi… Ah, già, i test degli esami del sangue sono stati ritirati. Quest’anno, però, sono un po’ tirchi con il compenso: solo 1500 euro. È una miseria.»
Mi girai guardandolo e dissi:
«Cosa? Così poco? Aaron, fermati allo sportello del bancomat un attimo, per favore.»
Aaron si fermò. Prima che scendessi, mi passò la sua carta e Toni mi disse:
«Fai 1000 a testa… almeno così ha qualcosa in più per fare shopping.»
Misi una carta alla volta, prelevai mille euro da tutte e tre. "Che tirchi quelli del comune," pensai mentre tornavo in auto. Ridetti le carte e passai i soldi a Toni, che li mise nella busta con il nostro messaggio.
Dopo una ventina di minuti, arrivammo alla sede. Gli altri ragazzi ci guardarono male, ma che guardino pure, non avevo niente da temere. Appena ci assegnarono la stanza, ci cambiammo e andammo nella sala comune per scegliere. Quest’anno c’erano trenta ragazze.
Io, Toni e Aaron scegliemmo la numero tre con la maschera di Diana; era ottima come preda. Appena decidemmo, fummo portati all’entrata del suo cottage e aspettammo che uscisse. Quando la vedemmo mettersi in ginocchio sulla coperta, senza farmi notare, appoggiai la scatola con le buste e le tre rose nella veranda dove le avrebbe trovate domani.
Sentii il rintocco delle campane che segnavano la mezzanotte. Ci avvicinammo. Lei ci notò e, piano piano, cominciò a correre, come da procedura. Toni disse:
«Bene, vuole giocare. Che la caccia cominci.»
Ci sfilammo i cappotti e la seguimmo nella foresta. Toni la rincorse più velocemente e la catturò in pochi minuti. Sentii un grido e vidi Toni tornare con la ragazza in braccio, dicendo:
«Però sei una piuma, tesoro.»
Dissi:
«Mettila giù e tienile le mani.»
Toni obbedì, mentre Aaron le sfilava il vestito, mostrando il suo corpo magro, con le tette tonde e sode, la carnagione olivastra e le labbra gonfie e rosse come i suoi capelli. Con la maschera non vidi bene gli occhi, ma dovevano essere chiari, supponevo.
Mi avvicinai, afferrai il suo viso e la baciai. La sua lingua danzava con la mia. Era eccitata, il suo bacio bramava lussuria da ogni parte. Mi staccai da lei. Aaron sapeva come placare l'eccitazione: si abbassò e la baciò in mezzo alle gambe, divorandola, mentre Toni le baciava il collo e stringeva i capezzoli. Vidi il suo corpo irrigidirsi e gemere di piacere. Le chiesi:
«Ci vuoi dentro di te? Vuoi sentire la nostra durezza dentro di te? Vuoi toccarci?»
Le rispose in pieno piacere:
«Sì... sì... vi prego... sto... credo di...»
Aaron si staccò, soddisfatto, dicendo:
«Dio... che sapore dolce, mi è venuta sulla lingua.»
Toni la girò, mettendosi in ginocchio davanti a lei. Le mise le sue mani sulla testa e la baciò anche lui in mezzo alle gambe, divorandola e facendola sussultare. Quando la ragazza si irrigidì, Toni si staccò, facendomi segno che toccava a me. Mi avvicinai. Avevo un'erezione che mi stava scoppiando nei pantaloni. La presi in braccio e la posai sulla coperta. Aprii uno dei preservativi che avevo in tasca e la penetrai. La sentii sussultare, la girai, mettendola sopra di me, tenendole le mani sul mio petto e cingendole il fianco, muovendomi forte. Anche lei si muoveva insieme a me.
Le chiesi:
«Ti piace? Vuoi che i miei amici si uniscano a noi?»
Lei annuì. Feci segno ad Aaron, che si avvicinò da dietro, tirò fuori dalla tasca dei pantaloni del lubrificante e lo spalmò un po' nel suo ano e sul suo cazzo, poi la penetrai. Era schiacciata tra di noi, ma sentivo che stava godendo. Aaron disse:
«Oh signore, se è stretta... Piccola, ti adoro... Gesù, durerò poco, amico...»
Toni si unì mettendoglielo in bocca:
«Tesoro, sei... oh mio dio... sei una dea vera, proprio tesoro... Mamma mia, questo sì che è un pompino... cazzo... vengo.»
Toni, seguito da Aaron, si staccarono e si buttarono a terra dicendo:
«Tutto ok, stiamo bene... Wow.»
Io continuai a muovermi più velocemente. Appena la vidi tremare, capii che era venuta. Venni anche io, come un vulcano in eruzione. La guardai, la baciai sulla fronte e poi la vidi accasciarsi su di me, dicendo:
«Rubino...»
Mi tirai fuori da lei, la sdraiai sulla coperta per sentirle il polso. Grazie al cielo era regolare. La chiamai:
«Ehi piccola? Tutto ok... piccola... oh mio dio... mi sa che abbiamo esagerato. È svenuta?»
Toni controllò se respirava e disse:
«Respira, il battito è regolare. Mi sa che si è emozionata... Questa cazzata che non posso parlare mi fa incazzare. Porca miseria, portiamo dentro. Accidenti alle regole.»
Avvolsi la ragazza nella coperta e la portai dentro, mettendola sul letto. Aaron appoggiò il vestito sulla sedia a dondolo con la scatola e le buste con le rose. La lasciammo lì nel letto, tranquilla, sperando che si riprendesse.
Tornammo nella nostra stanza. Mi spogliai, mi feci una doccia e crollai nel letto. Non mi era mai capitato che una ragazza svenisse durante un rapporto a quattro. Spero che stia bene. Non vedevo l'ora di rivederla.