5 - Ombre d'autunno
Le foglie dorate danzano nell'aria frizzante di ottobre, come frammenti di sole che si staccano dal cielo grigio di Praga. Cammino lentamente lungo le strade acciottolate, il suono dei miei passi un sussurro tra le antiche mura della città. L'autunno avvolge tutto con il suo abbraccio malinconico, e io mi sento come una foglia sospesa, in bilico tra il passato e il presente.
Ogni angolo di Praga sembra custodire un segreto, e non posso fare a meno di sentire il peso del mio passato che incombe su di me.
Gli strani messaggi e le telefonate anonime mi hanno tormentata per mesi, come spettri che non vogliono lasciarmi andare. Alla fine, ho deciso di cambiare numero, sperando di sfuggire a quelle ombre. Ora, porto sempre con me uno spray al peperoncino, un piccolo talismano contro la paura che mi perseguita.
Nonostante tutto, cerco di mantenere un profilo basso. Non mi vesto più in modo appariscente per andare al lavoro alla galleria di Malá Strana, ma ogni mattina mi concedo qualche minuto in più davanti allo specchio, sperando di rivedere Lukas Richter. Ogni giorno, però, le mie speranze si affievoliscono, come la luce del sole che svanisce dietro le nuvole autunnali.
Mentre passeggio, il profumo invitante del bramborák, una frittella di patate tipica, mi attira verso una bancarella. Decido di comprarne uno, sperando che il sapore confortante possa calmare i miei nervi. Il bramborák è croccante fuori e morbido dentro, il sapore delle patate e delle spezie si mescola perfettamente, portandomi un attimo di conforto.
Mentre assaporo ogni boccone, i miei pensieri vagano verso mio padre. Mi chiedo come stia e se il fatto che io sia scappata dalla nostra città d'origine abbia avuto ripercussioni su di lui. La malinconia mi avvolge sempre più, ricordandomi il senso di vuoto lasciato dalla morte di mia madre quando avevo solo quattordici anni. La sua assenza è una ferita che non si è mai davvero rimarginata e forse, è stato proprio quello l'inizio della mia fine.
Mentre osservo il Ponte Carlo, con le sue statue che sembrano guardiani silenziosi del tempo, il mio telefono inizia a vibrare. Esito un attimo prima di rispondere, il cuore che batte più forte. Sullo schermo compare il nome di Petr Svoboda, il direttore artistico della galleria.
《Helena, ho bisogno del tuo aiuto,》 dice Petr con una voce che tradisce una leggera urgenza. 《Abbiamo dei clienti molto importanti oggi e la tua presenza è indispensabile.》
Guardo l'orologio, il tempo sembra scorrere più lentamente in questo momento. È il mio giorno libero, ma so che non posso rifiutare. Con un sospiro, acconsento. 《Arrivo subito, Petr.》
Chiudo la chiamata e mi incammino verso la galleria, il cuore pesante ma determinato. Le strade di Praga sembrano stringersi intorno a me, come se la città stessa volesse proteggermi o forse intrappolarmi. Ma so che devo affrontare le mie paure, un passo alla volta, anche se il cammino è avvolto nelle ombre dell'autunno.
Quando arrivo alla galleria, il silenzio dell'edificio mi avvolge come un manto. Salgo le scale che portano all'ufficio della direzione, il cuore che batte forte nel petto. Apro la porta dopo aver bussato e resto senza fiato.
Lukas Richter è seduto lì, nell'ufficio di Petr.
Le pareti sono adornate da dipinti antichi, e una grande finestra lascia entrare la luce soffusa del pomeriggio autunnale. Petr è in piedi accanto alla scrivania, un sorriso cordiale sul volto. È un uomo di circa cinquant'anni, con capelli grigi ben curati che incorniciano un volto segnato da rughe sottili. I suoi occhi azzurri, vivaci e penetranti, sembrano sempre alla ricerca di dettagli nascosti. Indossa un abito grigio antracite, perfettamente tagliato, con una cravatta blu scuro che aggiunge un tocco di colore al suo look.
Lukas si alza, abbottonando la giacca con un gesto fluido e naturale. La sua figura imponente riempie la stanza. I suoi occhi scuri e intriganti mi fissano con intensità, come se potessero leggere ogni mio pensiero.
È alto e il suo portamento è fine ed elegante, vestito in un abito che gli fascia il corpo in modo impeccabile. Il profumo che indossa, una miscela di legno di sandalo e spezie con una leggera nota di liquirizia, riempie l'ufficio, annebbiando la mia mente. Si avvicina con un sorriso appena accennato, che lo fa risultare anche distaccato.
Sento Petr parlare, ma le sue parole arrivano ovattate alle mie orecchie, coperte dal rimbombare dei battiti del mio cuore.
《Lukas, ti presento Helena Novak,》 dice Petr con orgoglio. 《È una delle migliori restauratrici che abbia mai conosciuto. Il suo talento nel riportare alla luce opere d'arte dimenticate è straordinario.》
Lukas si avvicina e mi prende la mano, accarezzando appena il dorso con il pollice. 《È un piacere fare la sua conoscenza, signorina Novak,》 dice con una voce profonda e calma. Poi, senza staccare gli occhi dai miei, porta la mia mano alle labbra e vi lascia un bacio leggero, il calore delle sue labbra morbide mi fa rabbrividire.
Il mio cuore batte ancora più forte, e per un attimo, tutte le mie paure sembrano svanire, sostituite da un'intrigante curiosità.
Mi sento sorpresa dalla sua presenza, ansiosa per l'incontro inaspettato e timorosa per le ombre del mio passato. Ma c'è anche una scintilla di speranza nel rivederlo, una possibilità di qualcosa di nuovo e positivo, di una nuova voglia di vivere che temevo di aver perso per sempre. La confusione mi avvolge, mentre il desiderio e la vulnerabilità si mescolano in un turbinio di emozioni contrastanti.
《Non si preoccupi, signor Richter,》 rispondo, cercando di mantenere la calma. 《È un piacere per me essere qui. Amo il mio lavoro e tutto ciò che ne consegue.》
Lukas inclina leggermente la testa, il suo sguardo penetrante non si stacca dal mio. 《Signorina Novak, mi dica, cosa la ispira nel suo lavoro di restauratrice? Cosa la spinge a riportare alla luce opere d'arte dimenticate?》
La sua domanda mi coglie di sorpresa, ma rispondo con sincerità. 《Credo che ogni dipinto abbia una storia da raccontare, un'anima nascosta sotto strati di polvere e tempo. Mi piace pensare di poter dare nuova vita a queste storie, di poterle far rivivere.》
Lukas sorride, un sorriso che sembra contenere un mondo di misteri. 《Una visione affascinante. Sono certo che il suo talento sarà fondamentale per il progetto che abbiamo in mente.》
Mi sforzo di mantenere la calma e la professionalità mentre Lukas mi osserva con quegli occhi scuri e penetranti. Petr ci guida verso una serie di dipinti che necessitano di restauro, e io inizio a spiegare le tecniche che utilizzerò per riportarli al loro antico splendore.
《Questa tela ha subito danni significativi nel corso degli anni,》 dico, indicando un dipinto del XVIII secolo. 《Utilizzerò una tecnica di pulizia delicata per rimuovere lo sporco senza danneggiare i pigmenti originali.》
Lukas ascolta attentamente, ma i suoi occhi non lasciano mai i miei. Sento il suo sguardo come una presenza tangibile, che mi avvolge e mi fa sentire vulnerabile e intrigata allo stesso tempo.
Di solito indosso i miei soliti occhiali da vista, non tanto per necessità, quanto come filtro, un modo per non lasciarmi leggere nell'anima. Ma oggi, nel mio giorno libero, non li indosso, e trovarmi faccia a faccia con Lukas mi fa vacillare appena. Sento come se lui potesse riuscire a leggere i miei occhi, a vedere oltre le mie difese.
《È affascinante,》 dice Lukas, con un tono che sembra nascondere un significato più profondo e per un breve istante ho pensato si stesse rivolgendo a me.
《Mi chiedo, Helena,》 dice, avvicinandosi appena, usando il mio nome, ma mantenendo un tono formale. 《Cosa pensa che l'artista volesse trasmettere con quest'opera?》
La sua domanda è ambigua, e non posso fare a meno di chiedermi se si riferisca solo al dipinto o se stia cercando di capire qualcosa di più su di me. Rispondo con professionalità, ma il mio sguardo si intreccia con il suo, e per un attimo, il tempo sembra fermarsi.
《Penso che l'artista volesse catturare l'essenza della bellezza effimera,》 rispondo, cercando di mantenere la voce ferma. 《Ogni pennellata sembra un tentativo di fermare il tempo, di immortalare un momento di pura emozione.》
Lukas sorride, un sorriso che non raggiunge del tutto i suoi occhi, ma che lascia trasparire un interesse genuino. 《Interessante. E lei, Helena, cosa cerca di immortalare nel suo lavoro?》
La sua domanda mi coglie di sorpresa, e per un attimo, non so cosa rispondere. I nostri sguardi si incontrano di nuovo, e sento un'intensità che mi toglie il fiato. C'è qualcosa nei suoi occhi che mi attira, un mistero che desidero svelare.
《Credo che cerco di dare voce a storie dimenticate,》 dico infine, con sincerità. 《Ogni opera d'arte ha una storia da raccontare, e io voglio essere quella che le riporta alla luce.》
Lukas annuisce lentamente, come se stesse valutando ogni mia parola. 《Una missione nobile,》 dice, il suo sguardo che si fa ancora più intenso. 《Sono certo che il suo talento sarà fondamentale per il nostro progetto.》
Mentre continuiamo a parlare, sento che le parole non dette tra di noi sono più potenti di quelle pronunciate.
Ogni sguardo, ogni sorriso accennato, sembra carico di significati nascosti. C'è una tensione palpabile nell'aria, un'attrazione che non posso ignorare.