Capitolo 2 - Adrian
La luce arriva debole dalla tenda scostata vicino alla finestra. È mattino e io mi sento schiacciato come una merda sull’asfalto. Per di più ho fatto anche un sogno strano. Forse sarebbe meglio considerarlo un incubo visto che mi scopavo l'unica ragazza sulla faccia della Terra che non dovrei scoparmi neppure nell'immaginazione.
Ma quanto cazzo ho bevuto ieri sera?
Nella mia bocca ho ancora il sapore dell’alcol e anche del sesso, della figa che ho leccato con gusto. E a proposito di sesso… dovevo essere davvero messo male per trovarmi in un letto che non è mio e il corpo di una donna che pesa su di me e respira piano, solleticandomi la gola.
Mi scosto con lentezza, non voglio svegliarla e correre il rischio di dover inventare una balla per giustificare quella che adesso sarà la mia improvvisa sparizione.
Abbiamo scopato. Stop!
E vai a vedere che era ubriaca anche lei, quindi siamo pari.
Allontano piano le sue braccia che mi stringono forte, intimorita quasi che io possa lasciarla sola in questo letto e ciò che vedo mi fa tremare e questi sono brividi di paura.
«Merda! Merda, non può essere!»
È Tessa.
È Theresa, la ragazza di William e William è mio fratello.
Non si è trattato di un incubo, è tutto vero.
I ricordi arrivano confusi a mostrarmi quello che è successo ieri. Eravamo dai Roberts e siamo ancora a casa di Jonny e Martha, siamo in una delle stanze degli ospiti della loro immensa abitazione e qui non dovrei esserci io con lei, dovrebbe esserci William.
Come cazzo sono finito in questa situazione?
Già, la colpa è di mio fratello. Lui era quello sobrio e del resto lui è sempre quello che resta lucido in ogni situazione per via del suo lavoro. Tiene alla divisa da poliziotto più del proprio divertimento e ieri è stato chiamato quasi a fine festa per via della sua reperibilità.
Mi ha chiesto di tenere d’occhio la sua Tessa perché era ubriaca e avevano anche litigato e io mi sono fatto Theresa.
«Mmm. William.»
Mormora nel sonno il nome di mio fratello e per un attimo tiro un sospiro di sollievo. Nessuno dei due era abbastanza lucido da rendersi conto di quello che stavamo facendo anche se adesso ricordo tutto, ricordo anche di averle chiesto di succhiarmelo e Theresa me l’ha preso in bocca.
Doveva essere il suo primo pompino ma cazzo, per poco non le sono venuto tra le labbra.
Theresa.
Ho scopato con lei, le ho leccato prima il sesso caldo e bollente e poi le sono entrato dentro ed era stretta, era stretta ma fottutamente accogliente.
Theresa.
E ora lei è qui che dorme con le labbra imbronciate, completamente nuda e rannicchiata come una bambina. Ha dormito sul mio petto e io ho dormito con lei, io che non dormo con nessuna dopo averlo fatto perché odio quel tipo di contatto, odio che il sesso possa diventare altro perché non ne ho bisogno.
Mi sollevo in fretta e mi rivesto alla meglio, raggiungo la porta e poi mi volto a guardarla ancora. Ritorno indietro solo per coprirla con il lenzuolo e poi esco, mi allontano in fretta dalla stanza e raggiungo la cucina.
C’è un silenzio assurdo, dormono ancora tutti e ne approfitto per fare colazione e poi darmela a gambe.
«Adrian!»
«Cazzo!»
Sobbalzo per lo spavento e il contenitore del latte, che ho preso dal frigorifero di casa Roberts, mi scivola di mano, atterra sul pavimento e sporca tutto.
«Ti ho spaventato?»
«Tu che dici?»
William scoppia a ridere e lo detesto subito, gli gonfierei la faccia di botte solo per togliergli quel sorrisetto dal volto. Indossa ancora la divisa e dev’essere appena tornato dal suo turno di lavoro.
Quando fa le notti ha sempre le occhiaie viola sotto gli occhi e sono convinto che gli diventerebbero viola anche gli occhi se sapesse cosa ho fatto. Poi diventerei viola anche io, ricoperto di lividi dopo aver fatto a botte con lui.
«Tessa?»
Raccolgo uno straccio dal bancone incasinato della cucina e cerco di asciugare il latte sul pavimento per non guardare William negli occhi.
E adesso che cazzo gli dico?
«Penso stia ancora dormendo»
«Come sarebbe a dire che “pensi stia ancora dormendo”?»
«Lo penso, sì. Non posso saperlo con certezza e poi mica ho dormito con lei.»
No, non ho dormito con lei. Prima ci ho scopato e poi esausto sono crollato con lei al mio fianco. Questo non significa necessariamente dormire insieme.
«Adrian, ti avevo detto di tenerla d’occhio visto che ieri stava esagerando con gli alcolici.»
«Sì, ma non mi hai chiesto di dormire con lei.»
«No, infatti. Ci mancherebbe… ma almeno avresti dovuto assicurarti che fosse andata a dormire.»
«William, è qui! Starà dormendo dentro una delle stanze degli ospiti, sta’ calmo… che cosa vuoi che possa esserle successo? Al massimo ha passato la notte in bagno a vomitare.»
Oppure a darci dentro con me. Mi mordo le labbra per non dirlo ad alta voce.
«E va bene! La prossima volta ci penserò due volte prima di chiederti un favore.»
Dovresti anche fotterla di più perché da quello che mi è parso questa notte, la tua Tessa è una donna insoddisfatta.
«Signorsì!»
«Vado a cercarla.»
Le sue parole mi freddano. Theresa è nuda in quel letto. William potrebbe vederla e pensare che lei l’abbia tradito con qualcuno e, a parte me e Jonny che dorme con la sua ragazza, o Charles che è gay, non ci sono altri ragazzi che sono rimasti dopo la festa.
«Buongiorno!»
Ci voltiamo entrambi. Theresa è sulla soglia della porta, con i vestiti pieni di grinze che io le ho tolto di dosso questa notte e si stropiccia gli occhi, i capelli in disordine, la bocca che sbadiglia… la stessa bocca che io ho baciato, la stessa che ha accolto il mio cazzo per succhiarlo forte e graffiarlo appena con i denti.