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Capitolo 9: Club

La cena si era conclusa finalmente in tranquillità, e per tutto il resto del tempo Paola non mi degnò più di uno sguardo. Mi aveva segretamente sollevato e abbandonato allo stesso tempo. Mi chiedevo se si fosse arrabbiata per quanto avevo detto prima. Non mi ero accorto invece, del fatto che, sebbene Paola non mi guardasse più, sua sorella Paoletta, continuava a guardarmi di tanto in tanto.

Dopo la cena, previa organizzazione della zia, alcuni di noi ci recammo al Royal Club non molto lontano dal ristorante. Era uno dei club più esclusivi della città, era anche il luogo in cui spesso la zia e le sue amiche festeggiavano, si può ben dire che fosse il loro luogo di ritrovo.

Guidati personalmente dal manager del club, fummo condotti in una stanza privata estremamente lussuosa. Incluso me, eravamo in sei.

La stanza non era grande, ma le decorazioni la rendevano davvero squisita, vi era un enorme divano semicircolare che circondava un altrettanto enorme tavolo da caffè circolare di cristallo, dietro vi era un bagno indipendente e davanti uno schermo enorme.

Era già stato preparato ogni tipo di bevanda e frutta, la zia rifiutò che il direttore ci servisse personalmente e gli chiese di uscire dalla stanza. Uscendo, questo chiuse velocemente la porta della stanza, e Marta non vide l’ora di precipitarsi a scegliere la propria canzone da cantare, mentre Paola aveva già cominciato a sfidare la zia.

“Anita, l’ultima volta ti ho stracciata. Oggi ti darò una possibilità di vendetta...” Mentre diceva ciò, Paola si tolse la leggera giacchetta e la gettò sul divano, rivelando le spalle bianche, delicate e profumate e ancor di più i due seni bianchi. Vedendo quel seno, strizzato quasi ad esplodere, mi si seccò la bocca e sentì una fiamma bruciare nel basso ventre.

“Bevi, non siamo nemici. Comincia a bere anche per me, devo un attimo parlare con mio nipote.” La zia mi aveva già spinto all’angolo e, mettendomi una mano sulla spalla, portò la sua bocca al mio orecchio e mi disse sussurrando: “ Marco, allora? Dimmi, chi ti piace? Stasera ti aiuterò a portartela a letto...”

Tremai improvvisamente e guardai mia zia con stupore. La zia era un po’ troppo aggressiva.

Quando mi aveva messo la mano sulla spalla, io avevo sentito il calore del suo corpo, ne avevo annusato il profumo, il fuoco che era stato acceso da Paola si invigoriva sempre di più. Mi stavo godendo la sua dolce fragranza, quando all’improvviso sentì la frase di mia zia che fece tremare tutto il mio corpo, e voltandomi con espressione incredula, la fissai con stupore.

“Zia, dici sul serio?” Non potevo fare a meno di essere sorpreso. La zia aveva detto di avermi portato a trovare una ragazza, il che era già motivo di sconvolgimento per me, ma adesso addirittura voleva farmici andare a letto...è questo quello che una zia dovrebbe fare?

Ovviamente io mi sentivo già in paradiso, solo temevo di aver sentito male.

“Diamine, hai quasi 20 anni, non importa se psicologico o fisico, hai bisogno del conforto di una donna.” Ripensando al mio sesso duro come il ferro di quel pomeriggio, anche mia zia arrossì.

La zia pensava che il ragazzo fosse troppo vigoroso, e necessitasse di una donna, poiché se si fosse ammalato, non avrebbe più potuto garantire una discendenza alla famiglia.

Non appena mi accertai che la zia fosse davvero intenzionata ad aiutarmi a rimorchiare, cominciai a scrutare di sott’occhio tutte le ragazze dentro la stanza.

Inutile dire che prima o poi mi sarei portato a letto, o sarei stato portato a letto da Paola, la quale poco prima mi aveva provocato così sfacciatamente.

Presto il mio sguardo si posò su Paoletta, la sorella di Paola. Era tanto bella quanto mia zia, aveva dei capelli lisci nerissimi, liberamente lasciati andare sulle spalle, un volto bianco con delle lentiggini e due occhi neri come gemme che lampeggiavano. Le labbra sottili, rosse e sexy, facevano venire voglia di baciarle.

La sua figura era ancora più perfetta di quella di mia zia, pari all’oro. Sebbene fosse già seduta sul divano, la sua vita era ancora estremamente sottile, averla tra le braccia doveva essere una sensazione bellissima. Aveva l’aspetto di una dea che poteva affascinare innumerevoli uomini.

Soprattutto quando rideva di tanto in tanto, le si formavano due fossette ai lati della bocca che ne aumentavano il fascino. Non mi ero accorto durante la cena di quanto fosse bella, me ne accorgevo solo adesso.

Sarebbe davvero fantastico se diventasse la mia ragazza. Potrei innamorarmi di lei e al contempo intrattenere una relazione con la sorella, davvero eccitante!

Oltre a Paoletta, anche Francesca era una bellezza mozzafiato, peccato avesse davvero un aspetto freddo. Io con lei non ero mai stato cos’ freddo, mentre lei quando mi ha rincontrato, non ha mostrato alcuna espressione ma era arrabbiata.

Per quanto riguarda Marta, beh, questa giovane Lolita dall’enorme seno, non considerando l’età, non sarebbe male se lei fosse la mia ragazza. Era vivace, allegra, e in più aveva quell’enorme seno che faceva impazzire gli uomini e li rendeva gelosi di possederlo.

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