Capitolo 10: Mi piacciono tutte
Improvvisamente, non sapevo decidere. Con un po’ di imbarazzo, guardai mia zia e dissi: “ Zia, davvero posso scegliere chi voglio?”
“Certo, tua zia ti aiuterà sicuramente...dimmi, chi ti piace? Ti aiuterò a rimorchiarla!” Disse la zia portandosi una mano al petto.
“Mi piacciono tutte”
“Tutte???” la zia restò scioccata per un attimo, poi d’improvviso mi guardò scioccata pensando a quanto fosse malvagio suo nipote a cui piacevano tutte. Lei pensava che se davvero avessi potuto avere tutte queste donne, queste non sarebbero state imparentate tra loro? E se suo nipote fosse diventato il ragazzo di tutte, non sarebbe stato meglio per loro piuttosto che coinvolgersi con altri uomini? E poi sempre meglio un diavolo che si conosce piuttosto che un angelo sconosciuto. Pensando queste cose, apparve un sorriso malizioso sul volto della zia.
“Ok, ti aiuterò a rimorchiarle una ad una, tranne Paola, lei è sposata, anche se lei e suo marito sono separati da diversi anni. Come potrebbe il mio piccolo innamorarsi di una donna sposata?”
Questa volta fui io a restare sbalordito, e subito dopo aver detto quella frase mi pentì. Avevo davvero detto che mi piacevano tutte? Non era come dire che ero un Don Giovanni? Avevo dato alla zia un’impressione sbagliata di me? Non avevo ancora pensato ad una motivazione valida, che la zia aveva già acconsentito ad aiutarmi.
Stavo sognando? O era il modo di ragionare della zia ad essere estremamente libertino?
“Cos’è? Non può piacerti anche Paola.” Guardandomi, la zia pensò che non fossi soddisfatto.
“No no no. Solo non mi aspettavo che mia zia fosse così buona con me. Zia, ti amo da morire...” Il cuore mi scoppiava di gioia, e le diedi un rapido bacio in quel viso sfacciato.
“Ok ok. Chi dovrei amare se non te? Io ti aiuterò a creare possibilità, poi tu agirai secondo le circostanze.” Detto questo, la zia mi lanciò uno sguardo e mi tirò verso le altre donne.
“Avete finito tu e tuo nipote?” disse Paola scherzando, quando ci vide arrivare.
“Cavolo, proprio non riesci a dire niente di sensato?!” La zia le lanciò un’occhiataccia. Questa donna davvero non si faceva alcun problema quando apriva bocca.
“Stavo solo scherzando, andiamo, brindiamo di nuovo al nostro bel Marco...”Disse Paola ridendo e sollevando già il bicchiere. Poiché tutte le altre la seguirono, anche io non ebbi altra scelta che sollevare il mio bicchiere e bere fino all’ultimo sorso.
Dopo due bicchieri, ero già brillo. Mi sedetti velocemente, appoggiandomi allo schienale del divano. Da bambino mi ero ubriacato con un solo bicchiere, ma oggi avevo battuto ogni record.
La zia si era seduta a brindare con Paola. Queste donne sembravano essere tutte così composte e generose, chi avrebbe mai detto che dopo un bicchiere di vino sarebbero diventate così di larghe vedute. Questo famoso vino rosso che bicchiere dopo bicchiere mi riempiva ferocemente. Mi sentivo eccitato e spaventato da ciò. Se potessi cambiare qualcosa, comincerei a bere molto prima.
Marta aveva preso il controllo del microfono e continuava a cantare una dopo l’altra le canzone che aveva scelto. Oltretutto ballava mentre cantava, e quei due conigli bianche che aveva al petto non la smettevano di muoversi. Indossava una gonna a pieghe blu che si alzava quando ballava saltellando, lasciando intravedere di tanto in tanto le mutandine bianche e lasciandomi a bocca aperta.
Francesca, invece, rimase seduta tranquillamente in un angolo a giocare con il suo cellulare. Non riuscivo infatti a capire come una ragazza fredda come lei avesse potuto divertirsi in questo modo insieme alle altre.