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2.

Un anno passò senza che Calloway avesse notizie del suo strano cliente.

In realtà, se ne era pure dimenticato, come accade a tutti quando si ha una scadenza molto lunga. Ci si ricorda di quella cosa solo quando il termine di pagamento è scaduto o si è al ridosso della data di scadenza.

Così, anche per il giovane avvocato, Bearer tornò alla mente solo quando mancavano pochi giorni a Natale.

Per una strana coincidenza, passando vicino al porto, sentì parlare di un carico proveniente da Costantinopoli. Immediatamente gli tornò in mente quello strano cliente e la sua richiesta insolita.

Molte cose erano cambiate in un anno. Per fortuna, era tornato ad avere più clienti; la gente aveva ormai dimenticato ciò che era successo con il signor Brooks.

Inoltre, aveva iniziato una relazione di penna con una giovane della città, Laura Stenmark. Era la figlia di primo letto di Friedholm Stenmark, che possedeva sei navi mercantili.

L’intenzione era quella di sposarla, ovviamente, ma Calloway non era innamorato né di lei né del denaro o della posizione del padre. La trovava una ragazza dall’aspetto gradevole e simpatica.

Non era una di quelle donne che si riuniscono per parlare dei tradimenti della vicina o del fornaio. Questo, ai suoi occhi, la faceva diventare la perfetta compagna. D’altronde, era sempre stato pragmatico e cinico; lo sapevano tutti in città e lui non lo nascondeva a nessuno, tranne che a Bearer.

Non si spiegava come mai quella sera non fosse riuscito a dirgli che non aveva visto l’anima di Brooks, ma solo una rapida e gratuita pubblicità.

Infine, giunse febbraio, ma nessuna notizia ancora giungeva dal suo cliente. Era già andato un paio di volte a casa Stenmark per il tè delle cinque.

Quel giorno vi sarebbe ritornato con lo scopo di invitare Laura a teatro. Poco prima delle sedici, però, bussarono alla porta. Era un fattorino che gli porse un telegramma indirizzato a lui.

“Comunichiamo all’avvocato Paul Calloway che il suo cliente Mark Bearer è deceduto questa mattina. La preghiamo di venire qui a Lacros, in Cornovaglia francese, il prima possibile per la lettura del testamento. La bottega dei sapori del signor Bearer si trova attualmente in via Moreau 101.”

Di corsa, chiamò la sua segretaria e le disse di trovare il modo più veloce per viaggiare fino a Lacros e di fare in fretta.

Poi uscì di corsa dal suo studio, portando con sé una borsa nera di cuoio rigido con tutte le buste che Bearer gli aveva affidato. Tornò a casa, fece i bagagli e chiamò una carrozza.

Una volta caricate le valigie, si fece portare a casa Stenmark. Arrivato lì, diede dieci sterline al vetturino affinché lo aspettasse con i bagagli e andò a prendere il tè con quella che, almeno così sperava lui, sarebbe stata la sua futura sposa.

«Che avventura incredibile, mio caro, andare fino in Francia per un testamento. Incredibile, ma anche seccante, immagino.»

Fu questo il laconico commento che Laura Stenmark fece alla notizia della partenza di Calloway per motivi lavorativi.

Ma più del commento della ragazza, ciò che colpì Calloway furono altre cose. La giovane indossava un vestito azzurro con una scollatura a balconcino che metteva in enorme evidenza il seno.

Non aveva mai visto Laura in un’ottica sessuale, anche se sapeva ovviamente che, sposandosi, avrebbero fatto sesso. Ma da quando era entrato in quella casa, non riusciva a distogliere lo sguardo da quella incredibile scollatura.

«Sì, mia cara, il dovere chiama,» disse, cercando di sviare i suoi pensieri.

«E dove sono i padroni di casa? Io purtroppo devo iniziare al più presto il mio viaggio e non posso aspettare oltre.»

«Oh, che disdetta, proprio oggi avevano degli impegni improrogabili. Temo, mio caro, che saremo da soli per il tè,» rispose la ragazza, che, con grande naturalezza, poggiò la sua mano sull'interno coscia del povero Calloway.

Questi iniziò a provare quella strana e gelida stretta che va dai testicoli fino al basso ventre, una sensazione che coglie tutti i maschi nel fremito prima dell'eccitazione.

Proprio in quel momento entrò Rosalette, la cameriera di casa Stenmark, con in mano un messaggio. I due, all’arrivo della cameriera, sussultarono dalla sorpresa.

Calloway, teso come una corda di violino, scattò addirittura in piedi. Il tutto fu seguito da un imbarazzante silenzio che durò svariati secondi.

«Sì, Rosalette,» disse Laura, visibilmente contrariata.

«Un messaggio per l’avvocato Calloway,» rispose la cameriera.

Quando si avvicinò per consegnare il piccolo foglietto, non poté fare a meno di guardare il bozzo che si era formato sul davanti dei pantaloni dell’avvocato.

Il viso della cameriera divenne paonazzo a quella vista e corse via dalla stanza balbettando delle scuse.

Stranito, Calloway si voltò verso la sua amica in cerca di una spiegazione a quanto era appena avvenuto. Non si era ancora reso conto di avere un’erezione ben visibile attraverso i pantaloni.

«Chissà cosa le è preso?» domandò l’avvocato, che poi prese a leggere il messaggio.

«Oh, bene! La mia segretaria mi ha trovato un itinerario di viaggio che mi permetterà di arrivare a Lacros entro domani sera. Che bella sorpresa.»

«Anche voi siete pieno di sorprese, mio caro,» rispose Laura, guardando poco sopra il cavallo dei pantaloni.

Fu allora che Calloway si rese conto di ciò che stava avvenendo nei suoi calzoni. «Oh cielo!» esclamò, diventando paonazzo per la vergogna, mentre cercava di coprire le sue vergogne.

«È meglio che vada ora, la nave mi attende,» cercò di proseguire l’avvocato, provando ad avere una voce seria, ma tutto ciò che ne ricavò fu un tono quasi da voce bianca.

In quel momento, Laura si alzò e, come se nulla fosse successo, lo accompagnò alla porta.

E, una volta giunti all’uscio di casa, gli porse il cappello e il soprabito.

«Perdonate il comportamento inappropriato di Rosalette, mio caro; addirittura neanche venire a porgervi il soprabito prima di uscire. Che vergogna!» disse la padrona di casa, avvicinandosi all’avvocato e sussurrandogli all’orecchio: «Non vedo l’ora del vostro ritorno,» mentre con il dorso della mano sfiorò i genitali di Calloway.

«Buon viaggio, caro,» fece Laura dandogli un leggero bacio sulla guancia.

Calloway non rispose; era diventato un blocco di marmo. Questa volta si era accorto di avere un’erezione e si avviò verso la carrozza che lo attendeva, tenendo il soprabito davanti a sé per nascondere quel che aveva nei pantaloni.

«Al porto!» strillò l’avvocato, nuovamente con voce stridula.

Alla vista della carrozza che si allontanava, Laura non poté fare a meno di ridere sommessamente.

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