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05

JOHN CARTER

Non so perché ma quella ragazza dagli occhi color cielo e la voce ipnotica mi sembra di conoscerla.

Ma il suo nome non mi dice nulla. Sarah.

Non conosco nessuno con quel nome.

Conoscevo una donna ma è morta da qualche anno.

Salgo in macchina ma dopo qualche minuto chiedo all’autista di riportarmi in quel locale.

Mi ha colpito, non solo per la bellezza e la voce, ma anche per il suo gesto di aver diviso i soldi con gli altri ragazzi.

Sicuramente sono pagati dal locale ma lei ha voluto dare loro le sue mance anche se dalle parole dell’uomo che era con lei a lei servono quei soldi..

Entro nel chiassoso locale accompagnato da Albert e Spancer le mie guardie personali.

Ovviamente sono fuori posto.

In questa parte del locale il più vecchio potrebbe essere mio nipote, ma questo non mi ferma.

Arrivo al bancone dove un giovane vestito da zombie credo mi chiede cosa voglio e rispondo Patrick e James.

Lui li chiama immediatamente e loro mi fanno accomodare in una stanza privata.

Vedo la giovane Sarah che corre di qua e di là con il vassoio pieno di bevande e il vestito svolazzante.

E’ graziosa ma si vede che non vuole farsi riconoscere perché indossa una maschera che le copre interamente il viso.

"E' successo qualcosa signor Carter?" chiede Patrick sembra nervoso.

"Si. E' successo che la ragazza che mi hai mandato di sopra era incredibile e non riesco a non pensare a lei. Voglio sapere chi è."

"Mi spiace signor Carter, ma non posso rivelare i dati privati delle ragazze" risponde Patrick nuovamente.

"Solo nome, da quanto è qui e perché."

L’uomo guarda l’altro proprietario che annuisce alzando le spalle.

"Si chiama Mary, è qui da una settimana perché il fidanzato l’ha drogata e le ha fatto firmare una partecipazione ad una nostra asta. Sta provando a restituirci la cifra che le avevamo dato ma che le ha preso il fidanzato. Se lo fa prima dell’asta sarà libera."

"In cosa consiste l’asta?" chiedo già immaginando.

"Era un’asta di purezza. Ma la ragazza ha chiesto di cambiare e l’abbiamo spostata a quella delle spose."

“Esiste un’asta delle spose?”

La gente non ha altro da inventarsi?

"Si signor Carter."

“Ed in cosa consiste?”

A questo punto è James a parlare,

"le nostre ragazze si impegnano a passare la vita o il tempo che il compratore vuole con lui come mogli sottomesse obbedienti e amorevoli. Se le nostre ragazze chiedono il divorzio il compratore avrà il doppio della cifra spesa per l’acquisto."

“Quanti soldi vi deve?”

“20.000 dollari, ma la ragazza ha già chiarito che non vuole la carità. Anche la sua guardia del corpo voleva aiutarla, ma lei si è rifiutata perché non vuole l’elemosina.”

Ha una guardia del corpo disposta ad aiutarla? Come avevo intuito deve essere qualcuno di importante.

"Capisco. Voglio parlare con lei."

"Ora è impegnata signor Carter, potrebbe tornare domani?"

"Certamente."

"Signore se posso permettermi la ragazza merita una vita tranquilla, come vostra moglie sarebbe impegnativa."

Scuoto la testa, mi hanno scambiato per un pervertito.

"Non ho interesse di trovare una moglie per me, ma per mio nipote. Non riesce a trovare una donna decente e nessuna dura più di un mese. Lei sarebbe la nuora ideale per me."

LA MATTINA SEGUENTE

MARY

Vengo convocata nell’ufficio dei capi appena mi vedono a colazione.

"Buongiorno Mary" dicono entrambi.

"Buongiorno qualcosa non va?" chiedo vendendo le loro facce scure.

Patrick mi guarda fisso, "l’uomo per cui hai cantato ieri vuole incontrarti. Ieri ci ha chiesto molto di te ma noi gli abbiamo detto solo il tuo nome, da quanto sei qua e perché. Il resto sta a te."

"Perché vuole incontrarmi?" chiedo curiosa.

"Non lo sappiamo di preciso, ha nominato che saresti una nuora ideale per lui ma penso si riferisca al nipote perché suo figlio è morto in un incidente stradale con la moglie, quindi non può essere per lui."

"Devo per forza incontrarlo?"

"Si Mary, è un uomo importante. E comunque non devi fare nulla di più che parlare."

"Bene," acconsento, “quando?”

"A pranzo. Ha prenotato un posto per voi al nostro ristorante per le 12.

Se qualcosa ti mette a disagio faccelo sapere. Ma non credo sarà il caso. Lui è un'uomo distinto.

Sono un po’ preoccupata e ne parlo con Edward e le ragazze.

"Hai detto Carter?" chiede Edward.

"Si, così lo hanno chiamato" rispondo.

"Tuo padre era molto amico di un Carter. mi sembra si chiamasse John di nome, è un’uomo per bene, ma si sono persi di vista quando è morta tua madre. Anche lui ha perso suo figlio e sua nuora più o meno quel periodo li."

"Non me ne ricordo."

"Beh si trovavano da soli principalmente in ufficio e sono cinque anni che tu sei fissa nell’azienda. Prima c’erano soprattutto tuo padre e tua madre" risponde Edward ed ha ragione. Io ho praticamente preso il posto di mia madre nell’azienda quando è morta, prima avevo gli studi da completare.

"Quindi per voi dovrei incontrarlo? E se mi riconosce?"

"Beh tu non stai scappando da qualcuno come me no? Se ti riconoscesse cosa succederebbe?" chiede Ketley.

Ha ragione però...

"Potrebbero girare voci sul fatto che sono una poco di buono e la mia azienda poco seria," dico, "cosa direbbe mio padre se mi vedesse così?" chiedo indicando il corto vestito rosa e la maschera a luna rosa con brillantini bianchi.

"Per me non c’è nulla di cui tu debba vergognarti. Quello stronzo del tuo ex ti ha messa in questa situazione, è lui che dovrebbe vergognarsi, non tu. Tu stai cercando di rialzarti" dice Cecilia con un sorriso.

"Grazie" dico abbracciandole.

"Bene, ho deciso, andrò all’incontro. A prima vista sembrava una persona tranquilla, speriamo bene." dico.

Mi vesto con un vestito bianco e nero fino alle ginocchia e raccolgo i capelli.

Sono indecisa se indossare la maschera.

Di solito ci sono pochi clienti a pranzo quindi potrei toglierla soprattutto per non attirare l’attenzione. Però non so mi sento più sicura con la maschera anche se ovviamente mi coprirà solo una parte del viso.

"Sei pronta Mary? Il tizio è nel parcheggio."

"Non so se indossare o meno la maschera Edward.."

Lui mi prende dalle mani la sottile maschera bianca e nera e me la mette indosso.

"Puoi sempre toglierla più tardi. Non scoprire troppo presto le tue carte. Penso che dovrai trattare con questa persona. Comportati come se fosse un possibile investitore che non sa se investire nella tua azienda.”

Lo guardo ironicamente, "realmente?"

"So che ti sembra strano Mary, ma lui è un uomo d’affari e si comporterà così. Tu sei una donna d’affari. So che puoi tenergli testa. Devi riuscire a conquistarlo. Potrebbe davvero aiutarti."

"Non so se voglio farlo Ed, praticamente dovrei sposare uno sconosciuto" rispondo.

"Mary solo così potresti fare i soldi che ti servono stando qui. Oppure permettimi di pagare la cifra che vogliono e troviamo un’alternativa fuori di qui."

Lo guardo e so che ha ragione.

Per ottenere la cifra di cui ho bisogno devo davvero iniziare ad impegnarmi, o potrei perdere l’unica famiglia che mi è rimasta.

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