3.L'AGRITURISMO CAMPO DE FIORI
Stazione di Grosseto, ore 11.55
La coincidenza Firenze - Grosseto è un viaggio ancora più allucinante.
L’aria condizionata è rotta e a causa di un guasto al motore i passeggeri hanno dovuto sostare per quaranta minuti sotto il sole cocente.
-Finalmente sceso!- esclama Terenzi, guardandosi distrattamente attorno: si stiracchia la schiena, i nervi a pezzi e l’umore pessimo.
Dopo quel breve scambio di battute, lui e Ginevra non hanno ripreso a parlare molto, solo qualche accenno riguardo il tempo afoso di quei giorni e qualche altra frase di circostanza.
-Che bella giornata!- fa notare la giovane, anche lei scesa dal treno: davanti a loro si apre uno spiazzo circolare in cui è parcheggiato, a un centinaio di metri, un pullmino turistico.
-Fin troppo- ribatte Terenzi, guardando la ragazza distrattamente - direi che questo caldo soffocante non ci abbandonerà nemmeno qui-
-Ma commissario siamo in estate, questo è un posto di villeggiatura, se non fa bello qui dove dovrebbe farlo?-
-Sarà anche così, ma tutto questo caldo proprio non lo sopporto-
-Scommetto che quando arriverà l’inverno penserà esattamente la stessa cosa del freddo-
-Non penso proprio: io adoro il freddo- Che persona petulante, pensa l’uomo.
-Se lo dice lei. Ora la saluto, è stato un piacere averla come compagno di viaggio!-
-Anche per me. Buone vacanze-
-Grazie, e a lei buon lavoro!-
Ad attendere la piccola comitiva diretta a Porto Ercole ci sono due giovani perfettamente identici, i capelli neri tagliati cortissimi, la pelle abbronzata lasciata nuda dalla maglia arancione a maniche corte e dai pantaloncini beige appena sotto il ginocchio, colorito che mette in risalto gli occhi grigioverdi.
Uno di loro sta parlando al telefonino, mentre l’altro sembra dare indicazioni a un gruppetto di turisti: sono entrambi appoggiati alle porte di un pullmino blu con la scritta bianca in rilievo "Agriturismo Campo dei Fiori".
Tra i servizi offerti dall’agriturismo, infatti, rientra anche quello di scortare i clienti fino a destinazione: quando i due ragazzi si accorgono della comitiva che si sta dirigendo verso di loro, si apprestano sorridenti a raggiungerla, mentre ne approfittano per domandare a una donna dall’abito blu a rose rosse, se sono loro gli ospiti attesi.
Alla sua risposta affermativa, il gemello che stava parlando al telefono, esordisce con tono cordiale:
-Buon giorno a tutti! Siamo Paolo e Leonardo, i figli della proprietaria, e vi accompagneremo fino all’agriturismo. Prego, se volete cominciare a salire … -
-Come è andato il viaggio?- domanda l’altro fratello, mentre sistema le valigie della combriccola nel portabagagli del mezzo.
-Passi alla domanda di riserva. E’ stato allucinante, tra il caldo e il ritardo di quel vecchio pendolino che ci ha portati qui, preferirei di gran lunga tuffarmi in mare per rinfrescarmi che salire su di un altro catorcio come questa specie di pullman!-
A parlare è una donna con gli occhiali da sole calati, i modi e la voce altezzosi, una borsa di tela, più grande quasi della sua valigia, sulla spalla destra.
-Mi dispiace, signora, capirà anche lei che non è stata colpa nostra. Le assicuro che ci vogliono appena venti minuti per raggiungere l’agriturismo, poi potrà rilassarsi per il resto della vacanza … - controbatte il gemello che aveva iniziato con le presentazioni, la voce calma ma un lampo indispettito negli occhi grigioverdi.
Oh no, di nuovo quella ragazza! Terenzi fa ovviamente parte di quella combriccola e, girandosi indietro a vedere il resto del gruppo per capire se anche gli altri sono acidi come quella donna, si accorge della presenza di Ginevra Morini, la sua compagna di viaggio fino a pochi istanti prima, distante da lui solo qualche decina di passi.
Speriamo che non si accorga della mia presenza. Non so perché ma ho come la sensazione che ai guai che già ho se ne aggiungeranno degli altri se la incontrerò di nuovo.
Nemmeno il tempo di pensare a queste parole che Ginevra gli si avvicina con fare allegro:
-Che bella sorpresa, commissario! Anche lei alloggerà al mio stesso agriturismo?-
- Sembra proprio di sì... - risponde Terenzi con un falso sorriso a trentadue denti.
- E’ proprio un segno del destino, questo. Ma lei non era qui per lavoro?-
-Infatti: l’agriturismo ne fa parte, di più non posso dirle -
-Ah, ora ho capito. Se è così non le chiederò altro, non vorrei rovinarle i piani-
-Brava, le sarei molto grata se non rivelasse a nessuno la mia identità-
continua lui con fare cospiratorio -Certo, conti pure su di me. Sarò muta come una tomba egizia!- Ma chi me l’ha fatto fare di venire qui? si domanda esasperato Terenzi, poi rassegnato si appresta a raggiungere il resto del gruppo, già salito sul pullmino.
Agriturismo “Campo dei Fiori”, Porto Ercole, ore 12.30
Arrivati a destinazione, ad attendere il gruppo nell’ampio cortile dell’agriturismo, c’è una signora di mezza età dai folti capelli biondo cenere raccolti in uno crocchia un po’ sbilenca, gli occhi verdi nascosti dietro ad un paio di occhiali dalla forma circolare:
-Buon giorno a tutti! Spero abbiate fatto buon viaggio. Sono la proprietaria dell’agriturismo, ma voi chiamatemi semplicemente Gabriella! E questi sono i miei due figli, di cui avete già fatto la conoscenza. Se volete seguirmi, vi farò vedere le vostre stanze...-
Il gruppo, compatto come obbedienti anatroccoli dietro a mamma cigno, attraversa un giardino particolarmente curato, ricco di alberi e di piante, poi oltrepassa l’ingresso, un grazioso salottino in stile country e infine segue la padrona di casa su per una scala di legno, una decina di gradini a separarli dal traguardo
La comitiva in questione è formata da sette persone: quattro donne, tra cui Ginevra, e tre uomini, compreso ovviamente Terenzi.
A capeggiare la disomogenea compagnia, si trova Monica Leontini, di professione violinista, la donna a cui si era rivolto Leonardo appena dopo il loro arrivo. E’ vestita molto elegantemente con un abito blu a rose rosse e porta scuri occhiali da sole calati sulla testa, i lunghi capelli castani raccolti in uno strettissimo chignon.
Affianco a lei c'è la signorina Serena Gandolfi, professione ballerina classica, si guarda attorno incuriosita: indossa una blusa verde chiaro abbinata a pantaloni alla marinaia bianchi e sandali di iuta.
Poco più in là, Maria Elena Ragusi, una delle critiche d’arte più temute degli ultimi anni, blu jeans e una maglietta sbracciata giallo canarino, scruta con attenzione i quadri appesi alla parete, stimandoli circa il loro valore. Porta a tracolla una capiente borsa di tela con dentro le più svariate riviste d’arte, taccuini, quaderni, due o tre macchine fotografiche e altrettanti cellulari.
I suoi occhi vigili e penetranti si spostano da un dipinto all’altro, mentre la sua mano veloce scribacchia appunti a lei solo comprensibili.
Per ultima Ginevra che, da bravo soldatino, segue la marcia senza dare troppo nell’occhio, tirandosi dietro la valigia rossa che rimane più volte incastrata tra un gradino e l'altro e aggrappandosi alla tracolla, le ciocche castane scompigliate sulle tempie, la canottiera di pizzo color tortora e i pantaloni castagna lunghi fino alle caviglie.
Dietro alle quattro donne seguono i fratelli Umberto ed Eugenio Parini, due aitanti giovani rampolli di una famiglia altolocata del luogo, campioni di rugby alti come pertiche di un metro e novanta, i capelli castano scuro e gli occhi grigioverdi.
Saliti i gradini fino al primo piano, Gabriella indica le due ali dell’ampia cascina dove alloggeranno i suoi ospiti:
-Eccoci arrivati! L'intero piano è a vostra esclusiva disposizione! Scegliete pure il numero della camera che preferite.
Un’ultima cosa, comincerò a servire il pranzo tra mezz'ora, se nel frattempo volete rinfrescarvi o avete bisogno di qualcosa, non esitate a chiedere: farò del mio meglio per esservi utile. A più tardi-
Il commissario entra nella prima stanza disponibile, lui e gli altri uomini hanno preso a caso le chiavi delle camere. Apre la porta con qualche riserva, piacevolmente sorpreso dell'accoglienza e dalla pulizia del luogo, che ha potuto osservare fino ad allora. E di nuovo le aspettative non lo deludono: si ritrova infatti in un ambiente particolarmente spazioso e molto luminoso, con -di fronte all'ingresso-una grande finestra che dà sul balcone e si affaccia sull’ampia distesa di campagna, mentre non troppo in lontananza si riesce a scorgere l’immensa superficie del mare, piatta e
brillante sotto i caldi raggi solari.
Ai piedi del letto a baldacchino, disposto nel centro della stanza, troneggia un comodo divanetto di paglia, mentre alla sua sinistra è stato posizionato un capiente armadio in rovere e, a destra, uno scrittoio vecchio stile con la sedia
coordinata. La parete di fronte al piccolo sofà, ospita un tavolino di legno intarsiato su cui è appoggiata la televisione.