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Capitolo 5: Giochi Pericolosi

Cara osservava Dante con occhi incerti, il cuore che batteva più forte ad ogni secondo che passava. Aveva ormai capito che la sua vita era in pericolo, eppure, una strana sensazione la teneva legata a quell'uomo. Non era paura. Era un magnetismo oscuro, una curiosità che non poteva più ignorare._

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«Devo andarmene, Dante.»

Cara abbassò lo sguardo, cercando una via d'uscita dalle parole e dalla stanza. Il respiro era corto, come se ogni parola di Dante la stringesse in una morsa invisibile. «Non posso rimanere qui. La mia vita... non è questo.»

Dante la guardò, la sua espressione imperturbabile, come se avesse già previsto ogni sua mossa. «Davvero pensi di poter scappare?» La sua voce era profonda, suadente, ma portava con sé una minaccia sottile. «Pensi che sia così facile abbandonare tutto questo?»

«Non sono una di voi.» La voce di Cara tremava leggermente, cercava di mantenere il controllo, ma dentro di lei, il caos cresceva.

Dante si avvicinò, i suoi passi pesanti riempivano il silenzio della stanza. «Non sei una di noi? E allora perché sei qui, Cara?» Si fermò a un passo da lei, abbastanza vicino da sentire il calore del suo corpo. «Perché non te ne sei andata quando ne avevi la possibilità?»

Cara serrò i pugni. «Mi hai salvato la vita. Ma questo non significa che io debba restare.»

Dante la fissò, il sorriso che si allargava lentamente sulle sue labbra era tanto affascinante quanto minaccioso. «Non sei mai stata libera, Cara. Neanche prima che ci incontrassimo. Lo capisci, vero?»

Cara scosse la testa, ma le sue parole la colpirono come un pugno allo stomaco. Non voleva ammetterlo, ma Dante aveva ragione. Anche prima che entrasse nella sua vita, c'era sempre stata una parte di lei che si sentiva intrappolata. Intrappolata in una vita che non aveva scelto.

«Non sono come te.» La voce di Cara si fece più bassa, ma non meno decisa. «Non sono una criminale.»

Dante fece un passo indietro, incrociando le braccia sul petto. «Criminale? No. Io mi occupo di giustizia, Cara. Giustizia per la mia famiglia. E ora, vuoi o no, anche tu ne fai parte.»

«Io non ho scelto niente di tutto questo.» Cara sentiva le mani sudate, il panico che iniziava a salire dentro di lei. «Tu... tu mi hai tirato dentro!»

Dante si avvicinò ancora, questa volta afferrando delicatamente il polso di Cara, la sua stretta era forte ma non dolorosa. «Non è vero. Sei tu che hai scelto di restare. Ogni giorno che sei qui, ogni respiro che prendi in questa casa... è una tua scelta.» Fece una pausa, fissandola negli occhi, con uno sguardo che sembrava penetrarle l'anima. «E ora, ti sto offrendo una nuova scelta.»

Cara alzò lo sguardo, il respiro che si fermava nel petto. «Quale scelta?»

Dante lasciò andare il suo polso, camminando lentamente verso la finestra, guardando fuori come se stesse osservando un mondo che solo lui poteva vedere. «C'è un traditore nella mia famiglia. Qualcuno che sta cercando di distruggerci dall'interno.» Si voltò lentamente verso di lei. «Voglio che tu mi aiuti a trovarlo.»

Cara lo fissò, incredula. «Cosa? Vuoi che ti aiuti... a trovare un traditore?»

«Esattamente.» La voce di Dante era calma, come se le stesse chiedendo una cosa ovvia. «Hai accesso a informazioni che io non posso ottenere. E soprattutto, non sei sospettabile. Nessuno ti considererebbe una minaccia.»

«Tu mi stai chiedendo di tradire tutto ciò in cui credo.» La voce di Cara era rotta, quasi implorante. «Io sono un'avvocata, non un'agente segreta.»

«Sei più di questo, Cara.» Dante si avvicinò ancora, i suoi occhi erano fissi su di lei. «Sei intelligente, determinata, e soprattutto, sei già dentro questo gioco. Non puoi più tirarti indietro.»

Cara lo fissò, sentendo la tensione che cresceva tra loro, il peso delle sue parole che cadeva come una sentenza. «E se dicessi di no?»

Dante si avvicinò ancora di più, il suo respiro caldo sul viso di lei. «Se dici di no, te ne andrai. Ma non vivrai abbastanza a lungo per vedere la fine di tutto questo.»

Cara trattenne il respiro, il terrore che la attraversava come un fulmine. Sapeva che Dante non stava scherzando. In quel momento, si rese conto che le sue scelte erano davvero limitate. «E cosa ottengo in cambio?» La sua voce era quasi un sussurro.

Dante sorrise, un sorriso che non raggiunse mai i suoi occhi. «La tua vita, Cara. E molto di più.»

Un silenzio pesante cadde su di loro, mentre Cara cercava di elaborare quello che stava accadendo. Aveva passato così tanto tempo a cercare di fuggire da quella vita, e ora, sembrava che stesse per immergersi ancora di più.

«Va bene.» La voce di Cara tremava leggermente, ma era decisa. «Ti aiuterò.»

Dante la guardò, soddisfatto. «Sapevo che avresti preso la decisione giusta.»

Cara si voltò per andarsene, il cuore che batteva forte nel petto. Ma prima che potesse raggiungere la porta, un rumore sordo riempì l'aria. Un colpo di pistola.

Dante reagì istantaneamente, gettandosi su di lei e trascinandola a terra. Il dolore sul suo viso fu evidente solo per un momento, quando si accasciò accanto a lei, stringendo il braccio ferito. «Stai giù!» gridò, la voce rauca dal dolore.

Cara, tremante, guardò il sangue che sgorgava dalla spalla di Dante. «Dante! Sei ferito!»

«Non importa,» sibilò tra i denti, cercando di rialzarsi. «Non è finita.»

Cara cercò di aiutarlo, ma Dante la spinse via gentilmente. «Scappa, adesso!» ringhiò, la sua voce piena di dolore e determinazione. «Troverò io chi ha osato attaccarci.»

Cara si voltò verso la porta, ma sapeva che non poteva semplicemente andarsene. Non adesso.

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