Capitolo 3: L’Inseguimento delle Ombre
Cara camminava nervosamente avanti e indietro nella sua stanza buia, l’unico suono che la circondava era quello della pioggia che batteva contro le finestre. Il suo telefono vibrò, un messaggio anonimo lampeggiava sullo schermo: *"Non sei al sicuro. Smettila prima che sia troppo tardi."* Aveva ricevuto decine di avvertimenti come quello, ma questo era diverso. Era diretto. Gelido. Sapeva che qualcuno la stava osservando. L’ansia le stringeva il petto, ma non poteva lasciarsi sopraffare. Non ora.
«Cara, devi sparire,» la voce di Maria, la sua migliore amica e collega, tremava dall'altra parte del telefono. «Non hai idea di chi hai toccato. Non sono come gli altri.»
«E chi sono esattamente?» rispose Cara, con un filo di voce. Sapeva già la risposta, ma aveva bisogno di sentirla dire. Le mani le tremavano mentre sfogliava i file che ancora aveva salvato. Troppo pochi rispetto a ciò che aveva trovato.
Maria esitò, poi abbassò la voce come se temesse che qualcuno potesse ascoltarla. «I Valerio, Cara. Sono… sono invincibili. Se Dante è coinvolto, sei finita.»
Cara si fermò, il nome che non voleva sentire risuonava come un tuono nelle sue orecchie. *Dante Valerio*. L'uomo che aveva incontrato a quella maledetta gala. L'uomo che con il suo sguardo aveva penetrato ogni sua difesa, lasciandola vulnerabile in modi che non sapeva spiegare.
Le immagini di quella sera si fecero strada nella sua mente. Il calore del suo sguardo, l'intensità dei suoi movimenti. Tutto di lui urlava pericolo, eppure… c'era qualcosa di irresistibile, un mistero oscuro che l’aveva intrappolata. Ma adesso, tutto era chiaro. Era lui l’ombra che la inseguiva.
«Non posso fermarmi,» disse finalmente Cara, la voce più decisa di quanto si sentisse. «Sono troppo vicina alla verità.»
«La verità ti ucciderà!» Maria gridò con disperazione. «Lascia perdere, ti prego.»
Cara chiuse gli occhi. **Paradosso**: La verità era la sua unica arma, ma anche la sua condanna.
La paura le martellava il petto, ma il desiderio di giustizia era più forte. Non poteva tirarsi indietro ora. Non dopo tutto quello che aveva visto. Ma quanto era disposta a sacrificare? Se continuava, avrebbe rischiato tutto. La sua vita, la sua famiglia… persino l’anima. Ogni passo la portava più vicina a un mondo da cui non poteva fuggire. Eppure, dentro di sé sapeva che l'unico modo per uscirne era andare fino in fondo.
«Non posso,» rispose Cara con un sussurro risoluto. «Non posso fermarmi.»
Proprio mentre metteva giù il telefono, una notifica apparve sul suo schermo. Un video. Cara esitò, poi premette play. Le immagini la lasciarono senza fiato. **Dante**. Era ripreso da una telecamera di sicurezza, proprio di fronte al suo ufficio. Stava osservando la porta, come se sapesse esattamente dove si trovasse. Poi, con calma glaciale, si voltò verso la telecamera e sorrise. Quel sorriso… era un avvertimento. Un gioco contorto che solo lui capiva.
Cara cadde sulla sedia, il cuore che batteva all'impazzata. «Che diavolo vuole da me?» mormorò tra sé.
Non poteva più ignorare la verità. Era in trappola. E l’unica via di fuga era proprio Dante Valerio.
Un altro messaggio comparve sullo schermo. Questa volta, le parole erano più chiare, più minacciose: *"Sei in pericolo. Incontra il tuo salvatore."*
«Salvatore?» sibilò Cara, rileggendo il messaggio. «Sta giocando con me. È lui il pericolo.»
«Non proprio,» una voce profonda risuonò dalla porta alle sue spalle. Cara si girò di scatto, trovandosi faccia a faccia con l’uomo che non avrebbe mai voluto rivedere così presto. **Dante.**
«Che ci fai qui?» balbettò, incapace di nascondere lo shock.
«Sono qui per salvarti, ovviamente,» rispose lui con un sorriso che non raggiunse mai i suoi occhi.
«Salvarmi? Sei tu che mi perseguiti!» Cara lo fissò con rabbia, cercando di non cedere al terrore che stava cercando di soffocarla.
«Ah, Cara,» sospirò Dante, avvicinandosi lentamente. «Se solo sapessi quanto poco controllo hai in questa situazione.» La sua voce era un veleno dolce. «Pensi davvero di poter combattere questo? Da sola?»
«Non sono sola,» rispose Cara, la voce tremante ma ferma. «E non ho intenzione di cedere.»
Dante rise, un suono basso e minaccioso che fece rabbrividire Cara. **Ripetizione**: «Non hai scelta, non hai via d’uscita.» Poi il suo volto si indurì. «Devi fidarti di me. Solo io posso salvarti da ciò che sta per accadere.»
Cara lo fissò, confusa. «Perché dovrei fidarmi di te? Sei uno di loro. Sei… sei un Valerio.»
Dante si fermò, i suoi occhi scuri brillavano di una luce pericolosa. «Perché se non lo fai, morirai.»
«Stai cercando di spaventarmi? Pensi che cederò solo perché mi hai minacciata?»
«Minacciata?» ripeté lui con calma glaciale. «Oh, Cara. Questo non è nulla rispetto a quello che potrei farti. Ma non sono io il mostro, qui. Ti sto solo dando una via d’uscita.»
«Una via d’uscita?» Cara si alzò in piedi, la paura finalmente trasformata in rabbia. «Tu sei il problema. Tutto questo è colpa tua.»
Dante sorrise, avvicinandosi ancora di più. «Forse, ma sono anche l'unica soluzione che hai.»
Improvvisamente, i rumori della strada si fecero più forti. Cara si girò di scatto, sentendo un gruppo di passi veloci avvicinarsi. Uomini armati, le loro ombre proiettate dai lampioni fuori. «Dio…» mormorò, gli occhi spalancati dal terrore.
Prima che potesse reagire, Dante la prese per il braccio e la tirò verso di sé. «Vieni con me, ora.»
«Perché dovrei?»
«Perché,» disse lui, il tono basso e urgente, «non lascio mai morire una persona che mi appartiene.»
Cara lo guardò, confusa e terrorizzata allo stesso tempo, mentre gli uomini armati si avvicinavano. Non aveva scelta. Non aveva via d’uscita.
E Dante lo sapeva benissimo.