Capitolo 7
THOMAS
Tornai in Germania da Gabriel. Nonostante vivessi lontano volevo essere presente per mio figlio. Era il suo primo compleanno ed era importante che ci fossi anche io con lui.
In quell'occasione azzardai e chiesi a Taddheus di aprire una nuova sede lì in Germania.
"Non solo Monaco. Anche Berlino o Francoforte che è più vicina. Qui sembra che i soci di papà si stuzzicano a vicenda. Cosa succede?" Chiesi a mio fratello.
Taddheus sospirò. "Pensano che io favorisca August e Raul in quanto padre e fratello di Inga. Ma non è così. Te lo assicuro, hanno idee più innovative." Mi disse sincero.
"Dislocali, anzi me li porto io dietro, posso testare come si comportano. Se come dici tu hanno idee buone, sarà più facile di ciò che dici aprire nuove sedi."
"E poi gli altri? Sicuramente ricominceranno, vogliono essere i migliori." Mi disse Tad.
"E lo saranno. Senti qui, porto i Meyer a Norimberga, poi dirò a Müller e Zimmer di scegliere una destinazione tra Berlino, Francoforte e Amburgo, per aprire altre sedi. Sistemo Norimberga con i Meyer e parto con uno di loro, dovranno prepararti una proposta eccellente per essere i prossimi." Dissi a Taddheus.
Parvi convincerlo. Così il progetto partì, non era poi qualcosa di mio, ma di Taddheus, per cui chiamammo la sede Keller Germany, la quota più alta della società fu di Taddheus. Che aprì col quarantacinque per cento. Io presi il trentacinque e lasciammo agli altri tre soci della sede di Monaco di poter prendere un dieci per cento a testa. In fondo quella nuove sedi sarebbero state mie e di Taddheus, per ora papà non centrava nulla e loro dovevano capirlo. Se gli amici di papà furono reticenti, i loro figli, Raul Meyer, Joan e Agnes Müller, Boris e Sigmund Zimmer, più ambiziosi accettarono quella nuova sfida e si misero anima e corpo a proporre nuove proposte.
Dopo aver avviato la sede di Norimberga con Raul, raggiunsi Amburgo con Joan e Agnes Müller. Lui era mio coetaneo, lei si era appena laureata in economia ero sicuro che i due fratelli ci avrebbero dato soddisfazioni.
Taddheus aveva percepito degli attriti perché effettivamente i giovani, a differenza dei genitori, trovavano monotono il lavoro a Monaco. Volevano spingersi oltre e adesso noi gli avremo dato loro la giusta opportunità.
Con Boris Zimmer partimmo in ultimo per Berlino.
Fu un anno impegnativo ma fruttuoso. Mantenni i contatti con papà, Karla e Laura, Drake e Sean, nonché il rapporto epistolare con Isabella Davis.
Venni così a conoscenza della nascita di Joel, figlio di Sapphire, nato in contemporanea con Gellert, il primo figlio di Tad e Inga. Anche Molly e Sean sembrava avessero avuto un figlio, tutti intorno a me erano felici e io inerme mi sentivo sempre più solo.
Avevo solo il mio lavoro. Gettarmi nella T- consulting sarebbe stata la mia salvezza. Intanto Elisabeth mi avvertì che Andrew non voleva la aiutasse con Sapphire in casa e che se proprio c'era bisogno avrebbe preso una tata. In quell'occasione telefonai a Elisabeth consigliandole di prendere qualcuno di fiducia, che potesse controllare comunque che Andrew non facesse del male a Sapphire. Se era riuscito a picchiarla quando era incinta, forse era violento di natura. Lei acconsentì alla mia richiesta e mi disse che avrebbe visto qualcuno con Andrew. Io la avvertii che avrei mandato candidate selezionato da Ebony, una cara amica di Sapphire nella City. Però tornai in Inghilterra, con Ebony valutammo le ultime tate che si proponevano, alla fine optai per una giovane sedicenne di colore. Non tanto perché era giovane ed avesse lasciato la scuola, ma per la sua storia.
Dopo la morte del padre, Margot aveva dovuto rinunciare non solo a diplomarsi, ma lei e sua madre Hannah sarebbero rimaste senza casa. Potevo convincere Elisabeth ad assumere entrambe. Per Andrew sarebbe stato economico, uno stipendio per due persone, con vitto e alloggio. Ma, come dissi a Elisabeth, avrei pagato io lo stipendio a una delle due donne.
Per me era importante che Sapphire e mio figlio, avessero contatti con persone umili e che erano fedeli a noi e non a Andrew.
La tentazione di voler incontrare o vedere anche da lontano Sapphire era comunque forte. Così per distrarmi tornai a Manchester e aprii una terza T- Consulting in Inghilterra, a Liverpool. Sinceramente non sapevo se sarei riuscito a farla decollare, come quella di Manchester sembrava essere stabile. Ma non manteneva gli stessi canoni della sede a Londra.
Stessa cosa potevo dire anche per la seconda sede scozzese, ne avevo infatti aperta una ad Aberdeen. Pensavo che la posizione del paese e la ricchezza che aveva grazie al petrolio, potesse favorire un'agenzia internazionale. Ma non ci riuscii. Forse perché ero decisamente giù di morale. A Edimburgo avevo avuto modo di rivedere Sean e Molly. Vederli così felici col figlio Isaak mi fece stringere il cuore.
Molly lo accudiva gelosamente e non mi ci faceva giocare tanto. Però compresi che erano una famiglia molto unita, mi sarebbe tanto piaciuto esserlo anche io.
Ma non riuscivo. Probabilmente, per non sentirmi solo, avrei dovuto trovarmi un'altra amante almeno. Ero tornato al pub McAllister, mi avrebbe fatto piacere salutare Lynn. Tuttavia quando ero passato di là, suo fratello Gary, un ragazzo di appena diciotto anni, mi aveva detto che Lynn non era rientrata più in Scozia dopo essere andata all'accademia di cucina a Londra.
La goccia che fece traboccare il vaso, fu però quando tornato a Londra, Drake e Ebony mi avevano annunciato il loro matrimonio. Lo sapevo che prima o poi sarebbe successo, ne restai comunque sconvolto.
"Ne vogliamo approfittare che sei qui in Inghilterra. E ti vorremo come testimone amico." Mi disse Drake.
Non potetti rifiutare. Non con quelle premesse. Alla fine andai da solo al matrimonio, la damigella di Ebony, sorella di Molly mi fu assegnata come accompagnatrice e mi andò bene. Conoscendo Molly e sapendo quanto fosse moralista non ci provavo neanche con sua sorella. Non quando la rossa poi mi fissava con ammonimento.
Fu il motivo per lasciare di corsa la Gran Bretagna. Non riuscivo a lavorare bene lì, tutto il mio potenziale si perdeva nella depressione che mi accoglieva.
"Devo... tornare in Germania da mio figlio e controllare le sedi in America. Sono stato anche troppo qui." Dissi an Elisabeth aggiornandola sul mio indirizzo in Germania. "Passo a trovare Edward e Martha e vado." Le dissi.