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Capitolo 6

«Potevo benissimo cavarmela da sola.» dico parlando tra me e me colpendo con i piedi dei sassolini che si trovano sulla strada.

«Ah si ? Quindi potevo anche evitare di prendermi un pugno in faccia.» mi giro ed è Cameron.

«Quando ti ha provocato perché hai dovuto rispondere? Lo hai spinto. Me lo hai levato di dosso perché continuare?» lo guardo dritto negli occhi. Non dice nulla. Rimane lì fermo a guardarmi con un' espressione fredda. Sembra quasi incazzato per il mio "rimprovero".

«Sai che c'è mi sono stancato di te. Non sono dovuto a cambiare per te. Non sei nessuno per me. Perché dovrei cambiare quello che sono ? Perché lo dici tu? Io purtroppo sono fatto così.» mi spiazza.

«Sei fatto di merda cazzo!!» gli urlo in faccia.

«Ma a te non deve fregare un cazzo di come sono e adesso col cazzo che ti accompagno. Chiamati un taxi o un uber. Da oggi tu ed io vivremo le nostre vite separatamente non ti voglio vedere più.» dice per poi allontanarsi.

«VIVIAMO NELLA STESSA CASA COGLIONE. MI VEDRAI SEMPRE CHE TI PIACCIA O NO.» dico urlandogli mentre lui è ancora di spalle. Brutto stronzo che non è altro. Come ho fatto a pensare che ci fosse del buono in lui. Che sciocca che sono. Questo interesse deve sparire all'istante. Per farlo devo andarmene. Prendo il taxi e ritorno a casa. Apro la porta con le chiavi e senza che nessuno mi veda salgo in camera mia. Prendo un borsone da sotto il letto e inserisco dentro tutto i miei vestiti e il caricatore del telefono insieme alle cuffie. Aggiungo anche dei libri. Dal cassetto prendo i miei risparmi almeno per riuscire a prendermi una stanza in un Motel. Non vuole vedermi più ? Bene. Me ne andrò da qui. Prendo le miei cose e decido di prendere una macchina che si trova in Garage. Mentre sto per prendere le chiavi di una di quelle macchine sento un rumore di un motore. Cazzo Cameron è tornato. Faccio finta di nulla e continuo quello che devo fare. Lui mi guarda oltre il finestrino. Scende dall'auto.

«Che cazzo credi di fare con quel borsone?»

«Di andarmene. Hai detto che non vuoi vedermi più ?  Bene andrò a vivere da un'altra parte.»

«E sentiamo dover vorresti vivere?» incrocia le braccia.

«Andrò in un Motel. Ho abbastanza soldi per stare lontano da te. Non ho bisogno di altri problemi nella mia vita e adesso spostati devo prendere la macchina. » lo strattono. Subito dopo sento una mano che mi blocca.

«Non fare la cretina.» mi prende il borsone per poi portarlo dentro.

«Cosa stai facendo? Lascia il mio borsone.» continua a camminare. Mi avvicino a lui e cerco di riprendermelo.

«Senti neanche io voglio altri problemi. Se ti lascio andare mi chiederanno il motivo e mi romperanno il cazzo quindi smettila di fare la bambina e torna dentro.» me lo porge.

«Fanculo.» entriamo in casa e io risalgo in camera mia per rimettere tutto a posto. Non riesco a capirlo prima non vuole più vedermi è un secondo dopo mi fa restare quando voglio andarmene. Non ci credo che è solo per i nostri genitori... non sembra il tipo che se ne freghi tanto dei rimproveri. Questa sera ci sarà anche un gala. Non voglio andarci ma devo. Sono stanca di fingere di essere felice.

Arrivata la sera.

Sono le otto di sera devo iniziarmi a preparare. Decido di farmi una doccia. Ho un'ora di tempo. Entro in bagno e mi spoglio fino a rimanere nuda. Per due secondi osservo la mia cicatrice che si trova sul mio ventre. Distolgo i miei pensieri e mi infilo in doccia.

L'acqua scorre sul mio corpo. Questa volta è diverso, l'acqua calda è uscita prima del previsto. Lavo i miei capelli neri che cadono sulla mia schiena nuda. Il calore dell'acqua riesce sempre a rilassare i miei muscoli.

Finisco di farmi la doccia ed esco. Mi asciugo completamente e avvolgo un asciugamano prima sui miei capelli facendo un turbante e poi un asciugamano grande intorno al mio corpo al di sopra del mio seno. Esco dal bagno e per un secondo non muoio di infarto.

«Che cazzo ci fai qui? Mi hai fatto prendere un colpo.» mi tocco sul petto. Mi batte forte il cuore per lo spavento. Davanti a me appare all'improvviso la figura di Cameron seduto sul mio letto.

«Hai dimenticato il telefono. Ti stavano chiamando.» continua a squadrarmi dalla testa ai piedi. Squadra ogni centimetro del mio corpo. Mi sento a disagio.

«Ma tipo lasciarlo e poi andartene no?»

«E perdermi questo spettacolo?» dice riferendosi al mio corpo nudo avvolto da un asciugamano.

«Dio se non sei normale. Esci da qui pervertito.» si alza dal letto e si avvicina a me. Come sempre ci troviamo a un centimetro di distanza.

«Sei sicura che vuoi che me ne vada?» dice toccando i bordi del l'asciugamano sopra il mio seno.Come se volesse toglierlo. Mi sta provocando. Inizio a sentire caldo. Mi sfiora il viso. Strofina il mio naso contro il suo. Le nostre labbra stanno per unirsi. Perché non lo sposto? Perché non mi sposto?! Sta per baciarmi sfiorando di pochi secondi il mio labbro  superiore per poi andarsene via. Brutto stronzo!!

«La prossima volta chiudi le chat.» dice andandosene via. Corrucciando le sopracciglia senza capire il senso delle sue parole prendo il mio telefono e leggo l'ultimo messaggio.

"Amica ti sei ripresa dalla vampata di calore che hai avuto per aver visto il culo di Cam?» oddio no! Amanda sei una cogliona! Dio che figura di merda voglio sprofondare. Mi metto le mani in faccia per la vergogna.

Mi siedo sul letto e rispondo al  messaggio.

"Ma sei matta?! Cam ha letto tutte le nostre chat. Prima mi ha quasi baciato. Mi ha lasciato in sospeso per provocarmi lo stronzo. Dici che avrà letto anche i messaggi precedenti?"

"Oddio ahahaha che figura di merda. Non lo so può darsi. Ma tu non blocchi il tuo telefono? Ahahaha riderò fino a giovedì."

"Ma stai zitta."

Metto a caricare il cellulare e inizio a vestirmi . Decido di indossare un vestito elegante nero  che arriva a metà coscia. Mi asciugo i capelli e subito dopo passo la piastra. Non faccio in tempo ad aprire la porta che i nostri sguardi si incontrano nuovamente. È vestito con una camicia bianca è una giacca nera .

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