Capitolo 6
Baoshan chiaramente non capiva di cosa si trattasse.
- Che cos'è esattamente? - chiese, poi si avvicinò al bordo della vasca e mi tese la mano per aiutarmi ad uscire.
Ho dato un'occhiata al collare. Baoshan non sollevò nemmeno un sopracciglio, si limitò a sorridere. Non con cattiveria, però, ma con una sorta di... comprensione.
- Affronta la cosa, ragazza mia. Fattene una ragione, ay ny moon. Lo supererai. Non c'è nulla di cui aver paura.
"Fattene una ragione", disse anche il drago. Strinsi i denti. Non me l'aspettavo, dopotutto. Essere un prigioniero, sì, ma uno schiavo con un collare? O Dei d'oro, siate testimoni delle mie parole: fuggirò. Una fuga così lontana che nessuna creatura codina potrebbe mai trovare.
Ora, però, afferrai silenziosamente la sua mano e uscii dalla vasca. Baoshan estrasse abilmente un asciugamano, che sembrava essere nascosto sotto i miei vestiti, e me lo porse. Asciugandomi rapidamente, indossai una gonna lunga come quella di Baoshan. Al collo portavo diverse collane di metallo che non nascondevano nulla, ma anzi accentuavano il mio seno alto.
Non andavamo in giro vestiti così. Era così... strano. E un po' imbarazzante. Anche se a volte le ballerine e le addette alle case di piacere non erano timide nel mostrare il proprio corpo, ma comunque... non così!
Così chiesi subito:
- Solo questo? - Scossi la testa per renderla più espressiva, mentre le monete di metallo tintinnavano l'una contro l'altra.
Baoshan, nel frattempo, raccolse alcuni dei miei capelli in uno chignon e li fissò con dei raggi. E subito rispose:
- Solo. Un uomo non dovrebbe passare molto tempo a spogliarsi. In questo modo si perde ogni desiderio.
Una risposta del genere mi lasciò senza parole. Guardai Baoshan, cercando di capire se stesse scherzando. Ma non riusciva a trattenere il sorriso. È vero?
Poi prese il collare, lo fece scivolare intorno al mio collo e fece scattare la chiusura senza problemi. È successo così in fretta che non ho avuto il tempo di pensarci.
- Ma..." iniziai, in preda al panico, a toccare con le dita la fascia di cuoio.
I miei polpastrelli furono punti dai bordi taglienti delle piastre metalliche e un gemito involontario mi sfuggì dalle labbra.
- Vieni, il cibo è pronto", disse Baoshan con tono grave, indicando che non aveva altri commenti da fare.
Tornammo dai bagni alla stanza dove mi ero svegliata. C'era già un tavolo rotondo di legno. Su di esso c'erano deliziose torte di riso, carne tagliata a strisce sottili e formaggio. Accanto c'era un'alta caraffa di liquido rosso scuro, un piatto di mele e dolci avvolti in una sottile... beh, sottilissima pasta di bambù. Binh, il ragazzo che mi corteggiava, una volta mi aveva offerto uno di questi dolci: me lo ricorderò per sempre. Era dolce, aspro e molto gustoso. Ma poi Binh fu ucciso dai denti di un grosso tzalunga selvatico delle grotte, e io rimasi sola. Altrimenti non avrebbero osato darmi ai draghi. Almeno, io lo credevo davvero. Tutto sembrava ormai così lontano nel tempo che non riuscivo più a ricordare. Tutta la mia vita era là fuori, dietro il crinale di quelle montagne, dietro gli antichi menhir dove vivevano i mostri.
Mi sedetti sul letto, Baoshan si sedette accanto a me e improvvisamente chiese, come se non sapesse se mi sarebbe dispiaciuto.
- Benedetti siano gli Dei d'oro che ci hanno mandato questo cibo", disse. - Ai ng lun, ti dispiace se faccio colazione con te? Sarebbe un grande onore per me.