Capitolo 6
Io sarei?
L’anima di Marienne?
Rido, ora ho sentito troppo.
Ora chiudo gli occhi e appena li riapro mi ritrovo ancora nel mio letto. Per la prima volta mi sento sola e vulnerabile.
Scuoto la testa e ripeto:
«Non ha senso».
O forse sì, altrimenti perché nonna continua a parlarmi di Daniel e Brian anche se sa che mamma non vuole?
«Cos’è successo a Marienne?»
Quando dico quel nome, sento un dolore allo stomaco, riprendo fiato per un attimo, e nessuno dei tre uomini sembra accorgersene.
Anthony sospira prima di rispondere alla domanda.
«Marienne è stata rinchiusa nel manicomio infantile di St Esther, anch’esso distrutto dall’incendio, ma le autorità hanno deciso d'insabbiare il fatto come un semplice errore umano. Sono morti più di dieci bambini e quattro membri del personale di sicurezza e lei non è mai stata ritrovata, anche se siamo certi che non è morta ed è ancora lì. Tua madre ha scelto di non dirti niente per proteggerti, e se Zeus ti ha portata qui, significa solo una cosa».
Guardo Zeus. Quindi non è un semplice cane? Quando l’ho trovato abbandonato dietro casa non è stato una casualità?
Mi sembra tutto assurdo.
Nascondo il viso tra le mani.
«Che cosa significa?»
«Marienne si è risvegliata».
Risvegliata?
Lo ripeto ancora e ancora nella mia testa prima di riuscire a trovare le parole.
«Cosa vuole?»
A rispondere è Brian.
«Sta cercando vendetta.»
«Vendetta? Per cosa?»
Anthony scuote la testa.
«Zitti un attimo!»
«Emy, quando sei arrivata qui, cosa stava facendo tua nonna?»
Mi mordo il labbro inferiore, guardando a terra.
«Litigava con la mamma.»
«Penso che quando sei arrivata qui e hai varcato il cancello si sia innescato il legame che ti lega a Marienne.»
«C’è un modo per fermarla, non so, di ucciderla?»
Daniel scoppia in una risata isterica.
«Hai dimenticato? Tu sei la sua anima, se la uccidi muori anche tu».
Questa frase mi colpisce come un coltello nel cuore.
Deglutisco.
«Io...»
Brian cerca di prendere in mano la situazione.
«Emy, so cosa stai pensando...»
«Invece no! Non lo sai!»
Sento le lacrime che iniziano a riempire gli occhi.
In pochi minuti, il mio mondo perfetto, anche se composto da piccoli difetti, è andato in pezzi.
«Voglio tornare a casa.»
Questa volta a intervenire è Anthony che con voce autoritaria.
«Brian vai con lei.»
«Non c’è bisogno».
Non appena mi accorgo di aver risposto bruscamente, abbasso lo sguardo e rialzo, incontrando gli occhi di Brian.
«Scusa, non mi sembra tutto reale».