Capitolo 7
Comincio a camminare velocemente. Voglio solo andare a casa e chiudermi in camera con le cuffie nelle orecchie e buttarmi sul letto. Almeno per ora mi sembra una buona idea per evitare mamma e nonna.
Zeus cammina davanti a me mentre Brian mi segue in silenzio.
Non so da quante ore stiamo camminando, respiro l’aria appoggiandomi con la schiena contro il tronco di un albero.
«Emy, stai bene?»
Scuoto la testa.
Sento la mano di Brian sfiorare la mia, il tocco mi fa rabbrividire, avvolgo le mie dita attorno alle sue. Senza rendermi conto, mi ritrovo tra le sue braccia. Posa le sue labbra tra i miei capelli mentre finalmente lascio scorrere le lacrime.
Brian inizia ad accarezzarmi dolcemente la schiena.
Non so perché, ma in quel momento mi sento sicura e protetta tra le sue braccia. Sento di non avere problemi o pensieri.
Non so cosa dire, è una situazione imbarazzante e io non mi lascio abbracciare dal primo uomo che ho incontrato poche ore fa.
«Andiamo?»
Questa volta sono io a seguire Brian in silenzio, i miei passi sono rallentati, anche se il ritorno a casa sembra tranquillo, mi pare più lungo del percorso che ho fatto con Zeus.
«Cammina se non vuoi passare la notte qui fuori!»
«Posso chiederti una cosa?»
«Questa è già una domanda».
Brian cerca di scherzare, io accelero il passo per poterlo colpire sulla spalla.
«Qual è esattamente il vostro compito?»
«Mantenere l’ordine tra il bene e il male, fare in modo che i sogni non cedano il posto agli incubi».
Prende una piccola pausa.
«Sei un papavero bianco, vedi anche nei miti dicono che i papaveri sono i fiori dei sogni, e poi tua nonna».
Appena si rende conto che sta dicendo troppe cose, si morde la lingua.
«Cosa mia nonna?»
«Niente!»
E poi tra noi scende nuovamente il silenzio, che questa volta ci segue per tutto il tragitto.
L’unico suono udibile è quello di Zeus che abbaia alla sua preda nella tana.
Comincio a rallentare non appena vedo il retro di casa mia.
Chiudo gli occhi per un attimo.
La voce di Brian mi riporta alla realtà.
«Se vuoi aspetto fuori.»
«No, entra anche tu.»
«Come vuoi».