Capitolo 5
Il locale è affollatissimo. I tavoli sono quasi tutti pieni, il bancone affollato e la pista piena di coppiette che ballano e si baciano.
Prendiamo un tavolo che si trova al lato opposto rispetto al bar e ordiniamo. Io prendo una vodka alla ciliegia e le ragazze mi imitano, mentre i ragazzi scelgono una birra a testa. Aspettiamo i nostri drink in silenzio e quando arrivano li beviamo in fretta.
Ben presto due belle ragazze si avvicinano al nostro tavolo. Indossano due vestiti identici uno rosso e l'altro blu e si siedono sulle gambe di Aiden e Gabriele. Si chiamano Molly e Ida e si conoscono già da un po' di tempo. Io perdo presto interesse nella conversazione e volgo lo sguardo verso la pista.
Aiden e Molly si allontanano in tutta fretta dal tavolo imitati da Ida e Gabriele. Li fisso dirigersi in tutta fretta verso i bagni e anche se non capisco il perché un pizzico di fastidio si insinua dentro di me.
Taylor va via con un bel ragazzo che presumo conosca già e io mi dirigo verso il bancone. Attiro l'attenzione del cameriere: un bel ragazzo con dei profondi occhi verdi e mi faccio servire uno shot di vodka. Lo scolo tutto d'un fiato e poi scendo dal mio sgabello per iniziare a ballare.
Mi faccio spazio a spintoni tra la folla e dopo aver trovato un piccolo spazio tutto per me inizio a muovermi sensualmente. Alzo un braccio sulla testa e faccio scorrere l'altra mano dall'alto verso il basso molto lentamente. Nel frattempo muovo ipnoticamente i i fianchi e agito i capelli.
Ad un certo punto due mani forti e calde si posano sui miei fianchi e un forte profumo maschile mi arriva alle narici. Mi volto per fissare il mio nuovo compagno di danze: è un bel ragazzo con i capelli scuri e ribelli, occhi verdi e piercing al sopracciglio.
Mi giro nuovamente per dargli le spalle e appiccico il mio corpo al suo, muovendomi lentamente. Lui mi stringe i fianchi con forza e mi attira ancora più vicina. Abbassa la testa e con voce roca mi dice, "Andiamo in un posto più tranquillo?"
Io scuoto la testa e senza dire altro mi allontano diretta nuovamente al bar. Non faccio in tempo a sedermi sul mio sgabello che qualcuno mi afferra il braccio e mi schianto contro un torace muscoloso ricoperto da una maglietta bianca.
Un profumo familiare mi circonda e anche senza guardarlo in faccio lo riconosco.
"Balla con me" sussurra Gabriele e io obbedisco seguendolo sulla pista da ballo. Le sue mani mi scorrono sul corpo, si muovono sul tessuto del mio abito, mentre io agito i fianchi contro il suo bacino provocandolo. Lui mi costringe a voltarmi con un gesto brusco e ci ritroviamo occhi negli occhi. Le mie mani intorno al suo collo, le sue nei miei capelli lunghi e morbidi.
"Attenta", dice.
E io facendo la finta tonta rispondo "A cosa esattamente?"
"Mi stai provocando Kristal? Perché se vuoi che ti scopi qui davanti a tutti non c'è che da chiedere."
Io sorrido imbarazzata per la sua audacia mentre il mio corpo è scosso da un brivido di eccitazione. Nella mia mente scorre un'immagine di me mezza nuda avvinghiata al suo corpo solido, ma per fortuna mi riprendo in fretta e ritornando alla realtà chiedo "Che fine ha fatto la tua ragazza?"
Sul suo viso si apre un luminosissimo sorriso, "non sarai gelosa vero? Comunque dovresti sapere che io non sono tipo da ragazza fissa."
So che non dovrei, ma mi sento felice per questa sua affermazione e ricomincio a muovermi come prima avvicinandomi a lui ancora di più.
"Maledizione," ringhia "mi farai uscire di testa! Prima tutto il locale ti stava guardando e mi era venuta voglia di trascinarti via, chiuderti in una stanza e non lasciarti uscire da lì per un bel po'."
A sentire quelle parole la parte razionale e ancora funzionante del mio cervello va a farsi fottere. Mi avvicino e stringo tra i denti il suo labbro inferiore e con voce suadente mormoro, "cosa ti trattiene dal farlo?"
Lui mi guarda con attenzione. Forse per capire se sono ubriaca, ma io sono perfettamente lucida, anche se l'effetto della sua vicinanza mi sta facendo dubitare di me stessa. Lui, però, mi prende per il polso e mi trascina nel parcheggio cercando con sguardo disperato la macchina.
Una volta individuata, ci avviciniamo e presi da una passione irrefrenabile ci baciamo. Il mio corpo è incastrato tra lui e il veicolo. Il tocco delle nostre labbra all'inizio è esitante ma ben presto diventa più profondo, esigente e selvaggio. La sua lingua preme contro le mie labbra e io le schiudo per accoglierla. È un bacio famelico e disperato, il migliore della mia vita.
Ci stacchiamo giusto il tempo di riprendere fiato e quando guardo i suoi occhi noto che sono dilatati e hanno una sfumatura particolare.
Apro la portiera e mi stendo sui sedili posteriori mentre lui si piazza tra le mie gambe. Il suo corpo caldo copre il mio. Sono eccitatissima e non vedo l'ora di scoprire quale sarà il proseguimento della serata. Ci baciamo di nuovo. Il suo modo di baciare mi fa impazzire. Mordicchia il mio labbro inferiore con dolcezza e violenza al tempo stesso e la sua lingua è esigente. Esplora la mia bocca con possessività. Sembra quasi voglia marchiarmi e dire al mondo che sono sua. La sensazione stranamente mi piace.
Ma io voglio di più e penso che anche lui sia d'accordo perché sento la sua eccitazione anche attraverso i vestiti. Gli sfilo la maglietta dalla testa e gli accarezzo gli addominali. Questo ragazzo ha un fisico possente, molto probabilmente frutto di ore e ore di allenamenti.
Lui con fare esitante mi guarda negli occhi grigi quasi a chiedermi il permesso mentre avvicina le mani alla zip del mio vestito per aprirla. Me lo fa scendere fino in vita e mi accarezza lentamente la schiena e i seni scoperti, il vestito troppo scollato non mi permetteva di indossare il reggiseno. Stuzzica con i polpastrelli freddi i miei capezzoli turgidi facendomi eccitare ancora di più. Mi bacia un'altra volta e io mi perdo completamente. Il mio corpo è scosso da una strana sensazione, il mio cuore è pieno di un'emozione che mi era imposta di non provare ancora dopo Edward.
Il mio cervello funziona ancora, però, e mi torna in mente la frase che mi ha detto prima: NON SONO TIPO DA RAGAZZA FISSA. Prendo tutta la razionalità e l'autocontrollo che possiedo e gli dico, "Non possiamo!"
"Perché?" dice basito.
"Io non l'ho mai fatto con nessuno e voglio che la mia prima volta sia importante e speciale."
"Chi ti dice che non sarebbe così?"
"Guardaci! Siamo in una macchina parcheggiata fuori da una discoteca. Io ho anche bevuto e prima di venire da me tu stavi con quella."
"Effettivamente hai ragione!"
Ci ricomponiamo in fretta e usciamo dall'auto. Ci dirigiamo verso l'entrata del locale e io gli chiedo, "perché volevi farlo con me?"
"Ti sei vista? Sei la più figa del locale stasera. Ti sbavavano tutti dietro là dentro."
"E quindi? Era solo un modo per allontanarmi dagli altri? Per dimostrare che nessuno può avermi eccetto te."
"Non proprio!"
Lo guardo di traverso con la rabbia che monta e lui si corregge dicendo, "diciamo che lì dentro tutti hanno delle intenzioni poco nobili nei tuoi confronti!"
"E tu che intenzioni avevi scusa?"
"Ma insomma, sei proprio una tipa strana. Prima mi dici che vuoi che la tua prima volta sia speciale e poi te la prendi perché ti ho protetta da un branco di lupi?"
"Mio caro, Gabriele, tu non mi conosci e non so se mai mi conoscerai. Però stasera ti dico una cosa e bada che ti rimanga bene impressa nel cervello: IO NON SONO UNA PRINCIPESSA DA SALVARE E NON HO BISOGNO DI NESSUNO. Lasciami in pace." Detto questo mi volto e rientro nel locale.