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CAPITOLO 6

ASHLEY'S POV

La percezione mi avverte che c'è qualcuno di estraneo, d'istinto mi alzo di scatto e mi allontano. Una fortissima fitta mi attraversa lo stomaco e non mi permette di respirare, tossisco, sto per cadere di nuovo a terra quando un ragazzo mi si parà davanti e mi sorregge tenendomi per i fianchi. Flashbacks della conversazione prima di perdere i sensi mi scorrono davanti agli occhi. Alexander è davanti a me, non mi rivolge la parola, si limita a guardarmi e a sorreggermi. Ora che lo vedo mi rendo conto di quanto mio fratello avevesse ragione: è diversissimo dai suoi fratelli, anche nell'aura che emana , stranamente, non puzza di morte come loro. Mi rendo conto solo adesso di quanto realmente sia più alto e imponente di me e istintivamente mi sento sopraffatta dalla sua presenza. Ancora non riesco a respirare bene, d'istinto alzo la testa guardandolo negli occhi, il suo sguardo è magnetico. Quegli occhi celeste ghiaccio tendente al grigio mi scrutano attentamente mentre cerco di tenermi in equilibrio. I suoi capelli sono ancora sporchi come l'ultima volta che l'ho visto quindi non devo aver perso conoscenza a lungo. Quando lentamente allenta la presa sento le mie gambe cedere e avendo compreso la mia condizione a dir poco pietosa, senza aggiungere altro mi solleva come se fossi una piuma e mi posa vicino al fuoco poco distante dal posto dove prima ero sdraiata.

«Grazie per non avermi lasciato in agonia nella neve», mi dice, la sua voce è roca e profonda.

«Siamo pari.»

«No non lo siamo», risponde secco. «Il mio veleno ti avrebbe ucciso se non ti avessi troavata.»

«Pensi vermante che se non ti avessi aiutato avresti avuto qualche altra di ribaltare l'incontro?»

«Diciamo che avevo ancora un paio di assi nella manica.»

«Sei esattamente come mi aveva descritto mio fratello» sentenzio.

«Ovvero?» chiede lui guardandomi accigliato.

«Uno psicopatico egocentrico », e più lo osservo più mi convinco che è così.

«Beh avrei usato altre parole per descrivermi ma che dire, grazie amico...» in circostanze meno letali anche io, non che non abbia notato di che carisma e bellezza mozzafiato sia il ragazzo che ho di fronte, ma ciò non toglie che ha decisamente qualche rotella fuori posto.

«Tu sei amico di Eric? E da quando esattamente?» cerco di ricordare velocemente le conversazioni avute con lui ma non ricordo niente del genere.

«Si, non te l'ha detto perché eri troppo stessata dai tuoi genitori e non voleva che ti pressassero ancora di più per colpa sua», non che la sua parola sia attendibile ma mio fratello si riferiva a lui con un soprannome, Sasha appunto, cosa che non farebbe mai se non con persone a cui tiene.

«Ascoltami Alexander, sono qui per trovare mio fratello non ho tempo per questo, dov'è Karin?»

«L'ho riaccompagnata al suo villaggio», dice mentre si sfila la giacca.

«Cosa stai facendo?»

«Padroneggio il demone Frozen Heart» oh, questo mio fratello non me lo aveva detto.

«Quindi sei specializzato in sculture di ghiaccio? È per questo che ti sei tolto la giacca?» la sua faccia assume un espressione a metà tra "profondamente ridicolo" e "contrariato".

«Dopo questa a dir poco squallida battuta non meriti risposta, ti basti sapere che non soffrirò il freddo a differenza di qualcun'altro di mia conoscenza», la sua voce è molto calda, profonda e emana un senso di tranquillità assoluta o controllo totale a seconda della prospettiva.

«Bene, allora? Come li troviamo i nostri fratelli?» un personaggio del genere meglio averlo come alleato.

«Troviamo?», risponde con tono freddo e deciso. «Forse non hai capito in che situazione ti trovi principessa, il veleno è ancora in circolo e affinchè io possa curarti dobbiamo muoverci da qui, in fretta.»

«Quale individuo sano di mente se ne va in giro con daghe avvelenate senza nenanche avere l'antidoto con se?»

«Un individuo che è immune a quel velene, mi sembra ovvio?»

«Certo, mi sembra ovvio, e se al posto mio ci fosse stato qualcun'altro? Cosa sarebbe successo?»

«Sarebbe morto e non avrei ora la rottura di dover creare un antidoto e rallentare la mia tabella di marcia.»

«Anche se si trattasse di Karin?», vedo il suo sguardo incupirsi. «Dovevo aspettarmi qualcosa del genere, infondo sei un Hell, chissa cosa ci trova mio fratello in te.»

«Ti ricordo che al momento sono l'unica possibilità che hai di liberarti del veleno», mi dice con sguardo truce.

«Ti sbagli, le erbe naturali sono la mia unica salvezza a quanto pare, vuoi lasciarmi qui? Vattene, non ho bisogno della tua compassione», a questa mia frase lo sento sospirare.

«Ascolta, non mi importa né di te né di Karin né di qualsiasi altra cosa ti venga in mente; verrai con me ti curerò e le nostre strade si divideranno, non ho intenzione di uccidere la sorella del mio migliore amico», detto questo chiude gli occhi, fa un respiro profondo e vedo degli strani simboli comparirgi sul collo e sulle braccia. Delle ali nere dai bordi dorati spuntano dalla sua schiena, ho sentito molte storie su signori degli inferi dotati di ali ma non ne avevo mai visto uno.

«No no No no», dico mentre lo vedo avvicinarsi a me.

«Cos'è principessa, paura di volare? Te l'ho detto che dobbiamo sbrigarci e mi sembra evidente che tu non possa percorrere il tragitto a piedi.», Margot riduce la sua forma a un tenero cucciolo di cane mentre con una magia di contenimento Alexander racchude i nostri averi in un bracciale. Senza induguiare oltre mi solleva e fatto qualche passo fuori dalla grotta spicca il volo. Sono stati gli istanti più terrificanti della mia vita, ho sempre avuto paura delle altezze soprattutto in circostanze come queste. Fortunatamente non ci è voluto molto prima che luicominciasse a scendere di quota. Siamo atterrati vicino un lago all'entrata di una fitta boscaglia, appena i suoi piedi toccano terra scendo subito dalle sue braccia e resto a fissarlo mentre si scrolla dalle ali la neve e le ritrae nel corpo. Sono a dir poco scioccata e non posso far altro che ringrazziare tutte le divinità che mi vengano in mente per trovarmi qui tutta intera.

«Hey ci sei? Per quanto tempo hai intenzione di fissare il vuoto?», Alexander mi distrae dai miei pensieri.

« Si ci sono, più o meno, credo.», rispondo risvegliandomi dalla trance momentanea.

«Ci impiegheremo circa un ora e mezza a piedi ad arrivare alla sorgente più vicina da qui, purtroppo non potevo avvicinarmi di più in volo. Ma se hai bisogno posso...»

«No figurati, hai fatto abbastanza, cammino da me», metto giù Meg che nel mentre torna alla sua dimensione normale dopo essersi rimpicciolita e mi appoggio a lei come sostegno. Lui si gira e comincia a camminare , io mi limito a seguirlo in silenzio con Margot.

10 minuti : ho un leggero male di testa , probabilmente è dipeso dal volo , provo un senso di disorientamento.

20 minuti : comincio ad avere caldo , probabilmente dipende dall'escursione termica di cui mi avevano parlato.

30 minuti : faccio una certa fatica a respirare , non sono abituata a questa area, la densità dell'aria cambia molto velocemente in base al clima.

40 minuti : le mie gambe cominciano a farmi male , il terreno è molto dissestato.

50 minuti : comincio ad avere freddo.

55 minuti : sento molto freddo.

57 minuti : la mia vista si appanna.

58 minuti : il mal di testa mi sta distruggendo le tempie.

59 minuti : ho un attacco di tosse, non riesco a respirare, i polmoni mi bruciano, è come se le mie gambe stessero gelando a ogni passo. Non riesco ad andare avanti, la vista diventa nera, cerco un appoggio ma non vedo nulla, continuo a tossire, mi sembra di soffocare e fortissime fitte mi trafiggono lo stomaco.

*OH credo che il veleno stia cercando di entrare nei polmoni, che peccato* ti stai divertendo eh? brutta carogna.

Non capivo cosa mi stava succedendo, non avevo il controllo del mio corpo riuscivo solo a piegarmi in due del dolore. All'improvviso Alexander mi prende per le spalle, mi spinge contro il tronco di un albero e mi costringe a stare dritta, cosa che mi causa un dolore inaudito per poi farmi bere un liquido in una boccetta. Subito la mia vista si rischiara, provo altri fortissimi crampi di stomaco e sento salire un senso di nausea. In quel momento lo sento borbottare qualcosa di incomprensibile, mi sposta verso una buca vicino a me e comincio a rimettere tutto quello che avevo nello stomaco. Lui mi tiene accuratamente i capelli e evita che perda l'equilibro, è stato il minuto più lungo della mia vita e non mi sento più lo stomaco. Appena ho finito mi sento molto meglio ma improvvisamente ho dei forti giramenti di testa, come se mi avesse letto nel pensiero, per la seconda volta Alexander mi prende in braccio. Sto gelando nel vero senso della parola, non ho più sensibilità né alle braccia né alle gambe, ad un certo punto Alexander comincia a correre, in pochi minuti arriviamo in un posto riparato, subito accende un fuoco e mi appoggia alla parete davanti alla sorgente. Meg mi si avvicina tenendomi al caldo con il suo manto peloso e strofinandomi il muso sul viso affettuosamente mentre produce piccoli lameneti per tenermi sveglia.

«Mi bastano 5 minuti per preparare l'infuso, prendi questa fiala, allieverà i crampi e ti farà passare la nausea, non ti addormentare, non devi cedere o la fatica sarà stata vana» , annuisco con il capo, bevo la fiala ed effettivamente sento un immediato miglioramento. Intanto per distrarmi, osservo Alexander che si siede davanti alla fonte d'acqua.

Non si è ancora rimesso la giacca e vedo i sigilli sulle braccia, quelli sulle spalle e sul collo che cominciano emanare una forte luce blu. Sulla schiena falla maglietta strappata si intravedono le ferite sono rimarginate. Anche sul petto rimane solo una cicatrice che molto probabilmente con il tempo sparirà. Su entrambe le spalle i sigilli si presentano a forma di due cerchi concentrici, sul collo invece appare come una croce, per essere esatti appare sul lato destro del collo; sugli avambracci ha delle spirali che gli avvolgono gli arti, come se fossero maniche. I sigilli sono dei segni che contraddistinguono il demone che imprigioni. Di solito spariscono o in alternativa diventano neri a seconda dell'individuo dopo aver utilizzato la propria energia vitale. Qualsiasi sia esattamente il suo potere è molto forte e raffinato, detesto ammetterlo ma ci sa fare, devo trovare un modo per convincerlo ad aiutarmi nella mia ricerca, oppure un punto debole per costringerlo a farlo.

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